indifd Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 3 minuti fa, captainsensible ha scritto: L'università ti dovrebbe sostanzialmente insegnare l'approccio metodologico nell'affrontare le problematiche, mutuata da una consolidata formazione di base in diverse discipline. Come volevasi dimostrare ovvero quello che l'italiano medio pensa del sistema formativo necessario, ma scusate e partire dal profilo professionale (uno dei possibili a cui il corso di laurea è finalizzato NB) declinato per: - Risultati da garantire specificati in modo dettagliato (articolato per gradi) e misurabili in modo oggettivo e poi a scendere: - capacità necessarie per garantire i risultati di cui al punto precedente (per l'esempio in oggetto: saper disegnare un ponte a diodi) - conoscenze necessarie per garantire i risultati del primo punto - comportamenti necessari per garantire i risultati del primo punto (questa categoria è la più difficile su cui intervenire e mediamente fuori portata dal sistema formativo inteso come scuola primaria-università)
indifd Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 5 minuti fa, extermination ha scritto: In ogni caso le " competenze" ( saper fare e fare creando valore ) le maturi in azienda Come volevasi dimostrare n° 2
GianGastone II Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 @lufranz Mi capita di parlare con diplomati o laureati in meccanica o elettronica manutentori. Non conoscono o meglio hanno snobbato durante gli studi le leggi fondanti, ragionano con la sostituzione del pezzo senza chiedersene le cause. Per loro e' normale, almeno un paio liquidano le gradi leggi come roba antica. Pensa come siamo messi, e si che gli esami specifici li hanno sostenuti. Ho un nipote bioingegnere progettista. Steso lo schema si munisce di saldatore e tra le varie via di camera anecoica e il resto. Quando chiedo qualcosa riesce a spiegarmi i concetti a me complessi con esempi e metodi come fossi al primo giorno di scuola. Quanti sono oggi nella sua generazione? Mi sembra un po' pochi. E' solo colpa della scuola? Non credo.
Membro_0022 Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 Adesso, extermination ha scritto: Cose che non si possono pretendere in alcun modo da un neo-laureato Stiamo parlando di un ponte di diodi, non di progettare la scheda madre per un server multiprocessore. Le tabelline, il livello è quello: le tabelline. Niente se, ma, boh, forse, scuse: senza le basi minime con la tua laurea ti ci puoi pulire il *CENSURA*. Se mi si presentasse un sedicente ingegnere elettronico che non sa dirmi come è fatto e come funziona un ponte di diodi, l'unico "posto" che potrei pensare di offrirgli è quello di addetto alle pulizie. Appena laureato accettai un incarico di commissario alla maturità ITIS, periti elettrotecnici. La prima domanda che facevo era: "Hai un motore elettrico da 2HP e due prolunghe di 30 metri per collegarlo alla presa, una con cavo da 0.75 e una con cavo da 2.5. Quale delle due prolunghe prendi e perchè ?" Chi non sapeva rispondere (e ci sono stati) partiva dal 5 e poteva solo scendere. Cattivo ? Può darsi, ma vi faccio una domanda: chi di voi avrebbe il coraggio di mettere la propria firma su un documento che autorizza(va) il ceffo ignorante ad entrare in casa vostra per lavorare sul vostro impianto elettrico ?
captainsensible Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 @lufranz l'ho scritto prima, bisogna partire dall'ITIS. CS
appecundria Inviato 23 Maggio 2021 Autore Inviato 23 Maggio 2021 1 ora fa, lufranz ha scritto: con tre anni di esperienza (dove ? in pizzeria ?) in azienda piccola ma con titolari ingegneri di lungo corso con prestigiosi incarichi di consulenza, dice che i titolari non lo stimano e non gli offrono opportunità, quindi è alla ricerca di ruoli di maggiore impegno.
