Vai al contenuto
Melius Club

Pnrr, l’ammissione di Crosetto: «Non sappiamo come spendere 200 miliardi di fondi»


Messaggi raccomandati

Inviato

@Savgal però in quella foto Gioggia guarda in alto a sinistra, non in basso a destra 

  • Haha 1
Inviato
5 ore fa, Roberto M ha scritto:

opposizione costruttiva e responsabile

Questa frase è comica ma il punto è un altro: non occorre alcun contributo dell'opposizione. Siamo in una fase esecutiva, occorrono ingegneri, geometri, chimici, biologi, avvocati, come politici siamo già a posto. Anzi ne abbiamo pure troppi.

O forse il contributo richiesto all'opposizione è il silenzio omertoso?

Vedi Roberto, nei tuoi post hai ripetuto le disinformazioni governative, ci può stare perché è materia molto specialistica ed è naturale non capirne un tubo. Per quanto io l'abbia un po' chiarita in questo thread.

Ma non posso ammettere l'ignoranza di chi di dovere, quindi penso che mentano.

Inviato

@appecundria

Un mio dubbio. Il complesso di interventi previsto dal PNRR, compresi quelli normativi, molto probabilmente potrebbero accelerare i mutamenti del nostro sistema economico. Il mio dubbio è che una quota rilevante di elettori di destra chiede il mantenimento dello status quo. Emblematico in tal senso è il comportamento tenuto per le concessioni balneari. Nei titoli dei giornali di riferimento di destra un elemento costante era il rifiuto del divenire e dei mutamenti. Al pari emblematico era il rifiuto del riscaldamento globale; l'obiettivo simbolico era Greta Tunberg, quello sostanziale era negare che quanto la ragazza sosteneva fosse vero.

Inviato

Per l'ennesima volta: "prendere e usare i soldi del PNRR solo per opere oggettivamente utili" era il Piano Conte. È stato bocciato un po' da tutti qui ma soprattutto da Ursula.

E dal punto di vista europeo è corretta la bocciatura. Ho già spiegato il perché, ma a gentile richiesta posso ripeterlo.

  • Moderatori
Inviato

li lasciassero a me farei girare vorticosamente l'economia in un batter d'occhio. 27889916_ridere81.gif.db5355bd397459df8cd5944ad77dd36f.gif

Inviato
12 minuti fa, Savgal ha scritto:

Un mio dubbio

Un dubbio che appare fondato, anche vedendo il ritornello sugli "interventi utili".

Bisogna risalire alla ratio del Piano Next Generation EU che ha stravolto le tradizionali politche economiche comunitarie.

In sintesi: i problemi correnti tuoi devi risolverli da solo (i famosi interventi utili) come hanno fatto gli altri.

L'Europa si occupa di come dovrà essere l'Unione fra 30 anni, di cosa dovremo lasciare alle prossime generazioni e solo per questo sborsa.

Ciò che divide insanabilmente oggi l'Italia dall'Europa è l'orizzonte temporale, noi alle prossime elezioni, loro alle prossime generazioni. Per cui non si comprendono portata e scopi del piano, non si attribuisce importanza alla gran parte degli obiettivi, si cerca di aggirare il problema con una marea di chiacchiere. 

extermination
Inviato
16 minuti fa, appecundria ha scritto:

L'Europa si occupa di come dovrà essere l'Unione fra 30 anni, di cosa dovremo lasciare alle prossime generazioni e solo per questo sborsa.

Noto uno scollamento temporale tra la vision europea e la mission degli stati ( 5 anni disponibili per l'attuazione e la chiusura del piano) 

Inviato

@extermination è vero, normalmente i piani europei sono a 20 anni, talvolta a 10, questa scadenza è anomala. Suppongo (non lo so per certo) che in questo caso si intenda che fra 30 anni dovrà essere stato ripagato il debito e quindi il piano esaurito. E/o che gli effetti del piano si vedranno fra 30 anni. 

Inviato
2 ore fa, appecundria ha scritto:

Per l'ennesima volta: "prendere e usare i soldi del PNRR solo per opere oggettivamente utili" era il Piano Conte. È stato bocciato un po' da tutti qui ma soprattutto da Ursula.

