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Aida di Michieletto


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Inviato

Nuova produzione all’Opera di Monaco.

L’equilibrio in AIDA si gioca tra la rappresentazione del contesto (la guerra) e quella del dramma amoroso tra Aida e Radames. Se un aspetto prevale sull’altro, l’opera non funziona.

Il regista mette in scena le conseguenze della guerra sulle persone, sui volti delle persone e gioca soprattutto sui contrasti: la marcia trionfale fatta non da guerrieri valorosi e vincenti, ma da reduci mutilati e invalidi su un tappeto rosso che si tramuta in scia di sangue sullo schermo semitrasparente in primo piano, profughi di guerra in scena contemporaneamente a bimbi felici e giocosi, loro immagine del tempo prima della guerra. Mi sono sembrate citazioni dell’orrore di Conrad e degli universi paralleli di Murakami.

Anche l’amore tormentato di Aida, diviso tra Radames e il suo popolo, beneficia dell’idea di mostrare contemporaneamente passato e presente. Aida bambina felice che gioca col padre o consolata dalla madre e Aida divorata dal conflitto interiore che la porta a tradire Radames. Aida e Radames sono anime fuori da quel contesto, senza futuro e alla fine trovano pace e serenità solo dopo la morte. La scena finale è ben rappresentata, sopraelevando i loro corpi dalla realtà terrena.

Sul podio Daniele Rustioni fa un ottimo lavoro, rendendo il tutto coerente e dinamico (punto di forza della Bayerisches Staatsorchester e del coro), anche nel seguire i contrasti sopra menzionati. Bella prova di Elena Stikhina, in una rappresentazione di Aida struggente e intimista e di Clementine Margaine, una Amneris aggressiva ed esuberante – forse un poco troppo in alcuni casi. Mi è poi piaciuto Alexander Köpeczi in Ramfis, ottimo basso profondo e cupo.

Che cosa manca quindi? Manca del tutto il trionfalismo esuberante di scenografie e coreografie che spesso caratterizza AIDA – una piramide però in scena c’è, di cenere.

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@peng nteressante rilettura però direi che tutto il melodramma romantico e non solo aida si gioca sul contrasto tra doverei pubblici e politici e l'elemento distrbanete che è l'amore, c'è sempre queso sottile equlibrio da preservare e valorizzare. quanto alle scene roboanti, non possiamo dimenticare che aida è sta commissionata come opera celebrativa per l'inaugurazione del canale di suez, la verità storica e archeologica passa in secondo piano rispetto al momento celebrativo che doveva comunque rifarsi ai fati di un mitico egitto. 

Inviato

ma certo. il punto è se ancora oggi nelle nuove produzioni ha senso riproporre uno spettacolo faraonico che richiami le origini. poi all'arena continuano a rappresentare l'Aida di Zeffirelli e va bene così.

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