Questo è un messaggio popolare. poeta_m1 Inviato 11 Ottobre 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Ottobre 2024 Buongiorno a tutti, questa volta sono a raccontarvi del mio ultimo acquisto, un Philips 22 RH591... dobbiamo fare un bel salto indietro nel tempo, all'inizio degli anni '70: l'amplificatore appare per la prima volta nei cataloghi Philips del 1969, il periodo di produzione dovrebbe essere 1970~1972. Ho avvistato questo simpatico integrato lo scorso weekend in un mercatino, il prezzo mi era parso "possibile", non in bolla speculativa per intenderci, così ho pensato di rifletterci un po' su e di tornare a provarlo munito di adattatori DIN/RCA (ingressi di linea) e di connettori punto-linea (uscita diffusori) - ovviamente questo amplificatore segue le interconnessioni europee tipiche di quegli anni. Si tratta di un integrato che conoscevo già, perlomeno visivamente, dal momento che mio cugino ne possiede uno da sempre (apparteneva a mio zio). Ieri sono tornato al mercatino a provarlo, e incredibilmente funzionava, al netto dei potenziometri rumorosi, il minimo sindacale per un apparecchio di 50 anni fermo da chissà quanto tempo... detto fatto, lo acquisto e lo porto a casa. Immediatamente lo apro per un controllo generale, pulizia interna, pulizia frontale e manopole, il solito insomma. Prendo atto che il pannello frontale consiste in un lamierino sottilissimo, nell'ordine di pochi di decimi di millimetro, inferiormente vincolato alla solita maniera, con 3 viti, superiormente invece in nessun modo, difatti tale lamierino è originariamente tenuto in posizione da della colla che lo tiene unito al pannello retrostante, in legno... e già, la struttura fa ampio uso di legno, come si usava allora (perdonate il caos sulla scrivania, ero di frettissima): Pulito e rimontato il tutto, l'amplificatore si presenta così, gradevolissimo imho, un ottimo esempio della scuola europea: Il pannello frontale (il lamierino...) presenta, per ognuno dei fori per i pulsanti, degli anellini di plastica neri che restano in posizione ad incastro, per interferenza; questi oltre ad una funzione cosmetica, servono per contenere il gioco assiale dei pulsanti, altrimenti eccessivo. L'esemplare in mio possesso aveva ricevuto un colpo a fianco del pulsante "Auxiliary" e l'anellino di plastica si era danneggiato e sganciato... ho provveduto a raddrizzare il lamierino e a fissare in posizione l'anellino con una goccia di ciano. L'indicatore ad ago è un curioso strumento denominato "Balance Indicator" da Philips. Di fatto segue il segnale in uscita di ambedue i canali, offrendo una indicazione in tempo reale del canale "preponderante" in quel preciso istante. Riproducendo un segnale monofonico, rimarrebbe fisso al centro della scala. In presenza di sorgenti sbilanciate su un canale, poteva essere utile per correggere il bilanciamento agendo sul balance. Il selettore Scratch, a due posizioni, offre un taglio a 5KHz o a 10KHz per l'ascolto dei dischi più rovinati. Osservando lo schema sul service manual, questo filtro dovrebbe interessare tutti gli input, non soltanto quello per il giradischi. Ho provato con un segnale di linea con dei toni di prova oltre i 10KHz e sul mio esemplare non sortisce effetto, dovrò indagarne la causa. Il selettore sottostante, denominato Contour, è uno splendido loudness a due posizioni. Ignoro su quali frequenze sia "centrato" agli estremi di banda, ma lavora divinamente, senza mettere in ombra la gamma media. Promosso a pieni voti. C'è poi un pulsante Rumble che inizia a tosare le frequenze al di sotto dei 150Hz, per eliminarle completamente al di sotto degli 80Hz. I potenziometri hanno reagito bene al disossidante, divenendo silenziosi. Quello del volume è ben fruibile, la prima parte della scala (da 1 a 4) consente una regolazione piuttosto fine del livello di uscita, e i controlli dei toni sono anch'essi congegnati