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Auto elettrica : l'inquinamento generato nel "ciclo di vita" di una elettrica e' superiore o inferiore ad una termica?


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Inviato

beh, io ho circa un 4 ettari che possono essere messi a fieno da subito.

mica lo suggerivo a caso eh

i calessi torniamo a farli qua

Inviato
1 minuto fa, audio2 ha scritto:

beh, io ho circa un 4 ettari

Ettali. 

 

Alberto 

Inviato
Il 5/1/2024 at 18:58, bic196060 ha scritto:

e lo sappiamo vero che l'energia non si può stoccare vero?

😱😱😲😲 

pazzesco. 

cosa sono le auto elettriche se non un enorme sistema di stoccaggio di energia prodotto a tempo zero ed usata nei giorni, settimane successive? ed è solo un banale esempio di energia stoccata. Cosa è l’elettrolisi dell’acqua con energia rinnovabile per avere idrogeno da ricombinare successivamente? 

Cosa è il pompare acqua da un bacino basso ad uno alto di giorno, col sole, per riottenere idroelettrico di notte? 

 

Ce ne sono, tra termica, elettrica, meccanica e chimica svariate decine di esempi di sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica.

  • Melius 1
Inviato

@Jack Prendiamola a ridere... La Fisica e la Chimica, queste sconosciute... 

Inviato

@qzndq3 @Jack
 

9 ore fa, qzndq3 ha scritto:

@Jack Prendiamola a ridere... La Fisica e la Chimica, queste sconosciute... 

o ci fate o ci siete. Quello che è sconosciuto è evidentemente come funzionano le reti di produzione e distribuzione dell'energia elettrica.

Scrivo che non si può per semplificare. Si può in percentuali basse, in modo inefficiente, ingombrante e molto costoso.

Il sistema di produzione di energia elettrica si basa su un equilibrio continuo tra l'energia prodotta e quella consumata, di fatto in tempo reale. Lo sa chiunque sa come funzionano le reti di distribuzione elettrica.

Il problema del recupero della energia elettrica prodotta in eccesso, problema che si pone da sempre nelle centrali in cui la produzione NON può essere controllata completamente dall'uomo, ma dipende da fattori non controllabili (disponibilità di acqua, di vento, di sole ... in quel preciso momento quando mi serve immettere nella rete energia) si è posto da subito.

Ma la soluzione sostanzialmente non c'e'.

Si cerca di recuperare una parte dell'energia elettrica prodotta in eccesso, principalmente usandola per alimentare pompe per ripompare acqua a monte nei bacini idroelettrici (si ritrasforma l'energia elettrica prodotta in eccesso in energia potenziale rimandando massa d'acqua in bacini in quota ... inutile ricordare che in ogni processo di trasformazione ci sono perdite). Ad oggi è il principale, in termini percentuali praticamente l'unico, vero sistema per riutilizzare l'energia prodotta in eccesso in una centrale. Ma è una quota risibile. 

Le centrali termiche o nucleari, modulano la produzione sull'assorbimento della rete, mica si pensa a immagazzinare l'energia elettrica prodotta in batterie.

 

Va beh, questo è.

 

 

 

Come viene stoccata l’energia rinnovabile
A livello globale, più del 90 per cento dello stoccaggio dell’energia avviene attraverso sistemi di pompaggio idroelettrico. In breve, l’energia “in eccesso” (quella che non viene impiegata nell’immediato) viene usata per pompare dell’acqua in un serbatoio sopraelevato e, in caso di bisogno, viene rilasciata attraverso delle turbine per produrre energia. Il costo varia sensibilmente in base al luogo e alla grandezza dell’impianto, e l’efficienza di questo metodo è pari al 78-82 per cento: vale a dire che alla fine “avremo indietro” circa il 20 per cento in meno dell’energia che avevamo immagazzinato. 

Se la crisi climatica renderà la siccità più frequente, però, per alcuni Paesi sarà evidentemente difficile continuare ad affidarsi a questa tecnologia. Da qualche anno si parla anche del cosiddetto accumulo gravitazionale. In questo caso l’energia in eccesso viene usata per attivare dei motori elettrici che, su una apposita torre, sollevano dei grandi blocchi di materiale che, quando serve, vengono scaricati a terra generando energia cinetica. L’efficienza è del 90 per cento. 