indifd Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 6 minuti fa, captainsensible ha scritto: laurea in ingegneria elettronica al PoliTo e prima un diploma di pertito in telecomunicazioni. Scusami, hai ragione, la tua è la legittima opinione di un appartenente al livello più alto della nostra comunità (qualifica sistema formativo italiano) con 30 anni di esperienza in primarie aziende italiane, questo per me è il problema n°1 sul piano: - analisi dei problemi in oggetto - dove intervenire per migliorare Mi rendo conto che quello che penso nel mio paese mi rende non una mosca bianca, ma una mosca a pois 😁 , se poi uno prova e verificare come funziona in altri paesi occidentali forse si rende conto di alcuni nostri limiti
Membro_0022 Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 5 minuti fa, GianGastone II ha scritto: Non conoscono o meglio hanno snobbato durante gli studi le leggi fondanti, ragionano con la sostituzione del pezzo senza chiedersene le cause. Funzionano così anche la maggior parte degli operatori dei c.d. "centri assistenza", di qualsiasi cosa. A me un somaro in un'officina Alfa Romeo, a seguito della mia incaz... perchè mi avevano restituito l'auto esattamente col problema che aveva quando l'avevo data nelle sue ignoranti manine (minimo a singhiozzo), replicò "il computer di diagnostica non segnala nessun errore". Ovviamente il computer di diagnostica non poteva vedere il filtro dell'aria intasato e la valvola EGR sporca, come invece fece un altro meccanico, stavolta fornito di cervello biologico in luogo di quello "elettronico".
appecundria Inviato 23 Maggio 2021 Autore Inviato 23 Maggio 2021 1 ora fa, lufranz ha scritto: P.S. erano i primi mesi del 1991. Un'azienda mise in palio una borsa di studio per un laureando che si prendesse la ce n'è una da 30K, in collaborazione con INFN, inevasa da prima del lockdown.
captainsensible Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 @indifd non è più alto, è che se permetti ho fatto una mia esperienza nel campo, magari tu ne hai una più centrata o superiore. Ma tu pensi che con 30 esami che bisogna sostenere all'università uno debba ricordarsi come debba essere fatto un ponte di diodi ? Adesso non so, ma all'epoca a ingegneria si studiavano una marea di materie tipo teoria dei segnali, teoria dei sistemi, campi elettromagnetici, trasmissione dati, ecc. E il problema è ricordarsi come è fatto il ponte di diodi ? E i periti che ci stanno a fare ? Ad attaccare i fili ? CS 1
Membro_0022 Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 4 minuti fa, appecundria ha scritto: dice che i titolari non lo stimano e non gli offrono opportunità 1 minuto fa, appecundria ha scritto: ce n'è una da 30K, in collaborazione con INFN, inevasa da prima del lockdown. Mi arrendo, per oggi ne ho a sufficienza. Meritiamo l'estinzione, o quanto meno l'aratro.
appecundria Inviato 23 Maggio 2021 Autore Inviato 23 Maggio 2021 3 ore fa, extermination ha scritto: Fonte ISTAT Prima dell’avvento del Covid-19, l’indicatore del mismatch dell’OCSE3 , che misura la quota di lavoratori che sono troppo o troppo poco qualificati rispetto alle mansioni che svolgono, era alto in tutta Europa (33,5% nella media UE), ma era particolarmente elevato in Italia (38,2%) soprattutto a causa della componente di lavoratori sovra-qualificati (18,2% contro il 14,7% della media europea). Allo stesso tempo, le imprese, in tutte le economie occidentali, faticavano a reperire le giuste competenze sul mercato del lavoro. La ricerca internazionale di ManpowerGroup “Closing the Skills Gap: What Workers Want”, effettuata nel 2019 su un campione di circa 40mila aziende, ha messo in luce come il talent shortage sia duplicato nel corso dell’ultimo decennio. Il 54% delle aziende in tutto il mondo non riesce ad attrarre persone con le giuste competenze e in 36 su 44 Paesi analizzati si riscontrano difficoltà a reclutare talenti qualificati. L’Italia è al terzo posto nella classifica dei Paesi con il più elevato talent shortage (47%): i datori di lavoro italiani, insieme a quelli di Stati Uniti e Messico non riescono a trovare lavoratori con le giuste competenze. La percentuale di aziende in Italia che non riesce a trovare le competenze ricercate raggiunge l’84% nelle aziende con oltre 250 dipendenti4 . Secondo il Sistema informativo Excelsior, nel 2018 oltre il 25% delle figure professionali censite erano difficili da reperire da parte delle imprese, con quote sensibilmente più elevate per le professioni specialistiche (38%), tecniche (37%), operai specializzati (38%) e laureati (35%)5 https://assets.ey.com/content/dam/ey-sites/ey-com/it_it/news/2021/february/ey-report-professioni.pdf
appecundria Inviato 23 Maggio 2021 Autore Inviato 23 Maggio 2021 1 minuto fa, appecundria ha scritto: operai specializzati (38%) occhio a questo numero, non mancano solo scienziati pazzi.
