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E dopo Facci tocca a Saviano


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30 minuti fa, appecundria ha scritto:

Dove?

Nel reel postato dove Saviano parla di un deputo ex MSI che, afferma lo scrittore aver sempre avversato la mafia, che viene fatto “fuori” politicamente dopo la nascita di AN, è nel reel postato in cui Savino in prima persona commenta la cancellazione del suo programma.

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21 minuti fa, djansia ha scritto:

Fai finta di non saperlo? Nella testa di Mauro...

Oltretutto il video dura parecchio ed è molto duro piuttosto in altri passaggi.

Niente, non ci basta: Saviano va arrestato.

https://www.instagram.com/reel/CvPG56svVzc/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
 

Io ho postato questo ed è a questo mi riferivo. 
P.S. Non ex deputato ma giornalista, Enzo Palmesano tra i fondatori di AN.

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17 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

parla di un deputo ex MSI che, afferma lo scrittore aver sempre avversato la mafia, che viene fatto “fuori” politicamente

E questo è "accusa un partito di maggioranza, FdI di essere colluso con la mafia"?

Sui fatti di Palmesano c'è una sentenza passata in giudicato, non occorre l'esegesi.

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Questo è giornalismo d’inchiesta, Federica Angeli ha rischiato in prima persona e con lei la sua famiglia, ma sulla base della sua inchiesta è stato sferrato un duro colpo alla mafia romana, sono partite inchieste, processi ed arresti, direi che alla Angeli si può essere grati:


https://www.la7.it/dimartedi/video/lintervista-a-federica-angeli-sulla-mafia-a-roma-e-sul-film-a-mano-disarmata-05-06-2019-274034?amp

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Caro direttore,

ogni tanto qualcuno scopre che attualmente nella destra italiana c’è antisemitismo, richiamando polemicamente i “bei tempi” di Alleanza nazionale; che però non sono mai esistiti. Valga la mia esperienza. Come è noto, porta la mia firma il documento di condanna dell’antisemitismo e delle leggi razziali approvato al congresso di An a Fiuggi, il 27 gennaio 1995. Quel documento diede credibilità (anche internazionale) alla svolta; scomparvero ufficialmente gli antisemiti dal partito erede del fascismo e della Repubblica di Salò, ma da allora in An gli anti-Palmesano diventarono un esercito. Fino alla mia più completa emarginazione, con gravi conseguenze sul piano politico e professionale e con grande dolore anche sul piano personale. Politicamente parlando, l’«ebreo Palmesano» è stato ammazzato. All’epoca, mentre si annunciava la presunta svolta di Fiuggi – che avrebbe sancito la fine del Msi-Dn, nel quale militavo dall’età di 14 anni, e il transito di tutti noi in An – continuavo ad affrontare una riflessione sulla necessità di uscire dal tunnel del neofascismo. E quindi speravo che nelle Tesi congressuali – e vi era davvero di tutto, ma non questo – vi fosse anche una condanna dell’antisemitismo.

 

Così una domenica pomeriggio di metà dicembre 1994, libero dal mio lavoro di capo del servizio politico del “Secolo d’Italia”, scrissi le undici righe del documento che sarebbe passato alla storia del partito come “emendamento Palmesano”: «Condanna esplicita, definitiva e senza appello Alleanza nazionale formula verso ogni forma di antisemitismo e di antiebraismo, anche qualora siano camuffati con la patina propagandistica dell’anti-sionismo e della polemica anti-israeliana. Sia altresì bandito ogni pregiudizio che è l’anticamera dell’intolleranza antisemita e che è stato il terreno di coltura, attraverso i secoli, dei pogrom e della Shoah. An si riconosce in pieno nella Dichiarazione del Concilio Vaticano II “Nostra Aetate” e nelle prese di posizione di Giovanni Paolo II nei confronti degli ebrei, nostri “fratelli maggiori”.

La vergogna incommensurabile delle leggi razziali brucerà per sempre nella nostra coscienza di Uomini e di italiani». La proposta piombò come una bomba nella vigilia del congresso, ma si scelse di fare finta di nulla. Fino a che, una volta apparsa la notizia sui giornali, nella sede di via della Scrofa cominciarono ad arrivare telefonate dall’estero per chiedere conferma e ottenere il testo integrale dei quella condanna. Stupore, perché nel “fascismo immaginario” postmissino l’antisemitismo fascista non era mai esistito, era tutta colpa della Germania.

 

Al congresso di Fiuggi il partito per realpolitik diede il via libera all’approvazione dell’“emendamento Palmesano”. Ma ben presto dovetti rendermi conto che avevo firmato il mio suicidio politico e professionale. Quando, infatti, appena dopo il congresso, furono pubblicate le tesi congressuali emendate, con il titolo “Pensiamo l’Italia, il domani c’è già – Valori, idee e progetti per l’Alleanza nazionale”, il mio documento, sebbene approvato, era stato tagliuzzato. Mancavano le ultime due righe: «La vergogna incommensurabile delle leggi razziali brucerà per sempre nella nostra coscienza di Uomini e di italiani». Un caso molto istruttivo: nelle file della destra italiana post-missina se parli di antisemitismo, sei morto; se fai finta di nulla, diventi deputato, senatore, ministro o comunque fai carriera.

 

Enzo Palmesano già componente dell’Assemblea nazionale di An

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/antisemitismo-di-destra-ferite-aperte-parole-nette-di-meloni-atti-mancanti

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