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Sul valore della lettura (Papa Francesco)


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Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

non si possono capare esempi funzionali alle proprie tesi e ignorare “il guazzabbuglio” dei processi mentali ed emotivi e l’intreccio dei medesimi che smentisce questa divisione rigida a mio avviso.

Concordo in pieno

Inviato

 

“Non c’è nessuna analisi scientifica puramente <<oggettiva>> della vita culturale o ... dei <<fenomeni sociali>>, indipendentemente da punti di vista specifici o <<unilaterali>>, secondo cui essi – espressamente o tacitamente, consapevolmente o inconsapevolmente – sono stati scelti come oggetti di ricerca” (p. 84).

“Ogni conoscenza concettuale della infinita realtà da parte dello spirito umano finito poggia sul tacito presupposto che soltanto una parte finita di essa debba formare l’oggetto della considerazione scientifica, e perciò risultare <<essenziale>> nel senso di essere <<degna di venire conosciuta>>” (p. 85).

“Ogni conoscenza della realtà culturale è sempre, come risulta da tutto questo, una conoscenza da particolari punti di vista. ... Sebbene sempre ricorra l’opinione che sia possibile <<assumere dalla materia stessa>> quei punti di vista, ciò deriva dall’illusione ingenua dello specialista il quale non riflette che egli ha dapprima isolato, in virtù delle idee di valore con cui si è inconsapevolmente accostato alla materia, un ristretto elemento di una assoluta infinità come quello che solo lo riguarda per la sua trattazione” (p. 97).

Da "Il metodo delle scienze storico-sociali" di Max Weber

 

  • Melius 1
Inviato
7 minuti fa, Savgal ha scritto:

Ogni conoscenza della realtà culturale è sempre, come risulta da tutto questo, una conoscenza da particolari punti di vista. ... Sebbene sempre ricorra l’opinione che sia possibile <<assumere dalla materia stessa>> quei punti di vista, ciò deriva dall’illusione ingenua dello specialista il quale non riflette che egli ha dapprima isolato, in virtù delle idee di valore con cui si è inconsapevolmente accostato alla materia, un ristretto elemento di una assoluta infinità come quello che solo lo riguarda per la sua trattazione” (p. 97).

Non fa una grinza ☺️

 

briandinazareth
Inviato
21 ore fa, mozarteum ha scritto:

una tesi come tante, sinceramente non l’ho trovato cosi’ travolgente ne’ particolarmente nuovo. Le intuizioni possono risultare infondate e controintuitive rispetto ai pensieri lenti ma anche no. E non si possono capare esempi funzionali alle proprie tesi e ignorare “il guazzabbuglio” dei processi mentali ed emotivi e l’intreccio dei medesimi che smentisce questa divisione rigida a mio avviso

 

Se ti riferisci a questo libro e all'autore quando dici che non è più intelligente del lettore, non  posso che complimentarmi per l'autostima 😂
 

 

Gli esempi dei quali parli sono centinaia di studi, non aneddottici, e compiuti da alcune delle più grandi menti disponibili con review paritarie e notevole rigore.


 

Mi sorprende soprattutto che trovi la divisione rigida e abbia capito che i pensieri veloci siamo sempre infondati, mentre nel libro spiega molto bene il perché non è così. 

Oppure che siano cose non nuove, mentre hanno rivoluzionato completamente i concetti della psicologia e dell'economia, ha vinto il Nobel per quel motivo, ha cambiato molti paradigmi e assunti alla base del pensiero.
 


 

deve essere qualcosa che ha a che fare con il classico 😂 e con l'antipatia per la matematica, una questione di fastidio verso il rigore logico e scientifico. 


 

Ovviamente è molto più piacevole leggere dostoevskij Mio grande amore adolescenziale, che può accompagnare per una vita (bello rileggerlo in momenti diversi trovandoci cose molto diverse), ma la conoscenza delle cose in maniera più fattuale e solida non è in contrasto. Proprio nell'autore citato possono trovarsi molti spunti che fanno pensare ai pensieri lenti e veloci e a come si intersecano nella nostra vita.

briandinazareth
Inviato
18 ore fa, Savgal ha scritto:

Non c’è nessuna analisi scientifica puramente <<oggettiva>> della vita culturale o ... dei <<fenomeni sociali>>, indipendentemente da punti di vista specifici o <<unilaterali>>, secondo cui essi – espressamente o tacitamente, consapevolmente o inconsapevolmente – sono stati scelti come oggetti di ricerca” (p. 84).

