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Come la parità di genere sta finendo per…


Messaggi raccomandati

Inviato

…discriminare le donne, nello sport in particolare.

La notizia è di mesi fa e mi è tornata in mente leggendo la notizia dell’elezione a Miss Olanda di un/unaTrans:


https://feministpost.it/dal-mondo/usa-il-caso-lia-thomas-la-nuotatore-ruba-trofei/

 

USA: il caso “Lia” Thomas, IL nuotatrice ruba-trofei

Will Thomas ha trovato il modo di battere ogni record: chiamarsi Lia e sbaragliare le avversarie, passando dal 462° posto nello stile libero maschile al primo in quello femminile. Un'ingiustizia grottesca al centro di un furioso dibattito, efficacemente cavalcato dai Repubblicani 

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La scorsa estate imperversavano sui media articoli che celebravano gli “atleti transgender”: uomini che, dicendo di “identificarsi come donne”, avevano ottenuto dal CIO di gareggiare nella categoria femminile alle Olimpiadi.

C’era la storia di Petrillo, uomo nel corpo e pure all’anagrafe, che sperava di partecipare ai Giochi Paralimpici come “Valentina” e di creare un caso di Self ID in Italia (qui). E poi vi abbiamo raccontato dell’impresa performativa del genere di “Laurel” Hubbard alle Olimpiadi di Tokyo (qui).

Dopo le Olimpiadi il CIO ha rivisto le regole sullo sport transgender, ma in direzione opposta alle richieste delle donne, semplificando ancora di più i requisiti per gli atleti maschi che vogliono passare alla categoria femminile.

E i casi di uomini che invadono gli sport femminili si moltiplicano non solo in paesi ricchi e garanti dei diritti, ma anche in paesi dove per le donne l’opportunità di fare sport non è affatto scontata (qui un caso in un’università in India già nel 2018).

Ma l’indignazione non si ferma, soprattutto in America. Dove si parla del caso Thomas, che vi raccontiamo in questo articolo. E nel frattempo i Repubblicani -fiutando il consenso della maggioranza- presentano proposte di legge per salvaguardare la categoria femminile nello sport, l’ultima in ordine di tempo in South Dakota.

 

Maria Celeste


Abbassare il livello di testosterone non rende gli uomini uguali alle donne. Ovvio per tutti ma non per l'organizzazione sportiva universitaria statunitense NCAA che permette ai ragazzi che da un anno abbiano iniziato la riduzione del livello di testosterone e si autodichiarano donne a gareggiare con le ragazze. Gli studi scientifici ci dicono che nel nuoto il vantaggio è di circa l’11% e un livello ridotto di testosterone ha un effetto solo marginale.

Will Thomas dopo aver partecipato per tre anni alle gare con la squadra maschile di nuoto della Penn University senza emergere, dal novembre 2021 con il nome di Lia ha iniziato a vincere le tutte le gare di nuoto femminile a stile libero sulle distanze di 200, 500 e 1650 yard (circa 180, 450 e 1500 metri) e battere i record della categoria. Nelle 200 yard è passato dal 462° posto nazionale nella categoria maschile al primo posto nazionale in quella femminile. Le note positive sono arrivate dal pubblico in piscina che ha spontaneamente applaudito le vere vincitrici, in una occasione il distacco all’arrivo è stato di 38 secondi (!) da Lia Thomas, e dalle dimissioni della funzionaria della Federazione Nuoto USA Cynthia Millen (“nello sport i corpi sono in gara contro i corpi, non le identità contro le identità”), mentre sui media prevaleva la narrazione di vittoria dello sport transgender e della “inclusione”.

 

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Will Thomas al trentesimo posto nella categoria maschile sulle 200 yard nella Ivy League (otto università USA), "Lia" Thomas al primo posto nella categoria femminile.

 

Sono intervenuti a difesa delle ragazze e dell’equità necessaria nelle gare decine di ex atleti e professionisti del mondo dello sport, tra cui la campionessa di tennis Martina Navratilova, la tre volte campionessa olimpica di nuoto Nancy Hogshead-Makar e Judy Murray, eccellente allenatrice e madre dei fratelli campioni di tennis Andy e Jamie.

Queste dichiarazioni sono importanti per due ragioni: rendere il dibattito pubblico e dar voce alle ragazze che non sono nelle condizioni di parlare, contrastate da organizzatori, allenatori e dall’università, che le ha indirizzate verso servizi di salute mentale. Della protesta interna filtra qualcosa grazie ad alcune atlete intervenute sotto anonimato e una lettera dei genitori di 10 nuotatrici che chiedono di non calpestare i diritti delle loro figlie.


