LUIGI64 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo 2 minuti fa, extermination ha scritto: Buon lavoro. Anche a te 👍
Savgal Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @LUIGI64 La pervasività della società dei consumi ha convinto che il senso dell’esistenza, la “felicità”, consista nell'autonomia illimitata del desiderio individuale, in un mondo di individualismo egocentrico spinto ai suoi limiti estremi. Il mondo è rappresentato come un aggregato di miliardi di esseri umani la cui identità consiste nel perseguire i propri desideri individuali e il problema del giudizio e dei valori ridotto al solo denominatore della illimitata libertà individuale. Il vocabolario dei diritti e dei doveri, delle obbligazioni reciproche, del sacrificio, della coscienza, dei premi e delle pene, si è progressivamente dissolto, non più compatibile con l’idea che il senso dell’esistenza consiste nella gratificazione immediata di ogni desiderio. Le pratiche e le istituzioni tradizionali (contrariamente a quanto si dice) nei comportamenti reali sono rifiutate quali criteri per ordinare la società e per definire i ruoli nella stessa, per vincolare le persone e per consentire la cooperazione e la riproduzione sociale. Ma la convinzione che il senso dell’esistenza sia la soddisfazione di ogni desiderio individuale si scontra nel mondo reale con l’altrettanto reale impossibilità di soddisfarli. L’assurda convinzione che i codici etici debbano ridursi solo ad espressioni delle preferenze individuali si scontra con le regole del diritto che impongono dei vincoli che nel recente passato erano interiorizzate nei codici morali. L’individuo atomizzato dinanzi all’impossibilità di gratificazione immediata dei suoi desideri e ai limiti alla libertà individuale accumula rabbia per questi ostacoli che sono insuperabili e l’individualismo egocentrico diviene un individualismo rabbioso. 1
briandinazareth Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @Savgal qyuello che dici è coerente con il resto del discorso e affonda le radici proprio in come funziona la soddisfazione nel nostro cervello e gli effetti dell'esposizione costante e ossessiva alla dopamina. c'è un libro molto interessante che parla proprio di questo e di come la gratificazione immediata sia effettivamente una dipendenza e da cosa è inniescata (quindi parla anche dei social, in profondità): "dopamine nation" di anna lempke.
LUIGI64 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo 4 minuti fa, Savgal ha scritto: Il mondo è rappresentato come un aggregato di miliardi di esseri umani la cui identità consiste nel perseguire i propri desideri individuali e il problema del giudizio e dei valori ridotto al solo denominatore della illimitata libertà individuale. In sintesi, il problema è riconducibile alle dimensioni psicologiche ed esistenziali (filosofiche)
Savgal Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @briandinazareth Nel tentativo di conquistare la nostra attenzione, di rastrellare più dati e fare più soldi, l’obiettivo delle aziende della Silicon Valley divenne insomma progettare siti o applicazioni che fossero in grado di manipolare il funzionamento del nostro cervello. Nel 2015 comparve anche una startup che prometteva di prendere un sito qualunque e modificarlo in modo da agganciare gli utenti: si chiamava Dopamina Labs. Infatti è stata la dopamina l’ingrediente segreto, il Sacro Graal della Silicon Valley di quegli anni. Cos’è la dopamina? È un neurotrasmettitore che gioca un ruolo importante nella nostra felicità visto che è associato al piacere, alla ricompensa, alla motivazione e che quindi ci induce a ripetere comportamenti che ci hanno dato quelle sensazioni. Esempio: quando non riusciamo a resistere e riprendiamo continuamente in mano lo smartphone per vedere se ci sono notifiche o controllare gli aggiornamenti di status dei nostri amici, stiamo semplicemente cercando una piccola scarica di dopamina. Esattamente come quando siamo davanti ad una slot machine e non riusciamo a smettere di azionare la leva sperando di vincere qualcosa. Questo meccanismo - la produzione di dopamina - si verifica ogni giorno con un sacco di cose che ci fanno stare bene e ci rendono la vita migliore; e con alcune che invece non ci fanno affatto bene e che creano dipendenza, come l’alcol, le droghe e, in certi casi, i social network. Succede questo: l’algoritmo dai nostri comportamenti impara continuamente quali contenuti ci generano una piccola scarica di dopamina, e quindi fa in modo di farceli trovare rinnovati ogni volta che apriamo una certa app. Senza accorgercene, siamo fregati. Felici e fregati. (Riccardo Luna) 2
LUIGI64 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo Purtroppo, il problema dopamina è facilmente verificabile nei giovani e loro dipendenza nei confronti, soprattutto, dei videogiochi 😑
Amministratori cactus_atomo Inviato 25 Marzo Amministratori Inviato 25 Marzo @Savgal non dimenticare che la montalcini era uno scienziato. quao è nato internet lo usavano i militari e le università per anni non ci sn stati virus perchè gli accademici non erano interessati ad un uso illegale di internet. la montalcini ci ha visto un favoloso strumento per la cndvisione della conscena ma internet è come una serrturache pre tutte oe porte, se non ci son ladri è una gran comodità, se ci sono diventa un cavallo di troia. l'invenzione della stampa è alla baseanche della rifrma protstante, prima di gutemberg i libri erano ostosissimi, nessun fmigli normale poteva permetterso una bibbia o un vangelo e quindi mai abrevve potuto liberamente cercare di interpretare le scritture. i nativi digitali tendono a fidarsi ed a sovrastimare la rete, co vorrann almeno due generazini erchè si riesca a comrendere come usaròa senza farsi travolgere.