La compagnia svizzera EnergyVault sta costruendo un impianto di questo tipo in Cina, che però avrà una capacità di stoccaggio di soli 100 Megawattora (MWh): non abbastanza. È sempre la fisica Hossenfelder a sottolineare che per raggiungere l’obiettivo globale di 1 PWh avremmo bisogno di 10 milioni di impianti come questo.

Un’altra alternativa, che ha del potenziale, è lo stoccaggio tramite aria compressa o liquida. Quando serve, l’aria precedentemente compressa o liquefatta tramite impianti appositi viene liberata dai serbatoi e fatta tornare allo stato gassoso: l’espansione di volume attiva delle turbine che generano energia. La prima centrale al mondo che usa questo metodo è entrata in funzione nel 2018 in Inghilterra, sebbene l’efficienza stimata di questa tecnologia non sia delle migliori: nella peggiore delle ipotesi, si rischia di perdere il 60 per cento dell’energia inizialmente immagazzinata. L’efficienza è bassa anche nel caso dello stoccaggio termico (30-60 per cento) o a idrogeno (25-45 per cento). Quest’ultima tecnologia è comunque discretamente popolare, perché è significativamente più economica rispetto alle altre.

Le batterie agli ioni di litio sono la soluzione?
Un altro metodo di stoccaggio, che negli ultimi anni ha subìto un deciso incremento, sono le batterie agli ioni di litio. In Italia sono particolarmente diffuse. Secondo il report di Federazione ANIE, al 30 giugno 2022 risultano installati sul territorio nazionale 122.279 sistemi di accumulo per l’energia (a fine 2021 erano poco più di 75mila), per una capacità massima di 1361 MWh ai quali vanno aggiunti i 250 MWh degli impianti di Terna. La tecnologia più diffusa, si legge nel documento, è proprio quella a base litio: 98,5 per cento del totale.

Le batterie agli ioni di litio durano una decina d’anni e hanno un’efficienza dell’80-95 per cento, ma hanno costi elevati. Inoltre, il litio è un minerale conteso e la sua estrazione, oltre a richiedere circa 250 litri di acqua al minuto, è spesso osteggiata dalle comunità locali. Da ultimo, l’uso di batterie agli ioni di litio comporta delle emissioni di anidride carbonica legate alla loro realizzazione, ricarica (per almeno 400 volte) e smaltimento finale. Immaginando di usare questo sistema di stoccaggio in un impianto eolico, la produzione di energia generata dal vento avrebbe un’impronta carbonica undici volte maggiore. Un analogo aumento si ottiene se questa tecnologia di stoccaggio è abbinata al solare. Nonostante questo, però, entrambi i casi continuano a essere preferibili rispetto ai combustibili fossili. 

In Italia la capacità di accumulo cresce, ma la strada è lunga
In Italia, come accennato, le installazioni dei sistemi di accumulo sono in netta e significativa crescita, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). Il 99,9% degli impianti di accumulo in Italia risulta abbinato al fotovoltaico, di cui il 97 per cento è di taglia residenziale. La maggior parte si trova in Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna. 

Tra le Regioni con più unità installate quest’anno c’è la Toscana: +476 per cento rispetto al primo semestre del 2021. Oltre alle batterie a ioni di litio, una piccola quota (1,1 per cento) dei sistemi usati in Italia è rappresentata dalle batterie a base piombo, una vecchia tecnologia più economica ma di capacità inferiore rispetto alle batterie al litio. I sistemi di accumulo ad aria compressa, invece, sono una decina. Il report ANIE, che include i dati Terna, segnala inoltre che in questi mesi del 2022 è entrato in funzione un terzo sistema di accumulo abbinato a una centrale termoelettrica, per una capacità di 10 MWh, mentre restano fermi a quota due i sistemi di accumulo abbinati a impianti eolici.Secondo Federazione ANIE, la notevole crescita di installazioni del primo semestre del 2022 è dovuta al Superbonus 110 per cento e alle varie detrazioni fiscali. Se è così, c’è da aspettarsi un’ulteriore crescita nell’immediato futuro: nella legge di bilancio è stata inserita un’agevolazione che, in alternativa al bonus del 50 per cento e allo sconto in fattura, permette di ottenere un credito di imposta che può arrivare a coprire il totale della spesa di acquisto di un sistema di accumulo per l’impianto fotovoltaico, che sia nuovo o già in attività.

