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Melius Club

Negli ultimi dieci anni sono spariti dalle città 111mila negozi.


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briandinazareth
Inviato
2 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Praticamente la descrizione di tutte le catene che riempiono i CC di tutte le città del mondo e che, evidentemente, reggono il colpo 

 

economia di scala, infatti i ricarichi sono limitati. 

 

Inviato

Il commercio online (Amazon, ebay ecc.) e’ oggettivamente molto più efficiente, sicuro e comodo negozio.

E poi trovi tutto.

Diverso e’ se il negozio ti offre anche un servizio (ad esempio consulenza software, prodotti realizzati su misura ecc.) ma questo e’ un altro discorso.

Non possiamo tornare indietro che la Cina già ci sta quasi mangiando in testa, spiace per i piccoli commercianti ma si devono ri-convertire, cercando di competere su quello che manca alla grande distribuzione.

Muddy the Waters
Inviato

A Milano molti negozi tradizionali hanno chiuso in favore di negozi cinesi, asiatici e islamici.

Devo dire che in questi negozi, oltre a competenza, professionalità e cortesia, trovi articoli a prezzi decisamente competitivi, inoltre fanno tutti lo scontrino e con la garanzia nessun problema.

In Paolo Sarpi i cinesi parlano pure in dialetto milanese, segno inequivocabile di integrazione perfetta! Per non parlare delle pizze di Said, nemmeno a Napoli si mangiano così buone!

ascoltoebasta
Inviato
37 minuti fa, Martin ha scritto:

 E' disarmante recarsi in negozio per essere accolti da selve di unghie ricostruite e/o gente la cui competenza accertata è al più quella di far bolle col naso.

....E' l'evoluzione....probabilmente c'era bisogno di questa "evoluzione"....

briandinazareth
Inviato
4 minuti fa, Muddy the Waters ha scritto:

A Milano molti negozi tradizionali hanno chiuso in favore di negozi cinesi, asiatici e islamici.

 

è vero pure questo, ai tempi d'oro un macellaio poteva fare i soldi veri, a volte guadagnando assai più di un medico o un avvocato. 

oggi il mio bangla sottocasa con la sua attività ci campa la famiglia, senza troppe pretese ma dignitosamente, una cosa che non basta più alla maggioranza degli italiani, così come non piace il carico di lavoro (vale anche per panettieri e figure simili)

 

Inviato
6 minuti fa, Muddy the Waters ha scritto:

Devo dire che in questi negozi, oltre a competenza, professionalità e cortesia, trovi articoli a prezzi decisamente competitivi, inoltre fanno tutti lo scontrino e con la garanzia nessun problema.

blues... va bene che l'occasione terzomondista è ghiotta... ma mo' non esagerare però :classic_biggrin:

fan quel che fanno gli altri e si accontentano... diciamo così dai

Inviato
28 minuti fa, audio2 ha scritto:

non tutto è riducile all' efficientismo.

giusto... ma non è una cosa pianificata nel piano quinquennale del politburo... è mercato, se non stanno in piedi chiudono, in alcuni luoghi stanno ancora in piedi (vedi paesini dell'appennino centro meridionale) perchè hanno ancora la funzione che ben è stata illustrata nei post qua in giro.

Inviato
9 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

ai tempi d'oro un macellaio poteva fare i soldi veri,

Bah, ancora adesso! Il mio macellaio lavora uno sproposito, scontrini da 100/200 E., certo ha un

banco di rosticceria e di salumi/formaggi. A certi orari è impossibile entrare.

Inviato
42 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

infatti i ricarichi sono limitati

Su questo avrei qualche dubbio

Inviato
33 minuti fa, Roberto M ha scritto:

l commercio online (Amazon, ebay ecc.) e’ oggettivamente molto più efficiente, sicuro e comodo negozio.

E poi trovi tutto.

Si, ma dipende dalle tipologia di merce.

Nell' abbigliamento ad esempio il negozio fisico ha ancora un'ottima ragion d'essere.

E difatti ce ne sono molti che lavorano, eccome!

La differenza è che una volta bastava una vetrina e la gente comprava,

adesso è molto difficile: devi saper molto bene il tuo mestiere :_Immagine, tipologia di merci e 

clientela, soprattutto dislocazione, ecc.

In più fatichi il doppio per guadagnare meno, ma se ti piace il tuo lavoro e lo fai bene ancora

il negozio funziona.

