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ascoltoebasta
Inviato
11 ore fa, briandinazareth ha scritto:

È il fatto stesso di "credere" che non funziona, a prescindere dall'oggetto.

Giustissimo,anch'io credo in questo concetto.....

extermination
Inviato

Al contrario!  credere in qualcosa o in qualcuno può  ( sottolineo può) aiutare a migliorarsi, a superare momenti difficili, a consolidare aspetti positivi della propria vita, a creare opportunità, a trovare soluzioni ai propri problemi...e tanto altro ( non necessariamente di positivo)

Inviato

I propri credo, sono sempre migliori rispetto a quelli degli altri

extermination
Inviato

@LUIGI64 beh! non cade dal pero. Di norma ci si arriva con un percorso breve o lungo che sia, giusto o sbagliato che sia.

ascoltoebasta
Inviato
9 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

I propri credo, sono sempre migliori rispetto a quelli degli altri

Verissimo,da millenni praticamente ogni guerra è scaturita da questa folle convinzione.

Inviato
Il 21/4/2023 at 09:49, mozarteum ha scritto:

Una volta lessi in parrocchia: ritiro spirituale, tema digiuno e preghiera, partecipazione 20 euro pranzo compreso

"Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti."

briandinazareth
Inviato
4 ore fa, extermination ha scritto:

credere in qualcosa o in qualcuno può  ( sottolineo può) aiutare a migliorarsi, a superare momenti difficili,

 

Vero, ma la cosa non è in contraddizione con il fatto che credere sia un criterio di verità palesemente non funzionante.

 

Credere che la propria moglie sia fedele e morigerata, quando invece la da via come un frisbee, può fare vivere più felici e sereni e consentire ad un rapporto di durare.

 

Non è comunque un buon principio di verità.

 

Sicuramente credere in Zeus e tutto il cucuzzaro ha aiutato moltissimi greci a superare momenti difficili, anche se sappiamo bene che non c'è alcun lanciatore di fulmini sull'Olimpo... 

 

 

Inviato

La scienza, per quanto sia uno strumento imprescindibile e prezioso, non ha intrinsecamente la possibilità di fornirci risposte sul senso della vita 

Una parte della scienza afferma, molto semplicemente e in maniera drammaticamente riduzionista, che nella vita non esiste alcun significato. Si può scorgere soltanto un vuoto esistenziale, composto dal caso e senza alcuna necessità che esista senso e finalità

Ma ritengo anche che sia giusto così...non si può chiedere ad un microscopio di fare il caffè (cit.)

 

briandinazareth
Inviato
4 ore fa, LUIGI64 ha scritto:

non ha intrinsecamente la possibilità di fornirci risposte sul senso della vita 

Una parte della scienza afferma, molto semplicemente e in maniera drammaticamente riduzionista, che nella vita non esiste alcun significato.

 

Il primo passo peró dovrebbe essere definire cosa intendiamo per senso e significato.

 

È una finalità? Ovvero la vita esiste per un qualche fine altro che la vita stessa? 

E questo fine quale potrebbe essere?

 

È una volontà? Ovvero un qualche Dio, Zeus, Allah, Jahvè o Ganesh ha voluto la vita? (Che però sposta solo la domanda sul senso dell'esistenza del dio).

 

Oppure qualcosa d'altro?

 

Però siamo svaccando e andando fuori tema 😂

Inviato

L'uomo ha da sempre paura della morte 

Chiaro che ha bisogno di un dio in cui credere

La vita per molti è grama, non solo per mancanza di soldi, pertanto bisogna dare un significato alla vita.

Insomma è bello credere ma bisogna rendersi conto che è solo una fantasia.

 

Inviato

La fede, in generale, confonde il desiderio e la speranza con la verità. La precarietà della vita, le rinunce, l'angoscia per la morte. È difficile accettare di essere una "stirpe miserabile ed effimera, figlia del caso e della pena" e che la coscienza è una conseguenza indiretta dell'acquisizione del linguaggio, con cui rappresentiamo nel nostro cervello i fenomeni del mondo esterno e con essi il fluire inesorabile del tempo (e la ineluttabililta' della morte).

La fede, infatti, non si ferma all'esistenza di Dio, ma vi aggiunge sempre l'immortalità dell'anima. Anzi, l'esistenza di Dio è il mezzo con cui giungere al fine prioritario, ossia giustificare l'immortalità dell'anima. 

