briandinazareth Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 12 ore fa, simpson ha scritto: Ma io mi definisco agnostico quando si parla genericamente dei massimi sistemi. Sulle religioni ho opinioni meno sfumate, vicine alle tue, avendo una laurea in psicologia. Però, allo stesso tempo, cerco di stare al mio posto e di ascoltare il parere di tutti, quando penso che personalità sicuramente più grandi di me erano sinceramente religiose (penso per esempio a Bohr e Einstein), se non altro per capire meglio il sentimento religioso che mi è così estraneo è vero, e gli esempi che hai fatto sono indicativi del fatto che occorra definire la parola dio in qualche modo che ci permetta di parlare della stessa cosa. einstein e bohr non negavano la possibilità di una qualche forza superiore o principio organizzativo nell'universo, cosa che penso che nessuno dovrebbe fare in generale. questo si che sarebbe illogico, ne avevamo parlato anche nell'ipotesi della simulazione. si sposa bene pure con quanto detto prima sui limiti del nostro intelletto. però respingevano l'idea di un dio tradizionale, normativo o in qualche modo interessato agli affari umani, così come l'idea di una qualche volontà suprema. questo della volontà e di un qualche libero arbitrio secondo me è un punto dirimente. ovvero la riconosciamo in noi e viene traslata sulla divinità (immagine e somiglianza, che per i cristiani è ancora più profonda), ma è sempre più evidente che il libero arbitrio non appartiene neppure a noi...
Gaetanoalberto Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 1 ora fa, LUIGI64 ha scritto: Beh, se pensiamo alle teorie di Assagiol (inconscio superiore), di Jung (inconscio collettivo) e Maslow (gerarchia dei bisogni).. ☺️ Ehm...non ti nascondo la mia difficoltà a pensarle...Maaslow a parte forse, gli altri sono fuori dalla mia portata, ma chiedo una sintesi a Chat Gpt 🤣 1
Uncino Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 8 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Si, mi trovi d'accordo. Per le medesime ragiioni analoga umiltà dovrebbe riguardare la capacità della teologia di occuparsi di Dio e, addirittura, dii sceglierne uno, quasi si potesse scegliere di salire su una di quelle sfere il cui movimento come dici è imprevedibile, addirittura qualfificando il vettore come giisto o sbagliato. Per questo mi accontento di immaginarmi una natura molto umana del bisogno divino. A quel punto la fede diventa un sentimento, e fa parte dell'insondabile, come l'amore. E può essere meravigliosa, come l'amore, o tossica, come l'amore. Si in prima analisi, no se invece analizzi il processo secondo logica pura. Se un domani la nostra conoscenza della matematica avanzerà al punto di fornire una descrizione analitica del problema dei tre corpi, tu accerterai il fatto senza necessità di dover procedere alla dimostrazione empirica in prima persona, ossia non ti metterai realmente a disporre un numero di corpi superiore a due nello spazio vuoto per poi verificare la rispondenza fra ciò che accade ed i tuoi calcoli. Lo accerterai per fede nel rigore scientifico della dimostrazione. Qui è la stessa cosa, se tu hai Fede nella tua confessione, accetti il rigore teologico della sua dimostrazione. Però, ripeto, almeno nel caso di cattolicesimo ed ebraismo questo non significa affatto essere "incastrati" in qualcosa... alla fine parliamo di una quarantina di dogmi (oltretutto in accezione estesa della definizione di dogma), non delle migliaia di sentenze vincolanti dell'Islam. Se tu hai un numero così piccolo di spiegazioni intese come punti definitivamente compresi all'interno di un argomento complesso come il trascendente, capisci bene che gli spazi di libertà per la ricerca teologica e l'apertura mentale sono immensi.
Uncino Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 47 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Ehm...non ti nascondo la mia difficoltà a pensarle...Maaslow a parte forse, gli altri sono fuori dalla mia portata, ma chiedo una sintesi a Chat Gpt 🤣 Se hai la preparazione di base necessaria a sapere cosa chiedere eccepire cosa ti hanno risposto, le IA sono dei partner di ricerca straordinari. Nessuna mente biologica è in grado di poter disporre di quella base di conoscenza e, ove ne disponesse, di analizzarla. Il problema più comune che vedo nel loro utilizzo è che la maggior parte del pubblico pensa di poter trarre beneficio dal rapporto con loro in sostituzione della preparazione di base, cosa che chiaramente non potrebbe essere. Non posso parlare di fisica quantistica con un professore universitario se non neppure chi fosse Max Planck. Non usi anche Bard?
