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Melius Club

L’ascolto selettivo, conosciuto anche come effetto cocktail party


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1 ora fa, fabrizio ha scritto:

durante l’ascolto di un brano con più strumenti , di provare ad.individuarli singolarmente

Impossibile ad esempio nei Vier Letzte Lieder di Strauss un esempio preclaro di fusione strumentale. Sembra una nebulosa orchestrale ma e’ assolutamente   cosi’ anche dal  vivo

  • Melius 1
11 ore fa, mozarteum ha scritto:

Impossibile ad esempio nei Vier Letzte Lieder di Strauss un esempio preclaro di fusione strumentale. Sembra una nebulosa orchestrale ma e’ assolutamente   cosi’ anche dal  vivo

Salve,

ho parlato di brano con più strumenti, non di grande orchestra e men che meno di Strauss.

Sarei fra l'altro oltremodo felice se i Vier Letzte Lieder fossero oggetto di ascolto a casa degli appassionati, in tal caso i parametri da valutare sarebbero altri.

 

Saluti, Fabrizio.

Un esercizio/gioco che facevo spesso, quando ho iniziato ad appassionarmi al jazz, era quello di concentrarmi a seguire il suono del singolo strumento, all’interno di un brano musicale, suonato da un trio o più di musicisti. L’ascolto selettivo, mi permetteva di capire meglio, lo svolgimento del brano e l’apporto ad esso dei singoli musicisti, anche nella loro improvvisazione. 

Il 22/9/2024 at 18:25, appecundria ha scritto:

concentrarsi su un solo suono

pensa quanta fatica sprecata degli altri poveri musicisti:classic_laugh: se stai cercando qualcosa da paragonare in un test ha senso, farlo per abitudine cui prodest, che ascolto sarebbe?

  • Haha 1

Dal mio punto di vista è molto, ma molto più difficile seguire l’insieme piuttosto che una singola linea. 
Secondo me la nostra attenzione si sposta velocemente all’interno del tessuto musicale, ma non segue mai perfettamente in sincrono tutte le linee. 
Anche se la sensazione alla fine è quella di riconoscere il messaggio come un unico blocco compatto. 

  • Thanks 1
7 ore fa, flamenko ha scritto:

pensa quanta fatica sprecata degli altri poveri musicisti:classic_laugh: se stai cercando qualcosa da paragonare in un test ha senso, farlo per abitudine cui prodest, che ascolto sarebbe?

Salve,

evidentemente non può essere una modalità d’ascolto , piuttosto un test, una verifica; cogliere il singolo strumento  e seguirlo , anche in termini di posizionamento e separazione  prospettica  rispetto agli altri.

Non è scontato che ci si riesca  sempre , dipende dalla registrazione (buona parte delle ultime novità  su Qobuz al massimo ti fan distinguere la sinistra dalla destra in fila ) , dipende da come abbiamo allestito il sistema , dipende dal genere musicale , dalla formazione strumentale ( un numero non troppo elevato di strumenti aiuta)..

Certo, convengo, l’ascolto è un’altra cosa .

 

Saluti, Fabrizio

 

Poi da ricordare bene che molte regitrazioni non sono di loro proprio perfette, in molte il pianoforte sembra "spezzato" un po' su un canale e un po' sull'altro, anche la batteria non è che sempre sia identificabile alla perfezione, soprattutto tra la parte bassa e i piatti che spesso vanno un po' per conto loro.

A volte si crede che le registrazioni siano perfette, ma quello che spesso non entra in mente è che mediamente si hanno sistemi di riproduzione molto al di sopra di quello che ci viene propinato.

  • Moderatori
Il 22/09/2024 at 18:25, appecundria ha scritto:

venne coniato dal cognitivista Colin Cherry.


Un nome un programma “effetto cocktail party” 

Peccato che il signor Spritz Aperol se ne accorse e arrivò  troppo tardi nel depositare il nome  "effetto cocktail party"  essendo stato coniato prima di tutti dal suo acerrimo avversario Colin Cherry.

8 ore fa, fabrizio ha scritto:

(buona parte delle ultime novità  su Qobuz al massimo ti fan distinguere la sinistra dalla destra in fila )

dipende come sempre dalla registrazione, e anche dal tipo di musica

quando ascolto il jazz mi capita di seguire uno strumento, ma piu spesso seguo il ritmo

con la musica elettronica c'è il beat e le sue variazioni

per fortuna Qobuz ci porta tutto in salotto con un click

jm.jpeg

10 ore fa, fabrizio ha scritto:

Certo, convengo, l’ascolto è un’altra cosa .

Però, almeno per me, è una modalità abbastanza involontaria di ricezione. Si parte con l'ascolto il più attento e ortodosso, ma la vista continua a trasmettere dati che fanno concorrenza a quelli dell'udito. Basta una violinista notevole e tendo a concentrare sul violino.

18 ore fa, flamenko ha scritto:

pensa quanta fatica sprecata degli altri poveri musicisti

Verissimo.. pensa a quanta fatica sprecata per unire i suoni in un unico flusso musicale.. finché arriva l’audiofilo di turno a isolare il suono del birignao…

:classic_biggrin:

  • Haha 2
7 ore fa, BEST-GROOVE ha scritto:

Un nome un programma “effetto cocktail party

Un concetto molto chiaro a chi si occupa di acustica ambientale.. ma probabilmente è insufficiente a descrivere compiutamente il fenomeno.. se a parlarvi nel caos di una birreria è una bella biondezza curvosa, stai pure certo che la gamma del parlato è quindi della tua comprensione del testo si alza di altri 40- 80 dB, in rapporto proporzionale diretto alla sua taglia di reggiseno… sei poi è una coppa c, aggiungici altri decibel a volontà… 😂😂

é un argomento molto interessante, il fenomeno è ben noto e parte dalla composizione e struttura dei brani, quasi sempre si isola quello che il compositore vuole che venga isolato, ovviamente per deformazione a volte ci si può concentrare su altro e perdere il messaggio originale. I pieni orchestrali  funzionano come reset, tolgono la parte razionale per far posto a quella emotiva, viene meno il punto di rifermento, temo sia abbastanza complesso, nelle registrazioni è importante la dinamica,  le intesità sonore devono essere rispettate altrimenti il messaggio va a farsi benedire, anche l'impianto non deve di certo esaltare frequenze a discapito di altre l'equilibrio è sottile, un basso continuo deve dare profondità alla scena non deve essere il protagonista si deve isolare altro. 

  • Thanks 1

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