con criterio, modificando la banda dove realmente occorre. Il suono che ne scaturisce è assolutamente convincente, melodico, come era tipico aspettarsi dal gigante di Eindhoven - a proposito, dietro all'apparecchio campeggia l'immancabile dicitura "Made in Holland", unitamente ad una serigrafia "TROPICALIZED" presente su tutti gli RH 591... credo fosse ad indicare che l'apparecchio era compatibile con condizioni climatiche difficili: Varie ed eventuali che ho notato, non è presente alcun sistema di anti-bump all'accensione e allo spegnimento. Tenendo sotto controllo le uscite, all'accensione arriva una bella "schicchera" di tensione, che a poco a poco si attesta su una DC offset di +0,2 volt sul canale L, e -0,1 volt sul canale R. Mi sembra eccessiva, ma non è presente alcuna regolazione per la DC offset. Ci sono due coppie di uscite, per diffusori con impedenza nominale di 8 ohm o di 4 ohm. A livello elettrico, le uscite per i diffusori 4 ohm sono le medesime di quelle 8 ohm con l'aggiunta in serie di una resistenza da 2 ohm, per alzare l'impedenza vista dai finali. La costruzione e gli stampati rivelano l'età dell'apparecchio, ci sono alcune componenti saldate "in aria" (es. il ponte a diodi) o disposte su piccole "turret board"; non tutte le componenti trovano quindi spazio sul pcb. I due condensatori primari di alimentazione, da 4000uF e presumo 40V (il rail è +/- 30V) sono enormi, una volta gli elettrolitici erano decisamente più voluminosi. Ho notato la presenza di alcune - credo - bobine variabili, ma non ho approfondito, evidenziate qui in foto: Ci sono trimmer per regolare corrente e tensione dei transistor finali, ed un trimmer per la taratura del Balance Indicator, verificherò queste tarature. Per il momento è tutto, avevo piacere di condividere con voi le mie impressioni su questo integrato vintage 🙂 Un saluto, Gherardo 7 2
Bazza Inviato 11 Ottobre 2024 Inviato 11 Ottobre 2024 @poeta_m1 io ho il piccolo 590, non male neppure lui. 1
Questo è un messaggio popolare. Velvet Inviato 11 Ottobre 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Ottobre 2024 26 minuti fa, Bazza ha scritto: io ho il piccolo 590 Il mio primo amplificatore, comprato da adolescente negli anni 80 come giacenza in un negozio di elettrodomestici dove stava a far polvere da almeno 15 anni. L' ho seviziato in ogni modo attaccandoci di tutto. Solo una volta ha avuto bisogno del riparatore ma perchè praticamente misi in corto le uscite per vedere se due led si illuminavano al ritmo di musica Non è più con me da oltre vent' anni perchè lo lasciai nella sede di un'associazione di cui facevo parte, un po' mi dispiace. Ne ho un caro ricordo. 3
jopavirando Inviato 11 Ottobre 2024 Inviato 11 Ottobre 2024 Io ho avuto questo il 22RH521 che penso sia simile, forse più giovane, più di quaranta anni fa. Lo cambiai con un Onkyo più giovane, ma anche io ne ho un carissimo ricordo. E' stato il mio primo ampli serio. 1
poeta_m1 Inviato 11 Ottobre 2024 Autore Inviato 11 Ottobre 2024 Qui tutte le info sulle frequenze dove agiscono i vari filtri e controlli di tono, e con quale entità:
Bazza Inviato 11 Ottobre 2024 Inviato 11 Ottobre 2024 @jopavirando ho anche questo 😁 Scalda come una stufetta 😅
pserci Inviato 12 Ottobre 2024 Inviato 12 Ottobre 2024 Il 11/10/2024 at 10:38, poeta_m1 ha scritto: Ho notato la presenza di alcune - credo - bobine variabili, ma non ho approfondito, evidenziate qui in foto: Innanzitutto, bell'acchiappo, apparecchio storico e capisco ora perchè l'hai acquistato :-) Le due bobine (S481 e S482) credo servano per lo scratch filter, il nucleo potrebbe servire per sintonizzare la frequenza di taglio: Buona serata ed ottimo lavoro come sempre Paolo 1
oscilloscopio Inviato 13 Ottobre 2024 Inviato 13 Ottobre 2024 Philips all'epica faceva buone macchine, custodisco ancora gelosamente il mio RH 520. 1
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