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Lia Thomas con le compagne di squadra prima della sue ultime vittorie nelle gare 100m e 200m stile libero femminile contro la Harvard University il 22 gennaio 2022 (vedere qui).


Una delle analisi più complete è stata pubblicata dall’allenatrice canadese Linda Blade, che propone di includere gli atleti transgender creando due categorie: una aperta (uomini e trans, ovvero uomini che si identificano come donne e donne che si identificano come uomini) e una categoria solo femminile (XX).

Per seguire gli sviluppi si possono leggere i tweet con gli hashtag #PennCheats #SaveWomensSports e #NoThankYou con la speranza che il buonsenso prevalga e qualcosa cambi prima delle finali della Ivy League del 16-19 febbraio a Cambridge, Massachusetts.

Ma già si presenta un nuovo caso, Timothy LeDuc il primo “non binario” nel pattinaggio artistico e, se prosegue l’andazzo, dovremo aspettarci decine di articoli ogni volta con la storica prima partecipazione di uno dei 100 “generi” in una delle n discipline.

 

 

P.S. I link contenuti nell’articolo ad altre notizie analoghe:

 

https://feministpost.it/italy/olimpiadi-troppo-veloce-troppo-alto-troppo-forte-studio-sulla-performance-sportiva-di-petrillo-nella-categoria-maschile-e-poi-in-quella-femminile/


https://feministpost.it/dal-mondo/tokyo-la-sconfitta-del-trans-hubbard-non-e-una-vittoria-per-le-donne/


https://www.onmanorama.com/news/kerala/2018/11/15/calicut-uty-transgender-student-athletics.amp.html

 

https://www.dailymail.co.uk/news/article-10430987/Transgender-swimmer-Lia-Thomas-wins-100m-200m-freestyle-races-against-Harvard.html

Inviato

https://www.rsi.ch/news/Olanda-la-miss-è-transgender-16382395.html#:~:text=Rikkie Kolle%2C modella transgender%2C ha,personalità e il suo messaggio&text=Per la prima volta il,l

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Olanda: la miss è transgender

Rikkie Kolle, modella transgender, ha vinto il titolo 2023 per la sua forte personalità e il suo messaggio

Pubblicato il: 09 luglio 2023, 18:39

Per la prima volta il titolo di Miss Paesi Bassi va ad una persona transessuale: la modella ventiduenne Rikkie Kolle, di Amsterdam, ha vinto il titolo per l’edizione 2023 del concorso. Il suo messaggio ha convinto la giuria, secondo cui si tratta “di una storia forte con una missione chiara”.

Kolle non è una sconosciuta in Olanda, dove ha già partecipato a programmi televisivi come Holland’s Next Top Model. La Kolle vuole essere un modello per tutti i giovani trans del suo paese. “Quando ero ancora il piccolo Rik e mi dichiaravo come transgender non era facile e ne soffrivo”, ha spiegato. La sua elezione è stata salutata dai gruppi di interesse Transgender Network, in un paese che da molto tempo è in cima alle classifiche mondiali quanto a tolleranza e rispetto dei diritti delle persone LGBTIQ+.


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Inviato

Paradossalmente è più facile comprendere la notizia del concorso di bellezza, perché per quanto strano possa sembrare si tratta solo, per l’appunto, di un concorso di bellezza e quindi di una scelta che segue criteri estetici che sono “mutevoli” nel tempo per i cambiamenti sociali che interessano la società, ma nello sport è, a mio avviso, inconcepibile e di fatto finisce per discriminare le donne.

Inviato

Certe cose sono così grottesche, parlo del lato sportivo, che danneggiano lotte giuste. 

  • Melius 2
Inviato
7 minuti fa, Panurge ha scritto:

Certe cose sono così grottesche, parlo del lato sportivo, che danneggiano lotte giuste. 

Purtroppo però se partiamo dalla volontà politica di riconoscere a chiunque la possibilità di “scegliere” il proprio genere, anche se di segno opposto di quello di nascita, riconoscendogli non solo la facoltà di farlo ma anche legittimando la sua scelta dal punto di vista giuridico, non possiamo poi impedire loro di fare ciò che fanno tutti gli uomini o tutte le donne, vedi svolgere gare sportive a livello agonistico, professionistico e non, con la differenza non secondaria che una trans, nata donna, che vuole essere uomo nella norma finisce svantaggiata in una gara maschile, al contrario una trans nata uomo che diventa donna nel confronto sportivo con altre donne si trova, generalmente, avvantaggiata creando di fatto un’ulteriore discriminazione. 
 

  • Melius 1
Inviato

Però ci sarebbe una facile soluzione.

Basterebbe che tutte le atlete femmine vere rifiutassero di gareggiare.

