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Energia e produzione


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Inviato
9 ore fa, Savgal ha scritto:

l'estensore non dichiara quale siano le sue competenze sulla materia, quanto meno una laurea in ingegneria nucleare o fisica o chimica o in fisica e che esperienze ha sulla materia.


https://www.avvocatoatomico.com/chi-sono-questi-pazzi/

 

Chi sono questi pazzi

Siamo un gruppo di fisici, ingegneri e appassionati che ha deciso che ne aveva abbastanza della disinformazione sull’energia nucleare e ha deciso di combatterla con la divulgazione scientifica. Siamo convinti che una transizione energetica non possa avvenire senza una stretta collaborazione tra nucleare ed energie rinnovabili: il nucleare come baseload e le rinnovabili per i picchi di domanda. Per noi il green è superato. La sostenibilità passa per l’energia blu.

 

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IL CEO
NOME: Luca Romano

PERCORSO ACCADEMICO: laurea magistrale in fisica teorica presso l’Università di Torino e master in giornalismo scientifico presso l’Università di Ferrara

BIO: Un giorno di pandemia Luca si annoiava, così ha deciso di salvare il mondo. Ha preso le sue conoscenze di fisica, le abilità di scrittore e il suo sarcasmo tagliente e ha aperto la pagina Facebook “L’avvocato dell’atomo”, nel tentativo di rivoluzionare l’approccio all’ambientalismo: lui lo fa scientifico. 
Si è guadagnato l’appellativo di Avvochad.

 

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IL BRACCIO DESTRO

NOME: Fulvio Buzzi

PERCORSO ACCADEMICO: laurea magistrale in ingegneria energetica all’Università di Pisa con lode, borsa di studio sulla modellazione numerica dei metalli liquidi per reattori nucleari di IV gen, dottorando in ingegneria meccanica.

BIO: Sceglie il suo percorso di studi per salvare il mondo con le rinnovabili e scopre studiando che l’utilizzo del nucleare è indispensabile nella lotta ai cambiamenti climatici. Da quando vede i post di Luca su Facebook, inizia a fare della divulgazione il suo secondo lavoro.

 

NON C’É NUCLEARE SENZA MODERATORI

 

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NOME: Tommaso Righi

PERCORSO ACCADEMICO: laurea triennale in Fisica e Astrofisica con tesi su computazione quantistica all’università di Firenze. Laureando magistrale in fisica teorica delle alte energie.

BIO: da sempre amante delle sfide e curioso patologico. Le due cose si sono incontrate nello studio della fisica. Scoprendo il mondo del nucleare grazie a Luca, si è reso conto di avere la possibilità di dare un contributo concreto alla lotta contro i cambiamenti climatici, quindi ha preso la palla al balzo e si è arruolato alla prima chiamata utile!

 

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NOME: Marta Magalini

PERCORSO ACCADEMICO: laurea magistrale in fisica delle interazioni fondamentali presso l’Università di Padova, con interesse in fisica nucleare e fisica applicata ai beni culturali.

BIO: del suo primo incontro con il nucleare ricorda benissimo due cose: le persone che facevano jogging spensierate nella zona verde circostante e il piccolo cubetto di uranio delle dimensioni di una lego in mano alla guida, in grado di fornire tutta l’energia necessaria a una famiglia di 4 persone per un anno. Anni dopo, grazie all’Avvocato sì è appassionata alla causa, numeri (e articoli peer-reviewed) alla mano!


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NOME: Leonardo Mariano

PERCORSO ACCADEMICO: laurea triennale in Ing. fisica e laurea magistrale in Ing. Nucleare al Politecnico di Milano.

BIO: Poco dopo essere entrato alla magistrale di Ing. Nucleare, da sognatore della fusione è subito diventato un sostenitore dell’Uranio. Scoprendo la pagina di Luca, l’ha seguita per mesi fino a riuscire a farne parte come moderatore.