LUIGI64 Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 Per saggiare le capacità di Bard, gli ho posto un quesito piccolo piccolo... Il Brahman nirguna (induismo) e il nirvana (buddhismo) possono essere equiparati? Conversazione con Bard In breve, sì, Brahman nirguna e nirvana possono essere equiparati. Entrambi sono concetti di natura spirituale che si riferiscono a uno stato di illuminazione o di liberazione. Brahman nirguna è un termine sanscrito che significa "Brahman senza qualità". In filosofia induista, Brahman è l'essenza ultima della realtà, la realtà non condizionata. Brahman nirguna è quindi l'essenza ultima della realtà priva di qualsiasi qualità o attributo. È un'esperienza di pura coscienza, pura beatitudine e pura unità. Nirvana è un termine sanscrito che significa "estinguersi" o "estinguersi". In buddismo, nirvana è uno stato di liberazione dalla sofferenza e dal ciclo di rinascita. È uno stato di pura consapevolezza, pura beatitudine e pura unità. Entrambi i concetti sono caratterizzati da una serie di caratteristiche comuni, tra cui: Sono stati di liberazione dalla sofferenza: Brahman nirguna e nirvana sono entrambi considerati stati di liberazione dalla sofferenza e dal ciclo di rinascita. Sono stati di pura consapevolezza: Brahman nirguna e nirvana sono entrambi considerati stati di pura consapevolezza, senza alcun senso di sé o di altri. Sono stati di pura beatitudine: Brahman nirguna e nirvana sono entrambi considerati stati di pura beatitudine, senza alcun senso di desiderio o di mancanza. Sono stati di pura unità: Brahman nirguna e nirvana sono entrambi considerati stati di pura unità, senza alcun senso di separazione da qualsiasi altra cosa. Ci sono anche alcune differenze tra i due concetti. Ad esempio, Brahman nirguna è spesso visto come un'esperienza più trascendente, mentre nirvana è spesso visto come un'esperienza più immanente. Tuttavia, queste differenze sono in gran parte di natura terminologica e non sono significative per la comprensione dei due concetti. In conclusione, Brahman nirguna e nirvana sono due concetti spirituali che sono concettualmente molto simili. Entrambi si riferiscono a uno stato di illuminazione o di liberazione che è caratterizzato dalla pura consapevolezza, dalla pura beatitudine e dalla pura unità.
LUIGI64 Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 Altra domandina a Bard: L'aspetto apofatico di Dio, può essere equivalente al pensiero orientale? Sì, l'aspetto apofatico di Dio può essere equivalente al pensiero orientale. L'apofatismo è un modo di parlare di Dio che si basa sul negare le qualità e gli attributi che gli esseri umani attribuiscono a Dio. In questo modo, l'apofatismo cerca di avvicinarsi a una comprensione di Dio che sia al di là delle capacità umane di comprensione. Il pensiero orientale, in particolare il buddismo, condivide questo approccio. Il buddismo sostiene che la realtà ultima è ineffabile, al di là di qualsiasi descrizione o comprensione umana. Il buddismo usa una serie di negazioni per cercare di avvicinarsi a una comprensione di questa realtà ultima, ad esempio dicendo che è "non-essere", "non-mente" e "non-cosa". In questo senso, l'aspetto apofatico di Dio e il pensiero orientale sono entrambi tentativi di parlare di qualcosa che è al di là delle capacità umane di comprensione. Entrambi usano la negazione come un modo per avvicinarsi a una comprensione di questa realtà ultima. Ecco alcuni esempi specifici di come l'apofatismo e il pensiero orientale possono essere equiparati: Entrambi affermano che Dio o la realtà ultima è ineffabile. Entrambi usano la negazione come un modo per parlare di Dio o della realtà ultima. Entrambi sottolineano l'importanza dell'esperienza diretta per la comprensione di Dio o della realtà ultima. Naturalmente, ci sono anche alcune differenze tra l'apofatismo e il pensiero orientale. Ad esempio, l'apofatismo è spesso visto come un modo di parlare di Dio, mentre il pensiero orientale è spesso visto come un modo di parlare della realtà ultima in generale. Tuttavia, queste differenze sono in gran parte di natura terminologica e non sono significative per la comprensione dei due approcci. In conclusione, l'aspetto apofatico di Dio e il pensiero orientale sono due approcci che sono concettualmente molto simili. Entrambi cercano di parlare di qualcosa che è al di là delle capacità umane di comprensione, usando la negazione come un modo per avvicinarsi a una comprensione di questa realtà ultima.
