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Estradato il padre di Saman Abbas


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Inviato

Comunque ritornando nell'oggetto del Thread è una bellissima notizia, che lascia pure ben sperare, il fatto che il Pakistan abbia concesso l'estradizione per questo assassino.
Non era affatto scontato.

 

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, appecundria ha scritto:

membro

Non ho avuto alcun dubbio che lo fosse, fin dal suo primo post

Inviato

La cultura qui non c'entra niente.  Sti qui hanno deliberatamente e in modo premeditato ammazzato la figlia. La madre l'ha accompagnata dal cugino che l'ha strangolata a morte e poi lui e gli altri ne hanno sepolto il corpo . Sono una banda di criminali schifosi.  

Inviato

Anch'io avrei scommesso (perdendo) che non avrebbero mai concesso l'estradizione.

Molto bene.

  • Melius 1
Fabio Cottatellucci
Inviato
33 minuti fa, senek65 ha scritto:

Sti qui hanno deliberatamente e in modo premeditato ammazzato la figlia. [...] Sono una banda di criminali schifosi.

Assolutamente.
 

33 minuti fa, senek65 ha scritto:

La cultura qui non c'entra niente.

Hanno ucciso la ragazza perché voleva vivere all'occidentale e perché il suo rifiuto di sposare il cugino di mezza età era considerato un disonore per la famiglia.
Come fai a dire che la cultura non c'entra nulla?

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, Roberto M ha scritto:

Ciò non toglie che in altri casi queste "attenuanti culturali" sono state concesse e quindi la preoccupazione che anche in questo caso i giudici possano essere clementi non è completamente infondata.

 

1 ora fa, Roberto M ha scritto:

E questo è un classico caso di scuola da ergastolo, ci sono tutte le aggravanti possibili immaginabili,  un delitto premeditato, crudele, perpetrato da un'intera famiglia nei confronti della figlia e nipote.

 

Se vi è assoluta certezza del fatto che non potrebbe essere altro che un giudizio basato su tutte le aggravanti possibili - e personalmente per un tale orribile crimine auspicherei ciò senza se e senza ma sempre entro i limiti di legge, a tutta la macabra e truce comitiva di assassini - perchè temere che possa esservi il riconoscimento delle attenuanti "culturali" ovvero su basse razziale o etnica, diciamola tutta.

Forse perchè ne siano state già dispensate in casi analoghi? Potrebbe essere, ma si citi perlomeno un fattuale episodio in cui di attenuanti del genere se ne sia fatto uso, si chiarirebbe tutto meglio e subito.

Su questo ho già detto nell'altro topic , riformulo la domanda: quali le ragioni delle preoccupazioni e dello sdegno se a norma rigorosamente di legge, quindi secondo giustizia, e senso profondo della civiltà venisse dispensata un'attenuante su base "culturale", o "razziale", dove la grave entità della pena non verrebbe sostanzialmente sminuita?

Ma si nutrono analoghe ansie e cogenti timori anche per le eventuali attenuanti che potrebbero essere riconosciute a fronte dei mostruosi crimini "culturali" e "antropologici" di casa nostra di cui non andiamo di certo indenni?
 

 

 

 

Inviato
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Forse perchè ne siano state già dispensate in casi analoghi? Potrebbe essere, ma si citi perlomeno un fattuale episodio in cui di attenuanti del genere se ne sia fatto uso, si chiarirebbe tutto meglio e subito

le fattispecie incriminatrici, per loro stessa natura, implicano una valutazione umana e sociale, culturalmente condizionata, dei comportamenti presi in considerazione.

Per i reati «culturalmente motivati», Il diritto penale italiano procede esaminando tre criteri di valutazione: il livello di offensività del fatto commesso, la natura della norma culturale in gioco, la biografia del soggetto agente.

Tali criteri, nel caso di Saman sembrerebbero non lasciare scampo ai colpevoli, cosi come è già stato in quello di Hina la quale, secondo i giudici: "non fu ammazzata dal padre per "motivi religiosi e culturali", ma piuttosto per "un patologico e distorto rapporto di possesso parentale".

Il che non significa che i motivi culturali non ci siano, significa che i giudici non li ritengono rilevanti ai fini di una attenuante. (Perché ovviamente cultura e religione non possono essere aggravanti ma soltanto attenuanti, questo penso che lo capiscano tutti).

  • Thanks 1
Inviato
26 minuti fa, appecundria ha scritto:

Il che non significa che i motivi culturali non ci siano, significa che i giudici non li ritengono rilevanti ai fini di una attenuante.

