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Napoli, distrutta la statua “Venere di stracci”


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Al di là delle battute, penso che non si possa rifiutare senza appello un'opera d'arte perché non si capisce o peggio ancora perché quella dell'autore non coincide con la nostra Weltanschauung. 

Anche questa è una forma di woke o cancel culture. 

Ci sarebbe poi da scrivere un poema sull'ignoranza (compresa la mia) in materia di arte e il rifiuto di cercare di capirne di più che va di pari passo con l'impellenza di esprimere giudizi da tale pulpito ... 

Si ma il rischio e’ di abdicare a qualsiasi giudizio e arrendersi a quello degli “specialisti” (non sempre immune da interesse). 
Altrove si critica il principio di autorita’. Questo potrebbe essere un caso anche perche’ non siamo in ambito scientifico.

L’importante e’ motivare bene avendo un po’ di conoscenza di storia dell’arte e non cedere alla capacita’ affabulatrice della parola. Una grande opera d’ arte non ha bisogno dello spiegone. La cosa si ripropone spesso, per altri aspetti, in talune regie teatrali contemporanee dove il regista o gli addetti “spiegano” non gia’ il contesto, la tecnica, la forma, ma i loro stravaganti simbolismi non percebili altrimenti anche da persone avvedute.

 

  • Melius 2

Mah...se stiamo ancora a discettare sula validità di un opera basandoci su criteri ottocenteschi (il buon disegno, le capacità tecniche dell'artista, il realismo pittorico (Sic!), ecc.) non si hanno proprio le basi per capire il contemporaneo in arte, le cui eventuali "boiate" - peraltro - vanno anch'esse giudicate e individuate con altri parametri che non quelli classici e accademici dei secoli passati.

Quanto alla validità della Venere degli stracci come "racconto" o metafora della società contemporanea, chi ad esempio ha avuto modo di vedere come sia ridotta Roma oggi, con le vestigia classiche e barocche assediate da immondizia, cinghiali e, appunto, stracci, non può non cogliere una delle tante chiavi di lettura che legano la nostra quotidianità con questa opera...ed è solo uno dei tanti significati, forse il più immediato e puerile, che l'autore ha saputo dare a un profetico suo lavoro di ormai quasi 60 anni fa, tuttora attualissimo.

  • Melius 2
54 minuti fa, Panurge ha scritto:

La storia è piena di persone avvedute che non hanno capito quello che stava succedendo in campo artistico.

si ma non è che tutti qui si sia degli sprovveduti, l'arte contemporanea mi piace anche molto. Ma va distinto il grano dal logliofuffa

briandinazareth
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Una grande opera d’ arte non ha bisogno dello spiegone.

 

ma occorre spesso un percorso per arrivarci. 

 

altrimenti si ritorna a picasso che faceva scarabocchi, perché senza lo spiegone, che può essere anche l'auto-spiegone conoscendone la genesi, molte cose sono precluse.

 

30 minuti fa, landrupp ha scritto:

Mah...se stiamo ancora a discettare sula validità di un opera basandoci su criteri ottocenteschi

Citavo Picasso se ti riferisci a me. E anche nell’arte concettuale c’e’ da distinguere.

land art ha realizzazione meravigliose.

ottocento non c’entra niente.

 

1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Citavo Picasso se ti riferisci a me.

Non mi riferivo a te, la mia è una considerazione generale.

peraltro, ai suoi tempi, lo stesso Picasso veniva considerato un artista degenerato e la sua massima opera è tuttora oggetto - ora come allora - dei vari "questo lo so fare anch'io".

1 ora fa, melos62 ha scritto:

Azz, comunque la Brigata Piemonte subito si è mossa a difesa del corregionale pistolottante...

No, siamo in missione per conto di Bonito Oliva...

Si ma questo non vuol dire che l’incomprensione della grandezza di un Autore da parte dei contemporanei sia sempre esemplificabile, anche perche’ in genere il riscatto dei veri grandi avviene nel volgere di pochissimi decenni.

il comune fruitore di buona cultura generale (non solo artistica perche’ anche questo e’ importante), si domanda se il gino de dominicis, il pistoletto, il manzoni, sarebbero capaci di dipingere, scolpire o fare qualcosa che ne attesti la capacita’ manuale speciale d’artista. Quello che fece l’immenso Picasso ad esempio.

Perche’ solo allora, l’effrazione, il colpo di genio sono libera e compiuta scelta artistica. Come lo si puo’ dire per Kandinsky, per lo stesso Fontana. Nella musica e’ cio’ che avviene con Berio ad esempio che nella sua sinfonia ha dato prova di magistero compositivo, sicche’ poi le stralunate “sequenze” ben possono ascriversia libera scelta stilistica. 

Se io Moz che non so appendere un chiodo e svitare una lampadina prendo un calco di una statua di musicista del passato e al fianco ci metto le copertine di Albano, che voglio rappresentare concettualmente se non una albanalita’. E dal punto di vista puramente estetico?

il luogo dei concetti e’ la filosofia e la saggistica, non l’opera d’arte che ne banalizzerebbe la complessita’.

La sensazione e’ la stessa dei comizietti in musica di cantautori e rapper.

Non va infine trascurato l’enorme peso che ha la critica, il gallerismo, e i forti interessi economici che muovono questo mondo. C’e’ gente disposta a spendere moltissimo per cose alla page, senza avere alcuna opinione di merito delle stesse. 

Poi esiste anche un nucleo avanguardista che sa cogliere il valore di cio’. 
Io questo lo capisco.

Una delle caratteristiche dell’arte contemporanea e’ di non ricercare l’intellegibilita’ ad ogni costo, ma gettare un seme di comprensione criptica nell’universo degli osservatori, confidando in una intercettazione del singolo, favorita dalla sua singolare e irripetibile esperienza umana ed estetica: una sorta di anima gemella con cui l’opera criptica si intenda.

Se invece serve lo spiegone per il vulgo c’e’ il rischio della banalizzazione

 

  • Melius 2

Comunque, per chi volesse un divertente libercolo da leggere sulla sdraio questa estate, consiglierei "questo lo facevo anch'io" di Francesco Bonami, trattatello spensierato e divertente dove il noto critico/curatore di grandi musei nazionali e internazionali, spiega perché certe opere contemporanee vanno considerate arte ed altre no, quali artisti salvare, quali mandare al rogo e quali dei semplici fuffaroli ipervalutati dai mercanti. 

Ovviamente si può dissentire dal suo pensiero, ma il meccanismo con cui spiega come funziona e come si riconosce valore al contemporaneo è di rara chiarezza quando si parla di arte in assoluto: Bonami è un gran divulgatore, non c'è che dire.

  • Melius 1
3 ore fa, mozarteum ha scritto:

Una grande opera d’ arte non ha bisogno dello spiegone

Sacrosanto.

In tutte le forme di arte.

Altrimenti l’arte degrada a moda paracula, la società si impoverisce così come il gusto e anche la bellezza.

Succede in tutti i campi, coinvolge anche le arti minori, come la musica pop (che invero manco e’ un’arte) il Cinema e la Fotografia.

Quest’ultima la conosco abbastanza.


Vincitrice assoluta di uno dei concorsi più importanti del mondo, il Sony Award’s, e’ stata una foto mediocre che, vi assicuro senza lo spiegone non se la sarebbe inculata mai nessuno, proprio.

E’ una banalissima serie di foto still life, pure mediocri, di pomodori.

 

La trovate qui sotto:

 

https://www.scattidigusto.it/2016/04/23/pomodori-amorosino-vincono-sony-world-photography-awards-2016/

 

 


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