 

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NOME: Gabriel Llakaj

PERCORSO ACCADEMICO: studente al terzo anno di ingegneria dell’energia

BIO: si è convertito al lato blu della forza, poi ha convertito la sua famiglia, gli amici e, visto che non gli bastava, è entrato nell’avvosquad. “Credo fermamente che possiamo e dobbiamo essere tutti avvocati dell’atomo e per questo mi definisco ecopragmatista e ambientalista scientifico”.

 

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NOME: Carlo Carrelli

PERCORSO ACCADEMICO: laurea in ingegneria meccanica

BIO: da buona capra arrogante si era fatto l’idea che l’atomo fosse una tecnologia fighissima ma ormai morente, come quei motori rumorosi e puzzolenti che tanto gli garbavano. Nell’indecisione aveva deciso di aprirsi un bar, ma si trovò a laurearsi trovando accoglienza in quella Provenza dove fra vino e lavanda si studia la fusione nucleare: davanti a tanta ambizione il bar può aspettare. Deve ancora capire se sia davvero all’altezza della sfida, ma il fascino del sole in una scatola l’ha ormai sopraffatto, tanto da infilarne spiegoni fra le arringhe dell’Avvocato. Giura che il bar prima o poi se lo apre, magari col bancone a forma di ciambella

 

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NOME: Luiza Munteanu

PERCORSO ACCADEMICO: laureata in mediazione linguistica e culturale, oggi è UX e UI designer.

BIO: dopo aver vagato per anni alla ricerca di qualcosa che permettesse di unire indole artistica, amore per la scrittura, ammirazione della scienza, voglia di salvare il mondo e un po’ di (contraddittoria) misantropia, è inciampata nella divulgazione sul nucleare. 
Nella pagina dell’Avvocato dell’Atomo è il direttore creativo, disegna i post su Instagram e cura l’account su Tiktok.

 

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NOME: Fabio Martini

PERCORSO ACCADEMICO: laurea triennale in Chimica e laurea magistrale in Chimica Industriale all’Università di Pisa, dottorando in Nuclear Engineering and Science alla Bangor University

BIO: dopo aver lavorato con i lantanidi come catalizzatori per ripulire le emissioni dei motori a combustione interna, è sceso di una riga nella tavola periodica per tagliarle alla radice (insieme a molte altre) con gli attinidi. Adesso fa ricerca su come ottenere combustibili nucleari ad alte prestazioni. Il forno del laboratorio serve per i composti dell’uranio e quello di casa per le lasagne, ma gli piace usare entrambi.

 

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NOME: Giacomo Fornaro

PERCORSO ACCADEMICO: Laurea magistrale in ingegneria energetica e nucleare a Padova. Oggi lavora come project manager nel campo della trasmissione dell’energia.

BIO: Dopo il grande successo ottenuto con la ricerca di 5° elementare dal titolo “Le fonti di energia”, si iscrive all’università da strenuo oppositore del nucleare, con l’intento di salvare il mondo grazie alle rinnovabili. Rinsavisce giusto in tempo per il referendum 2011, durante il quale comincia la sua personale campagna divulgativa, ma nemmeno sua madre sembra disposta ad ascoltare. Passano anni di disillusione, quando nel triste inverno del 2020 l’Avvocato dell’Atomo riaccende in lui la speranza.

 

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NOME: Daniele Baldi Tomei

PERCORSO ACCADEMICO: Percorso accademico: laurea triennale in Fisica presso l’università di Siena con tesi sulla propagazione dei raggi cosmici nella galassia. Attualmente studente magistrale in astrofisica presso l’università la Sapienza.

BIO: cresciuto divorando documentari sull’astronomia, si è appassionato sin da subito alla scienza ed in particolare all’astrofisica. Dopo il liceo, alla lista dei suoi interessi si aggiunge anche la tematica ambientale.
Da quando ha conosciuto la pagina dell’avvocato dell’atomo si è appassionato al mondo del settore energetico ed ha avuto modo di approfondire molti aspetti dell’energia nucleare. Conoscenze che ritiene utili per poter fare le scelte giuste per arginare efficacemente il cambiamento climatico.
Quindi eccolo qui, tra un buco nero ed un reattore nucleare.