Ma dai Bruno, tra i progetti c’era il rifacimento di una bocciofila e lo stadio di Firenze, non credo fosse neppure l’unico stadio, e questo nonostante Comisso si fosse reso disponibile a fare da solo e tutto con soldi suoi. Questo dara prima dell’ insediamento di questo Governo, quindi la realizzazione di opere “oggettivamente utili” lo possiamo 

vedere e valutare solo dopo il check della Commissione Europea, noi siamo fatti un po’ così.

Inviato

https://www.panorama.it/amp/errorie-cantieri-pnrr-governo-tempi-2659674285
 

Gli errori e le cose impossibili del Pnrr che tutti vedevano e sapevano. Senza dirlo

ECONOMIA

March 29 2023

Giorgia Pacione Di Bello

Programmazione del Pnrr incentrata su progetti troppo ambiziosi, amministrazioni pubbliche con scarse competenze e problemi di reperimento di manodopera nel settore delle costruzioni stanno rallentando l’esecuzione dei progetti del Pnrr. Ma andiamo con ordine. Partiamo dal fatto che il governo ha fatto delle modifiche nella programmazione delle risorse destinate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ultima nota di aggiornamento del Def, che dovrebbero portare ad un ritardo degli investimenti effettuati, rispetto al cronoprogramma iniziale, di circa 15 miliardi di euro a fine 2023. Il nuovo piano ''contempla una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi'', sottolinea l’ultima relazione presentata ieri dalla Corte dei Conti.

Ritardo che il viceministro alle infrastrutture e mobilità, Edoardo Rixi, lega ad una programmazione sbagliata fatta dal governo Draghi. A Radio 24 ha infatti sottolineato come il precedente governo avrebbe dovuto indirizzare i fondi su “opere semplici e non sempre si è fatto”. Nel settore ferroviario, spiega Rixi, si sono messi dei soldi per la realizzazione di opere che non sono compatibili con le scadenze imposte dal Pnrr. Una riprogrammazione, secondo il viceministro, è dunque necessaria: “Si devono spostare alcune partite finanziarie in opere meno complesse. Vuol dire finanziarie opere che possono essere realizzate entro il 2026”, visto che precedentemente le risorse sono state allocate su opere, sicuramente necessarie per il miglioramento infrastrutturale dell’Italia, ma che risultano essere incompatibili con le tempistiche dettate dal Pnrr. Un’errore che sta ipotecando i futuri fondi dell’Ue e la realizzazione dei progetti previsti.

La sbagliata programmazione non è però l’unico fattore di criticità. Un altro tassello che sta ostacolando la realizzazione dei progetti del Pnrr, secondo Rixi, è la macchina pubblica che non può essere fermata ma che risulta essere in affanno. Aspetto sottolineato anche dal report della Corte dei Conti che evidenzia come le Pa stanno trovando delle difficoltà nell’espletare tutte le pratiche necessarie per avere accesso ai fondi del Pnrr, con il consequenziale rischio che le complessità riscontrate, specie in campo infrastrutturale, “finiscano con lo spingere inevitabilmente la spesa prevista per il 2022 verso gli anni 2023-2026”, criticità quest’ultima evidenziata anche nella relazione di inizio 2022 a cui però il governo Draghi non ha prestato attenzione né cercato correttivi. Se infatti si guardano i dati forniti dal sistema ReGiS, si può capire come questa criticità hanno influito negativamente sui progetti del Pnrr. Osservando i numeri con riferimento agli investimenti risulta infatti che le risorse finanziarie del Pnrr messe a disposizione delle Amministrazioni nel periodo 2020/2022 ammontavano a 1.501.710.000 euro. La spesa che però è stata dichiarata, nello stesso periodo, è stata di solo 833.280.000 euro (55,49%). Stessa sorte nel rapporto fra risorse finanziarie messe a disposizione per l'intero Pnrr nel periodo 2020/2022, pari a 20.440.560.000 euro e quella che realmente è stata sostenuta pari invece a 12.854.210.000 euro (62,89%). Le difficoltà delle pubbliche amministrazioni centrali e locali sono legate a due fattori principalmente. Il primo è che la maggior parte dei dipendenti della Pa ha un’età media tra i 50 e i 60 anni e i giovani tra i 18 e i 34 anni hanno un peso minimo nell’organico. Questo ha conseguenze sul tema delle competenze. Attualmente all’interno delle pubbliche amministrazione c’è poco personale con una laurea tecnica o Stem. Professionalità, queste ultime, che sono molto richieste per effetto della necessità di governare i cambiamenti tecnologici, come la transizione digitale richiesta dal Pnrr. Per ovviare a questo problema è stata data la possibilità alla Pa di assumere del personale tecnico qualificato per seguire i lavori del Pnrr. Anche in questo caso le criticità sono due. La prima è che la pubblica amministrazione offre dei contratti a tempo determinato e poi che le professionalità tecniche ricercate per gestire i progetti del Pnrr sono molto richieste anche dal privato che nella maggior parte dei casi riesce ad accaparrarsi le figure prescelte.