captainsensible Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 29 minuti fa, indifd ha scritto: alcuni nostri limiti I nostri limiti più che nel sistema formativo sono nel sistema industriale. Se i laureati italiani trovano abbastanza agevolmente lavoro all'estero, evidentemente tanto scarsi non sono, per lo meno paragonati agli esteri. Se tu gli vuoi far fare un lavoro del piffero e male retribuito, quelli hanno tutto il diritto ad andarsene, ma il problema non sono loro, è del sistema Italia (e ci metto in mezzo che la colpa è delle generazioni precedenti). CS 1
extermination Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 25 minuti fa, indifd ha scritto: Mi rendo conto che quello che penso nel mio paese mi rende non una mosca bianca.. I have a dream! One day...will live in a nation..
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 23 Maggio 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 23 Maggio 2021 4 ore fa, nullo ha scritto: o ogni tanto mi diverto a fare sondaggi chiedendo a ragazzi ( ma a che non ragazzi) che mi capitano a tiro, di descrivermi un semplice oggetto, quando sono cattivo, un meccanismo o un principio fisico. i balbettii e gli imbarazzi che ne scaturiscono sono incredibili. se passi e qualcosa di matematico e che esula dalle comuni osservazioni quotidiane, è generalmente peggio. la risposta media è, non ricordo l’ho studiato n mesi o n anni fa, per cui... mi pare il caso di ripensare la scuola e il suo rapporto con gli studenti e il mondo del lavoro. Non mi meraviglia quello che racconti. Non solo molti ragazzi hanno deficit culturali in ambito tecnico scientifico, ma, p.e., molti non hanno una esatta conoscenza di meccanismi sociali ed economici anche banali che regolano le nostre società o hanno una strana percezione dello spazio in cui vivono. Prova a chiedere di fissare, naturalmente senza l'onnipresente smartphone, un itinerario di massima per arrivare a Bra, in Umbria o in Cile o di posizionare geograficamente il posto in cui vivono. Non ne parliamo quando si tratta di relazionare qualcosa. Il problema delle difficoltà sempre crescenti di apprendimento, di rielaborazione critica, di eventuale formazione e gestione delle competenze, ormai, è tangibile, da un anno all'altro. Le curve di attenzione calano a picco dopo pochi minuti. Problematiche di questo tipo ricadono, non so se a torto o a ragione, in quel "disturbo" che chiamano analfabetismo funzionale. Dicono sia causato dall'inquinamento, dalle condizioni sociali, molto probabilmente è dovuto al fatto che i ragazzi sono diventati le protesi dei loro smartphone. Pare che l'Italia sia particolarmente colpita da questo problema, ma sentivo una studiosa USA che ne parlava con toni analogamente allarmati. La scuola che, piaccia o meno, non ha l'obiettivo primario di formare lavoratori ma di istruire cittadini, specie al di fuori della realtà dei Licei, si adegua e asseconda anno dopo anno, in una bizzarra corsa al ribasso, questa situazione abbassando a sua volta obiettivi, richieste e requisiti. Il tutto avviene con o sotto il beneplacito/impulso/pressione dei genitori, essi stessi esiti di questo processo di degrado che, nel periodo in cui studiavano, iniziava a manifestarsi. Per le famiglie esiste soltanto il diritto (quasi divino) dei loro figli, derivante dal falso mito che tutti possono fare tutto, di uscire assolutamente con un pezzo di carta in mano, a qualunque costo, al di là di meriti, demeriti, capacità e competenze acquisite. L'istituzione scolastica ormai è la controparte da attaccare perché incapace di assicurare quel diritto per giunta con il minimo sforzo. Tutti convinti che il proprio scarrafone sia un piccolo Leonardo, il che potrebbe, in certa misura anche essere vero, ma anche convinti che il Leonardo deve essere tirato fuori, maieuticamente, da uno sforzo altrui, mentre lo scarrafone ha tutto il diritto di usare la scuola come il "muretto" presso il quale incontra gli amici o come succursale del divano casalingo. Guai a superare carichi, davvero ridicoli, almeno ai miei tempi, di lavoro. E' un levarsi di scudi da parte di mamme leonesse