 

 

Perfetto, non si hanno precedenti di attenuanti che non possano essere date, quindi i timori di attenuanti a fronte dei comportamenti di questi macellai restano non pertinenti, infondati e inutili.

Inviato
12 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

strumentali

Ma che stai a dire...

Con un precedente e un giudizio che non necessariamente danno certezza alcuna monti il tuo scontato castello ideologico.

Le cose sono decisamente più complicate

Si vedrà che decideranno solo a posteriori caso per caso e giudice per giudice 

https://www.questionegiustizia.it/rivista/articolo/i-reati-cd_culturalmente-motivati-commessi-dagli-immigrati_possibili_soluzioni-giurisprudenziali_425.php

Inviato
6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

non si hanno precedenti di attenuanti che non possano essere date

Ma non e' vero !

Ci sono decine e decine di sentenze (a mio avviso scandalose) in cui sono state concesse le attenuanti culturali ed in cui il fattore culturale e religioso e' stato ritenuto perfino scriminante.

Guarda ad esempio l'incredibile sentenza della Corte di Appello di Bologna del 29.6.2006, confermata dalla Cassazione (sentenza 2.8.2007) , che ha mandato assolta una famiglia islamica (padre, madre e fratello) che avevano segregato in casa la figlia perche' frequentava un italiano, legandola con una corda e picchiandola.

 

 La ragazza, che frequentava un ragazzo e "aveva uno stile di vita alla loro cultura", veniva picchiata e segregata in casa. La Cassazione ha deciso di assolvere padre, madre e fratello perché le punizioni non erano abituali ma "motivati dai comportamenti della figlia ritenuti scorretti".

I tre, di origine magrebina, picchiavano e immobilizzavano la giovane Fatima R. per punirla. La Cassazione - nonostante il ricorso della Procura di Bologna che chiedeva le condanne per sequestro di persona e maltrattamenti - ha confermato le assoluzioni.

 

In pratica, i supremi giudici hanno condiviso la tesi della Corte di Appello di Bologna, che (mentre i giudici di primo grado avevano condannato i tre picchiatori) ha dato per buona la tesi difensiva in base alla quale la ragazza era stata legata per il suo bene (avendo minacciato di suicidarsi per paura delle violenze) e i maltrattamenti non erano da ritenersi abituali, essendo accaduti solo tre volte.

Senza successo, dunque, il Pg di Bologna Enrico Di Nicola ha inoltrato reclamo alla Suprema Corte contro l'assoluzione decisa il 26 settembre 2006 nonostante Fatima - ha sottolineato - fosse "stata segregata e liberata solo per essere poi brutalmente picchiata dai congiunti che la volevano punire per la frequentazione di un amico e più in generale per il suo stile di vita, non conforme alla loro cultura".

Quanto al venir meno dell'accusa di sequestro, la Cassazione replica che "nessun vizio è riscontrabile" in quanto "dall'istruttoria dibattimentale del primo giudizio era emerso con certezza che Fatima, terrorizzata dalle possibili ritorsioni dei familiari perché non si era recata al lavoro incontrandosi con un uomo, aveva minacciato di suicidarsi". Dunque, i familiari sono stati costretti a legarla per evitare che la ragazza commettesse "atti di autolesionismo".

Quanto al reato di maltrattamenti, la Cassazione dà per buono il punto di vista della Corte di Appello che ha ritenuto che non sussistesse la "piena abitualità delle condotte violente", in particolare quelle del padre che - in maniera provata - l'aveva già picchiata in "tre soli episodi nell'arco della vita di Fatima, peraltro - soggiunge la Suprema Corte - tutti motivati da comportamenti della figlia ritenuti scorretti e quindi non esprimenti il necessario requisito di volonta' di sopraffazione e disprezzo".  

 

Quindi c'e' poco da stare tranquilli.

 

Inviato

Altra sentenza estremamente preoccupante, 

Cassazione Penale, Sez. I, 18 dicembre 2013 (ud. 4 dicembre 2013), n. 51059
 

Non possono reputarsi futili i motivi che derivano dalla radicata concezione religiosa di appartenenza, pur se distanti da quelli della moderna società occidentale, in quanto, pur sussistendo una sproporzione tra il movente e l’evento cagionato, non può dirsi né lieve né banale la spinta che ha portato il soggetto ad agire. 