 

https://www.linkiesta.it/2022/08/problemi-stoccaggio-energia-rinnovabile/#:~:text=Come viene stoccata l'energia,attraverso sistemi di pompaggio idroelettrico.

 

Inviato

da:

https://www.e-distribuzione.it/progetti-e-innovazioni/smart-grids/stoccaggio-dell-energia.html

 

"La capacità di "immagazzinare" l'energia prodotta da fonti rinnovabili si sta dimostrando uno dei fronti più significativi nell'evoluzione in chiave smart della rete di distribuzione.

Uno dei grandi limiti dell'elettricità, infatti, è la difficoltà di accumularla. A differenza di altre risorse o prodotti, non è possibile produrre elettricità e conservarla, ma in ogni istante deve esserci equilibrio tra consumo e produzione di energia.

I sistemi di accumulo dell'energia elettrica (electrical energy storage systems) consentono di convertire l'energia in una forma accumulabile, conservarla sotto questa forma e poi riconvertirla risolvendo il problema dello stoccaccio dell'energia. Essi sono storicamente disponibili ma con caratteristiche e costi poco adattabili alle reti di distribuzione o agli impianti di utenza (si pensi, ad esempio, agli enormi impianti idroelettrici di produzione e pompaggio)...."

 

il resto leggetelo dal link....

 

E si chimica e fisica queste sconosciute... perchè qui sul forum di Melius abbiamo quelli che sanno tutto.

ah ahahaha ah ah ah!!!

 

 

 

 

Inviato
16 ore fa, bic196060 ha scritto:

o ci fate o ci siete

Tu il 5 Gennaio 24 alle 18:58 hai scritto: "lo sappiamo vero che l'energia non si può stoccare vero?"

Il che è palesemente falso. Infatti hai scritto tuo post successivo che è possibile rinnegando quello che avevi scritto precedentemente.

Poco conta che lo avresti scritto per semplificare, o è o non è e tu hai scritto che non è.


Al limite può essere non semplice o non efficiente o poco rilevante, ma è possibile.

Per inciso difficoltà, inefficienza e irrilevanza quantitativa non riguardano lo stoccaggio inerente l'energia elettrica prodotta da idroelettrico, infatti è prossima all'80% e, solo a titolo di esempio, in centrali idroelettriche non troppo distanti da casa mia fino a quando la siccità non ha iniziato a farla da padrona, veniva recuperato il 50% dell'energia in eccesso prodotta di notte.

16 ore fa, bic196060 ha scritto:

E si chimica e fisica queste sconosciute... perchè qui sul forum di Melius abbiamo quelli che sanno tutto.

ah ahahaha ah ah ah!!!

Ho superato "qualche" esame di Fisica e "qualche" di Matematica e come me molti forumer.

Per quanto riguarda Chimica arrivo alle ossido-riduzioni. Mi manca Meccanica Quantistica, vedrò di rimediare.

 

16 ore fa, bic196060 ha scritto:

ah ahahaha ah ah ah!!!

Risus abundat in ore stultorum

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inviato

@qzndq3

1: a ridere sei stato il primo, quindi trovo sensazionale la tua reprimenda "Risus abundat in ore stultorum"

Il 8/1/2024 at 14:59, qzndq3 ha scritto:

Prendiamola a ridere... La Fisica e la Chimica, queste sconosciute... 

2: se non sei in grado di capire in una discussione seria il significato CONCRETO della frase "non si può stoccare" nel contesto di cui parliamo ... che dire...è un problema tuo. Peraltro la stessa cosa valla a spiegare a chi lo fa di mestiere e che scrive esattamente la stessa cosa (semplificando e contando su una capacità di interpretare ciò che si legge almeno media):

"A differenza di altre risorse o prodotti, non è possibile produrre elettricità e conservarla, ma in ogni istante deve esserci equilibrio tra consumo e produzione di energia."

https://www.e-distribuzione.it/progetti-e-innovazioni/smart-grids/stoccaggio-dell-energia.html

 

3: 

2 ore fa, qzndq3 ha scritto:

Ho superato "qualche" esame di Fisica e "qualche" di Matematica e come me molti forumer.

quanta supponenza inutile. Vedi punto 2 sopra. Qualche dubbio lo legittima.