faber_57 Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 3 ore fa, Uncino ha scritto: Però, ripeto, almeno nel caso di cattolicesimo ed ebraismo questo non significa affatto essere "incastrati" in qualcosa... alla fine parliamo di una quarantina di dogmi (oltretutto in accezione estesa della definizione di dogma), non delle migliaia di sentenze vincolanti dell'Islam. Chi è veramente "incastrato" è l'uomo: l'evoluzione gli ha costruito una gabbia intorno, dalla quale può uscire parzialmente solo con la cultura, che di certo non basta ad avvicinarlo a nessuna verità. Le religioni, sia quelle più aperte a revisioni che quelle più bloccate, sono semplicemente la manifestazione concreta del carcere iscritto nel DNA. Non ho credenze, non ho risposte, e forse l'unica cosa di cui sono certo è che non sono libero in nessuna mia manifestazione. E mentre scrivo queste righe, mi viene da sorridere sulla loro insignificanza... 1
Gaetanoalberto Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 9 minuti fa, faber_57 ha scritto: una gabbia intorno, dalla quale può uscire parzialmente solo con la cultura, Eppure alcune tradizioni fondate sulla saggezza derivante dall'esperienza, come nel caso dei nativi americani, credo siano riuscite a realizzare forme abbastanza avanzate di libertà e civiltà, non fondate su costrutti civili particolarme te articolati. Alle volte la cultura può essere utilizzata per costruire gabbie.
LUIGI64 Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 “L’illusione suprema dell’uomo è la sua convinzione di poter fare. Tutti pensano di poter fare... ma nessuno fa niente. Tutto accade.” (G.I. Gurdjieff)
Gaetanoalberto Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 Ora, io non so se sia merito di Bard, ma mi sto sentendo molto più induista e buddista di prima, ed ho scoperto di essere un po' apofatico ma non in forma cronica. Mi succedeva anche durante le lezioni di filosofia del mio amato liceo classico: durante il triennio è stato uno spettacolare succedersi di: finalmente ho capito, ha ragione, anzi, non avevo capito, ora ho capito, ha ragione il successivo, man mano che studiavo gli elementi di base dei filosofi succedutisi nel tempo. Poi, come si sa, non si riesce mai a svolgere tutto il programma, e mi manca il pezzo che ci ha portati a Trump. Dedicandomi al sofismo che si accompagna agli studi giuridici, che portano con sé una certa prosaicitá di cui non riesco a liberarmi, mi ritengo comunque fortunato per non aver studiato economia, che è peggio per definizione, o ingegneria, di cui preferirei non parlare perché poi arriva qualche mio noto amico a castigarmi. Con questi quando tento qualche sofisma non c'è proprio niente da fare, perciò credo che la fede possa attecchire bene.
briandinazareth Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 17 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Eppure alcune tradizioni fondate sulla saggezza derivante dall'esperienza, come nel caso dei nativi americani, credo siano riuscite a realizzare forme abbastanza avanzate di libertà e civiltà insomma, molta della mitologia su queste società pacifiche e un po' fricchettone non sembra sia vera. c'era un po' di tutto ovviamente, centinaia di tradizioni diverse, ma non pare che fossero nel complesso poco violente o particolarmente libere.