 

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NOME: Leonardo Canestrari

PERCORSO ACCADEMICO: laurea triennale in ingegneria energetica con tesi sul nucleare contro il cambiamento climatico. Studente magistrale di ingegneria nucleare.

BIO: È un ambientalista da quando, ancora piccolo, ha cominciato a capire la bellezza del nostro mondo. Ma, invece di svolgere solo una funzione di denuncia, ha scelto di studiare le tecnologie per poter trovare delle soluzioni all’urgente problema ambientale… e le ha trovate nel nucleare!
Cresciuto a pane e Piero Angela, era pronto a fare un grande lavoro di divulgazione per rovesciare i decenni di assurda disinformazione su questo tema, quando finalmente ha scoperto la pagina di Luca: è stato amore a prima vista, e alla prima occasione si è candidato per entrare nella squadra come moderatore.

 

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NOME: Linda Beltramini

PERCORSO ACCADEMICO: Laureata in Lingue e letterature straniere, laureanda in Storia e forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media.

BIO: Da timida ambientalista ad impavida nuclearista in un battito di ciglia, mette a disposizione la propria dimestichezza su Instagram per sposare la causa dell’Avvocato dell’Atomo e chissà un giorno magari anche Fulvio ;).

 

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NOME: Mattia Siccinio

PERCORSO ACCADEMICO: laurea in ingegneria energetica e nucleare al Politecnico di Torino. Dottorato in fisica del plasma presso la Technische Universität di Monaco di Baviera.

BIO: expat da una quindicina d’anni, ricercatore nel campo della fusione nucleare da altrettanto. Collaboro con l’Avvocato sul tema fusione, e discuto sempre volentieri con chi ne ha voglia. Il ritorno al nucleare cosa buona e giusta. Di tanto in tanto saxofonista.

 

 

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NOME: Enrico d’Urso

PERCORSO ACCADEMICO: Laurea Magistrale in Fisica Biomedica presso l’Università degli studi di Torino ed in corso per seconda Laurea Magistrale in Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Milano

BIO: all’età di 11 anni gli regalano, totalmente a caso, il Libro di Fisica di Asimov. Arrivato alla parte sull’energia scopre che si possono rompere i nuclei degli atomi, e che si può usare l’energia così sprigionata per produrre energia. Il suo destino è oramai segnato.
A 15 anni scopre che è nato in Italia, ma non demorde: inizierà successivamente i suoi studi in Fisica e, scoperto Internet, spiegherà energia ed energia nucleare sul web.

  • Thanks 2
Inviato
12 ore fa, Martin ha scritto:

Vedi che proprio su questo aspetto lavorano da circa 50 anni quelli "veri", che studiano la materia. Non è una novità scoperta dall' "avvocato atomico".   Il rinnovabile è una vera e propria rivoluzione della gestione dell'energia che va molto oltre la mera installazione di pannelli e turbine eoliche. 

Gestire picchi di solare (in arancio nel grafico)  da 40GW su un load di 65 come sta facendo ora la Germania  - e ci riescono anche con l'eolico e per % di carico ancora maggiori - mantenendo la stabilità di una rete che è tra le migliori al mondo per parametri qualitativi  dovrebbe essere l'obiettivo, altro che preoccuparci delle paturnie atomiche.

Scusa la domanda da ignorante ma parli di gestione dei picchi dell’energia, ma il problema non dovrebbe essere prima la produzione della stessa e le quantità, sufficienti o meno, a coprire il fabbisogno nazionale attuale e futuro? Non si dovrebbe discutere di questo parlando di transizione ecologica? 

Inviato
13 ore fa, appecundria ha scritto:

questo lo sanno tutti, l'impatto ambientale si misura a partire dalla materia prima. Estrarre, trasportare, stoccare e smaltire l'uranio è un ciclo ad alto impatto, dunque per definizione il nucleare non è classificabile energia sostenibile. Poi valgono tutte le considerazioni che vuoi tu ma una mela non si chiama pera e il nucleare non si chiama impatto zero.