 

Comunque continuo a vedere un atteggiamento da hooligan.

Ve lo ho detto: quando e se la tecnologia sarà adeguata, non ci sarà bisogno di supponenti guru de noiartri, la gente le cose che servono, se può, le compra o se le procura. Io per primo.

 

E poi: 

@Jack che spiega a tutti quanto è da stupidi (è esattamente quello che dice in molti interventi sui vari 3d) sia il non comprare un'auto elettrica, dovrebbe spiegarci come mai ad oggi non la ha ancora comprata. O no?

PS un'altro pò che aspetta e mi sa che alla fine ne comprerò una io prima di lui ... :classic_biggrin:

 

Inviato
41 minuti fa, bic196060 ha scritto:

1: a ridere sei stato il primo, quindi trovo sensazionale la tua reprimenda "Risus abundat in ore stultorum"

constatazione, non reprimenda

41 minuti fa, bic196060 ha scritto:

se non sei in grado di capire in una discussione seria il significato CONCRETO della frase "non si può stoccare"

prima di essere e continuare ad essere aggressivo ed offensivo dovresti farti delle domande, il senso concreto di "non si può fare qualcosa" è che "non si può fare"

41 minuti fa, bic196060 ha scritto:

quanta supponenza inutile. Vedi punto 2 sopra. Qualche dubbio lo legittima.

Comunque continuo a vedere un atteggiamento da hooligan.

hai descritto esattamente il tuo atteggiamento

41 minuti fa, bic196060 ha scritto:

Ve lo ho detto: quando e se la tecnologia sarà adeguata, non ci sarà bisogno di supponenti guru de noiartri, la gente le cose che servono, se può, le compra o se le procura.

Rileggi i miei post, è quanto continuo a scrivere e ripetere da quando abbiamo iniziato a discutere di autotrazione elettrica, pertanto il "ve lo ripeto" cortesemente lo rivolgi a chi vuoi, ma non a me. Per tua informazione, visto che continui a non volerlo capire, non ho un'auto elettrica e non intendo acquistarla a breve, se non come terza auto in famiglia ad uso esclusivamente cittadino, per tutta una serie di motivi che ho già più volte espresso.

 

Inviato
2 ore fa, bic196060 ha scritto:

che spiega a tutti quanto è da stupidi (è esattamente quello che dice in molti interventi sui vari 3d) sia il non comprare un'auto elettrica, dovrebbe spiegarci come mai ad oggi non la ha ancora comprata. O no?

punto uno, l’ho scritto 10 volte cosa sto aspettando, anche ieri. 

punto due, non sono catzi tuoi. Chi sei? cosa vuoi?

compra quel che ti pare cosa vuoi che mi freghi

Inviato

 

Riporto questo articolo sul costante incremento del prezzo dell'uranio, come contributo sul tema di cosa voglia dire, dal punto di vista ecologico COMPLESSIVO, ipotizzare una conversione all'elettrico con conseguente crescita esponenziale dei consumi.

Si gioca sul fatto, vero, che una centrale nucleare non "inquina" (o comunque molto meno di altri tipi di centrale).

Si sorvola sul problema, irrisolto, delle scorie radioattive e dell'impatto del ciclo di vita dell'impianto.

Senza parlare del problema strategico della materia prima, di cui questo articolo.

 

https://www.finanzaonline.com/notizie/uranio-sempre-piu-in-alto-record-dal-2007-i-motivi-del-rally

 

Uranio sempre più in alto, record dal 2007. I motivi del rally

 di Giulio Visigalli
10 Gennaio 2024 15:58
Non si placa il rally rialzista dell’uranio che nelle ultime sedute ha raggiunto il livello di prezzo più alto dal 2007. In tal senso, il prezzo spot dell’uranio ha raggiunto oggi i 93,70 dollari alla libbra, un prezzo più che raddoppiato dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Ma non solo, secondo molti analisti la cavalcata rialzista dell’uranio è destinata a non fermarsi qui, con il mercato che rimane sotto pressione a causa dell’aumento della domanda a fronte però di un’offerta che rimane limitata.


