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autonomia differenziata


cactus_atomo

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Inviato
17 minuti fa, appecundria ha scritto:

Sarà stata mezza paginetta sotto l'argomento genesi della lingua italiana. D'altronde è importante per un veneto ma oggettivamente non spicca nemmeno tra i minori. 

Serviva una paginetta intera. 

Gaetanoalberto
Inviato
1 ora fa, Martin ha scritto:

Molto meno di quanto appare, lo sono solo in certe aree e solo in alcune di queste non sono stigmatizzate. 

Mah, è singolare che i nostri nonni e genitori, che dei dialetti conoscevano sfaccettature più profonde, abbiano fatto di tutto per invitarci a imparare l’italiano e le lingue straniere.

Così facendo abbiamo potuto conoscere la vastità della cultura italiana, apprezzare Goldoni ad esempio, De Filippo, interessarci alla varietà e, credo, ampliare gli orizzonti, mantenendo le nostre identità.

Confidiamo nella possibilità di fare passi indietro.

Gaetanoalberto
Inviato

Non c’è niente da fare: le generazioni capaci costruiscono, quelle intermedie consumano, ed infine arrivano quelle che distruggono. Cicli della storia.

Inviato

Non vedo i pericoli paventati, la scuola è materia "lepizzabile", basterà imporre il raggiungimento di un determinato livello di conoscenza dell' italiano-standard, esempio un C1 per la scuola primaria ed un C2 per quella secondaria.  Analoghi obiettivi sarebbero stabiliti per la conoscenza della letteratura italiana. 

Fissato questo obiettivo e verificatolo tramite controlli, non capisco cosa risulterebbe particolarmente disturbante nello studio aggiuntivo delle lingue regionali , oppure del sanscrito, del cinese mandarino, della lingua urdu, etc.

(ovvero: Lo capisco benissimo ma faccio finta di no) 

appecundria
Inviato
5 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Siciliani!

Vado a memoria, eh! Mi pare che i siciliani venissero un po' prima, che fossero più precursori che protagonisti, o no?

Inviato

Sui dialetti va evidenziato che sono lingue quasi sempre prive di termini astratti, ovvero di parole prive di un referente concreto. Due esempi a caso, Dio e Stato non risulta abbiano corrispondenti in dialetto, a meno di ricorrere a forzate traduzioni.

Gaetanoalberto
Inviato
5 minuti fa, appecundria ha scritto:

venissero un po' prima,

E un po’ dopo … 

Pensavo si parlasse delle origini.

Ad ogni modo: Arancino contro tutti, panzai!

  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato
1 ora fa, Martin ha scritto:

non capisco cosa risulterebbe particolarmente disturbante nello studio aggiuntivo delle lingue regionali ,

Utilissimo. Quasi quanto la robotica e l’intelligenza artificiale.

Imparassero almeno l’italiano….

Esco dalla presidenza degli esami di due classi di liceo linguistico delle valli.

Una classe decente, un’altra di superficialità disarmante (stessi insegnanti, casualmente tutti del Norde sia nelle classi che nella commissione).

Gli scritti di italiano di un frequente vuoto pneumatico.

Gaetanoalberto
Inviato

Comunque davvero fantastico: inventiamo libri e grammatiche mai esistiti, per potere insegnare quello che è diverso da porta a porta. 
Poi faremo il C1 in dialetto.

Risorse ben collocate.

appecundria
Inviato
5 minuti fa, Martin ha scritto:

non capisco cosa risulterebbe particolarmente disturbante nello studio aggiuntivo delle lingue regionali

A me non disturba, anzi se il dialetto ha dietro poesia, letteratura, teatro, canzoni, è quasi un dovere.

Il problema è tutto pratico, ci vogliono almeno 2/4 ore settimanali, a chi le togli? E poi chi insegna. Quali libri di testo?

Inviato
3 minuti fa, appecundria ha scritto:

ci vogliono almeno 2/4 ore settimanali, a chi le togli? E poi chi insegna. Quali libri di testo?

Stabilito il livello essenziale di conoscenza della lingua italiana, sarano problemi di chi introduce lo studio della/e lingue regionali: A loro l'onere di scegliere se si si rivelerà un arricchimento o una pagliacciata (il rischio è forte e l'obiettivo è senza dubbio sfidante) 

appecundria
Inviato
1 minuto fa, Martin ha scritto:

sarano problemi di chi introduce

Questo è valido per qualsiasi topic. 

  • Haha 1
Gaetanoalberto
Inviato
35 minuti fa, Martin ha scritto:

sarano problemi di chi introduce lo studio della/e lingue regiona

No, sono problemi delle scuole, che si trovano a far fronte ad una raffica di fesserie, e che difficilmente sono interpellate per esprimere un’opinione su ciò che sarebbe più utile, e prima ancora della società, che dovrebbe avere gli strumenti per filtrare le proposte evitando quelle dannose.

La poesia, la letteratura ed il  teatro dialettali sono da sempre oggetto, come la cultura locale, dell’attenzione delle scuole. Gli studenti distratti ed interessati oggi al potere forse non se ne sono accorti.

Non c’è alcun bisogno di introdurre altre “materie”.

E comunque, nel caso, si insegni il catanese, e non il palermitano, o il nisseno. A Brescia sarebbero apprezzabili corsi di bergamasco e interpreti di Lumezzanese.

Per Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Napoli e Salerno, Venezia e Trieste so catzi amari.…

Immagino anche i corsi di dizione ed intonazione univoca…😆

Siamo veramente alla frutta…

  • Melius 1
Gaetanoalberto
Inviato
37 minuti fa, Martin ha scritto:

Stabilito il livello essenziale di conoscenza della lingua italiana,

Cioè ribaltiamo un attimo la situazione attuale: stabiliamo come per le lingue straniere un B2 di italiano e per il resto andiamo di dialetto.

Io non ho ancora capito se mi stai prendendo in giro ma temo tu sia serio.

 

Inviato
12 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Io non ho ancora capito se mi stai prendendo in giro ma temo tu sia serio.

La scuola è materia "lepizzabile", no ? Bene, si stabiliscano e si controllino i livelli minimi di preparazione sulla lingua italiana  (e citavo ad esempio C1 e C2, non B2) e su ogni altra materia e raggiunti quelli, chi pensa di essere in grado di introdurre altre materie (se vuole)  lo faccia: Oneri ed onori, organizzativi, logistici, economici e di organico.  

Gaetanoalberto
Inviato
28 minuti fa, Martin ha scritto:

Oneri ed onori, organizzativi, logistici, economici e di organico.  

Scusa ma sono proprio contrario: tra un po’ i programmi della scuola li detteranno i maniscalchi.

Abbiamo l ‘autonomia scolastica che è un livello di sussidiarietà molto vicino al cittadino ed al territorio. Non c’è nessun bisogno di un altro livello regionale, non siamo un sandwich al quale aggiungere ciascuno fette a ca ..so.

Valutiamo già l’italiano come lingua madre, con la sua infinita ricchezza di sfumature. Il livello previsto per l’inglese all’uscita delle superiori è il B2 dopo diverse ore alla settimana ormai dalla primaria.
Forse un po’ di matematica od informatica, se si hanno soldi da buttare, sarebbero più utili ai nostri figli.

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