Questo è un messaggio popolare. Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 27 Aprile 2021 Con questo post vorrei iniziare, se la cosa sarà gradita, una piccola serie di excursus storici su argomenti poco discussi o conosciuti. Inizierei con qualcosa di veramente sconosciuto ai più, ovvero il tentativo ai primordi del digitale da parte di Telefunken di far nascere uno standard tedesco in concorrenza con il red book di Philips/Sony: il MiniDisk (niente a che fare con il successivo minidisc sony) Antefatto: Telefunken/AEG alla fine degli anni '60 navigava già in cattive acque, nonostante il successo del sistema PAL brevettato in casa e venduto a molti paesi europei. In pratica gran parte del crescente debito era in mano a Deutsche Bank, quindi il glorioso marchio tedesco era un po' un gigante con i piedi d'argilla con il fiato delle banche sul collo. Nonostante ciò continuava ad investire pesantemente in R&D, anche su prodotti dall'esito commerciale assai dubbio. Uno di questi prodotti fu il videodisco TED a lettura meccanica, una sorta di video-LP il cui incerto funzionamento era delegato ad un disco flessibile su cui erano incise tracce microscopiche lette da un pick-up piezo alla velocità di 1500 giri/min per una durata di circa 7 minuti a disco. Va da sè che era uno standard senza alcuna possibilità di successo, e purtroppo per telefunken e teldec (la consociata discografica del marchio) così fu, nonostante i milioni di marchi buttati nello sviluppo. Telefunken si arrese sul TED intorno al 1976 dopo poche migliaia di unità vendute ma come vedremo, insieme a Teldec pensò (male) che non tutto fosse da buttare. Il principio di lettura meccanica "ad alta densità" poteva essere utilizzato per le nascenti esigenze di immagazzinare dati digitali. E qui veniamo al soggetto di questo post: il MiniDisk digitale Telefunken. Il supporto consisteva in un disco a base metallica del diametro simile a quello del CD ma racchiuso in una sorta di "cassetta" (sul genere del minidisc sony) per proteggere i delicati solchi dagli agenti esterni. Lo standard di campionamento scelto fu PCM 14bit, ritenuto sufficiente per una dinamica di 85db. Oltre all'incisione meccanica ricavata per stampaggio, un'altra caratteristica che lo differenziava nettamente dal CD era l'incisione bifacciale, che permetteva un'autonomia di 120 minuti per le incisioni stereo o 60 minuti per quelle quadrifoniche (che furono valutate possibili fin dall'inizio del progetto). Qui a confronto il solco di un LP (a SX) e quello di un Minidisk telefunken: I microsolchi venivano letti da un pick-up piezoelettrico simile a quello del già descritto videodisco TED, e telefunken assicurava una vita di "almeno 1000 ascolti" per ogni supporto. Il sistema fu presentato ufficialmente all' AES nell'estate del 1980 (link al documento originale di presentazione: https://www.aes.org/e-lib/browse.cfm?elib=3970 ), e il prototipo funzionante fu mostrato alla stampa nel 1981, praticamente in contemporanea al lancio commerciale del CD ottico di Philips/Sony. La condizione economica traballante di Telefunken che da lì a poco avrebbe chiuso la divisione HiFi, unita alla chiara inferiorità concettuale del sistema che non vide in pratica nessun aderente tranne la consociata Teldec ne dichiararono la morte immediata. Anche qui milioni di marchi gettati al vento, come spesso è avvenuto in quegli anni nell'industria elettronica europea vittima di scelte miopi o condizionate da visioni industriali ormai superate. Ma comunque un passo affascinante di quella che è stata l'evoluzione della tecnologia audio digitale dalla metà degli anni '70 ad oggi. 3 3
eliopolis53 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Molto interessante! In effetti non ne avevo mai sentito parlare, attendo con curiosità altri preziosi "excursus" storici...
