audio2 Inviato 20 Novembre 2023 Inviato 20 Novembre 2023 e allora che freni, c' abbiamo un rapporto debito pil sopra il 140% e debito comunque in salita cosa vuoi fare con quei numeri li, tiri la cinghia e lavori sperando in un domani migliore
extermination Inviato 20 Novembre 2023 Inviato 20 Novembre 2023 6 minuti fa, audio2 ha scritto: tiri la cinghia e lavori sperando in un domani migliore Non dimenticare i 2000 miliardi che "giacciono" sui conti correnti degli italiani. Piuttosto che spenderli li "spostano" in titoli di stato obbligazioni e quant'altro per un misero rendimento!! Ma che li spendano..e facciano andare l'economia... e si "godano la vita" . Dimenticavo! E che li spendano in Italia per l'Italia.
Uncino Inviato 20 Novembre 2023 Autore Inviato 20 Novembre 2023 22 minuti fa, audio2 ha scritto: e allora che freni, c' abbiamo un rapporto debito pil sopra il 140% e debito comunque in salita cosa vuoi fare con quei numeri li, tiri la cinghia e lavori sperando in un domani migliore Con questi numeri puoi fare poco, perché sono veramente brutti. Però uno dovrebbe cercare di farli migliorare al punto di poter iniziare a fare qualcosa, e la principale regola per migliorare un parametro è quella di evitare come la peste tutto ciò che potrebbe ulteriormente peggiorarlo. Questo non significa non poter compiere un'azione ritenuta necessaria, affatto, però significa evitare di compierla in un momento critico.
Uncino Inviato 16 Dicembre 2023 Autore Inviato 16 Dicembre 2023 Rispetto alle intenzioni iniziali incentrate sulle indicazioni di un sistema di produzione e vendita in inesorabile contrazione, il thread stava derivando verso contenuti di carattere diverso dall'analisi dei puri numeri, quindi ho preferito sospendere i miei interventi in attesa dei dati del mese successivo alla sua apertura, così da avere conferme (o smentite) delle tendenze in atto. Bene (anzi male), i dati confermano quanto già visto un mese addietro, e già ampiamente prevedibile ad inizio autunno. Ho riportato, aggiornati, gli indicatori utilizzati in apertura, perché è su questi che bigogna ragionare, sui numeri e non sulle considerazioni di carattere ideologico. Come già detto in questa fase considero come il più importante l'IPC, perché esso sta ben rappresentando la sintesi di una intera filiera che, partendo dalla produzione termina alla cassa del supermercato. Ricordo, ben visibile nel suo grafico, che il nostro Paese veniva da un eccesso inflattivo che ha visto sfiorare il 12%. Ovviamente ho una idea ben precisa sulle cause, ma non ho intenzione di parlarne tranne che per una precisazione: nell'andamento dell'inflazione (sia in aumento che in diminuzione) ovviamente la volatilità dei costi energetici ha avuto un ruolo, ma non tutta l'importanza che si è soliti attribuirgli. Nel caso attuale più importante della crisi energetica a determinare l'incremento dei prezzi è stata la carenza di numerose materie a prezzi contenuti, dai metalli ai fertilizzanti, passando per materie plastiche e legname. Persino l'olio di semi, per buffo che possa sembrare. Potremmo dire che le nostre scelte hanno comportato una carenza di forniture a 360°, che ha colpito la maggior parte dei nostri settori produttivi, sia industriali che alimentari. Finiture che ovviamente abbiamo dovuto precipitosamente rimpiazzare con altre fonti di approvvigionamento, sempre a prezzi maggiori, di frequente con scarsa affidabilità e molto di frequente di qualità inferiore. Per intenderci, a differenza della crisi energetica degli anni '70, questa volta non sono venuti a mancare gli idrocarburi ma è venuto a mancare tutto! Chiaramente una cosa è dire al Paese che la benzina sarebbe costata di più, altro è dire che tutto sarebbe costato di più... semplicemente non sarebbe stato politicamente sostenibile, quindi la colpa doveva essere ristretta a gas e petrolio. Veniamo a noi... l'inflazione, che come detto nella fase attuale considero alla stregua di un indicatore sintetico dello stato di salute generale. I dati di Ottobre la collocavano al 5.3%, oltre il dimezzamento rispetto all'eccesso precedente. Bene, una buona cosa. All'apparenza. In realtà tutti gli altri indicatori già segnalavano l'arrivo della tempesta. Passa un altro mese, l'inflazione scende a 