  • Melius 1
Inviato

Del resto se lavorano ancora i vari Mediaworld e Unieuro con l'elettronica,

che credo sia la cosa che si acquista di più online,

i negozi fisici hanno ancora una ragione.

  • Amministratori
Inviato

non dobbiamo confondere causa ed effetto.i negozietti sono esplosi nelle città dove hanno colonizzto intere strade (a roma, via del corso,  limitrofe, vile libdia e viale eritrea, via cola di rienzo e dintorni, ecc ecc), apert dopo il bomm economico degli anni '60, gestiti da eserventi iprovvisati per i quali ben si addice il nome che gli danno i romani, non commercianti ma bottegari. c'è voluta una legge dello stato e regolamenti comunali digeriti a fatia per ottenere che a luglio ed agosto le città non fossero priv anche dei servizi essenziali.  per non parlare della logica del tutti chiusi o tutti aprti, dura a morire o della proliferazione di negozi simili uno accanto all'altro.Io non sono un tipo da shoppinmg. m a bpoltr mi tocca accompagnarr le amiche, beh, c'è poco da fre, se vado in na strada delo shopping. viste 3 vetrine le hai vite tutte, tutti hanno la stessa roba che da di moda in quel momento e quest non fa bene al commercio. i negozianti a roma hanno condotto una battaglia cointro le aprture dmenicali e fetive, dimenticando che la gente ha solo i giorni delle feste per andare a bighellonare nelle aree di shopping, secondo i commercianti non sono loro a diver essere funzionali alla clientla m la clientela che deve adeguarsi alle loro esigenze. ci sono cose che ha sens comprare on line, altre no ma oggi i negozi di quartiere sono emarginati non da amazon ma dai centri commerciali che spuntani come funghi e dove si ammassano decide di negozi con una serie di servi affiunt9vi (riusoranti bar cnema aree giochi pe bambibim servizi igienic ecc ecc). i sevizi come just eat non fanno perfere clientela a bar e ristoranti, anche l'abbiglimwnto regge pure troppo ben ma qui al solito chi è causa del suo mal pianga se stesso. quando ero ragazzo (hi zie commercianti di abbigliamento) i saldi prevedevano ribassi massimo del 30% e i negozi storici (sorelle adamoli, caccetta ecc) rarament superavano il 20% e c'era la fila. poi sempre per la logica o tutti o nessuno si sono imposti i saldi a periodi fissi, con sconti crescenti e quasto ha portato la clientla a compare non quando serve ma quando ci sono i saldi. 

uni sfotimento dei negozi è inevitabile, io faccio la spesa al supermercato (ne h uno davanti casa) e vado nei negozi di alimentari quando mi serve un qulcosa di specifico (gorgonzola Croce per esempio), l'abbigliamento cerco di comprarlo nei negzi fisici (sperando che non mi dicono ma quest colore quetr'anno proprio non va, vorrei comprare quelli che ni oiace non qyello che va, fd'altra parte nessuna libreria mi direbbe che dante non va si prenda un montalbano).

il fatto che i negoianti siano improvvisati gli impedisce di capire come va il mercato, come devon posizinarsi come devono sceglier ela mere e quali servizi attivare (le mie zie avevano una cliuentela di signore mature, non snelle, della media borghesia, che vestivan classico, loro avevano merce adatta a quel segment di mercato, prodotti di buona quaità ventuti a meno dei negzo del centro, con in più un servixio grtuitom di saroria (erano in 3 e tutte con discrete o buoen caacità sarorariali). invece oggi vedo che i negozi di abbigliamento son pieni di taglie piccole per cinesi aolescenti anoressiche non adatti alle matrone che hanno voglia e capacità di spesa

Inviato

Nella mia zona vedo segni di crisi anche nei grossi centri commerciali: Si moltiplicano i "Moduli" sfitti con le vetrine coperte da poster scimmiottanti merce, il cc più vicino al centro abitato ha visto praticamente tutto il piano superiore trasformato in una pista indoor per go-kart, conoscenti che lavorano nel campo del "conteggio teste" mi dicono che le disdette fioccano, l'offerta food vede un continuo riposizionarsi di prezzi e tipologie alla ricerca disperata di clienti, da all-you-can-eat diventa sushi a-la-carte, poi pizzaltaglio ma-di-quella-buona, tuttomalga, i-sapori-dell-orto, salumi&co.  Il tutto nel gro di pochi anni...

