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Melius Club

Il generale Vannacci


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18 minuti fa, mozarteum ha scritto:

che non va bene

Bravo, sembra una cosa banale ma a quanto pare non lo è.

Il contrario comporta che un cittadino italiano di religione ebraica o di provenienza duosiciliana o diversamente sessuale, non dovrebbe avere fiducia nei Carabinieri e nelle altre forze armate.

Il che è chiaramente assurdo.

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50 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Magistrati e ufficiali dell’esercito se vogliono fare politica devono dimettersi.

Altrimenti esercitano la funzione essendo (percepiti come) schierati.
Il che non va bene per chi deve essere giudicato o per una forza militare (nel caso in esame anche di punta addestrativa) che deve essere neutralmente al servizio dello Stato/Istituzione

Bravo un applauso per aver ricordato in due parole e con chiarezza l'ABC dello stato di diritto (che se fosse patrimonio comune sarebbe già tanto). Mi permetto di aggiungere che il generale è del tutto libero di rivendicare con orgoglio il suo diritto di scagliarsi contro le minoranze, ma dovrebbe poi trarre le conseguenze delle sue affermazioni che la costituzione, su cui ha giurato, è nata per tutelarle quelle minoranze: come a dire l'ABC delle democrazie.

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Per i dipendenti della pubblica amministrazioni si applicano le disposizioni del DPR 62/2013, devo supporre che per i militari via siano disposizioni corrispondenti.

 

D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62

Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici

 

Art. 3
                          Principi generali
   1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la  Nazione  con disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi  di buon  andamento  e  imparzialita'  dell'azione   amministrativa.   Il dipendente  svolge  i  propri  compiti  nel  rispetto  della   legge, perseguendo l'interesse pubblico senza abusare della posizione o  dei poteri di cui e' titolare.

 

Art. 10

Comportamento nei rapporti privati

 1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, ne' menziona la posizione che ricopre nell'amministrazione per ottenere utilita' che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all'immagine dell'amministrazione.

 

 Art. 11-ter

Utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media.

 1. Nell'utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinche' le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza.

 2. In ogni caso il dipendente e' tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.

 3. Al fine di garantirne i necessari profili di riservatezza le comunicazioni, afferenti direttamente o indirettamente il servizio non si svolgono, di norma, attraverso conversazioni pubbliche mediante l'utilizzo di piattaforme digitali o social media. Sono escluse da tale limitazione le attivita' o le comunicazioni per le quali l'utilizzo dei social media risponde ad una esigenza di carattere istituzionale.

 4. Nei codici di cui all'articolo 1, comma 2, le amministrazioni si possono dotare di una "social media policy" per ciascuna tipologia di piattaforma digitale, al fine di adeguare alle proprie specificita' le disposizioni di cui al presente articolo. In particolare, la "social media policy" deve individuare, graduandole in base al livello gerarchico e di responsabilita' del dipendente, le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni.

 5. Fermi restando i casi di divieto previsti dalla legge, i dipendenti non possono divulgare o diffondere per ragioni estranee al loro rapporto di lavoro con l'amministrazione e in difformita' alle disposizioni di cui al decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 33, e alla legge 7 agosto 1990, n. 241, documenti, anche istruttori, e informazioni di cui essi abbiano la disponibilita'.

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In questa vicenda ci sono due anomalie: la prima è un alto ufficiale dell'esercito che propugna delle tesi divisive, intolleranti e fasciste e di conseguenza provoca un grave danno di immagine ad una delle istituzioni più importanti dello Stato, la seconda è un politicante (al quale l'estate risulta spesso problematica) che strumentalizza l'Esercito (istituzione di per sé al di, sopra delle parti) per mere questioni di consenso politico. 

  • Melius 1
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5 ore fa, briandinazareth ha scritto:

Se sindacati delle forze dell'ordine,

Forze armate, ed un sindacato minoritario con strane idee ( puntuale Bruno nell'evidenziarlo). La cosa è seria ma non drammatica come la vuoi vedere tu o altri che vedono una deriva antidemocratica generalizzata di FF AA e FF OO ( che sto giro non c'azzeccano un tubo le FF OO ma la visione comune è quella che son comunque tutti fascisti o alla meglio fancazzisti, e quindi si butta su), da qui il mio sarcasmo, se permetti (e anche se non permetti è uguale).

 

 

 

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28 minuti fa, Velvet ha scritto:

La cosa è seria ma anche tragicomica

La cosa seria e tragicomica sono certe generalizzazioni che ho letto:

", la c'è questione del generale sta diventando enorme, con i sindacati dei carabinieri che si schierano"

"

Ma alla fine, chi è che ha voglia di mettersi contro le forze armate. Che, per l'appunto, sono armate.

Se ne stanno lì, indipendentemente dal colore di chi è al governo. Possono menare per il rosso, per il nero, per il bianco, il grigio. Menare, ma non farsi menare. Non so se la politica si illuda davvero di poter "controllare" l'apparato militar-poliziesco che, come dicevo, è armato."

"Se sono lauree militari, sono pezzi di carta che si prendono con pochi esami. Scienze delle forme di parmigiano e delle cosce di prosciutto. "

" Era un un modo per testimoniare la mia repulsione verso la specie"..

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