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Melius Club

La cultura musicale è morta e sepolta


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Inviato
5 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

non sono d'accordo, sia per la produzione complessiva, ascolta uno steven wilson per fare solo un esempio di grande capacità copositiva e armonica ( e pure complessità se consideriamo quello un parametro di qualità)

sulla qualità media degli strumentisti poi non c'è paragone, non c'è nulla di quello che i virtuosi suonavano negli anni '70 che oggi non sia alla portata di un buon dilettante nella sua cameretta se ci riferiamo al rock e simili. prendi i chitarristi o i batteristi, ad esempio, c'è un abisso. 
per suonare le black pages di zappa ci voleva, all'epoca, il dio terry bozzio, oggi tantissimi sconosciuti sono in grado di farlo. 

ma anche nella musica classica e nel jazz il livello medio degli strumentisti è cresciuto molto.


 

Davvero?

Quindi adesso ci sono un sacco di punte di diamante culturali che per qualche misteriosa ragione da qualche decennio limitano volontariamente le proprie capacità alla produzione di schifezze prive di spessore?

Ne sei proprio sicuro?

Guardandomi attorno non vedo equivalenti contemporanei dei Pink Floyd o produzione di testi letterariamente apprezzabili com'erano quelli dei nostri parolieri.

Cos'è, una congiura?

Tutti artisti che hanno deciso all'unisono di limitare la loro produzione?

Inviato
13 minuti fa, Uncino ha scritto:

ad essersi ristretto è il bisogno di complessità.

definisci l'universo della tua indagine. io non penso che al borgataro de Roma, alla mondina del vercellese, al pescatore di Chioggia sia mai interessata la complessità, né ora né mai. Ti do ragione se mi dici che ci fosse una maggiore etica del lavoro, per cui una canzone doveva raggiungere determinati standard minimi. Ma era un'esigenza del produttore, non del fruitore. A mia madre andavano bene tanto Battisti e Paoli come, più tardi, Zucchero e George Michael, tanto-quanto

Inviato
4 minuti fa, simpson ha scritto:

mah, @Uncino, non saprei, generalizzare è pericoloso. Le basi del mio pensiero, e di quello di molti altri, sono state poste da debosciati che non avevano grosse preoccupazioni quotidiane, passavano la giornata a pensare, dialogare, mangiare, bere ed ingropparsi i bambini; lo stesso Mozart, che citi, sopravvissuto ad una fanciullezza che avrebbe ucciso un cavallo, era ricco, non aveva grossi pensieri, perlomeno fino a quando non ha avuto la brillante idea di ridicolizzare i suoi protettori; Beethoven ha fatto per lungo tempo la vita di Michelasso (magnare, bere fare un tasso).. questa cosa che la poesia possa nascere solo dalla sofferenza penso sia figlia delle due guerre e dell'abisso morale di fronte al quale ci hanno posto.

Di contro, devo dire che, a mio parere, non c'è mai stato un periodo di maggiore ansia e preoccupazione continua dell'attuale: ogni santo giorno gli strumenti di informazione ci bombardano di cattive notizie, di possibili minacce, moltissime persone sviluppano vere e proprie paranoie (vaccini, malattie, riscaldamento globale, poteri forti) e non abbiamo modo di disconnetterci da esse, né di riconoscere una minaccia vera da una indotta. Basti guardare le discussioni in prima pagina nel Lounge Bar.. situazione paradossale, perché non penso sia mai esistita una società con meno problemi della nostra (prendendo in considerazione l'intera popolazione).

Il pubblico Simpson, il pubblico.

A un pubblico culturalmente inesistente non qualsiasi artista non può proporre nulla che non sia a sua volta culturalmente poco impegnativo.

Poi che l'artista sia stato o meno un debosciato è irrilevante, a contare è la sua produzione.

Quella attuale, che vale non solo per la musica, è una proposta calibrata su un pubblico non in grado di mettere tre parole in fila, che non aprirebbe mai un libro più lungo di cento pagine e che trova noioso studiare.

Io appartengo all'ultima generazione che ha visto le Brigate Rosse, quella del '64.

Come da copione avevamo occupato la scuola all'epoca delle superiori, e rutti i giorni si apriva la giornata nella palestra occupata con la lettura dei giornali.

Noi ascoltavamo musica complessa, sia nella struttura che nei testi, perché la complessità ci piaceva.

Questo di adesso è un mondo semplice, nel quale invece di leggere Tolkien si va a vedere il film.