In questo articolo vediamo quali sono i motivi che hanno spinto al rialzo il prezzo dell’uranio, quali sono i maggiori produttori/utilizzatori e quali i livelli da monitorare nei prossimi mesi.

Indice
Uranio, i motivi del rally
L’aumento della domanda
La riduzione dell’offerta
L’uranio come risorsa strategica
I maggiori produttori e utilizzatori
L’andamento grafico dell’uranio
Balzano le società legate all’uranio
Uranio, i motivi del rally
Come dicevamo, negli ultimi giorni il prezzo dell’uranio si è riportato su livelli di prezzo che non vedeva da ben diciassette anni, ma quali sono i motivi che hanno alimentato il rally a cui stiamo assistendo?

I principali fattori che nell’ultimo biennio hanno infiammato le quotazioni dell’uranio sono:

L’aumento della domanda
La crisi energetica scaturita dallo scoppio della guerra in Ucraina ha aumentato notevolmente la domanda di energia nucleare (una fonte di energia pulita) e con essa è aumentata anche la domanda di uranio. La Russia detiene infatti notevoli riserve di uranio, ma in seguito all’invasione dell’Ucraina, le società statunitensi ed europee hanno iniziato a rifornirsi al di fuori della Russia e ciò ha contribuito all’aumento di prezzo dell’ultimo anno.

A differenza di altre materie prime, gli alti prezzi dell’uranio non stanno frenando la domanda in quanto le centrali nucleari, per soddisfare la domanda di elettricità, devono lavorare 24 ore su 24, con il costo dell’uranio che è una componente relativamente piccola dei costi operativi degli impianti nucleari.

L’altro fattore (collegato al fattore precedente) è la crescente spinta verso la transizione energetica, con la maggiore attenzione verso la decarbonizzazione che ha portato ad un rinnovato interesse per l’energia nucleare, una fonte di energia a basse emissioni di carbonio.


Ciò è segnalato anche dall’ultimo rapporto della Bank of America Global Research, che ha segnalato che il rally dell’uranio è stato guidato dalla domanda da parte delle utility, che lo scorso anno (secondo UxC, la principale società di analisi del mercato dei combustibili nucleari) hanno acquistato quasi 160 milioni di libbre di uranio, il volume annuale più alto dal 2012.

La riduzione dell’offerta
L’altro elemento che ha innescato il recente rialzo dell’uranio è rappresentato dalla scarsità dell’offerta, con la produzione di uranio che negli ultimi anni è diminuita a causa di una serie di fattori, tra i quali la chiusura di alcune miniere e l’incertezza normativa. Da questo punto di vista, secondo i dati della U.S. Energy Information Administration, le riserve commerciali di uranio detenute dalle utility statunitensi sono in calo dal 2016, mentre in Europa sono in costante diminuzione dal 2013.

Ci sono infatti diversi rischi di approvvigionamento dell’uranio e un esempio eclatante in tal senso è rappresentato dal Niger (uno dei maggiori esportatori mondiali di uranio), dove il colpo di stato dello scorso anno ha praticamente paralizzato le esportazioni di uranio del Paese. Teniamo presente che nel 2022 il Niger era il secondo esportatore di uranio per l’Europa.


Ma questi fattori potranno continuare a sostenere i prezzi dell’uranio, che secondo alcuni analisti si stanno avvicinando rapidamente al punto in cui potrebbero incidere sulle spese generali delle centrali nucleari. In tal senso, secondo le stime della World Nuclear Association, il prezzo dell’uranio deve prima superare i 100 dollari alla libbra e rimanervi per un certo periodo di tempo prima di avere un impatto considerevole sui costi operativi delle centrali.

L’uranio come risorsa strategica
La crisi climatica e la recente crisi energetica scoppiata in Europa, hanno evidenziato ulteriormente l’importanza di avere un adeguato mix energetico per sostenere le attività produttive in ogni situazione. Ecco che in questo contesto torna l’attenzione sull’uranio dato che è la principale fonte di combustibile per le centrali nucleari.

