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Melius Club

Crisi per Audio Research?


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Inviato

Pare che la famosa casa americana se la passi in cattive acque. Chissà Bill Johnson da lassù cosa ne penserà… 😢

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  • Sad 1
Inviato

Letto alcuni giorni fa su WBF che ne ha dato la notizia. Siamo ancora uno o due passi indietro la debacle economica ma è evidente che la situazione è grave. 

Per tradizione il mondo americano non fa sconti ed è impietoso, pronto a dare una spallata decisiva a chiunque si trovi sul crinale... Così fu per Counterpoint 30 anni fa che era un competitor quasi diretto... ora inaspettatamente tocca ad ARC che nel bene e nel male rappresenta un punto fermo dell'offerta di qualità del nostro mondo, ipotizzare che il brand possa essere inghiottito dall'oblio per chiunque si possa definire "hi-fi lover" è semplicemente inconcepibile. Possibile eventualmente che una cordata di investitori/speculatori professionisti possa intervenire se ci vedrà qualcosa per salvare e riposizionare il marchio.

Anch'io penso con commozione a William Zane Johnson; meno male che non può vedere questa parabola 

Inviato

Puo' darsi che sia un fallimento come quello di Onkyo che e' piu' viva che mai....

SALVO.

  • Amministratori
Inviato

La scorsa settimana presso il tribunale distrettuale dello stato del Minnesota, quarto distretto giudiziario della contea di Hennepin, la Audio Research Company ha assegnato i propri debiti e beni al Lightwave Management Group nel Minnesota, specializzati in turnaround/fallimento e gestione delle crisi finanziarie.

Questo processo è un'alternativa alla dichiarazione di fallimento presso il tribunale fallimentare federale; tuttavia, tre creditori qualsiasi possono cercare di porre Audio Research in un fallimento involontario ai sensi del capitolo 7 presso il tribunale fallimentare federale. Ciò potrebbe verificarsi se uno dei tre creditori non dovesse fidarsi del processo o della strategia dell'azienda dinanzi al tribunale statale. L'Allegato B allegato all'Incarico è un elenco di creditori di 31 pagine che include molti nomi noti nel settore dell'audio. Il compito del curatore è quello di liquidare i beni assegnati, riscuotere tutti i proventi, perseguire eventuali pretese, pagare e assolvere tutte le spese della liquidazione, quindi pagare e assolvere (nella misura dei fondi disponibili) tutti i debiti e le passività di Audio Research.

Direi che la sopravvivenza di Audio Research è veramente appesa ad un filo.....

  • Sad 1
Inviato

In qualche modo penso che qualcuno la salverà, o almeno essendo un sostenitore del marchio lo spero, comunque un vero peccato per questo storico marchio 

Inviato

Questo succede quando non si fanno le elettroniche da 50K a salire.

Inviato

@franz_84

L’hai detta giusta!

Anche secondo me, con la diminuzione di numero di quelli della mia generazione, il numero dei compratori diminuirà conseguentemente.

Non che la mia generazione sia meglio di altre, ma la mia e quelle precedenti hanno contribuito fortemente allo sviluppo di questo mondo.

Ora, nasce meno gente, alcuni di noi mancano o non ci sentono più così bene … ci troveremo che i giovani con questa passione saranno sempre meno … e tutto il mercato ne risentirà negativamente. 
Non ho idea di quale possa essere la strada per sopravvivere come produttore di beni audio.

  • Melius 1
  • Sad 1
Inviato

é un marchio storico, nonostante le nuove livree non è riuscito a rinnovarsi tecnicamente  e formalmente a sufficienza per sbarcate nel luxury voluttuario, ove ogni richiesta a livello di listino é invece ben accolta..

peccato, ma sorte comune a molte realtà mitiche dell'audio anni 80..

 

Inviato

Direi che è inevitabile pensare che un giorno, neanche troppo lontano, l’hi-fi, almeno per come l’abbiamo conosciuta noi, sparirà. Del resto, se pensiamo al tipo di fruizione moderna della musica, con l’avvento della liquida, l’utilizzo degli smartphones con le cuffiette wi-fi, è quanto di più lontano ci possa essere dal come intendiamo noi l’ascolto e la fruizione. Però, nel caso specifico, da quanto ho letto in questi giorni, pare che siano altri i fattori che hanno determinato la sofferenza (o meglio, la crisi) di ARC: l’aumento dei costi dei materiali in primis e, soprattutto, la loro disponibilità. Sembra infatti che quest’ultimo fattore sia stato determinante nel causare l’attuale situazione, poiché ha comportato dei notevoli ritardi nella produzione che ha poi causato perdite. L’attuale management rassicura ovviamente sul reale stato di salute dell’azienda, garantendo che tutte le attività continuano a svolgersi regolarmente, dalla produzione alla riparazione delle vecchie elettroniche (ricordo che fino a qualche anno fa ARC garantiva l’aggiornamento di modelli molto vecchi come l’SP-3, forse la creatura più amata da Bill Johnson). Che questo poi sia vero: “lo scopriremo solo vivendo”, anche se più di qualche dubbio rimane (per quanto mi riguarda anche sulle vere cause delle attuali difficoltà). Speriamo bene, anche se non sono ottimista, visti i precedenti… 😢