Auchan ha levato le tende, conad subentrato ha dimezzato la superfice, coop rimodula i "punti di presenza"...

Se all'apertura era figo andare a fare "due vasche" al entro commerciale, ora l'impressione è quella dei magazzini GUM in epoca pre-gorbacioviana... 

  • Melius 2
Inviato
2 ore fa, briandinazareth ha scritto:

perché mai dovremmo farlo? 

Si ma a me di tutto questo sai cosa dà fastidio? E' appunto che ci si lamenta perché il centro città non avendo più attività commerciali si sta piano piano spopolando e imbarbarendo. E di questo incolpano prima Amazon e poi i centri commerciali in periferia nonostante di entrambi siano affezionati clienti, l'attimo dopo si lamentano che non ci stanno più negozi in centro ed è diventato triste, tu da che parte ti schieri? Che poi assomiglia molto alle discussioni che faccio con un mio amico beone di bisbocce quando lo sento lamentarsi che le fabbriche di motoseghe (esempio) in Italia chiudono, ma lui la motosega l'ha comprata tirandola giù dallo scaffale del cinese. Che ci sta per l'amor di dio, ma almeno non metterti a pontificare, che poi fa il paio con quelli che vanno al negozio della Nike si provano il tal paio di scarpe, escono magari pure non salutando e aprono la pagina di Amazon scegliendo scarpa e numero preciso. Lo scrivevamo anche anni fa quando non erano le scarpe il soggetto delle ns discussioni, ma magari le Dynaudio o le Wilson ascoltate a Montecatini e poi comprate a Berlino.   

Inviato
3 ore fa, audio2 ha scritto:

 

 

3 ore fa, audio2 ha scritto:

 

 

3 ore fa, audio2 ha scritto:

fatto salvo che anche in centro città è pieno di anzianotti con scarsa mobilità e scarse capacità informatiche non tutto è riducile all' efficientismo

Infatti, escludendo i grandi centri commerciali della periferia nei quali vanno soprattutto i provinciali, le città sono costellate di piccoli supermercati "di vicinato" della GDO, oltre ai tanti negozietti di pakistani e bengalesi. Questi ultimi reggono soprattutto perché fanno orari che nessun italiano accetterebbe mai e campano la famiglia con niente.

Inviato

La speculazione immobiliare,che ha fatto crescere gli affitti,sommata al carico fiscale, han generato una spesa insostenibile.

Rimangono aperte le attività che vendono la loro manodopera,che hanno l'attività avviata,proprietari dei muri,oppure con affitto moderato,senza personale da pagare o con impiego moderato.

Esempio i parrucchieri da donna ,quelli da uomo devon tagliare cinque teste contro una,per avere le stesse entrate.

I negozi alimentari han bisogno di spazi,e han poco ricarico,se non han modo di scaricare le spese chiudono.

Ho visto una bolletta fiscale relativa alla luminosa di una trattoria,2500 euro,se non la vedevo non ci credevo.

Cioè voi spendete per mettere un' insegna luminosa,spendete per illuminarla,per richiamare l'attenzione della clientela,e lo stato vi chiede 2500 euro di tassa annuale.

La tassa sui motori frigoriferi,sulla tenda,poi vi è l'affitto,le spese,telefono,acqua, energia elettrica,riscaldamento,infine le tasse legate alle entrate.

Se si lavora molto si mette da parte qualcosa,se si lavora poco si fanno i debiti.

E  così oltre all'attività si perde anche l'abitazione data in garanzia alla propria banca.

extermination
Inviato

Al contrario fioriscono "negozi" ( in senso ampio) nelle località turistiche per "fottere" i turisti per caso. Italiani in gita fuori porta compresi.

Inviato

per gli affitti è un cane che si morde la coda

se aumenta il prelievo fiscale poi aumenta l' affitto, per forza

a parte che con quelli commerciali non è semplice, in pratica se non danno disdetta puoi chiedere solo

il 75% dell' inflazione ufficiale

invece se va via sponte sua, dopo aumenti, sempre se ti pagano però

altro problema, un conto è operare nel centro delle grandi città storiche, altro sono le periferie o i grossi paesoni

i famosi fruttivendoli indo paki che vanno bene è perchè in pratica stanno aperti 18 ore al giorno facendo

lavorare a turno tutto il parentame, parentame che entro certi limiti gode anche di un trattamento fiscale

ed assicurativo agevolato.


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