bost Inviato 16 Agosto 2024 Inviato 16 Agosto 2024 @claravox @claravox Il 15/8/2024 at 09:43, claravox ha scritto: Il Finelli e quei raffinati merletti di Maria Barberini Dugioli ...ma che ci sia qualcuno in giro che sia in grado di fare la stessa cosa ,mettiamo anche 10 volte peggio , e dandogli pure tutti ipiu moderni attrezzi?
bost Inviato 16 Agosto 2024 Inviato 16 Agosto 2024 3 ore fa, ferdydurke ha scritto: Jean-Michel Basquiat mah, magari ci sara bisogno una lettura di spiegazione per capire ma varrà anche miliardi ma pour moi resta sempre "un spiggasso"...
ferdydurke Inviato 16 Agosto 2024 Inviato 16 Agosto 2024 @bost ogni opinione è lecita finché si resta nella categoria "mi piace o non mi piace"...
claravox Inviato 17 Agosto 2024 Inviato 17 Agosto 2024 Alphonse Mucha nasce a Ivancice, nella Repubblica Ceca, nel 1860. Fervente patriota e sostenitore della libertà politica dei popoli slavi, si dedica all’arte e nel 1887 si trasferisce a Parigi dove affina le sue arti e incontra la donna che cambierà per sempre la sua vita, Sarah Bernhardt, l’attrice più bella e famosa dell’epoca, che affida a Mucha la sua immagine rendendolo popolarissimo. Nasce il mito delle “donne di Mucha”, e le aziende se lo contendono per reclamizzare i propri prodotti, dando vita alle intramontabili campagne pubblicitarie come quella del cioccolato Nestlé, dello champagne Moët & Chandon, e ancora delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi. Mucha però non dimentica l’impegno patriottico e sociale. Nel 1910 torna a Praga e si dedica per quasi venti anni a quello che è considerato il suo più grande capolavoro, l’Epopea slava, opera colossale composta da venti enormi tele in cui racconta i principali avvenimenti della storia slava. Mucha morirà a Praga nel 1939. Tra fine ottocento e inizio novecento Parigi era considerata il centro del mondo dell’arte. È la cosiddetta Belle Époque, c’è un grande entusiasmo, e Alphonse Mucha, anche grazie all’incontro con Sara Bernhardt, diventa il più famoso e conteso artista dell’epoca. Le sue opere, le sue illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità sono accessibili a tutti. Nasce con lui una nuova forma di comunicazione: la bellezza di fanciulle in fiore, ritratte in una commistione unica tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, rappresentate con uno stile compositivo unico, sono diventate caratteristiche del famoso “stile Mucha”. Le sue immagini diventano subito famose in tutto il mondo, il suo stile è il più imitato, la potente bellezza delle sue donne entra nell’immaginario collettivo di tutti.
claravox Inviato 18 Agosto 2024 Inviato 18 Agosto 2024 La caduta degli angeli ribelli Scolpita da un unico pezzo di marmo di Carrara nel 1740 dallo scultore italiano Agostino Fasolato, figura 60 angeli caduti. La statua è alta quasi 2 metri e rappresenta la battaglia tra il bene e il male. Trae ispirazione dai versi di Giovanni, nell'Apocalisse, dove si racconta di una feroce guerra compiutasi nel cielo, in cui Michele e i suoi angeli combattono contro Lucifero e i compagni ribelli, che cadono precipitando sulla terra. Palazzo Leoni Montanari, Vicenza 1
claravox Inviato 24 Agosto 2024 Inviato 24 Agosto 2024 La sala degli specchi del Goldestan Palace di Teheran La Sala degli Specchi del Palazzo Golestan di Teheran è uno degli ambienti più suggestivi e iconici dell'intero complesso reale, che risale al periodo Qajar. Questo capolavoro architettonico riflette la maestria artistica e il lusso della corte iraniana del XIX secolo. Il palazzo Golestan, costruito originariamente durante la dinastia safavide e ampliato successivamente dai Qajar, è un mix di stili persiani e influenze europee, ma la Sala degli Specchi ne rappresenta il cuore scintillante. La sala è decorata con migliaia di piccoli frammenti di specchio, disposti in complessi motivi geometrici, una tecnica tradizionale nota come "ayeneh-kari". Questo lavoro minuzioso crea un effetto ottico spettacolare, in cui la luce naturale e artificiale si riflette e si moltiplica all'infinito, dando l'illusione di uno spazio vasto e surreale. Il risultato è un ambiente quasi etereo, dove i giochi di luce e riflessi donano un senso di opulenza e potenza. La Sala degli Specchi aveva una funzione simbolica importante: non solo doveva stupire i visitatori con la sua bellezza e complessità, ma doveva anche rappresentare il potere divino del sovrano, quasi come se i riflessi infiniti suggerissero la sua onnipresenza e magnificenza. Oggi, la sala è una delle attrazioni principali del Golestan Palace e un simbolo dell'arte e della cultura persiana. I turisti e gli studiosi che la visitano rimangono colpiti dalla sua bellezza senza tempo, che riflette la storia gloriosa e le tradizioni del popolo iraniano.