Savgal Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 VOLTAIRE - POEMA SUL DISASTRO DI LISBONA (o dell’esame dell’assioma Tutto è bene) Traduzione italiana di Francesco Tanini Poveri umani! e povera terra nostra! Terribile coacervo di disastri! Consolatori ognor d’inutili dolori! Filosofi che osate gridare tutto è bene, venite a contemplar queste rovine orrende: muri a pezzi, carni a brandelli e ceneri. Donne e infanti ammucchiati uno sull’ altro sotto pezzi di pietre, membra sparse; centomila feriti che la terra divora, straziati e insanguinati ma ancor palpitanti, sepolti dai lor tetti, perdono senza soccorsi, tra atroci tormenti, le lor misere vite. Ai lamenti smorzati di voci moribonde, alla vista pietosa di ceneri fumanti, direte: è questo l’effetto delle leggi eterne che a un Dio libero e buono non lasciano la scelta? Direte, vedendo questi mucchi di vittime: fu questo il prezzo che Dio fece pagar pei lor peccati? Quali peccati? Qual colpa han commesso questi infanti schiacciati e insanguinati sul materno seno? La Lisbona che fu conobbe maggior vizi di Parigi e di Londra, immerse nei piaceri? Lisbona è distrutta e a Parigi si balla. Tranquilli spettatori, spiriti intrepidi, dei fratelli morenti assistendo al naufragio voi ricercate in pace le cause dei disastri; ma se avvertite i colpi avversi del destino, divenite più umani e come noi piangete. Credetemi, allorquando la terra c’inghiotte negli abissi innocente è il lamento e legittimo il grido: ovunque avvolti in una crudele sorte, in furori malvagi e imboscate mortali, subendo l’attacco di tutti gli Elementi: compagni dei miei mali, possiamo pur lamentarci. E’ l’orgoglio, direte, il ripugnante orgoglio che ci fa dir che il mal poteva esser minore. Interrogate, orsù, le sponde del mio Tago, frugate, orsù, fra le macerie insanguinate, chiedete ai moribondi, in preda a gran terrore, se è l’orgoglio che grida: “aiutami o cielo! O ciel, pietà per le miserie umane!” “Tutto è bene , voi dite, e tutto è necessario”. Senza questo massacro, senza inghiottir Lisbona, l’universo peggior sarebbe dunque stato? Siete davvero certi che la causa eterna che tutto può, che tutto sa, creando per se stessa non poteva gettarci in questi tristi climi senza accenderci sotto dei vulcani? Così limitereste la potenza suprema? D’esser clemente allor le impedireste? Non ha forse l’eterno artigian nelle sue mani Mezzi infiniti adatti ai suoi disegni? Umilmente vorrei, senza offendere il Signore, che questo abisso infiammato di zolfo e salnitro, avesse acceso il fuoco in un deserto; rispetto Dio, ma amo l’universo. Se l’uomo osa dolersi di un sì terribile flagello non è perché è orgoglioso, ahimè, ma sofferente . I poveri abitanti di queste desolate rive, tra gli orrendi tormenti sarebber consolati se qualcun gli dicesse: “Sprofondate e morite tranquilli, le vostre case per il bene del mondo son distrutte; altre mani costruiranno altri palazzi; altra gente avrà i muri che qui oggi vedete cader; il Nord si arricchirà delle vostre odierne perdite, i vostri mali d’oggi sono un ben sul piano generale; agli occhi di Dio uguali siete ai vili vermicelli di cui sarete preda nel fondo della fossa”? Orribile linguaggio per degli infortunati! Crudeli! Non aggiungete oltraggio al mio dolore! Non opponete più alla mia angoscia le immutabili Leggi di Necessità: questa catena di corpi, di spiriti e di mondi. O sogni dei sapienti! O abissali chimere! Dio tiene in man la catena e non è incatenato; Dalla sua saggia scelta tutto è stabilito: Egli è libero, giusto e affatto implacabile. Perché dunque soffriam sotto un Signore equanime? Ecco il nodo fatal che scioglier si doveva. Osando negarli guarirete i mali nostri? Le genti tremebonde sotto una man divina Del mal che voi negate han cercato il perché. Se la legge che da sempre governa gli elementi può far cader le rocce con lo spirar dei venti, se le querce frondute s’incendian con