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Melius Club

La democrazia senza cultura


appecundria

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Inviato
1 minuto fa, cactus_atomo ha scritto:

stabile

Da solo vuol dire poco.

la mancanza di alternative o alternanza, non fa bene alla democrazia.

sulla qualità non posso pronunciarmi più di tanto, siamo al gusto soggettivo, anche se i risultati sono quel che sono.

abbiamo avuto una rinascita post bellica, una parabola frutto anche della alta tensione politica fra la metà dei ‘60 e  degli ‘80.

poi, morto il sogno comunista, un simulacro di pace sociale, cui non è corrisposto una nuova

a rinascita, anzi…

debiti quanti ne vogliamo, svendite di asset strategici…..

Insomma, non troppo di cui andare fieri.

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, nullo ha scritto:

credo non si possa affermare che sia quello il metro di misura della qualità

Anvedi il nostro nullo come accorre solerte :classic_laugh:

Inviato

Ultimo passaggio.

 

Il liberalismo è una creatura del pensiero borghese ed universalizza l’uomo borghese, un postulato che pone una lunga serie di questioni.

a) Fondamento dei sistemi liberal-democratici è il principio "ogni testa vale un voto"? È giusto che il voto della vecchietta o dell'analfabeta, valga quanto il voto del noto docente universitario o del grande imprenditore?  

b) Quando, ed entro quali limiti territoriali e/o etnici, una minoranza può pretendere di uscire dal demos per costituire un demos autonomo? Gli etno-nazionalismi europei scoppiati negli ultimi anni stanno a dimostrare che il problema è tutt'altro che teorico. Scrive Rusconi: "Quando il tessuto politico-istituzionale di una nazione [...] si sfilaccia, non è strano che nasca la voglia di cercare o di inventare radici "etniche più originarie" della nazione storica, sulle quali ancorare una democrazia su misura, ritagliata su confini territoriali e secondo criteri socio-culturali opportunistici e discriminatori - secondo il motto: "democrazia sì, ma a casa mia, e con chi voglio io"".

c) Come garantire l'informazione e la formazione di "libere opinioni", in particolare di coloro che non posseggono strumenti adeguati intellettuali? Si pensi al potente ruolo di condizionamento dei mass media e oggi dei social, spesso controllati da ristrettissimi gruppi di potere, soprattutto nei confronti della anziana vecchietta o dell’analfabeta di cui sopra.

d) Come si giustifica il principio di maggioranza? Si tratta di un semplice calcolo quantitativo? Contestato dai conservatori, con l'argomento che esso finisce sempre col produrre la dittatura della maggioranza, è generalmente accolto come "regola di civiltà", nel senso che consente di risolvere pacificamente i conflitti, "contando le teste, anziché tagliarle". Può una maggioranza prendere decisioni che comportino conseguenze irreversibili sul restante elettorato o sulle future generazioni? Esistono ambiti per i quali il principio non può e/o non deve valere?  

e) Scelte democraticamente prese all'interno di un paese è giusto che danneggino un altro? (Si pensi alla pericolosità "planetaria" delle centrali atomiche).

h) Se è vero che la democrazia è forma di governo che si basa sulle "opinioni" dei cittadini, si può paradossalmente ipotizzare di accertare le opinioni attraverso metodi diversi da quelli canonici delle elezioni, per esempio attraverso i sondaggi?

Queste ed altre domande indicano che la democrazia è un soggetto costituzionalmente fragile. Del resto è purtroppo vero che una maggioranza può “democraticamente” decidere di seppellire la democrazia (cosa avvenuta nel recente passato). Ed è anche per questo vero che la democrazia può permanere solo se i suoi principi sono interiorizzati nella quasi totalità dei cittadini delle liberal-democrazie.

 

Inviato
2 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

@SpiritoBono 66 governi in 75 anni meglio che un solo governo che ne dura 30

In medium stat virtus.

 

È evidente che la ricerca di un equilibrio tormenta l'umanità da millenni.

 

È una vergogna cambiare governo ogni 16 mesi...in 16 mesi non ristrutturi neanche una scuola.

È talmente sbagliato anche solo pensarlo che mi vengono i brividi.

Un governo deve normalmente durare 5 anni.

Le cose intelligenti sono già state tutte pensate, occorre solo ripensarle.

2 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

@SpiritoBono 66 governi in 75 anni meglio che un solo governo che ne dura 30

 

2 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

@SpiritoBono 66 governi in 75 anni meglio che un solo governo che ne dura 30

 

Inviato

In effetti, per le casalinghe di Voghera qualcosa andrebbe fatto...

😜

Inviato
2 ore fa, appecundria ha scritto:

Si chiama democrazia, bellezza, e tu non puoi farci niente, niente. (Cit.)

Io vorrei vivere in una nazione in cui un governo dura un intera legislatura, mi spiace che per molti sia difficile immaginare questa ovvietà.