Ricordiamo che l’energia nucleare è una fonte di energia pulita che non produce emissioni di carbonio e può quindi aiutare i diversi Paesi a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Teniamo inoltre in considerazione che con l’aumento della popolazione mondiale è aumentata costantemente la richiesta globale di energia, e quindi l’uranio diventa una risorsa strategica per soddisfare questa crescente domanda e garantire la stabilità degli approvvigionamenti.


Per questi motivi l’uranio è considerato sempre più una risorsa strategica e se il rally dovesse continuare anche nei prossimi mesi allora diventerà ancora più importante a livello strategico.

Tuttavia, l’energia nucleare continua a restare una fonte di energia controversa, a causa dei rischi associati agli incidenti nucleari e non mancano le sfide ambiziose per il settore, come la gestione sicura dei rifiuti nucleari e la preoccupazione di molti osservatori per la proliferazione nucleare.

I maggiori produttori e utilizzatori
L’uranio è un elemento abbastanza raro, ma anche se è presente in tutto il mondo non viene estratto in tutte le aree in quanto ha dei costi di estrazione molto alti.

I maggiori produttori di uranio sono il Kazakistan, il Canada, l’Australia e la Russia. Altri importanti produttori ed esportatori di uranio includono paesi come la Namibia, il Niger, l’Uzbekistan, la Cina e gli Stati Uniti.


I maggiori utilizzatori di uranio sono logicamente le nazioni che usano maggiormente l’energia nucleare e tra questi troviamo la Francia, la Cina, la Russia, gli Stati Uniti e il Giappone.
La Francia dispone infatti di una delle infrastrutture nucleari più avanzate in Europa, infatti, il 70% del suo mix energetico derivato dal nucleare, motivo per cui è fondamentale per il paese guidato da Macron avere un accesso rapido all’uranio.

L’andamento grafico dell’uranio
Nel grafico su time frame mensile qui sotto possiamo vedere l’andamento dal 2007 dell’uranio. Come vediamo, la tendenza dell’uranio, dopo essere rimasta ribassista per parecchi anni, con lo scoppio della pandemia nel 2020 (e ancor più dallo scoppio del conflitto in Ucraina) ha invertito la direzione, innescandosi in una sorprendente cavalcata rialzista.

I prezzi dell’uranio sono infatti passati nel giro di poco tempo (2020 ad oggi) da poco più di 20 dollari alla libbra fino agli attuali 93 dollari/libbra, con un balzo di circa il +280%.

Ora le quotazioni dell’uranio hanno messo nel mirino il raggiungimento della successiva resistenza statica in area 100 dollari alla libbra, mentre in caso di un ritorno della debolezza l’area supportiva più importante è a quota 70 dollari/libbra.


Per quanto riguarda i target, gli analisti della BofA Global Research prevedono che i prezzi spot dell’uranio raggiungeranno i 105 dollari la libbra quest’anno, per poi tornare sui 115 dollari la libbra nel 2025.

Balzano le società legate all’uranio
La recente tendenza dell’uranio sta mostrando i suoi effetti anche sulle società che sono connesse a questa preziosa materia prima. Da questo punto di vista, il prezzo di società minerarie come Cameco, che ha guadagnato il 71% negli ultimi 12 mesi, ma anche i fondi che detengono la materia prima fisica, come Sprott Physical Uranium Trust e Yellow Cake, che nell’ultimo anno hanno guadagnato rispettivamente il 74% e il 58%.

Buone performance anche per NexGen Energy e Uranium Energy.

 

Inviato
Il 9/1/2024 at 19:50, qzndq3 ha scritto:

Per tua informazione, visto che continui a non volerlo capire, non ho un'auto elettrica e non intendo acquistarla a breve, se non come terza auto in famiglia ad uso esclusivamente cittadino, per tutta una serie di motivi che ho già più volte espresso.

Quindi abbiamo la stessa posizione, io la vedo nello stesso modo.

Forse la differenza, se differenza c'e', è che io, anche se quando sarà il momento di cambiare l'utilitaria valuterò seriamente una elettrica, non lo farò perchè penso che sia la strada per aiutare il pianeta, non ci credo.

Lo farò perchè probabilmente non avrò alternative.

O magari si chissà?

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