claravox Inviato 31 Agosto 2024 Inviato 31 Agosto 2024 La saliera di Francesco I realizzata tra il 1540 e il 1543 dal celebre orafo e scultore italiano Benvenuto Cellini, è una delle opere d'arte più straordinarie del Rinascimento. Combinando abilità artigianale e un immaginario mitologico, la saliera è considerata un capolavoro di maestria e ingegno. Realizzata in oro, smalto e avorio, rappresenta un'allegoria della Terra e del Mare: il dio Nettuno siede accanto a una nave che contiene il sale, mentre la dea della Terra riposa vicino a un piccolo tempio che custodisce il pepe. Quest'opera fu commissionata da Francesco I di Francia, un grande mecenate delle arti, e incarna la sofisticazione della corte reale francese. Benvenuto Cellini non era solo un artista straordinario, ma anche una figura controversa, nota per la sua vita turbolenta e per le attività illecite. Oltre alle sue doti di scultore e orafo, infatti, si distinse anche come falsario. In gioventù, Cellini fu accusato di aver coniato monete false per la zecca di Roma. Questo crimine lo costrinse a fuggire dalla giustizia romana e a cercare rifugio in varie corti d'Europa. La sua vita fu costellata da episodi violenti, tra cui duelli, omicidi e arresti, che lo resero una figura enigmatica e affascinante. Nonostante il suo passato criminale, le capacità artistiche di Cellini lo resero uno degli artigiani più ricercati del Rinascimento. La Saliera di Francesco I testimonia non solo la sua padronanza tecnica, ma anche la sua inventiva simbolica. L'opera fu un dono diplomatico e un simbolo del potere del re francese, celebrando la ricchezza e il prestigio della monarchia. Tuttavia, la vita di Cellini, segnata dalla fuga dalla giustizia e da continui conflitti, si riflette nella tensione e nella dinamicità delle sue creazioni. Cellini stesso documentò le sue avventure nella sua famosa autobiografia, "La Vita", un testo che, oltre a narrare le sue imprese artistiche, non nasconde la sua propensione per l'intrigo e la violenza. In essa, egli racconta con orgoglio i suoi successi artistici, ma non manca di riferire con una certa vanità anche i suoi atti criminali. Paradossalmente, la sua reputazione come falsario non offuscò la sua carriera, ma anzi contribuì a creare il mito del "genio ribelle", una figura capace di sfidare le convenzioni sociali e giuridiche. La Saliera, oltre a essere un'opera di straordinario valore artistico, incarna la complessa figura di Benvenuto Cellini, un artista che si muoveva con disinvoltura tra genialità creativa e attività criminale. Questo connubio di bellezza e ambiguità morale fa di Cellini una delle personalità più affascinanti del Rinascimento italiano.
claravox Inviato 7 Settembre 2024 Inviato 7 Settembre 2024 Uno dei luoghi più magici del Pianeta: La grotta di Nettuno. Formata da stalattiti che si riflettono sull'acqua, creando innumerevoli giochi di luci e colori, la grotta è situata vicino ad Alghero, in Sardegna.
LaVoceElettrica Inviato 14 Settembre 2024 Inviato 14 Settembre 2024 1 ora fa, Guru ha scritto: "Improvviso calo delle temperature". Anatomicamente errato e pure discutibile nel gusto, nonostante il noto motto latino.