Criticità ci sono poi anche nella filiera delle costruzioni. La Corte dei Conti ha infatti evidenziato come “data l’enfasi sulla dotazione infrastrutturale, una parte significativa delle risorse mobilitate con il Pnrr e il Piano complementare andrà ad attivare la filiera delle costruzioni". Questo settore negli ultimi due anni ha visto importanti aumenti nella domanda, sia a seguito del recupero spontaneo degli investimenti privati, che per effetto dell’intensa attività di ristrutturazione legata agli incentivi dei superbonus 110%. “Si sono registrati significativi incrementi occupazionali, sfociati in problemi di reperimento di manodopera”, sottolinea la Corte dei Conti. Se a tali tensioni si aggiungono poi anche quelle legate alla dinamica dei prezzi, si ha un comparto vicino alla saturazione della capacità produttiva. Proprio per questo è necessario fare degli investimenti ad hoc per allargare la base produttiva e riuscire, di conseguenza, a tenere il passo con gli obiettivi del Pnrr. “Va inoltre tenuta presente la scarsa attrattività che alcuni settori, a elevata presenza di occupati con skill ridotte, hanno per i più giovani, dato anche il progressivo aumento del tasso di scolarizzazione delle generazioni all’ingresso nel mercato del lavoro. Non è un caso che da diversi anni le costruzioni abbiano visto un progressivo incremento della presenza di lavoratori stranieri.” sottolinea la Corte dei Conti.

Nel settore delle costruzioni, sottolinea il report, c’è poi un cortocircuito legato al genere. Se infatti da una parte si deve investire per trovare la manodopera necessaria per portare a termine, entro i tempi previsti, i progetti del Pnrr, dall’altra parte la filiera delle costruzioni è composta in prevalenza da settori caratterizzati, anche per motivi fisiologici legati alle mansioni da svolgere, da uomini. E dunque, un aumento dell’attività nell’edilizia, e negli altri manifatturieri dell’indotto, rischia “di aumentare le distanze di genere, esito questo non coerente con gli obiettivi trasversali del Pnrr”. Gap che dovrà essere compensato in altri settori.

Inviato

un esempio a caso, lo stadio di firenze, maddechè

che devono rifarlo è una vita che lo sento

mai successo, l' amministrazione comunale si è sempre messa contro

sono 30 anni che ci sono sempre i soliti, indovinate chi

Inviato

@appecundria

L'articolo 12 del D.L. 77/2021 prevede esplicitamente quanto segue:

1. In caso di mancato rispetto da parte delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano, delle città metropolitane, delle province e dei comuni degli obblighi e impegni finalizzati all'attuazione del PNRR e assunti in qualità di soggetti attuatori, consistenti anche nella mancata adozione di atti e provvedimenti necessari all'avvio dei progetti del Piano, ovvero nel ritardo, inerzia o difformità nell'esecuzione dei progetti, il Presidente del Consiglio dei ministri, ove sia messo a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del PNRR e su proposta della Cabina di regia o del Ministro competente, assegna al soggetto attuatore interessato un termine per provvedere non superiore a trenta giorni. In caso di perdurante inerzia, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro competente, sentito il soggetto attuatore, il Consiglio dei ministri individua l'amministrazione, l'ente, l'organo o l'ufficio, ovvero in alternativa nomina uno o più commissari ad acta, ai quali attribuisce, in via sostitutiva, il potere di adottare gli atti o provvedimenti necessari ovvero di provvedere all'esecuzione dei progetti, anche avvalendosi di società di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 o di altre amministrazioni specificamente indicate.

