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Mancano 20 miliardi per chiudere la finanziaria..


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Inviato

ha scritto @Velvet correttamente nel thread su Musk e Zuckemberg, ha ragione e qui sotto ci sono alcune ipotesi su quali siano le cause di questa mancanza:

 

https://www.corriere.it/economia/finanza/23_agosto_10/mancano-20-miliardi-conti-entrate-l-idea-ricorrere-fondi-banche-eb82bba6-37b2-11ee-9948-9111a8f29e75_amp.html
 

Mancano 20 miliardi nei conti delle entrate. L’idea di ricorrere ai fondi delle banche

di Federico Fubini

L’aspetto che più fa riflettere nel decreto sulla tassazione delle banche varato lunedì sera in Consiglio dei ministri è all’articolo 7, quello sulla destinazione del gettito. Lì si afferma che le maggiori entrate derivanti dal provvedimento saranno — tra l’altro — «destinate per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese». In sostanza, oltre ai previsti sussidi per chi fa fatica con il mutuo, l’imposta sulle banche dovrebbe finanziare la colonna portante della politica economica del governo: la riforma fiscale, con il taglio delle aliquote sui redditi delle persone fisiche, la conferma della riduzione del cuneo fiscale (per ora scade a fine anno) e — sempre che resti nei piani —un’estensione della flat tax per il lavoro autonomo. 

Pagare il mutuo

Dunque il decreto stabilisce un nesso fra la tassazione delle banche e le coperture per la prossima, imminente legge di bilancio. E teniamo da parte per ora il dettaglio che il prelievo sulle banche vale solo sugli ultimi due anni, mentre il taglio delle tasse lo si vuole permanente: un po’ come cercare di pagare le prime rate del mutuo, in mancanza di meglio, vendendo i mobili di casa. E dopo? Ma questo non sarebbe il primo, né l’ultimo governo che cerca di coprire ammanchi permanenti con entrate estemporanee. Più urgente è chiedersi cosa ci dice questo episodio della finanza pubblica oggi in Italia. Perché quella promessa di coprire parte dei costi della manovra d’autunno con gli «extraprofitti» era inclusa in una prima versione del decreto, che implicava un gettito sostanziale: almeno 5,5 miliardi e, secondo certe stime, anche sette o più.

Caccia alle risorse

Ciò suggerisce che il governo è in cerca di soldi. Molti soldi. Soldi che servono urgentemente per far tornare i conti della manovra di bilancio d’autunno. Ed è comprensibile. La Ragioneria informa che nei primi sei mesi dell’anno il fabbisogno dello Stato è salito a 95 miliardi di euro, ben 52 miliardi in più rispetto a un anno fa. Possibile che il saldo fra entrate e uscite correnti del bilancio sia peggiorato di più del doppio, rispetto alla prima metà del 2022? Alcuni fattori contribuiscono a spiegare. Una decina di miliardi di minori entrate vengono, in primo luogo, dai crediti d’imposta dei bonus-casa che ora molti stanno usando per pagare meno tasse: si sapeva, era previsto, ora succede. Altri 19 miliardi di fabbisogno in più registrati a metà anno si spiegano con il ritardo nell’erogazione della terza rata del Piano nazionale di ripresa. Che tra breve però arriverà. 
Resta un’altra ventina abbondante di miliardi di rosso in più nei saldi di cassa: quella parte lì è in cerca d’autore. E soprattutto in cerca di soluzione, ora che il tempo stringe per realizzare le promesse elettorali dei tagli di tasse da realizzare subito in legge di bilancio. Va concesso al governo il beneficio del dubbio, perché ne sapremo di più alla pubblicazione dell’aggiornamento del Documento di economia e finanza tra quattro o cinque settimane. 

I fondi mancanti

E certo ci sono tante piccole spiegazioni per questo ammanco, ma una sembra sovrastare tutte le altre: le entrate fiscali non stanno andando bene, gli italiani stanno versando meno imposte di quanto uno poteva aspettarsi; per essere un po’ più precisi, data la crescita e l’inflazione dell’ultimo anno, si poteva immaginare che a questo punto lo Stato avrebbe avuto quasi il 10% di entrate fiscali in più, rispetto a ciò che gli italiani hanno concretamente versato. E, espresso in euro, questo 10% scarso equivale a un po’ più di venti miliardi: esattamente quanto manca nel fabbisogno.