maurodg65 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo 6 minuti fa, cactus_atomo ha scritto: ma internet è come una serrturache pre tutte oe porte, se non ci son ladri è una gran comodità, se ci sono diventa un cavallo di troia. La differenza l’hanno fatta gli smartphone e con essi i social, solo con i PC e la rete fissa non sarebbe accaduto nulla di ciò che è poi successo.
Paolo 62 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo La colpa è anche dei social e di come funzionano. Non che siano da buttare ma se ci mettono su video cretini o peggio sfide pericolose i proprietari dovrebbero toglierli e invece non lo fanno: perchè? perchè non gliene frega niente se poi i ragazzi si fanno male o si ammazzano: basta guadagnare.
Amministratori cactus_atomo Inviato 25 Marzo Amministratori Inviato 25 Marzo @Paolo 62 i social danno dipendenza come e più di alcol fumo gioco droghe, fanno nascere tempeste in un bicchiere d'acqua, se litico con la mia compagna (nssuno dei due frequenta i social) il ftto a conoscenza di pochi se sono un ssiduo dei social tutti si sentono in diritto di interferire- non stare sui forum in maniera ossessivo compulsivA dovrebbe essere un regola
Paolo 62 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @cactus_atomo Assolutamente vero. E' che ci si fa l'abitudine e vale anche per questo forum. Lo si apre per vedere se ci sono reazioni negative a quanto abbiamo scritto e poi si guardano le novità. Sta a noi non perderci troppo tempo.
Savgal Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @LUIGI64 Scriveva Platone nella "Repbblica" «A mio parere la giustizia è ciò che abbiamo posto come dovere assoluto sin dall'inizio, quando abbiamo fondato la città, o comunque una forma di questo dovere; se ti ricordi, abbiamo stabilito e ripetuto più volte che nella città ciascuno deve svolgere una sola attività, quella a cui la sua natura è più consona». «Sì , l'abbiamo detto». «Inoltre abbiamo sentito ripetere da molti, e l'abbiamo ripetuto più volte noi stessi, che la giustizia consiste nel compiere il proprio dovere e non impegnarsi in troppe faccende». «Abbiamo detto anche questo». «Perciò, caro amico», seguitai, «è probabile che la giustizia consista in certo qual modo nel compiere il proprio dovere. Sai da che cosa lo arguisco?» «No: dimmelo», rispose. «Mi sembra», spiegai, «che nella città, oltre alle virtù che abbiamo preso in esame, cioè temperanza, coraggio e saggezza, resti ancora quella che dà alle altre la facoltà di nascere e una volta nate di conservarsi, finché è presente in loro. E abbiamo appunto detto che se avessimo trovato le altre tre virtù, quella restante sarebbe stata la giustizia». «E' inevitabile», confermò. «Se però», aggiunsì , «si dovesse decidere quale elemento contribuisce più di tutti con la sua presenza a rendere buona la nostra città, sarebbe difficile scegliere tra la comunanza d'intenti dei governanti, la salvaguardia nei soldati della legittima opinione su ciò che è temibile e ciò che non lo è, l'accortezza e la vigilanza nei governanti, o piuttosto il fatto che ciascuno, il fanciullo, la donna, lo schiavo, l'uomo libero, l'artigiano, il governante, il suddito, assolva il proprio compito senza impegnarsi in troppe faccende».