  • Thanks 1
Inviato

In sintesi la legge consente al governo di nominare dei commissari nel caso di inerzia delle amministrazioni competenti. Difatti alle scuole sono stati assegnati i fondi senza averne fatto richiesta, come è avvenuto in passato per i fondi UE FSE e FESR. In sede di formazione ci hanno messo sull'avviso che in caso di inerzia saremmo stati sostituiti secondo la norma sopra citata. Mi sorge il dubbio che il governo non sia a conoscenza della disposizione. 

Inviato
1 ora fa, audio2 ha scritto:

un esempio a caso, lo stadio di firenze, maddechè

che devono rifarlo è una vita che lo sento

mai successo, l' amministrazione comunale si è sempre messa contro

sono 30 anni che ci sono sempre i soliti, indovinate chi

Se togli gli occhiali per vedere da lontano e guardi più vicino, ti accorgi che a Venezia, amministrazione dx Brugnaro da quasi 10 anni, è successa la stessa cosa. 

Intendevano improvvisamente rifare lo stadio con i fondi PNRR ma la UE ha detto: col piffero fatevelo coi miliardi che incamerate dai turisti, se proprio avete bisogno di uno stadio.

Sul fatto che poi la gran parte dei comuni/province abbia individuato nel solito cemento a piovere lo sbocco ideale per le milionate europee si potrebbe discutere, e infatti la Corte dei Conti ha alzato più di un sopracciglio in merito.

Inviato

ma chissà dove vanno a finire i miliardi incamerati dai turisti

Inviato

@audio2 E' una domanda che dovresti porre agli amministratori della città e della regione.

Inviato
3 ore fa, maurodg65 ha scritto:

Gli errori e le cose impossibili del Pnrr che tutti vedevano e sapevano. Senza dirlo

ECONOMIA

March 29 2023

Giorgia Pacione Di Bello

Programmazione del Pnrr incentrata su progetti troppo ambiziosi, amministrazioni pubbliche con scarse competenze e problemi di reperimento di manodopera nel settore delle costruzioni stanno rallentando l’esecuzione dei progetti del Pnrr. Ma andiamo con ordine. Partiamo dal fatto che il governo ha fatto delle modifiche nella programmazione delle risorse destinate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ultima nota di aggiornamento del Def, che dovrebbero portare ad un ritardo degli investimenti effettuati, rispetto al cronoprogramma iniziale, di circa 15 miliardi di euro a fine 2023. Il nuovo piano ''contempla una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi'', sottolinea l’ultima relazione presentata ieri dalla Corte dei Conti.

Ritardo che il viceministro alle infrastrutture e mobilità, Edoardo Rixi, lega ad una programmazione sbagliata fatta dal governo Draghi. A Radio 24 ha infatti sottolineato come il precedente governo avrebbe dovuto indirizzare i fondi su “opere semplici e non sempre si è fatto”. Nel settore ferroviario, spiega Rixi, si sono messi dei soldi per la realizzazione di opere che non sono compatibili con le scadenze imposte dal Pnrr. Una riprogrammazione, secondo il viceministro, è dunque necessaria: “Si devono spostare alcune partite finanziarie in opere meno complesse. Vuol dire finanziarie opere che possono essere realizzate entro il 2026”, visto che precedentemente le risorse sono state allocate su opere, sicuramente necessarie per il miglioramento infrastrutturale dell’Italia, ma che risultano essere incompatibili con le tempistiche dettate dal Pnrr. Un’errore che sta ipotecando i futuri fondi dell’Ue e la realizzazione dei progetti previsti.