“Ogni conoscenza concettuale della infinita realtà da parte dello spirito umano finito poggia sul tacito presupposto che soltanto una parte finita di essa debba formare l’oggetto della considerazione scientifica, e perciò risultare <<essenziale>> nel senso di essere <<degna di venire conosciuta>>” (p. 85).

“Ogni conoscenza della realtà culturale è sempre, come risulta da tutto questo, una conoscenza da particolari punti di vista. ... Sebbene sempre ricorra l’opinione che sia possibile <<assumere dalla materia stessa>> quei punti di vista, ciò deriva dall’illusione ingenua dello specialista il quale non riflette che egli ha dapprima isolato, in virtù delle idee di valore con cui si è inconsapevolmente accostato alla materia, un ristretto elemento di una assoluta infinità come quello che solo lo riguarda per la sua trattazione” (p. 97).

Da "Il metodo delle scienze storico-sociali" di Max Weber

 

ai tempi di weber le scienze sociali erano ancora lontanissime dall'essere scienza. 
le semplificazioni dei suoi ideali tipi tentavano di colmare questa lacuna, ma perdendo gran parte della complessità sociale, così come il suo eccesso di determinismo e l'idea della razionalizzazione che si sono dimostrate totalmente errate (misurabilmente errate). 

è normale, come per freud, è stato uno dei più importanti pioneri del tentativo di usare la scienza in un campo precedentemente occupato dalla filosofia e teologia, ma proprio per questo con il destino di essere continuamente e definitivamente superato. 

questo non significa che siamo arrivati ad una scienza sociale esatta e che non esistano bias culturali e di altro tipo in questo tipo di analisi, tutt'altro, ma che la sua convinzione apodittica era legata ai limiti del tempo.

Inviato

Aprirò un thread sui limiti delle scienze storiche e sociali.

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

Nel frattempo, siamo andati fuori tema

Vabbè ☺️

Inviato

In chiusura, le scienze sociali possono essere considerate scienze esatte?

 

Le scienze sociali non sono considerate scienze esatte, come lo sono la fisica o la chimica. Questo perché studiano fenomeni complessi e variabili legati al comportamento umano, alle interazioni sociali e alle strutture delle società. Questi fenomeni sono spesso influenzati da una moltitudine di fattori interdipendenti, molti dei quali sono difficili da quantificare e prevedere con precisione.

Ecco alcune ragioni per cui le scienze sociali non sono considerate esatte:

1. **Variabilità umana**: Gli esseri umani sono dotati di volontà, emozioni, e razionalità variabile, il che rende difficile prevedere il loro comportamento in modo preciso. Le risposte delle persone a un fenomeno sociale possono variare notevolmente a seconda del contesto, della cultura, e del tempo.

2. **Contesto e complessità**: Le scienze sociali devono spesso prendere in considerazione un'ampia gamma di fattori, inclusi culturali, storici, economici e politici. La complessità di questi fattori rende difficile creare modelli predittivi semplici e universali.

3. **Difficoltà di sperimentazione controllata**: Nelle scienze sociali, è spesso impossibile condurre esperimenti controllati su larga scala, poiché non si può isolare un singolo fattore in modo accurato senza influenzare altri aspetti della realtà sociale.

4. **Interpretazione dei dati**: I dati raccolti nelle scienze sociali sono spesso soggetti a interpretazione, e diverse teorie possono spiegare lo stesso fenomeno. Questo porta a dibattiti e pluralità di approcci, senza una "verità" unica e verificabile come nelle scienze esatte.

Tuttavia, ciò non significa che le scienze sociali non siano scientifiche. Esse utilizzano metodi rigorosi di ricerca, raccolta dati, e analisi per arrivare a conclusioni fondate. Inoltre, contribuiscono in modo significativo alla comprensione del mondo sociale e alla creazione di politiche e pratiche che possono migliorare la vita umana. Le scienze sociali sono quindi valide e importanti, anche se la loro natura le rende diverse dalle scienze esatte.

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