Muddy the Waters Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Non sapevo nulla di questi dispositivi, interessante. Grazie
Amministratori cactus_atomo Inviato 27 Aprile 2021 Amministratori Inviato 27 Aprile 2021 @Velvet molto interessante, purtroppo l'industria europea (e non solo) non aveva ben compreso che è il sw che guida l'hw e non viceversa. Eppure l'aorto del video2000 (non certo per motivi di inferioità rispetto al vhs imperante) avrebbe dovuto insegnare qualcosa. O al conrario il sucesso della cassetta phlips idem
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 20 minuti fa, cactus_atomo ha scritto: Eppure l'aorto del video2000 (non certo per motivi di inferioità rispetto al vhs imperante) avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Il dramma del V2000 (del quale magari in un'altra occasione sarà interessante ripercorrere le vicende) è contemporaneo a questa storia del MiniDisk, non antecedente. Fa parte dei tanti errori commessi dall'elettronica europea che nel giro di 5 anni passò da dominante a inesistente. Una cosa poco conosciuta in Italia, dove arrivarono principalmente V2000 Philips, è che Grundig per i VCR costruì uno stabilimento completamente nuovo alle porte di Norimberga con una capacità produttiva mastodontica... Praticamente azzerata nel giro di un anno a causa di difetti che coinvolsero la meccanica delle prime 120.000 unità prodotte. I V2000 Grundig rientravano dai rivenditori nel giro di poche settimane per malfunzionamenti o blocchi totali, intasando i centri di assistenza e richiedendo migliaia di ore di manodopera -in garanzia- per il ripristino. La causa, si scoprì poi, era un grasso erroneamente utilizzato per la lubrificazione che col calore si spandeva ed imbrattava tutto. Il mancato recupero di quell'investimento fu un colpo fatale per Grundig (un colosso da 35.000 dipendenti) che infatti di lì a qualche mese fu acquisita in toto da Philips. 1
Paolo 62 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Il V2000 anche se più perfezionato è arrivato in ritardo rispetto a VHS e Beta che già stavano vendendo bene in Europa.
jopavirando Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Peccato che la Philips con il know how che aveva ( e che ha) abbia sbagliato molte cose sul piano commerciale. Oltre al citato V2000 anche la DCC audio ha fatto una brutta fine. Il CD ha avuto maggior fortuna ma alleandosi con la Sony. Solo con la cassetta audio ha avuto più fortuna perchè la tecnologia non nata per l'hifi è stata sviluppatissima tecnicamente da moltissime case produttrici perchè per registrare il supporto era comodissimo .
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 Per tornare in topic, Aeg-telefunken fino agli anni '70 non era seconda a nessuno quanto a know-how, si pensi che producevano computer mainframe per le aziende già dagli anni' 60. Purtroppo da bravi tedeschi si incaponirono su alcune scelte che si rivelarono suicide
Paolo 62 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Dovevano capire fin da subito che un videodisco che dura un quarto d'ora al massimo non sarebbe servito all'utente domestico. Oltretutto in quegli anni si stavano commercializzando i primi videoregistratori a bobine capaci di un'autonomia anche di un'ora che comunque è ancora troppo poco visto che non ci si può registrare un film.