 

La Cassazione, ha riconosciuto l’assenza dei futili motivi nel gesto dell’uomo – di radicata fede islamica – che, sentendosi disonorato dai comportamenti della propria figlia, violativi dei precetti del Corano, aveva tentato di ucciderla.

Quindi niente aggravante se la motivazione dell’omicidio e’ religiosa e culturale.

 

https://www.giurisprudenzapenale.com/2014/02/13/multiculturalismo-e-non-futilita-del-movente-religioso/

 

@analogico_09

 

 

Come fai, con cotanta sicumera, a sostenere che non esistono i reati culturalmente orientati e che non esistono le relative attenuanti o addirittura scriminanti, spesso concesse con manica larga dai giudici ?

 Il fenomeno e’ molto discusso in dottrina, ci sono pure svariate pubblicazioni e decine di precedenti.

Inviato
36 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Come fai, con cotanta sicumera

Pregiudizio e poi serve a sostenere inconsistenti tesi di discrimine razziale, etnico ed altro ancora.

tra l’altro, non è che un’attenuante porti necessariamente ad una assoluzione, può limitarsi o meno a ribilanciare la pena.

  • Melius 1
Inviato
11 ore fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

Hanno ucciso la ragazza perché voleva vivere all'occidentale e perché il suo rifiuto di sposare il cugino di mezza età era considerato un disonore per la famiglia.
Come fai a dire che la cultura non c'entra nulla?

Perché sono un branco di pazzi. 

Inviato
8 ore fa, analogico_09 ha scritto:

restano non pertinenti, infondati e inutili.

Così mi pare, poi giustamente gli avvocati difensori so' capaci di dimostrare che un cieco può consegnare le pizze con lo scooter (caso realmente accaduto). Ma questo è un altro argomento. 

briandinazareth
Inviato

Innanzitutto non è uso in Pakistan uccidere la propria figlia, oltre ad essere punito dal loro ordinamento.

E sono eventi estremamente rari nei migranti di religione musulmana.

 

Quindi il tentativo di sostenere che una cosa del genere sia culturale in senso esteso, è solo il solito mantra razzista, dello stesso tipo dell'antisemitismo e di tutti gli odi che nascono prendendo i peggiori fatti di cronaca e dipingendo intere parti del mondo in modo stereotipato e ridicolo.

 

Anche questo caso viene strumentalmente utilizzato in quella direzione. 

Non il caso di gente di mezza che sarebbe finita al gabbio pure in Pakistan, ma diventano i musulmani tutti. 

 

Tra l'altro mi pare che il processo non sia finito, i garantisti acrobatici quando si tratta di potenti che fine hanno fatto?

  • Melius 1
Inviato
11 ore fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

Come fai a dire che la cultura non c'entra nulla?

La cultura influenza ogni azione umana. Lo stesso diritto penale italiano è basato sulla nostra cultura e infatti è diverso da quello (ad es.) americano.

Il punto è quello di stabilire se cultura e/o religione possano essere giuridicamente rilevanti ai fini della sentenza. E conta prima di tutto il livello di offensività del fatto commesso. Una cosa è assentarsi dal lavoro per pregare, un'altra cosa è non vaccinare il figlio perché la propria cultura lo vieta, e via di seguito fino all'omicidio. Più si sale con l'offensività, meno contano le chiacchiere.

Poi si vedrà, “Ogni capa è ‘nu tribunale” come dicono illustri giuristi di scuola greco romana.

Inviato
4 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

Innanzitutto non è uso in Pakistan uccidere la propria figlia, oltre ad essere punito dal loro ordinamento.

Criterio numero due: la natura della norma culturale in gioco.

Se non è in uso, anzi è reato anche in patria (altrimenti il soggetto non sarebbe stato estradato), va da sé che la norma culturale non è invocabile.

Per quanto, di fronte all'omicidio, come già detto, non attacca, puoi portare a testimoniare pure il profeta in persona.

  • Melius 1
Inviato
9 ore fa, nullo ha scritto:

Si vedrà che decideranno solo a posteriori caso per caso e giudice per giudice 

caso per caso non significa senza criterio. Hai letto l'articolo che hai linkato? Significa che la difesa in ogni singolo caso deve dimostrare la presenza e consistenza dell'eventuale attenuante. La nostra millenaria cultura giuridica non permette la presunzione di colpevolezza su base religiosa, come qui si chiede anche da parte di persone con granitica formazione giuridica. E altrettanto giustamente non concede attenuanti d'ufficio, chiedendo di dimostrare ogni singolo caso. 


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