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Il modello di integrazione francese ha fallito?


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42 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

la varianza delle differenze all'interno di una singola etnia è di molto superiore a quella tra le etnie. 

inoltre la storia ci mostra le stesse etnie che passano periodi di splendore e totale decadenza, cosa che rende l'ipotesi etnica senza fondamento.

Questo è il dettaglio che l'idea suprematista (peraltro molto provinciale) non riesce a comprendere... 

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5 minuti fa, wow ha scritto:

Certe affermazioni fanno cadere le braccia e qualcos'altro per terra... 

basterebbe il sussidiario alla nostra generazione visto che fino alla Moratti la Storia si studiava come si deve ripetendo tutta l’epopea su tre cicli sempre più profondamente vabbeh

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E tutte le colonializzazioni? Gli spagnoli e i portoghesi nelle Americhe? Gli inglesi e i francesi dappertutto? 

Trovi italiani, ai quali è rimasto solo il cognome, nei quattro continenti... 

Gli usa sembrano il bar di guerre stellari... 

 

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briandinazareth
Adesso, Roberto M ha scritto:

Il problema non e’ migrare o meno.

Il problema e’ se il migrante, di prima, seconda o terza generazione VUOLE integrarsi, vuole essere cittadino della nazione ospitante e condividerne i valori

 

come ti spieghi che succede la stessa identica cosa negli usa, dove non c'è la questione della migrazione. 

la riaffermazione di una qualche identità (spesso pure di fantasia), che si cerca solida, immutevole e con l'immaginario di una qualche età dell'oro, è comune a tutte le comunità,  soprattutto quelle ai margini.

 

ed ecco l'identità nera negli usa, il cercare di differenziarti ancora di più da coloro che vivi come ostili,  basta vedere la disparità di condizioni per provocare questo sentimento, non occorre neppure un'ostilità palese.

tu ne fai una questione di scontro fra culture, in realtà mi sembra molto un più banale scontro di classe (in senso tecnico, senza alcun giudizio specifico).

peggiorato dall'evidenza somatica della differenza, che conta estremamente di più di quanto pensiamo, anche se non siamo razzisti. 

la facile identificazione del diverso innesca meccanismi antichi e inconsci, dei quali siamo spesso inconsapevoli. 

traslato a livello sociale comporta un razzismo intrinseco, anche senza necessità di leggi razziste o evidenze palesi. 

aggiungici pure la ricerca del nemico che tanto frutta in campagna elettorale e il cocktail è pronto.

 

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Antoniotrevi

@wow Scusami prima degli  europei . Gli indiani di america  per quanti secoli sono stati stanziali ? 

 

io ho scritto di un periodo preciso che va da circa l’anno mille dopo il contemptus mundi all’ottocento non nel mondo ma in Europa. Se dovete criticarmi fatelo su questo . Non su tutta la storia d’Europa . Mica sono cosi sciocco da non pensare alle invasioni arabe e berbere di Spagna dell’ottavo secolo . 

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Esempi di integrazione fallita.

Dal Corriere della Sera

 

Minigonna
di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi 

   

Gonna troppo corta, niente autobus. Il poeta algerino Kamel Bencheikh, che vive a Parigi, ha denunciato quel che è successo a sua figlia 29enne martedì scorso nel XIX arrondissement, zona nordest della capitale. «Intorno alle 23 mia figlia Élise aspettava l’autobus della linea 60 con un’amica, alla fermata Botzaris vicino al parco delle Buttes Chaumont.
Quando è arrivato, l’autista si è fermato, le ha guardate, ed è ripartito senza aprire le porte». Pochi metri più avanti il bus ha dovuto fermarsi a un semaforo rosso, le ragazze lo hanno raggiunto e hanno chiesto all’autista perché non le avesse fatte salire. «Pensa a vestirti come si deve», ha risposto il conducente alla figlia di Bencheikh, prima di ripartire.