1.7% ed io posto su questo forum l'estratto di un mio lunga relazione scritta un paio di settimane prima: rischiamo di andare in deflazione e rischiamo pure di non avere non avere le forze per venirne fuori. Apriti cielo, Uncino è impazzito, BCE porta i tassi alle stelle e lui vede pericolo di deflazione! Passa ancora un mese (adesso) e l'IPC scende a 0.7%. E a questo punto iniziano sentirsi i primi timidi "Azzz...". Ma cosa è successo? Perché qualcosa DEVE essere successo. Già il primo salto da quasi 12% a 5.3% in pochi mesi era stato a dir poco inconsueto, ma da 5.3 a 0.7 c'è un 87%, che magari in un paio di mesi è un po' tanto. Beh, sono successe sostanzialmente tre cose: - Le esportazioni hanno smesso di esportare. - La produzione ha smesso di produrre. - La vendita vendita ha smesso di vendere. In realtà quello proposto non è il corretto ordine di causalità, perché quello reale è difficilmente identificabile in quanto tolte le esportazioni, gli altri due fattori si influenzano reciprocamente. Ma facciamo un salto indietro, circa di 25 anni. In quella zona temporale gli italiani hanno contratto una brutta malattia già diffusa oltre oceano, la crediconsumite. I poveri disgraziati che la contraggono manifestano un quadro comportamentale preoccupante: non comprano in base al proprio reddito ma approfittano dell'effetto leva garantito dal credito al consumo. Ossia non mantengono il tenore di vita compatibile con le proprie entrate, ma lo aumentano contraendo debiti. Nel grafico su fondo chiaro possiamo vedere l'andamento nel tempo dell'epidemia. Tutto è andato bene fino alla prima parte di quest'anno, quando la combinazione di elevatissima inflazione ed aumento dei tassi ha incastrato una zeppa nel meccanismo. Gli introiti degli italiani ovviamente non hanno seguito il 12% di inflazione, ma i nostri connazionali hanno protetto il loro potere di acquisto nell'unico modo possibile: contraendo debiti. Purtroppo il costo del denaro deciso da BCE (anche su questo ho una mia opinione ma non la esprimo) ha causato la saturazione della capacità di indebitarsi. Risultato, grafico delle vendite al dettaglio, gli italiani hanno iniziato a comprare sempre meno. Ma avevamo detto che le nostre esportazioni non stanno certo attraversando un periodo di gloria, quindi le strutture produttive si sono trovate a dover contare in larga misura sul mercato interno. Il risultato lo vediamo negli altri grafici: giù le vendite industriali, di conseguenza giù la produzione industriale, e... se vuoi vendere la merce invece che tenertela in magazzino e dichiarare bancarotta, giù anche i prezzi alla produzione. Da ultimo, prevedibile quando la macchina smette di girare, impennata della disoccupazione, che è andata a vanificare quei pochi posti di lavoro guadagnati togliendo in parte il RdC. Inciso: perché sebbene si sia ormai ad inflazione pressoché nulla, le vendite al dettaglio continuano a scendere? Beh, scendono perché, impossibilitati ad indebitarsi ulteriormente, gli italiani stanno rientrando dei debiti accumulati, quindi pur se a prezzi fermi, vedono un potere di acquisto in contrazione. Ora, perché sono così preoccupato riguardo all'eliminazione IN QUESTO MOMENTO del RdC? L'ho già spiegato un mese fa: perché sebbene progettato a membro di segugio, il RdC ha una cosa fatta bene: alimenta con miliardi il commercio al dettaglio e, percorrendo a ritroso tutta la catena fino alla produzione. E la situazione è così brutta che quei pochi miliardi possono fare la differenza tra la vita e la morte. Naturalmente ci sarà un provvedimento sostitutivo, ma non per la medesima platea e non con la stessa efficacia per ciò che riguarda il commercio al dettaglio. Perché temo che entrando in deflazione con avremmo la forza di uscirne? Perché la modestissima ripresa visibile nei grafici relativi alla produzione non è tale da supportare una inversione di tendenza, la deflazione è una gran brutta bestia. La mia idea è che almeno parte di quelli che mi hanno contestato non lo avrebbero fatto se avessero conosciuto i dati odierni. O almeno lo voglio sperare. Ed erano prevedibili questi dati? Assolutamente sì, lo erano dall'inizio dell'autunno. Fine delle trasmissioni, buon weekend a tutti.
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