Inviato

...la tesi del "pubblico" sostenuta da @Uncino non e' del tutto banale anzi tutt'altro.

Quale e' il pubblico di oggi, quello pagante, quello interessato ad una proposta creativa ed intelligente ad una certa difficolta' interpretativa del messaggio ma anche ad una certa complessita' nell 'eseguire un pezzo qualsiasi.

Rimane la parte estetica, l' imitazione, lo smalto e la parvenza se non l'atteggiamento e la convinzione di imbellettare un prodotto trasformandolo in facile presa. Questo il pubblico e'.

Inviato
40 minuti fa, Uncino ha scritto:

OMISSIS

Io appartengo all'ultima generazione che ha visto le Brigate Rosse, quella del '64.

Come da copione avevamo occupato la scuola all'epoca delle superiori, e tutti i giorni si apriva la giornata nella palestra occupata con la lettura dei giornali.

Noi ascoltavamo musica complessa, sia nella struttura che nei testi, perché la complessità ci piaceva.

Questo di adesso è un mondo semplice, nel quale invece di leggere Tolkien si va a vedere il film.

però, poi, avete dovuto fare i conti col fatto che non solo non è cambiato nulla, ma, anzi, è peggiorata la situazione. Avete dovuto ammettere che la Chiesa, per fare un esempio, era sì una opprimente agenzia conservatrice, ma teneva in sesto la società italiana; che i tanto odiati padri, ottusi ed ignoranti, con i loro valori semplici avevano ricostruito le case dalle macerie. E voi intelligentoni che leggevate i giornali e sapevate come giravano le cose nel mondo, avete messo al mondo una generazione di imbecilli, e quelli, dopo, hanno fatto addirittura peggio. ed è arrivata la premiata ditta disincanto e qualunquismo, che ha preso possesso di questa landa desolata. Bada bene, sto scrivendo con il sorriso, non sono accuse le mie, ma solo analisi sociale spicciola, d'accatto. Io appartengo alla generazione X, quelli nati dieci anni dopo di te, quelli che anziché il rock spumeggiante, ascoltavano canzoni che parlavano di droga, acetone, suicidio, incesto, depressione. Colpa nostra?

Inviato

Che poi tra tanti autori di riferimento assoluto, chissà perché proprio Tolkien...

  • Haha 1
Inviato
51 minuti fa, Uncino ha scritto:

e rutti i giorni

Ricordo bene, fra un cioe’ e l’altro

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Inviato
18 minuti fa, Plot ha scritto:

Questo il pubblico e'.

Nei secoli scorsi regnava l'ignoranza e non la cultura diffusa tra le masse. Non era certo questo il pubblico in grado di stimolare gli artisti del passato. Oggi sono cambiati i mezzi ed i modi di fruire della cultura e questo la rende più diffusa, non che questo ci renda dei competenti utilizzatori di tali beni.

Chiudo dicendo che quello dei '70 è stato un periodo intriso di grande violenza, che ha prodotto ferite dalle quali non siamo ancora guariti. A parte la bellezza dei '20 anni', non vorrei riviverlo o farlo rivivere a nessuno.

 

Inviato
16 minuti fa, simpson ha scritto:

ascoltavano canzoni che parlavano di droga, acetone, suicidio, incesto, depressione.

Maronna r’o carmine

Inviato
Adesso, mozarteum ha scritto:

Ricordo bene, fra un cioe’ e l’altro

Vero, fra un cioè ed una canna.

Compresi quelli che adesso giurano di non essersene mai fatta una.

Però non ci spaventavamo davanti ai libri e la nostra musica spesso tutto era fuorché orecchiabile.

La mia fidanzata dell'epoca?

Una pianista all'ultimo anno di conservatorio, veniva in assemblea e ci suonava Chopin su una tastiera rimediata da chissà chi.

Inviato
4 minuti fa, Rimini ha scritto:

Nei secoli scorsi regnava l'ignoranza e non la cultura diffusa tra le masse. Non era certo questo il pubblico in grado di stimolare gli artisti del passato. Oggi sono cambiati i mezzi ed i modi di fruire della cultura e questo la rende più diffusa, non che questo ci renda dei competenti utilizzatori di tali beni.

Chiudo dicendo che quello dei '70 è stato un periodo intriso di grande violenza, che ha prodotto ferite dalle quali non siamo ancora guariti. A parte la bellezza dei '20 anni', non vorrei riviverlo o farlo rivivere a nessuno.