Inviato
18 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Purtroppo però se partiamo dalla volontà politica di riconoscere a chiunque la possibilità di “scegliere” il proprio genere, anche se di segno opposto di quello di nascita, riconoscendogli non solo la facoltà di farlo ma anche legittimando la sua scelta dal punto di vista giuridico, non possiamo poi impedire loro di fare ciò che fanno tutti gli uomini o tutte le donne, vedi svolgere gare sportive a livello agonistico, professionistico e non, con la differenza non secondaria che una trans, nata donna, che vuole essere uomo nella norma finisce svantaggiata in una gara maschile, al contrario una trans nata uomo che diventa donna nel confronto sportivo con altre donne si trova, generalmente, avvantaggiata creando di fatto un’ulteriore discriminazione. 

 

Il troppo stroppia in qualunque ambito.

Purtroppo le battaglie ideologiche, anche quelle giuste sulla carta, hanno la caratteristica di essere cieche e sorde al buonsenso.

  • Melius 1
Inviato
5 minuti fa, vizegraf ha scritto:

Però ci sarebbe una facile soluzione.

Basterebbe che tutte le atlete femmine vere rifiutassero di gareggiare.

Certo, sarà probabilmente lo sviluppo successivo se la situazione travalicherà l’oceano ed arrivasse anche da noi, in Europa intendo, ma è una soluzione Border Line che non dovrebbe neppure essere necessaria già solo su base logica.

Inviato
6 minuti fa, vizegraf ha scritto:

Basterebbe che tutte le atlete femmine vere rifiutassero di gareggiare.

 

Sono d'accordo. Non si capisce perchè quelle ragazze accettino di gareggiare contro un omaccione di due metri solo perchè indossa un costume intero. Fossi in loro me ne starei a bordo piscina ad osservare il delfino che gareggia in solitaria.

1 minuto fa, maurodg65 ha scritto:

non dovrebbe neppure essere necessaria già solo su base logica.

Ma a te pare ci sia qualcosa di veramente logico in tutto ciò? A me no...

ideo-logico, quello si.

Inviato

perchè se cominciano a protestare poi verrebbero emarginate da società e federazioni.

lo sporto pro o semi pro non è una cosetta così bella e all' acqua di rose.

Inviato

I desideri non sono diritti. (Cit.) 

Inviato
1 minuto fa, audio2 ha scritto:

perchè se cominciano a protestare poi verrebbero emarginate da società e federazioni.

lo sporto pro o semi pro non è una cosetta così bella e all' acqua di rose.

Vero, ma questo se lo facesse una atleta o alcune, se lo facessero tutte e sarebbe logico accadesse la cosa prenderebbe una piega diversa.

Vorrei capire il senso di gareggiare partendo già sconfitte non per merito di un’avversaria più forte ma per il fatto di gareggiare, da donna, contro quello che sia dal punto di vista fisico sia da quello biologico è un uomo.

Inviato

non c'è alcun senso

gli atleti per società&co. sono numeri sul tesserino e stop, il resto è retorica.

se la tipa li da un vantagggio di un qualche tipo, punti, premi, finanziamenti viene

usata e stop.

chi non collabora è un sabotatore

per questo ci vogliono altre regole

Inviato

@audio2

 

Hai ragione, ma vorrei vedere le Federazioni con solo donne per autodefinizione.

 

Gaetanoalberto
Inviato

Mah. Dai. Su questo voglio darvi ragione. La soluzione per me è che ciascuno gareggi, maschio o femmina, con atleti del suo sesso biologico. 

Quindi, ad esempio, un uomo che cambia sesso, possa continuare a gareggiare con gli uomini. 

extermination
Inviato

Non ho capito! Si mette in discussione la parità di genere per questa roba qua?

Inviato

ma tutti lo vorremmo

ma in tal senso hanno sempre cercato di approfittarsene

in epoche tipo attorno alla seconda guerra mondiale nelle gare di atletica

facevano gareggiare dei ragazzetti con le donne

poi siccome stava diventando troppo evidente hanno cominciato a fare verifiche con le visite mediche, perlomeno da un certo livello in su

poi verso gli anni 50/60 la moda è tornata, ma erano operati

quindi sempre da quando possibile sono partiti gli esami del dna

ogni tanto sta storia ritorna, sugli 800 mt femminili c'è sta mania 

la jelimo è sempre stata tanto chiaccherata, della semenya sappiamo

intanto due generazioni di ottocentiste se la sono dovuta vedere con queste qua

cosa vogliamo aggiungere

Inviato

Mamma mia, mi fate venire in mente lei. O forse lui?

800 m '1'53" e 28

Record femminile che mi pare resista ancora :classic_biggrin:

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