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 Un documento rarissimo, la copertina di uno dei pochi -o forse l'unico?- Micro-disk (vedi sotto) prodotti per la presentazione alla stampa: Il procedimento di incisione della matrice: Foto comparativa con gli LP : Sezione della cassetta contenente il Minidisk. Si noti il perno di misura standard da LP, simile ai giradischi. Nel pieghevole di presentazione alla stampa veniva raffigurato anche un "micro disk" inteso come disco singolo con max 4 canzoni (un po' come il mini CD che ebbe breve fortuna). Infine, la tabella dei dati tecnici di base. Si noti la frequenza di campionamento a 48Khz contro i 44.100 del CD
Amministratori cactus_atomo Inviato 27 Aprile 2021 Amministratori Inviato 27 Aprile 2021 @jopavirando la cassetta audio non è una invenzione philips, di comact cassette ne esistevano molte ma tutte non compatibili, la philips ebbe l'idea di liberalizzare il formato, chiunque poteva utilizzare quella casseta senza pagare royalties ne hw ne sw purchè si impegnasse a rispettare lo standard. Il mercato di massa ha bisogno di uno standard 1
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 Per comprendere a posteriori la ragione della messa a punto di tale standard digitale da parte di Telefunken che oggi ci pare un po' assurda, bisogna dire che l'intento principe era di abbassare i costi di produzione del software: non c'era infatti nessun bisogno di mettere in piedi nuove fabbriche di precisione per il materiale ottico come nel CD nè catene produttive in atmosfera controllata. Si poteva ricorrere agli esistenti stabilimenti di stampa dei vinili, all'epoca presenti in ogni paese, e dotarli semplicemente della tecnologia aggiuntiva per la stampa dei Minidisk. Il procedimento infatti è il medesimo del microsolco. Diciamo che tentarono di battere sul piano dei costi industriali la concorrenza, ma gli andò male. Per capire il livello di confusione mentale cui erano arrivati in Telefunken alla fine degli anni '70 basta togliere il coperchio ad un TRX2000, ovvero il costosissimo sintoampli top di gamma del marchio (25kg di peso): Si capisce come ormai fosse un'azienda che improvvisava presa dalla disperazione.
Paolo 62 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 I tedeschi hanno sempre costruito cose molto complicate. Anche le loro radio soprammobile di lusso lo erano.Mi è venuto un dubbio: polvere e graffi avrebbero disturbato l'ascolto del Minidisk?
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 Non generalizzerei. C'erano costruttori tedeschi che ingegnerizzavano splendidamente: questi sono sintoampli Braun dello stesso periodo rispetto al Tfk:
Velvet Inviato 27 Aprile 2021 Autore Inviato 27 Aprile 2021 14 minuti fa, Paolo 62 ha scritto: Mi è venuto un dubbio: polvere e graffi avrebbero disturbato l'ascolto del Minidisk? La funzione della cassetta protettiva era ovviamente di evitare l'esposizione della superficie del disco agli agenti esterni. Certamente avrebbero dovuto prevedere un qualche sistema di correzione/interpolazione degli errori (del quale non si fa menzione nel materiale esplicativo), un po' come nel CD.
Membro_0022 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 9 ore fa, Velvet ha scritto: La causa, si scoprì poi, era un grasso erroneamente utilizzato per la lubrificazione che col calore si spandeva ed imbrattava tutto. I V2000 Grundig, pesantissimi e ad un primo esame autentici "carri armati", avevano anche un altro difetto conseguente ad un grave errore di progettazione. Vado a raccontare: un giorno un amico mi porta la bellezza di TRE V2000 Grundig uguali, modello di punta con velocità LP che permetteva di registrare ben 16 ore di video su una sola cassetta. Due hanno lo stesso difetto: immagine instabile e fortissimo "miagolamento" nell'audio, segno di irregolarità nel trascinamento. Il terzo non funziona per niente, il nastro non si muove. Vado ad aprire il primo, e mi trovo di fronte una meccanica con base in monoblocco di alluminio farcita di motori e motorini, apparentemente robusta e ben fatta. Ma vista da sotto ecco l'orrore: il motore del capstan è un motorino in CC ridicolo, simile - horribile dictu - al