Bagno di umiltà

Di fronte a fenomeni di questo tipo, ci vuole umiltà. Non sappiamo ancora se questo ammanco nelle entrate sia duraturo; se derivi da un ritorno di evasione innescato da alcuni segnali del governo (il «pizzo di Stato»…); se ci si è sbagliati, illudendosi che gli aumenti di gettito degli anni scorsi fossero permanenti; o se questa debolezza fiscale è un segno — possibile — che l’Italia in realtà è già in recessione. Quel che sappiamo è che i conti per il momento non tornano e che, per raddrizzarli, il governo sta ricorrendo ad alcuni interventi piuttosto bruschi. Uno di questi è stato il taglio di parte del reddito di cittadinanza via messaggio telefonico (ma era deciso da tempo). Un altro, l’intervento sugli «extraprofitti»: qui resta da capire cosa accadrà ora che la revisione del decreto ridurrà di molto il gettito e come si finanzierà la manovra a questo punto.

Credito più costoso

In altri tempi misure del genere si sarebbero chiamate «austerità», a maggior ragione in un’economia che ormai si è fermata. Il taglio del sostegno non aiuta i redditi più bassi. E gli aumenti di tasse sulle banche rischiano di rendere l’offerta di credito più scarsa e più costosa, piuttosto che aiutare chi ha un mutuo. 
Ma a pensarci bene il decreto di lunedì non è il primo segnale che la finanza pubblica in Italia è sotto pressione. Nei primi sei mesi di quest’anno, l’eterno superbonus 110% ha già assorbito altri 18 miliardi, che diventeranno subito altro deficit e presto nuovo debito. E a marzo era passato inosservato un grosso aumento netto del deficit: fu rivista con Eurostat la contabilità dei bonus-casa e furono spostati indietro ad anni passati ben 90 miliardi di deficit creati dai crediti d’imposta. A quel punto i deficit attesi negli anni futuri avrebbero dovuto essere ridotti – perché gli stessi ammanchi erano già stati contabilizzati nel passato – invece gli obiettivi di disavanzo sono rimasti uguali. Di fatto si è creato così spazio per generare 90 miliardi di deficit in più durante l’attuale legislatura. Eppure, a quanto pare, neanche questo basta. 
Come dice Mario Draghi, il deficit e il debito non sono un male in sé. L’importante è che siano «buoni», cioè servano a preparare crescita sostenibile in futuro. Ma questo è esattamente il dilemma che né il governo, né l’Italia in genere, finora ha saputo sciogliere.

Inviato

I nodi finiscono sempre per venire al pettine, soprattutto quando pervicacemente la politica sceglie di ignorare i problemi e cercare “soluzioni semplici a problemi difficili”. (Cit.)

  • Melius 1
Inviato

Ma il super bonus non doveva essere un magico moltiplicatore di soldi?

Inviato

nei primi sei mesi dell’anno il fabbisogno dello Stato è salito a 95 miliardi di euro, ben 52 miliardi in più rispetto a un anno fa.

 

Son cifre e percentuali di crescita che fanno tremare i polsi. 

Questa è la vera emergenza che sta per abbattersi in Italia sulle nuove generazioni attuali e future, altro che CO2 ed ecoansia.

 

  • Melius 2
Inviato

a fubini intanto bisognerebbe spiegare la differenza tra introiti e guadagni, e solo dopo possiamo passare al resto.

Inviato
1 minuto fa, Velvet ha scritto:

ecoansia

Tocca coniare un neologismo per l’ansia da finanza pubblica e brevettarlo, magari ci si fa una lira! 😁

Inviato

Prima o poi il botto ci sarà

Inviato

Azz, ho dimenticato di fare il bonifico, ecco perché mancano🤣

Inviato

Oltre al resto, l' aumento dei tassi di interesse è mortale per i bilanci dei paesi super-indebitati come noi.

Con centinaia di miliardi di euro da dover raccattare ogni anno sul mercato finanziario, .. un conto è pagarlo lo 0.25%-0.5% come qualche tempo fa, un conto è doverlo finanziare dando magari il 3-4-5 % a chi te lo acquista (anche noi semplici cittadini alla ricerca di un piccolo utile dai risparmi).

Sono miliardi di euro in più di soli interessi.. che mandano in tilt i conti, si sa.

Inviato
6 ore fa, Velvet ha scritto:

nei primi sei mesi dell’anno il fabbisogno dello Stato è salito a 95 miliardi di euro, ben 52 miliardi in più rispetto a un anno fa

Qualcuno ha il telefono di Mario Monti?

Inviato

@maverick

Un vantaggio c'è, l'inflazione rende meno gravoso il debito da restituire. 

bungalow bill
Inviato

Tassare i nullafacenti ( divanisti ) del nord , del centro e del sud ( isole comprese ) .

Inviato
5 minuti fa, bungalow bill ha scritto:

Tassare i nullafacenti

e ai nullatenenti niente? manco un tributino?

bungalow bill
Inviato

@Jack Solo togliere , tassare , tassare . Il R. D. C. ci ha rovinati .


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