 

Le capoccie quelle so' (Cit.)

extermination
Inviato

In una democrazia liberale, non esiste un voto corretto, un voto errato, un voto più giusto, un voto meno giusto...e via dicendo. Ogni voto ha la propria dignità di essere espresso.

  • Melius 1
Inviato
3 minuti fa, extermination ha scritto:

In una democrazia liberale, non esiste un voto corretto, un voto errato, un voto più giusto, un voto meno giusto...e via dicendo. Ogni voto ha la propria dignità di essere espresso.

Poi una volta votato bisogna necessariamente avere la CULTURA a livello nazionale di fare esprimere il vincitore delle elezioni per un intera legislatura.

 

In Italia non abbiamo questa CULTURA.

  • Haha 1
Inviato

@Savgal Sono questioni complicate. a): sì. La persona colta riuscirà comunque a prevalere su quella ignorante. b): quando lo vuole la maggioranza: autonomia legislativa e amministrativa o secessione. c): non si può applicare la censura generalizzata. d):si giustifica perchè così si fa prevalere l'interesse della maggioranza ma può portare a decisioni che poi si rivelano errate. e):no. Servono regolamentazioni internazionali. h):sì, per mezzo di referendum. Se c'è il pericolo che un dittatore prenda il potere va fermato per tempo.

Inviato
14 minuti fa, SpiritoBono ha scritto:

CULTURA a livello nazionale di fare esprimere il vincitore

È sempre colpa di qualcun altro, daa guera daa società daa America... a scelta. 

Inviato
16 minuti fa, appecundria ha scritto:

È sempre colpa di qualcun altro, daa guera daa società daa America... a scelta. 

Non ti sei capito neanche te.

 

Ma abbiamo capito noi, non ti preoccupare.

  • Haha 1
Fabio Cottatellucci
Inviato
4 ore fa, appecundria ha scritto:

È oclocrazia

O orchicrazia? :classic_rolleyes:

  • Haha 1
Inviato
1 ora fa, SpiritoBono ha scritto:

Non ti sei capito neanche te.

Siete campioni olimpici di lancio della colpa a qualcun altro, oltre a essere somari della democrazia. Pretendete cinque anni senza opposizione e senza critiche, perché non dieci. Anzi facciamo un ventennio.

Inviato

Quanto ai governi, da secondo dopoguerra al 1992 il partito di maggioranza in parlamento è sempre stato lo stesso, la DC.

Inviato
3 ore fa, Savgal ha scritto:

Fondamento dei sistemi liberal-democratici è il principio "ogni testa vale un voto"? È giusto che il voto della vecchietta o dell'analfabeta, valga quanto il voto del noto docente universitario o del grande imprenditore?

Ci torni spesso su questa cosa, da quel che leggo, per cui mi viene spontaneo chiedertelo: Ma  auspichi  davvero intimamente l'abolizione del suffragio universale che sottointendi?   Perchè sarebbe uno dei principi cardine della nostra carta costituzionale , come ti ho già detto. 

Perchè  ci  vedo molti più rischi della tenuta democratica rispetto a quelli che ti spaventano ,senza una reale e concreta ragione.

3 ore fa, Savgal ha scritto:

Può una maggioranza prendere decisioni che comportino conseguenze irreversibili sul restante elettorato o sulle future generazioni? Esistono ambiti per i quali il principio non può e/o non deve valere?  

Sempre nei limiti della Costituzione così è sempre stato  mi risulta.

Per farti un esempio pratico : la riforma Fornero del sistema pensionistico-

Inviato

@andpi65

Ciò che ho postato, come ho ripetuto più volte, sono appunti per delle lezioni.

I quesiti che ho posto rientrano nel dibattito fra teorici della democrazia.

Ai nostri padri costituenti quei erano ben chiari.

Nel secondo dopoguerra il consenso politico conseguiva dall'adesione alle ideologie, liberale, cattolica, comunista, socialdemocratica. Sulla base dei presupposti ideologici avvenivano le scelte. Oggi non vi sono più esplicitamente delle ideologie e il consenso espresso dal voto diviene di difficile lettura. Difatti nelle elezioni vi sono enormi spostamenti di voto da un partito ad un altro in periodi brevissimi, da una elezione a quella successiva. Il che pone il quesito di cosa chieda un elettorato così mobile.

Inviato
4 minuti fa, Savgal ha scritto:

il consenso espresso dal voto diviene di difficile lettura

a me invece pare semplice. la gente non sta bene, la vita è complicata e cerca chi li possa far stare meglio. che poi non succeda è un altro discorso

4 minuti fa, Savgal ha scritto:

cosa chieda un elettorato così mobile

più lavoro e meglio pagato, la sanità che funzioni ed in genere una vita decente con meno rogne e meno burocrazia. e sì che non mi pare così arcana la questione.

  • Haha 1

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