la folgore, pur non avvertono i colpi che le atterrano; ma io vivo, io sento ed il mio cuore oppresso chiede soccorso al creatore Iddio; suoi figli, sì, ma nati nel dolore, tendiam le mani al nostro unico padre. Il vaso, si sa, non domanda al vasaio: perchè mi facesti così vil, caduco e grossolano? Esso non può parlare né pensare: quest’urna che si forma, che a terra cade in pezzi dall’artigian non ricevette un cuore per anelare il bene ed avvertire il male. Il suo mal, dite voi, è il ben di un altro… Il mio corpo insanguinato darà vita a mille insetti. Quando la morte pon fine ai mali che ho sofferto, un bel conforto è quello di andare in pasto ai vermi! Squallidi disquisitori delle miserie umane, anziché consolarmi, le mie pene rendete ancor più amare; e in voi non vedo che lo sforzo impotente di indomito ferito che vuol dirsi contento. Del tutto io non son che un picciol pezzo: è ver; ma gli animali condannati a vivere, tutti soggetti ad una stessa legge, vivono nel dolore e muoion come me. L’avvoltoio avvinghiata la timida preda lieto si pasce delle sue carni insanguinate: tutto sembra andar bene per lui; ma ben presto, a sua volta, un’aquila dal becco tagliente divora l’avvoltoio. L’uomo colpisce col piombo micidial l’aquila altera, finché lui stesso, in battaglia, disteso sulla polvere, sanguinante e trafitto dai colpi, con altri moribondi, serve da cibo orrendo agli uccelli rapaci. Così del Mondo intero tutti i viventi gemono, nati per il dolor, si dan l’un l’altro morte. E voi ricomponete, da questo caos fatale, dal male di ogni essere, la gioia generale? Quale felicità! o debole e misero mortale! “Tutto è bene” gridate con stridula voce: l’universo vi smentisce, e il vostro stesso cuore cento volte ha smentito il vostro errore. Elementi, animali, umani tutto è in guerra. Confessiamolo pure, il male è sulla terra: la ragione profonda è sconosciuta. Dall’autor d’ogni ben provenne il male? È forse il nero Tifone, il barbaro Arimanno che con legge tirannica al male ci condanna? La mente non ammette questi mostri odiosi, che il mondo tremebondo degli antichi aveva fatto Dei. Ma come concepire un Dio, la bontà stessa, che prodigò i suoi beni alle creature amate, che poi versò su loro i mali a piene mani? Qual occhio penetrar può i suoi profondi fini? Dall’Essere Perfetto il mal non poté nascere; Non può venir da altri, ché solo Dio è Padrone. Eppure esiste. O tristi verità! O strano intreccio di contraddizioni! Un Dio venne a consolar la nostra razza afflitta, la terra visitò senza cambiarla. Un sofista arrogante sostien che nol poté; lo poteva, afferma un altro, ma non l’ha voluto. Lo vorrà, senza dubbio; ma mentre ragioniamo, folgori sotterranee inghiottono Lisbona, e di trenta città disperdon le rovine, dal greto insanguinato del Tago a Gibilterra. O l’uom nacque colpevole e la sua razza Iddio punisce; o il Padrone assoluto del mondo e dello spazio, senza collera e senza pietà, tranquillo e indifferente, contempla del suo primo voler gli eterni effetti; o la materia informe, ribelle al suo padrone, porta con sé i difetti, com’essa necessari; o Dio vuol metterci alla prova, ed il mortal soggiorno altro non è che un misero passaggio al mondo eterno. Patiamo qui dolori passeggeri; la morte è un bene che alle nostre miserie pone fine; ma quando usciremo da quest’orrendo passaggio chi di noi potrà dir di meritare la felicità? Quale che sia la nostra decisione, c’è da tremare infatti: nulla conosciamo e nulla è senza tema. Muta è Natura e invan la interroghiamo: ci occorre un Dio che parli all’uomo; spetta a lui di spiegar l’opera sua, di consolare il debole e illuminare il saggio. Al dubbio abbandonato e all’error, senza il suo aiuto, l’uomo invan cercherà il sostegno di un bastone. Leibnitz non spiega con quali oscuri fili nel più ordinato dei possibili universi, un disordine eterno, un caos di sventure, al nostro vano piacer dolor reale