motorino che era montato nei Geloso a batteria. Una schifezza a spazzole da due soldi, accoppiata con una cinghia al volano che ha montato sopra un disco magnetizzato. Sul reggispinta del volano c'è un PCB con stampata una bobina, con la rotazione il disco magnetizzato induce un segnale nella pista e questo segnale inviato all'elettronica che controlla il motore ne mantiene stabile la velocità. Cosa è successo IN TUTTI I 3 VTR ? E' successo che il magnete è fatto di un materiale morbido, una specie di gomma, e per qualche motivo a me ignoto si è tutto crepato e deformato. In quelle condizioni il segnale indotto nel sensore non è più regolare, l'elettronica impazzisce e la velocità di trascinamento del nastro va a ramengo. In uno degli apparecchi la deformazione è talmente grave che la gobba del disco tocca sul reggispinta e blocca il volano. Quindi ricapitolando gli errori di progettazione sono: a) la scelta di un motore a spazzole sottodimensionato e di pessima qualità per il capstan (giuro: non lo avrei messo neanche in un cassette entry level, i classici Mabuchi da due soldi sono migliori). Non ho mai visto in un VHS una soluzione così, tutti quelli che ho aperto avevano un motore capstan brushless a trazione diretta. b) l'accoppiamento a cinghia col volano (aumenta il flutter) c) il materiale usato per il sensore tachimetrico Tutte e tre le macchine vennero demolite, in quanto irreparabili. Tempo dopo trovai in un mercatino un VHS Grundig molto simile esteticamente al V2000 incriminato. Lo presi per 5 euro, ero curioso di vedere cosa c'era dentro: c'era LA STESSA MECCANICA DI M.... solo adattata alle cassette VHS. Evidentemente non avevano imparato niente dalla storia dei V2000.
Membro_0022 Inviato 27 Aprile 2021 Inviato 27 Aprile 2021 Altro prodotto "toppato" commercialmente, stavolta da Sony: ELCASET, ovvero L-Cassette dove L stava per Large. Un sistema con nastro da 1/4 di pollice che scorreva alla velocità di 9.5 cm/s, praticamente un registratore a bobine con le bobine chiuse in una cassetta. Le cassette avevano una durata identica a quella delle normali cassette audio: 30, 45, 60 e 90 minuti su due facciate. Avendo avuto una EL7, top di gamma della produzione Sony, posso garantire che la qualità di registrazione era incredibilmente elevata, e si posizionava più vicina a quella di un buon deck a bobine alla velocità di 19 cm/s che a 9.5. Il Dolby B migliorava ancor più le prestazioni, e grazie alla estesissima risposta in frequenza (misurai 23-24KHz a -10VU) non soffriva della classica "perdita in alto". Costruzione robustissima, meccanica a 3 motori doppio capstan interamente servoassistita, 3 teste in ferrite, insomma il top della tecnologia. Eppure durò lo spazio di un mattino: dopo 4-5 anni Sony e i pochi altri costruttori che avevano avuto il coraggio di produrre un deck Elcaset (Teac, Technics, credo nessun altro; i Wega erano dei Sony al 100%) smisero di produrre apparecchi Elcaset, lasciando il sistema (e chi se lo era comprato) alla storia dei fallimenti. Perchè ? Per tutta una serie di motivi che riassumo: - Dimensioni e peso degli apparecchi: una EL7 stava sui 14Kg e ingombrava di conseguenza - Dimensioni delle cassette: una Elcaset occupava lo spazio di 2-3 cassette audio - Costi: cassette e apparecchi erano costosi - Totale assenza di software preinciso (mai esistito) - No portatili (esisteva un solo portatile Sony, anche lui costoso e pesante) - No uso in auto (non mi risulta sia mai stato fatto un lettore EL per auto, neanche come idea) - Prestazioni troppo elevate per il 99% degli utilizzatori, che non trovavano giustificabile la maggior spesa in relazione alle proprie esigenze - Prestazioni troppo basse per il restante 1% che si rivolgeva ai bobine "veri" - Comparsa delle prime cassette metal e conseguente incremento di prestazioni del sistema più diffuso Non c'è da stupirsi se il sistema - per quanto veramente valido dal punto di vista tecnico - fu uno dei più grandi flop commerciali di sempre.
Paolo 62 Inviato 28 Aprile 2021 Inviato 28 Aprile 2021 @lufranz Era per caso questo il Grundig?http://www.totalrewind.org/vhs/H_VS200.htm
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