La sbagliata programmazione non è però l’unico fattore di criticità. Un altro tassello che sta ostacolando la realizzazione dei progetti del Pnrr, secondo Rixi, è la macchina pubblica che non può essere fermata ma che risulta essere in affanno. Aspetto sottolineato anche dal report della Corte dei Conti che evidenzia come le Pa stanno trovando delle difficoltà nell’espletare tutte le pratiche necessarie per avere accesso ai fondi del Pnrr, con il consequenziale rischio che le complessità riscontrate, specie in campo infrastrutturale, “finiscano con lo spingere inevitabilmente la spesa prevista per il 2022 verso gli anni 2023-2026”, criticità quest’ultima evidenziata anche nella relazione di inizio 2022 a cui però il governo Draghi non ha prestato attenzione né cercato correttivi. Se infatti si guardano i dati forniti dal sistema ReGiS, si può capire come questa criticità hanno influito negativamente sui progetti del Pnrr. Osservando i numeri con riferimento agli investimenti risulta infatti che le risorse finanziarie del Pnrr messe a disposizione delle Amministrazioni nel periodo 2020/2022 ammontavano a 1.501.710.000 euro. La spesa che però è stata dichiarata, nello stesso periodo, è stata di solo 833.280.000 euro (55,49%). Stessa sorte nel rapporto fra risorse finanziarie messe a disposizione per l'intero Pnrr nel periodo 2020/2022, pari a 20.440.560.000 euro e quella che realmente è stata sostenuta pari invece a 12.854.210.000 euro (62,89%). Le difficoltà delle pubbliche amministrazioni centrali e locali sono legate a due fattori principalmente. Il primo è che la maggior parte dei dipendenti della Pa ha un’età media tra i 50 e i 60 anni e i giovani tra i 18 e i 34 anni hanno un peso minimo nell’organico. Questo ha conseguenze sul tema delle competenze. Attualmente all’interno delle pubbliche amministrazione c’è poco personale con una laurea tecnica o Stem. Professionalità, queste ultime, che sono molto richieste per effetto della necessità di governare i cambiamenti tecnologici, come la transizione digitale richiesta dal Pnrr. Per ovviare a questo problema è stata data la possibilità alla Pa di assumere del personale tecnico qualificato per seguire i lavori del Pnrr. Anche in questo caso le criticità sono due. La prima è che la pubblica amministrazione offre dei contratti a tempo determinato e poi che le professionalità tecniche ricercate per gestire i progetti del Pnrr sono molto richieste anche dal privato che nella maggior parte dei casi riesce ad accaparrarsi le figure prescelte.

Criticità ci sono poi anche nella filiera delle costruzioni. La Corte dei Conti ha infatti evidenziato come “data l’enfasi sulla dotazione infrastrutturale, una parte significativa delle risorse mobilitate con il Pnrr e il Piano complementare andrà ad attivare la filiera delle costruzioni". Questo settore negli ultimi due anni ha visto importanti aumenti nella domanda, sia a seguito del recupero spontaneo degli investimenti privati, che per effetto dell’intensa attività di ristrutturazione legata agli incentivi dei superbonus 110%. “Si sono registrati significativi incrementi occupazionali, sfociati in problemi di reperimento di manodopera”, sottolinea la Corte dei Conti. Se a tali tensioni si aggiungono poi anche quelle legate alla dinamica dei prezzi, si ha un comparto vicino alla saturazione della capacità produttiva. Proprio per questo è necessario fare degli investimenti ad hoc per allargare la base produttiva e riuscire, di conseguenza, a tenere il passo con gli obiettivi del Pnrr. “Va inoltre tenuta presente la scarsa attrattività che alcuni settori, a elevata presenza di occupati con skill ridotte, hanno per i più giovani, dato anche il progressivo aumento del tasso di scolarizzazione delle generazioni all’ingresso nel mercato del lavoro. Non è un caso che da diversi anni le costruzioni abbiano visto un progressivo incremento della presenza di lavoratori stranieri.” sottolinea la Corte dei Conti.

Nel settore delle costruzioni, sottolinea il report, c’è poi un cortocircuito legato al genere. Se infatti da una parte si deve investire per trovare la manodopera necessaria per portare a termine, entro i tempi previsti, i progetti del Pnrr, dall’altra parte la filiera delle costruzioni è composta in prevalenza da settori caratterizzati, anche per motivi fisiologici legati alle mansioni da svolgere, da uomini. E dunque, un aumento dell’attività nell’edilizia, e negli altri manifatturieri dell’indotto, rischia “di aumentare le distanze di genere, esito questo non coerente con gli obiettivi trasversali del Pnrr”. Gap che dovrà essere compensato in altri settori.

Analisi perfetta

×
×
  • Crea Nuovo...