Inviato

Mi spiace molto, non so se possa essere anche a causa dei prezzi oggettivamente elevati a causa di una gamma limitata in pratica all’esoterico e ristretta al solo valvolare.

Negli ultimi tempi ho più volte pensato che fosse diventata inavvicinabile, ma sicuramente non è solo questo il motivo.

Gli faccio i miei auguri.

 

Inviato

va anche detto che i valvolari ad alta potenza con quelle ciofeche tipo KT 150 hanno ben poca ragione di esistere, a quel punto meglio un transistor fatto bene, tipo FM o Dart.. discorso invece inverso quamdo parliamo di triodi a bassa potenza, ma siamo OT.

  • Sad 1
Inviato

Sono 20 anni che sento che l'Hi End "a breve finirà"eppure vive ancora,e non capisco come faccia,visto l'esiguo numro di ultracinquantenni/che sono quelli che reggono il mercato)e l'offerta ininita di nuovi marchi e prodotti.Per me rimane un mistero,forse molti marchi di lusso si reggono col mercato orientale,sceicchi cinesi etc etc,ma il resto.....comunque adesso penso veramente che siamo agli sgoccioli almeno come lo abbiamo vissuto noi

Membro_0024
Inviato
1 minuto fa, jimbo ha scritto:

Per me rimane un mistero,forse molti marchi di lusso si reggono col mercato orientale,sceicchi cinesi etc etc,

si credo che il mercato si stia incanalando verso l'hi end a costi da Ferrari per questo tipo di personaggi che l' impianto manco lo accendono, è li solo per far vedere il loro potere economico. L'audiofilo benestante che girava per negozi e si portava a casa l'impianto ben suonante sta scomparendo, rimangono al momento marchi storici come McIntosh, Accuphase e pochi altri che reggono bene una futura rivendibilità, ARC farà la fine di marchi come Pioneer che sono stati "assorbiti" per non dire sminuiti dal pesce grosso, c'est la vie

Inviato

Io non posso credere che un marchio così ...possa fallire..non ci credo che non faccia utili..impossibile.!!!

Vende in tutto il mondo!!!

Non ci credo

Inviato
1 ora fa, gabel ha scritto:

riparazione delle vecchie elettroniche

A proposito di riparazioni: purtroppo come anche altre compagnie audio,  Audio Research ha la cattiva abitudine di cancellare le sigle originali di molti dispositivi attivi al silicio usati nelle sue elettroniche sostituendo le suddette sigle con delle bande di colori.   

Se dovesse davvero fallire e chiudere definitivamente spero che riveli come decifrare il suo codice a bande di colori.

Purtroppo neanche i tecnici dell'assistenza ufficiale conoscono questo codice e per le riparazioni e la sostituzione dei dispositivi attivi difettosi devono rifornirsi obbligatoriamente dall'Audio Research. 

Inviato

Per motivi di lavoro conosco molte persone, in molti ambienti. Ho molti amici/conoscenti della mia età (+o- 5 anni diciamo) moltissimi collezionisti di musica, vinili in primis. Tra tutti pochi appassionati di hifi e quei pochi solo perché li ho "costretti" ad avvicinarsi a quel mondo. Dei loro figli solo un paio hanno mostrato un qualche interesse.

Dobbiamo farcene una ragione: siamo una specie in via di estinzione e non è colpa di un asteroide 🥴

  • Melius 1
Inviato

Non sono mai stato un tifoso di Audio Reaserch, pure apprezzandone la qualità dei prodotti e il suono (non sempre, questo), certo è che il suo possibile fallimento, mi rattrista e mi preoccupa, per l’andamento di tutto questo settore.

Auspico un’acquisizione da parte di qualche cordata d’investitori. 
Con questa situazione, si potrebbe forse ottenere un maggiore sconto sul nuovo stoccato in magazzino, sempre che ce ne sia.
Per il mercato dell’usato, sono convinto che non ci sarà un deprezzamento del valore, a breve termine.

 

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