iperprotettive preoccupate per lo stress del pargolo sottratto alla playstation. Le stesse stalkerano mezzo mondo appena il voto assegnato al figlio non incontra le aspettative: il tenore di fondo è quello di una incapacità, sempre altrui, di tutto il mondo estraneo alla diarchia o triarchia familiare, di valorizzare, assecondare, accondiscendere. I dirigenti scolastici non vogliono noie e assecondano i genitori. I ministri devono mostrare percentuali di successo scolastico che non stanno né in cielo né in terra e pestano sui dirigenti. Di fatto la scuola ha smesso di fare selezione. Su questi schermi ho spesso polemizzato per la vulgata che vuole gli insegnanti sfaticati. Entro limiti fisiologici, non è così, qualcuno parla di sindacati: contano come il classico due di coppe a briscola. Si lavora spesso male o inutilmente, oberati da una immane produzione di carta stampata, perché occorre "tenere tutte le carte a posto" difronte a un eventuale ricorso dei genitori. Ci si trova ingolfati di procedure, intossicati da un doverismo fine a se stesso che poi, in questo panorama frustrante di confusione tra strumenti e obiettivi, di focus su questa inutile attività non sullo studente, diventa per molti elemento di gratificazione. Altro che rivoluzioni agili. La scuola italiana sembra una fabbrica da iconografia sovietica, con ciminiere fumanti, formicolio di operai al lavoro, impiego di risorse e materiali, tutto per sfornare 8 bulloni su dieci che non rispondono alle specifiche. Questo vale per pubblico e a maggior ragione per il 99% delle scuole private. Quell'uno per cento ha la fortuna di lavorare con ferree selezioni in ingresso e uscita. Scordatevi il mito di privato è bello se il metro deve essere inevitabilmente l'indice di gradimento a-meritocratico comune per questo tipo di utenza. Un piccolo aneddoto emblematico: qualche ministro/a ha deciso di programmare alcune decine di ore di educazione civica per classe. Inizia il solito armiamoci e partite, quindi le ore e ore di riunioni, verbali su verbali, programmazioni, relazioni, organizzazione, ho trascorso un week end per preparare una bellissima presentazione sulla Mobilità Sostenibile per non fare la solita sbrodolata retorica, nella quale in tre ore (adeguatamente distribuite in varie giornate) presentavo tra l'altro le esperienze di alcune start up (di giovani imprenditori come i miei studenti) che forniscono servizi nel settore, illustravo le linee guida EU, le esperienze nelle grandi città europee, la gestione della logistica a lungo e corto raggio, ho parlato di car pooling, car sharing ecc. Facce svogliate, pare che ti facciano un piacere, poi chiedo loro di relazionare ed eventualmente di suggerire qualche proposta personale: un deprimente festival del luogo comune, scopiazzato dalla peggiore gretologia, sull'inquinamento, i ghiacciai che si sciolgono, la mobilità a piedi, in bicicletta o con il monopattino. Alternanza scuola lavoro: principio valido, ma come al solito è l'armiamoci e partite ministeriale. Molto sinteticamente dico che non si possono organizzare nozze con i fichi secchi, poi per carità, fino a inizio pandemia, si mandavano gli aspiranti geometri nei rarissimi cantieri edili (dopo aver combattuto con montagne di burocrazia) oppure negli studi tecnici a fare, se va male, fotocopie. In questo quadro, che non è solo a tinte fosche, si cerca di lavorare, si ottengono anche risultati lusinghieri e molto probabilmente, ascoltando certi discorsi, pare che la situazione altrove, anche all'estero, non sia migliore sotto questo cielo. 4
GianGastone II Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 18 minuti fa, captainsensible ha scritto: Ma tu pensi che con 30 esami che bisogna sostenere all'università uno debba ricordarsi come debba essere fatto un ponte di diodi ? Nel caso si apre la dispensa, avviene? Mi sa praticamente mai. Il punto sta qui.
senek65 Inviato 23 Maggio 2021 Inviato 23 Maggio 2021 Comunque pure trovare un operaio italiano con spiccata predisposizione al senso del dovere e alla voglia di impegnarsi è impresa ardua
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