Bruno senza entrare nel merito delle affermazioni da te fatte nel post quotato, il primo punto da analizzare non sarebbe la possibilità di produrre la quantità di energia necessaria a supportare la transizione ecologica nella direzione dell’azzeramento della CO2 prodotta? Non si partiva da qui nel selezionare le fonti di energia? 
 

Inviato
13 ore fa, appecundria ha scritto:

non posso perché non lo so. Ma ho più o meno una vaga idea della complessità dell'argomento e delle direttrici di ricerca in corso. Non è come parlare della Maserati della Santanchè o dei cavilli legali per sfuggire al giudice. Questa è alta ingegneria e frontiera della ricerca scientifica, non si può affrontare con i tweet e le cose copia incollate da internet.

Certo, ma non ho la pretesa che mi si dia una spiegazione da premio nobel che non comprenderei e tantomeno di diventare un esperto del settore, ma solo di comprendere vantaggi e problemi delle diverse scelte in linea generale, selezionando le fonti di informazione e seguendo la logica, altrimenti si dovrebbero solo firmare deleghe in bianco. 

Inviato

@appecundria Tanto per essere più chiari, se come riportato mesi fa prendendo a riferimento proprio un’affermazione fatta in un post dell’Avvocato dell’Atomo mi si dice che i 100 miliardi spesi per il SuperBonus per “l’efficentamento energetico”, per una frazione compresa tra l’1% ed il 3% del patrimonio immobiliare italiano, sarebbero stati sufficienti a realizzare dieci reattori che avrebbero coperto completamente il fabbisogno elettrico attuale del Paese, quindi senza considerare l’elettrificazione dei consumi per riscaldamento domestico e gli usi sanitari, l’utilizzo per la produzione industriale oltre a quello dell’automotive, mi si fornisce un dato che ovviamente può confutare un esperto, ma che andrebbe confutato confrontato dei dati di produzione e consumi, quelli economici e di buon senso sono fin troppo chiaro e che i 100 miliardi del Superbonus siano stati inutili sotto il profilo ambientale e della transizione ecologica ma, forse, utili solo sotto il profilo economico (anche su questo ci sarebbe da dire molto) direi che è una conclusione scontata di buon senso a cui può arrivare anche un ignorante in materia energetica.

  • Melius 1
appecundria
Inviato
49 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

transizione ecologica nella direzione dell’azzeramento della CO2

La riduzione della CO2 è un sotto insieme di obiettivi della sostenibilità, se ho capito la domanda. Il nucleare è forte sulla riduzione della CO2 ma sulla sostenibilità è solo "normale".

Gli avvocati dell'atomo sono ragazzi in gamba ma la fanno troppo semplice, per loro tutto quello che va oltre la fisica o non esiste o è un complotto degli ecologisti. Ci sono da valutare mille fattori, dalla geopolitica alla sicurezza nazionale, dalle conseguenze del cambiamento climatico nei prossimi 50 anni alla mutazione dei modelli di consumo.

Insomma, l'atomo andrebbe pure bene ma è un pezzettino del problema e nemmeno il più importante. 

Inviato
2 minuti fa, appecundria ha scritto:

Ci sono da valutare mille fattori, dalla geopolitica alla sicurezza nazionale,

Qui il discorso si fa diverso però e si potrebbe discutere anche di questo.

Ad ogni modo il mio, da ignorante, voleva essere un approccio pragmatico al problema parlando di quantità massime teoriche producibili dai diversi sistemi di produzione energetica raffrontate ai consumi reali attuali e a quelli previsti nell’ipotesi di una completa elettrificazione di tutto ciò che oggi utilizza combustibili fossili, se poi si dimostrasse che bastano le scoregge delle vacche a produrre costantemente energia sufficiente per le esigenze del Paese mi andrebbe bene anche quella come unica fonte di produzione di energia per il futuro. 

appecundria
Inviato

Tra i mille fattori da valutare c'è anche il nazionalismo, o sovranismo come lo chiamano ora per evitare tragici ricordi.

In ottica europeista, di nucleare ne abbiamo a josa, quello che manca sono l'idrogeno e i sistemi di stoccaggio. 