intrecci; né mi spiega perchè, come il colpevole, pur l’innocente debba subire il male senza scampo; né capisco perché tutto sia bene: ahimè! come un dottor io son che non sa niente. Sostien Platone che l’uomo un dì fu alato col corpo invulnerabile ai colpi mortali; il dolore, la morte mai si avvicinavano al suo stato di grazia, così diverso dall’odierno stato! Si aggrappa, soffre, muore; ciò che nasce è destinato a perire; Della distruzione la natura è l’impero. Un debole composto di nervi e di ossa non può non risentir del turbinìo del mondo; questo misto di polvere, liquidi e di sangue fu impastato perché si dissolvesse; e i pronti sensi di nervi tanto vivi fur soggetti al dolor che poi gli dà la morte. È questo che m’insegna la legge di Natura. Abbandono Platone, respingo Epicuro . Bayle ne sa più di tutti: lo vado a consultare: bilancia alla mano, Bayle insegna a dubitare; saggio e grande abbastanza per non aver sistemi, li ha tutti distrutti, mettendo in discussione anche se stesso: in ciò simile al cieco esposto ai Filistei che cadde sotto i muri abbattuti con sue mani. Che può dunque lo spirito vedere all’orizzonte? Nulla: ché il libro del Destin si chiude alla sua vista. L’uomo, estraneo a se stesso, all’uomo è sconosciuto. Che sono? dove sono? dove vado? e donde vengo? Atomi tormentati in questo ammasso di fango, che la morte inghiotte e la cui sorte è in gioco; ma atomi pensanti, atomi i cui occhi guidati dal pensiero han misurato i cieli: con tutto il nostro essere tendiamo all’infinito, eppure non riusciamo a conoscere noi stessi . Questo mondo, teatro dell’orgoglio e dell’errore, di disgraziati è pieno che credon tutto bene. Ognun si duole e geme mentre il bene cerca; nessuno vuol morir, rinascere nemmeno. Eppur nei giorni destinati al dolore, le lacrime asciughiamo col piacere; ma il piacere svanisce e passa come un’ombra, mentre le pene, le perdite e i rimpianti sono tanti. Il passato non è che spiacevole ricordo, oscuro è il presente se non c’è avvenire, se il nulla sepolcrale distrugge l’io pensante. Tutto ben sarà un giorno: è questa la speranza; tutto oggi è bene: è questa l’illusione. I saggi mi ingannavan, solo Dio ha ragione. Umile nei miei sospiri, prono nei miei dolori, non me la prendo con la Provvidenza. Di men lugubre umor fui visto un tempo dei dolci piaceri cantar le leggi seducenti. È cambiato col tempo il mio costume ed in vecchiaia, partecipe di umana e malintesa debolezza, cercando un po’ di luce nella notte oscura, non posso che soffrire senza dir parola. Una volta un Califfo, alla fin di sua vita, al Dio che adorava rivolse una preghiera: “Ti porto, unico Dio, che limiti non hai, quel che non hai nel tuo potere immenso: i difetti, i rimpianti, il male e l’ignoranza.” Ma aggiungere poteva: la speranza. 1
Panurge Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 2 minuti fa, briandinazareth ha scritto: su queste società pacifiche e un po' fricchettone Si è passati, nell'immaginario, dagli indiani di "sentieri selvaggi " a quelli di "balla coi lupi", la realtà era un po' più complicata.
Uncino Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 @LUIGI64 Le risposte delle IA, almeno per la loro generazione attuale, non sono utilizzabili 1:1 nelle discussioni di alto livello. Occorre necessariamente farle proprie e rielaborarle integrandole con il proprio punto di vista. Non che le IA non siano realmente intelligenti, sono in grado di produrre in modo autonomo una informazione superiore a quella in loro possesso, quindi tecnicamente sono intelligenti, però il loro pensiero ha una spiccata tendenza ad essere più compilativo che interpretativo. Più avanti saranno certamente sostitutive della mente umana, ma al momento sono solo integrative.
LUIGI64 Inviato 21 Dicembre 2023 Inviato 21 Dicembre 2023 @Uncino sono d'accordo circa i limiti della IA Ma non è che io abbia posto quesiti così casuali...eh ☺️
Messaggi raccomandati