Se avessi letto con maggior attenzione, avresti notato che avevo differenziato fra cultura d'élite e cultura generalmente fruibile.

Il problema non è mai stata l'élite, quella la cultura per apprezzare le forme artistiche e letterarie complesse l'ha sempre avuta.

Fatto sta che abbiamo attraversato alcuni fortunati decenni durante i quali anche la popolazione media è stata in possesso di tali strumenti culturali, cosa che non è più.

Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Maronna r’o carmine

sei vecchio

 

adesso che sono vecchio anch'io, però, mi danno fastidio le canzoni che ascoltano le mie figlie, dove si parla solo di razzo, phiga, culli, blowjobs, ecc

es. Kanye West comincia una canzone dicendo scuso se sono stato uno sbronzo, ho mandato una foto del mio razzo ad una croia, ecc ecc 

briandinazareth
Inviato
1 minuto fa, Uncino ha scritto:

Guardandomi attorno non vedo equivalenti contemporanei dei Pink Floyd o produzione di testi letterariamente apprezzabili com'erano quelli dei nostri parolieri.

 

secondo me stai guardando male o, semplicemente, torniamo al discorso fatto all'inizio, con l'età la curiosità musicale diminuisce per quasi tutti. 

considera anche l'altra parte, la sterminata produzione odierna rende a volte più difficile cercare

Inviato

Un paese in cui la ferragna annovera circa 30 milioni di fallowers, vale a dire 1/2 dei residenti neonati compresi, è già culturalmente estinto. Per quanta riguarda la demografia la strada è già segnata, e il rientro nel pieno climax euro-austero non farà altro che accelerare il processo di estinzione etnica.

  • Melius 1
Inviato
5 minuti fa, simpson ha scritto:

Kanye West comincia una canzone dicendo scuso se sono stato uno sbronzo, ho mandato una foto del mio razzo ad una croia, ecc ecc 

Mecojoni! (Per completare la parure)

  • Haha 1
Inviato
7 minuti fa, Uncino ha scritto:

Se avessi letto con maggior attenzione, avresti notato che avevo differenziato fra cultura d'élite e cultura generalmente fruibile.

L'ho letto e non sono d'accordo. Ma rischiamo di avvitarci senza una fine.

Inviato
23 minuti fa, simpson ha scritto:

però, poi, avete dovuto fare i conti col fatto che non solo non è cambiato nulla, ma, anzi, è peggiorata la situazione. Avete dovuto ammettere che la Chiesa, per fare un esempio, era sì una opprimente agenzia conservatrice, ma teneva in sesto la società italiana; che i tanto odiati padri, ottusi ed ignoranti, con i loro valori semplici avevano ricostruito le case dalle macerie. E voi intelligentoni che leggevate i giornali e sapevate come giravano le cose nel mondo, avete messo al mondo una generazione di imbecilli, e quelli, dopo, hanno fatto addirittura peggio. ed è arrivata la premiata ditta disincanto e qualunquismo, che ha preso possesso di questa landa desolata. Bada bene, sto scrivendo con il sorriso, non sono accuse le mie, ma solo analisi sociale spicciola, d'accatto. Io appartengo alla generazione X, quelli nati dieci anni dopo di te, quelli che anziché il rock spumeggiante, ascoltavano canzoni che parlavano di droga, acetone, suicidio, incesto, depressione. Colpa nostra?

Vero Plot, però sta di fatto che quelli di sinistra si leggevano, e capivano, i mattoni di Marx ed io prima dei vent'anni mi ero già purgato con i 12 volumi degli "Scritti e discorsi di Mussolini".

Purgato nel vero senso della parola!

Per noi era una cosa normale, perché la nostra era una vita "mentalmente complicata", la complicazione ci piaceva!

Quel che successe dopo non so fino a che punto fu colpa nostra, io lo attribuisco principalmente alle generazioni precedenti che con il loro fottuto '68 causarono il disfacimento nella serietà della scuola.

Inviato
5 minuti fa, blucatenaria ha scritto:

Un paese in cui la ferragna annovera circa 30 milioni di fallowers, vale a dire 1/2 dei residenti neonati compresi, è già culturalmente estinto. Per quanta riguarda la demografia la strada è già segnata, e il rientro nel pieno climax euro-austero non farà altro che accelerare il processo di estinzione etnica.

Tutto il mondo, quello è il fenomeno locale ma la crisi è estesa all'intero pianta 


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