  • Melius 1
Inviato

Esatto

Ciò che più mi stupisce è proprio la mancanza di qualsiasi dubbio, la certezza che tutto può essere spiegato e confezionato in maniera esaustiva, soltanto dal punto di vista sociale, scientifico e/o psicologico

Insomma, un microscopio che si sforza di far uscire un po' di caffè, pur non essendo una moka

 

  • Melius 1
ascoltoebasta
Inviato
4 ore fa, UpTo11 ha scritto:

Mi sa che tra un po' non avranno nemmeno bisogno del permesso retribuito,

E' tristemente vero,purroppo.

Texas,una legge impone di esporre i Dieci comandamenti nelle scuole,  il Senato locale approva anche una norma che prevede di creare spazi per la preghiera e lo studio della Bibbia nelle aule.

.....Mi son sempre chiesto perchè un antico romanzo pieno zeppo di omicidi,schiavitù,corruzione,omofobia,incesti e crudeltà,venga letto tutte le domeniche,anche ai bambini,sopratutto ai bambini.

Inviato

Pur preferendo qualcosa di più neutro e laico, come introduzione della pratica della mindfulness, ad esempio

Non si può, nel caso della Bibbia, gettare l'acqua sporca con tutto il bambino

Evidenziare solo e soltanto la bad religion, mi pare quanto meno riduttivo

Ma sono anche consapevole, che tale approccio alla questione,  semplifica moltissimo le cose

briandinazareth
Inviato
2 ore fa, LUIGI64 ha scritto:

Ciò che più mi stupisce è proprio la mancanza di qualsiasi dubbio, la certezza che tutto può essere spiegato e confezionato in maniera esaustiva, soltanto dal punto di vista sociale, scientifico e/o psicologico

 

Però è esattamente al contrario.

 

L'atteggiamento scettico impone di considerare ragionevolmente vero qualcosa quando ci sono evidenze sufficienti, e si basa sul dubbio.

Infatti ogni cosa può rimessa essere in discussione e accade di continuo.

 

Sono la fede e il credere che costruiscono certezze sul fatto che "sentiamo" qualcosa o sulla base di testimonianze spesso lontanissime e non verificabili. Da Maometto ai mormoni, dalle tradizioni indu fino al Pantheon dei romani.

 

A me sembra che la vera differenza sia nella consapevolezza reale dei limiti umani e del fatto che ci siamo evoluti, come tutti gli altri esseri viventi, per sopravvivere, non per conoscere la realtà.

 

Questo è reso evidente dal fatto che ogni conoscenza abbastanza approfondita della realtà ci mostra quanto le nostre percezioni siano fallaci. "Sentire" qualcosa ci dice molto poco sulla realtà, dice molto più su di noi.

 

Ci sembra che una pietra sia composta di materia solida invece per oltre il 99% è vuota, sperimentiamo i colori che sono solo una rappresentazione mentale e non esistono in natura, pensiamo che la vista sia una rappresentazione della realtà mentre è l'unione e l'elaborazione del cervello su stimoli molto diversi e distanti dalla realtà fisica.

Siamo convinti di essere padroni di noi stessi quando non siamo neppure in grado di decidere cosa non pensare.

 

Potremmo continuare a lungo, sul tempo, sulla principio deterministico, causa effetto ecc.

 

Praticamente ogni cosa reale, analizzata abbastanza a fondo, è totalmente controintuitiva e lontana da quello che sperimentiamo con i nostri sensi e il nostro pensiero.

 

Per questo coltivo un sano scetticismo che va dal suono dei cavi alle apparizioni della Madonna.

Fino a che non ci sono motivi solidi per considerare certi fenomeni reali (e sempre in modo provvisorio).

 

Ma in questo caso specifico tutto questo pippone filosofico c'entra poco, qui è arroganza clericale e l'idea che le credenze e le fedi debbano essere privilegiate anche in ambito squisitamente laico. 

Naturalmente solo quelle maggioritarie.

 

PS torno proprio adesso dalla visita alla casa di diderot, piena di meraviglie e con la prima bellissima edizione dell'enciclopedia... 

Uno degli uomini che hanno costruito la conoscenza moderna e la libertà intellettuale di cui godiamo tutti noi (pure lui fece un po' di carcere per questo).

 

Libertà che vale anche per chi vuole credere, magari non in quello che crede la maggioranza, cosa che prima di quella rivoluzione di pensiero non era quasi mai possibile.

 


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