Savgal Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo @LUIGI64 Già Platone si poneva il problema della coesione sociale, ossia di come in una società i singoli svolgano il loro ruolo. La nostra società soffre una debole legittimazione del suo ordine. La consenguenza è che troppi non accettano il ruolo svolto. Se il valore dominante è il soddisfacimento illimitato dei propri desideri, ciò implica potere e ricchezza, che ben pochi hanno, il che crea quella frustrazione che si manifesta nell'individualismo rabbioso nei social media. 1
LUIGI64 Inviato 25 Marzo Inviato 25 Marzo Se posso, vorrei approfondire l'interpretazione del brano di Platone da te citato
LUIGI64 Inviato 26 Marzo Inviato 26 Marzo Altri spunti di riflessione interessanti, possono essere quelli che riguardano i valori dominanti attuali, quali il materialismo e il soddisfacimentto compulsivo dei desideri, così come la decisione di Platone di porre la figura del filosofo come Re/ governatore a capo della sua città ideale E sappiamo che il filosofo platonico, è colui che si è liberato dai ceppi della dimensione sensibile e si è rivolto verso l'intelligibile Il mito della caverna, ben simboleggia anche l'aspetto ascetico, mistico eteologico del Platonismo: la vita nella dimensione dei sensi e del sensibile è vita nella caverna, così come la vita nella dimensione dello spirito è vita nella pura luce; il volgersi dal sensibile all'intelligibile è espressamente rappresentato come "liberazione", come "guarigione dai ceppi", come con-versione; e la visione suprema del sole e della luce in sé è visione del Bene e contemplazione del divino (G. Reale)
Savgal Inviato 26 Marzo Inviato 26 Marzo @LUIGI64 In estrema sintesi, nella “Repubblica” Platone intende esporre un modello politico-sociale conformato alla sua filosofia. La battaglia filosofica di Platone è contro le posizioni dei sofisti, in particolare contro Protagora, sostenitore della presenza della virtù politica in tutti gli uomini e difensore della democrazia, e Gorgia, sostenitore dell’inesistenza della scienza politica e sostenitore della tesi che il potere spetti ai più forti ed abili. La “Repubblica” intende essere la risposta a come deve essere costituito uno “stato giusto”, che non condanni a morte i più saggi (nel caso Socrate). Il problema fondamentale è come far coesistere individui con interessi diversi e conflittuali, evitando una guerra di tutti contro tutti condurrebbe alla distruzione della società. Il concetto centrale è la “giustizia”, che nel dialogo ha un significato diverso da come generalmente lo si intende. Platone intende per giustizia l’accettazione e lo svolgimento del proprio compito (ruolo) ed è esso a garantire l’unità dello stato e l’accordo nella comunità. Se vuoi leggere l'intero dialogo platonico https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/PlatoneRepubblica.pdf&ved=2ahUKEwiupqSw9KeMAxX91QIHHZGKKMwQFnoECEwQAQ&usg=AOvVaw3THelvEf7NDhtLH8XSzN3h 1
extermination Inviato 26 Marzo Inviato 26 Marzo @Savgal Qualcosa di più recente. Gustavo Zagrebelsky. Stralcio da lectio introduttiva a questa edizione di Biennale. Su tre cose si regge il mondo: sulla verità, sulla giustizia, sulla pace. Questa formula proviene da un trattato di sapienza rabbinica chiamato Avot, sottotitolato La saggezza dei padri. Si afferma, appunto, che il mondo si regge su tre cose: verità, giustizia e pace. A me sembra che verità significhi onestà nel guardare le cose per come sono. Non è mai facile, ogni cosa è soggetta a interpretazione, soprattutto in tempi di guerra: non a torto si dice che “la prima vittima della guerra è la verità”, vittima della propaganda. Giustizia è una condizione in cui non si verificano radicali disparità di potere, dove ci sono i potenti e gli impotenti, quelli che possono tutto e quelli che non possono nulla, se non ubbidire. Ricorda la citazione dallo scritto di Kant sulla Pace perpetua: prìncipi “ingordi di guerra”? È un’immagine potente. I prìncipi possono essere ingordi di guerra perché la guerra la fanno sempre fare ai deboli, ai vulnerabili, a coloro che vengono sedotti dalla propaganda. La verità e l’uguaglianza di potere creano la pace e sono la base della democrazia. La guerra è oligarchica, perché è decisa dai pochi che ne traggono vantaggio a danno dei molti che la combattono e rischiano la vita; al contrario la pace è democratica perché riguarda tutti. 1
UpTo11 Inviato 26 Marzo Inviato 26 Marzo Tornando al post di apertura: . https://roma.repubblica.it/cronaca/2025/03/26/news/loiacono_er_motosega_mrbeast_sfida_socila_youtube_cibo_gatti_lamborghini_the_borderline-424086914
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