In ottica nazionalista, sì qualche centrale nucleare ci farebbe comodo.

Ma potrebbe benissimo darsi che prima di completare l'iter autorizzativo della prima centrale italiana, l'Europa abbia messo in comune l'energia.

La fisica non è tutto.

appecundria
Inviato
6 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Qui il discorso si fa diverso però e si potrebbe discutere anche di questo.

E quella è la differenza tra un gruppo di giovani laureati in fisica e la commissione europea, la necessità di considerare tanti scassamenti di pēnis extra scientifici 😀

appecundria
Inviato
8 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

quantità massime teoriche producibili

Le rinnovabili migliorano costantemente, già ci sono parchi eolici che superano la centrale tipica. Il problema resta la scarsa continuità. 

Inviato
5 minuti fa, appecundria ha scritto:

Tra i mille fattori da valutare c'è anche il nazionalismo, o sovranismo come lo chiamano ora per evitare tragici ricordi.

Sull’energia credo sia il caso oggi di ragionare per singoli paesi, io sono europeista e tu lo sai benissimo, ma oggi l’Europa non è una stato unitario ma un insieme di paesi armato da buone intenzioni che vorrebbe arrivare ad un’unità politica che è ancora lontana da raggiungere, pensare di affrontare i problemi energetici italiani facendo affidamento sulle scelte strategiche dei paesi partner mi sembra ancora rischioso, oltre che economicamente non conveniente perché l’energia francese frutto della produzione nucleare la pagavano salata e nel momento di crisi successivo allo scoppio della guerra in Ucraina abbiamo potuto toccarlo con mano.

1 minuto fa, appecundria ha scritto:

Il problema resta la scarsa continuità. 

Di tutte le rinnovabili in sostanza.

Inviato

@maurodg65

Di costoro me ne aveva parlato mio figlio, ma l'obiezione di fondo rimane. Se la francese Areva, che fattura oltre 4 mialirdi di euro e che opera quasi esclusivamente nel nucleare, e della tedesca Siemens AG, quest'ultima fattura quasi 90 miliardi di euro, hanno impiegato 18 anni con costi lievitati del 265%, per quale ragione dovremmo in Italia riuscire a costruire una centrale a fissione con costi pari al preventivo e nel giro di pochi anni? Altrimenti dobbiamo indirettamente supporre che coloro che lavorano nelle due multinazionali di cui sopra siano degli incompetenti.

Inoltre, in un piano dei costi che consideri anche quelli di smantellamento della centrale e di smaltimento dei residui nucleari (a meno che non si pensi che i nostri nipoti debbano accollarsi i costi per i benefici di cui hanno goduto i nonni), il costo per kWh con il nucleare a fissione è vantaggioso rispetto a quello di altre forme di produzione di energia?

 

Inviato

P.S.: dove sono le miniere in Italia da cui è possibile estrarre l'uranio?

Inviato

@Savgal sui costi, i tempi di costruzione e sugli anni di ammortamento necessario per rientrare dei costi di produzione ci sono numeri contrastanti, esattamente come sulla durata delle centrali che dovrebbe superare il mezzo secolo, io ho letto di tempi di costruzione e costi inferiori a quelli che indichi nel tuo post, ma il punto è anche politico perché negli ultimi trenta quaranta anni si è combattuto il nucleare ed è normale che di fronte ad un’opinione pubblica sfavorevole a seguito di incidenti come quello di Chernobyl anche la politica si sia messa di traverso come le ovvie conseguente sui tempi di realizzazione delle stesse.

Oggi si parla di dieci anni per la costruzione ed oltre i cinquanta per lo sfruttamento a costi doversi se con i 100 miliardi del SB si sarebbero potuti realmente realizzare otto rettori. 

Inviato
1 minuto fa, Savgal ha scritto:

P.S.: dove sono le miniere in Italia da cui è possibile estrarre l'uranio?

Dove sono le fonti di energia in Italia che possiamo garantirci, anche a prescindere dall’Uranio, l’autonomia energetica? 


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