Napoli Inviato 14 Settembre 2024 Inviato 14 Settembre 2024 Caravaggio,Pio monte della misericordia Napoli 1
Napoli Inviato 14 Settembre 2024 Inviato 14 Settembre 2024 Teatro romano neapolis ,zona anticaglia,Napoli
ferdydurke Inviato 16 Settembre 2024 Inviato 16 Settembre 2024 Melancholia I è un'incisione a bulino di Albrecht Dürer, ritrae una figura alata seduta con aria pensosa davanti a una costruzione di pietra circondata da strani oggetti, simboli appartenenti al mondo dell'alchimia: una bilancia, un cane scheletrico, attrezzi da falegname, una clessidra, un solido geometrico, un putto, una campana, un coltello, una scala a pioli. L'opera simbolicamente rappresenta, in termini alchemici, le difficoltà che si incontrano nel tentativo di tramutare il piombo (anime delle tenebre) in oro (anime che risplendono). 1
claravox Inviato 25 Settembre 2024 Inviato 25 Settembre 2024 Il Narciso di Jago è una scultura contemporanea straordinaria, realizzata dall'artista italiano Jacopo Cardillo, noto come Jago. La scultura, interamente scolpita in marmo bianco di Carrara, rappresenta un giovane uomo chino su se stesso, intento ad ammirare la propria immagine riflessa. Quest'opera trae ispirazione dal mito di Narciso, il personaggio della mitologia greca che, per la sua ossessiva contemplazione della propria bellezza, finisce per morire annegato in un lago, trasformandosi nel fiore che porta il suo nome. Il Narciso di Jago riprende questa iconografia classica, ma con una sensibilità contemporanea, evidenziando l'introspezione e l'ossessione moderna per l'apparenza e l'autopercezione. La superficie della scultura è incredibilmente liscia e dettagliata, con una precisione anatomica che testimonia la straordinaria abilità tecnica di Jago, spesso paragonato ai grandi maestri del Rinascimento, come Michelangelo. Tuttavia, l'intensità emotiva del Narciso riflette un dramma interiore che va oltre il virtuosismo tecnico, portando a riflettere sulle fragilità dell'essere umano. Questa scultura può essere interpretata come una critica alla cultura odierna, dominata dai social media e dall'egocentrismo, dove l'immagine personale e l'autocelebrazione sono diventate centrali nella vita di molti individui. Jago, con il suo Narciso, ci pone di fronte a una meditazione sul narcisismo moderno e sulla solitudine che spesso ne consegue, evocando il tragico destino del mito originale. Inoltre, la scelta del marmo, materiale tradizionale, in contrapposizione al tema contemporaneo, crea un interessante contrasto tra passato e presente, sottolineando l’universalità e la perenne attualità delle tematiche affrontate. Con il Narciso, Jago invita lo spettatore a riflettere non solo sulla bellezza, ma anche sulle insidie dell’autocompiacimento e della ricerca ossessiva della perfezione. La scultura è esposta nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi a Napoli, sede del Museo Jago. 1
bost Inviato 25 Settembre 2024 Inviato 25 Settembre 2024 io continuo a non capire che carta vetrata usavano per fare le statue cosi liscie
claravox Inviato 18 Novembre 2024 Inviato 18 Novembre 2024 Sapevate che nel prato della "Primavera" di Sandro Botticelli gli studiosi hanno contato ben 190 diverse piante fiorite, identificandone 138? Si tratta di fiori tipici della campagna fiorentina che sbocciano fra marzo e maggio. Sapevate che l'Italia è il Paese che detiene la massima biodiversità del mondo? La "Primavera" (conservata agli Uffizi di Firenze) è stata dipinta da Botticelli fra il 1482 e il 1485 per Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, cugino in secondo grado del Magnifico. La Primavera è un quadro complesso, denso di riferimenti letterari e filosofici molti dei quali ancora oscuri. L’opera presenta nove personaggi ispirati alla mitologia classica. Secondo l’interpretazione più accreditata, la figura al centro è Venere , dea dell’amore, sovrastata dal figlio Cupido che scaglia i suoi dardi con gli occhi bendati. A destra, Zefiro , personificazione del vento primaverile, agguanta la ninfa Cloris dalla cui bocca escono fiori; a causa della loro unione, la ninfa si trasforma in Flora , cioè nella Primavera, mostrata mentre sparge le rose raccolte sul grembo. A sinistra, le tre figure femminili che danzano tenendosi per mano potrebbero essere le Grazie oppure le Ore ; coperte di veli trasparenti, esse indossano gioielli raffinatissimi, che richiamano la formazione da orafo di Botticelli. All’estrema sinistra della composizione, Mercurio che difende la magica perfezione di quel giardino, allontanando le nubi con il caduceo, il suo bastone alato. 1
liboize Inviato 18 Novembre 2024 Inviato 18 Novembre 2024 L'enorme varieta' dei fiori nel prato fu messa in evidenza dopo il restauro effettuato nei primi anni 80 del secolo scorso. Io ebbi l'opportunita' di poter ammirare questo capolavoro sia prima che dopo il restauro e la differenza e' enorme riguardo questo aspetto . 1
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