Kamel Bencheikh ha scritto un post su Facebook molto duro, tanto che è stato ritirato. «Mi accusano di incitare all’odio, ma ho parlato dell’accaduto per denunciare una deriva inaccettabile», dice l’intellettuale nato a Setif, in Algeria,

Secondo il racconto della ragazza, l’autista dell’autobus aveva l’aspetto maghrebino e la barba sul mento tipica di alcuni musulmani. Non l’ha fatta salire sul bus perché vestita in modo sconveniente rispetto all’islam salafita, applicando un legge religiosa che non ha motivo di esistere nella sfera pubblica. «Questa persona che guida un autobus pagato con le mie tasse ha impedito a mia figlia, che ha un abbonamento in regola e non ha mai avuto niente da rimproverarsi, di salire, solo perché portava una gonna».

 

L’episodio è considerato come l’ennesimo caso di intimidazione nei confronti delle donne da parte dei musulmani radicali che abitano nella parte nordorientale di Parigi e in periferia, in particolare nel dipartimento «93» della Seine-Saint-Denis. 

 

Bencheikh ha ricevuto la solidarietà da parte di Nadia Remadna, fondatrice dell’associazione «La brigata delle madri» che lotta contro il maschilismo e l’oscurantismo a Sevran e nel resto della banlieue. Nel libro «Come ho salvato i miei figli» Remadna denuncia il sistema di valori contrario alla République in vigore in certe zone, dove le donne non possono uscire da sole o anche entrare in un bar non accompagnate dal marito o dal fratello maggiore. 

 

L’azienda dei trasporti Ratp vive da vicino la mancata integrazione di alcune fasce della popolazione. Gli autobus e le fermate sono spesso presi di mira dai vandali di periferia, perché simboli dello Stato che loro non riconoscono. L‘azienda è accusata di avere scelto una politica di compromesso con i ras delle banlieue. Per limitare le sassaiole contro i veicoli e riuscire a svolgere il servizio anche nei territori considerati più difficili, a partire dagli anni Novanta l’azienda avrebbe assunto figure rispettate dagli ambienti islamisti.

 

Samy Amimour, uno dei terroristi islamici del Bataclan, è stato un autista Ratp dal 2010 al 2012. Nel 2015, dopo l’attentato, sono arrivate le testimonianze su autisti radicalizzati che rifiutano di stringere la mano alle colleghe al cambio del turno, o non vogliono sedersi al posto di guida se a occuparlo prima di loro era una donna.

 

@Velvet

Visto che bell’ambientino queste banlieu ?

E noi dovremmo sentirci “in colpa” e loro avere ragione ad essere incazzati con noi ? 
Anche no.

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@Antoniotrevi lo vedi , stai cercando di mettere dei paletti. Da quando sono iniziate , per quanto tempo...

l'uomo e' sempre stato in viaggio. I commerci con chi li ha fatti ? con il vicino di casa?

l'uomo per sua natura e' sempre in viaggio alla scoperta.

Quello che cambia tra 5000 anni fa e oggi e' la velocita' con cui avviene.

 

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14 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

 

come ti spieghi

Come ti spieghi che ci sono intere comunità perfettamente integrate che non fanno casino, non spaccano tutto, non devastano le città, non sviluppano cellule terroristiche, in una parola, non ci odiano ?

Ad esempio i filippini, i cinesi, i rumeni, gli ucraini, gli arabi e nordafricani non islamisti (purtroppo in netta minoranza o comunque prevaricati) come il poeta algerino che ha denunciato l’ennesimo sopruso di questi estremisti.

Gente che pensa a lavorare e non e’ incapace ne’ delinquente, gli immigrati alla @Jack per capirci.

 

E pure la comunità nera in America non e’ affatto graniticamente compatta, c’è una larghissima parte che ha le palle piene di black live matter, degli Woke e degli estremisti antifa’, nonché dei vipponi esaltati fuori di testa come Willy Smith.

Gente che degenera in continuazione nel razzismo al contrario.

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2 minuti fa, Antoniotrevi ha scritto:

Circa dopo l’anno mille . 

e io ti ho fatto l'esempio della Sicilia che e' ancora prima dei Romani...

Pensa ai Greci ancora prima..

vabbe' torniamo IT

cosa ne pensi di queste rappresaglie in Francia?

 

 

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