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Poesia e prosa


P.Bateman

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Mi chiedo perché nella cultura italiana la poesia sia percepita come genere più elevato rispetto alla prosa, il significato degli aggettivi "poetico" e "prosaico" lo indica chiaramente.

Chiedo anche se in altre culture questa disparità sia presente.

Segue dibbattito, come  qualcuno scrive.

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Per evidenti meriti in quel genere,

Dante, Petrarca , Boccaccio ed

Ariosto .

Con altrove ben poco da segnalare . 

Chaucer(?),

..bisognerà attendere Milton.

Parimenti , parlando di romanzo moderno,

si nota la nostra assenza

in Spagna Cervantes

Inghilterra e Francia con autori del calibro di  Defoe Swift e poi Flaubert e gli altri , .

Bisogna aspettare un bel pò per ottenere esiti importanti (Svevo).

Ma in effetti, sporadici.

Poi c'è anche un problema ,grosso,  quello della critica letteraria italiana.

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Il 1/6/2023 at 08:12, antonew ha scritto:

Parimenti , parlando di romanzo moderno,

si nota la nostra assenza

Assenza in assoluto non direi.

Il romanzo “Le confessioni d’un Italiano” di Ippolito Nievo puo’ tranquillamente essere accostato ai piu’ grandi dell’ 800 ed oltre.

Manzoni lo vogliamo citare ?

Poi Italo Calvino (un gigante a parer mio), Pirandello, Verga ed il gia’ citato Svevo sono autori di primissimo livello.

Ma la letteratura moderna di maggior livello secondo me e’ quella Russa.

Anche se l’esponente piu’ illustre e’ a parer mio un Francese, Victor Hugo.

Il 31/5/2023 at 11:21, meliddo ha scritto:

Mi chiedo perché nella cultura italiana la poesia sia percepita come genere più elevato rispetto alla prosa

Come mai affermi questo ?

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18 ore fa, samana ha scritto:

Il romanzo “Le confessioni d’un Italiano” di Ippolito Nievo puo’ tranquillamente essere accostato ai piu’ grandi dell’ 800 ed oltre.

Manzoni lo vogliamo citare ?

non per me,

comunque ,al limite, son meteore.

In Russia ve n'erano una decina

in Francia pure.

Pirandello certamente, ma è già del '900.

18 ore fa, samana ha scritto:

Come mai affermi questo ?

la critica letteraria italiana non ha ancora saputo valorizzare

scrittori di prosa e poesia (che rompesse con la classicità)

di rilievo.

Prova ne sono le pagine inutili di storia letteraria su noiosissimi autori

che al liceo saltavamo a piè pari.

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5 ore fa, antonew ha scritto:

non per me,

Rispettabilissima opinione.

5 ore fa, antonew ha scritto:

comunque ,al limite, son meteore.

Purtroppo il Nievo fu una meteora non per colpa sua, visto che mori a 29 anni.

Praticamente un ragazzo.

5 ore fa, antonew ha scritto:

Prova ne sono le pagine inutili di storia letteraria su noiosissimi autori

Qui sono d’accordo ma con una precisazione.

Non sono sempre gli autori ad essere noiosi, e’ il fatto di studiarli in eta’ troppo acerba che li rende tali.

I promessi sposi non e’ roba per ragazzini di 15-18 anni.

Sopratutto ai giorni nostri.

  • Melius 1
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@meliddo credo che nella percezione, o nei gusti, della maggior parte delle persone, tuttavia, la scrittura in prosa sia oggi in vantaggio rispetto a quella in versi.

quando eravamo ragazzi, qualche decina di anni fa ormai, tutti abbiamo buttato giù dei versi; oggi, se guardo a mia figlia e ai suoi amici, per quanto ne so non usa più, ma quasi tutti scrivono invece in prosa: racconti brevi, idilli...

temo che la poesia in versi non sia più vista come aderente alla società di oggi, o lo sia vista molto meno, mi pare non sia la forma espressiva del presente -già ai nostri tempi cominciava a esserlo meno: sono convinto che la forma d'arte per eccellenza del secondo '900 sia stata il cinema: immagini in movimento. oggi anche quello mi sembra superato da altre forme di espressione.

a parte queste divagazioni, credo che la poesia in versi (continuo a fare questa distinzione perchè in realtà anche la prosa può essere poesia) abbia avuto questa nomea di superiorità rispetto alla prosa, che si rispecchia negli aggettivi che citi, dall'antichità più che nel presente. oggi ci portiamo dietro il senso degli aggettivi, ma, come dicevo sopra, credo che questi si applichino in senso più generale e meno specificamente riferito alla scrittura.

il fatto che 'poetico' indichi qualcosa di elevato e 'prosaico' qualcosa di banale, se non anche volgare deriva dalla forma stessa: la poesia ha forma di canto, non di parlato, e quindi di qualcosa per definizione non comune, non quotidiano, bensì ricercato, studiato e quindi destinato a un'espressione alta. un'espressione in cui la forma è sostanza. la prosa sembrava più destinata alla più semplice narrazione, esposizione di fatti. dopo di che, è ovvio che la poesia trascende il fatto che la scrittura sia in versi o in prosa, la prosa può essere poesia e certe poesie... no.

.

solo un'annotazione sui 'grandi romanzieri': concordo che Manzoni e Nievo stanno almeno al livello degli altri citati, per quel che possono valere certe "classifiche".

io ho l'impressione che da molto tempo in qua si dia troppa importanza al contenuto e troppo poca alla forma. certamente negli ultimi decenni -prima non c'ero- si è fatta strada la concezione bizzarra che ciò che si racconta pesi più di come lo si racconta.

credo che chi invece ha seguito la strada maestra di puntare a una forma elevata -unita certo a contenuti tutt'altro che banali, ma di per sè inevitabilmente insufficienti- siano riusciti a svettare sul secolo scorso. penso anzitutto a Yourcenar, Nabokov e Borges -che non era un romanziere, d'accordo, ma le sue prose, oltre alle sue poesie, toccano vertici elevatissimi di tecnica ed espressività; concordo con quel critico che scrisse che ogni anno sono due i Nobel per la letteratura: quello assegnato volta per volta e quello non assegnato a Borges, mancato riconoscimento che pesava come un macigno.

  • Melius 2
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a proposito di forma elevata o no, vedo in ciò che ho scritto qua sopra alcuni veri e propri strafalcioni e poi passaggi forse corretti dal punto di vista grammaticale ma faticosi a leggersi.

non correggo nemmeno: pazienza, è andata così, per quanto certi commenti sembreranno di certo velleitari quando vengano da chi (io) scrive in quel modo. :classic_blush:

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  • 2 settimane dopo...

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