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Il Concerto per Violino - Autori / Interpreti / Direttori


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4 ore fa, Gabrilupo ha scritto:

Wow! La Kopatchinskaja....

 

Certe volte suona a cazzo suo e diventa pesante. 

Ad es. proprio nel secondo di Bartók sopra citato, che suona con un taglio (addirittura un portamento) da violino tzigano totalmente fuori luogo. 

Quando è centrata sul brano però è una gran musicista. 

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@aldofranci Travalica l'idea di artista "classico", ad esempio in molti lavori per l'Alpha ma, a questo proposito, mi chiedo quanti musicisti del passato non lo abbiano fatto, superando la codificazione accademica (rischio il linciaggio).

Io l'ho sentita in Tchaikovsky e devo dire che mi è piaciuta moltissimo. Ha trascinato con sé la Sinfonica Siciliana che non è proprio composta dai Wiener (con tutto il rispetto per i nostri professori d'orchestra). Una serata splendida.

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@Gabrilupo

D'accordo, anche a me piacciono gli interpreti che osano...se il discorso è funzionale a "illuminare" il senso della pagina eseguita. 

Dipende cosa si fa e come lo si fa. 

Se un etnomusicologo come Bartok avesse voluto un violino alla maniera tzigana, lo avrebbe in qualche modo annotato nello spartito, non ci sono dubbi.

Il risultato è ad ogni modo esteticamente discutibile, per una pagina che pur con le armonie di metà novecento si innesta in pieno nella tradizione del concerto classico ottocentesco. 

 

La Faust ad esempio ha una misura esemplare e il lavoro di Harding nel cesello strumentale e nel dialogo col solista è eccezionale. 

Devi, dovete (se non già fatto) assolutamente ascoltare questa registrazione. 

 

Sotto l'aspetto violinistico l'esito più alto secondo me è forse quello della Mullova, ma Salonen è piuttosto svogliato e routinier e finisce per condizionare l'impatto emotivo dell'esecuzione. 

 

45 minuti fa, Gabrilupo ha scritto:

Io l'ho sentita in Tchaikovsky e devo dire che mi è piaciuta moltissimo. Ha trascinato con sé la Sinfonica Siciliana che non è proprio composta dai Wiener (con tutto il rispetto per i nostri professori d'orchestra). Una serata splendida.

 

È molto dotata, non c'è dubbio. 

Spero di poterla sentire dal vivo al più presto. 

 

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32 minuti fa, aldofranci ha scritto:

Cmq quante donne fenomenali con l'archetto. 

si, .. negli ultimi diciamo, quindici - vent'anni anni ce ne sono state tantissime  assurte alla ribalta internazionale, da Julia Fisher a Hilary Hahn, alla Jansen, la Kopatchinskaja, la Faust, .. e qualcuna me la dimentico di certo (anche qualche italiana, ad esempio la Dego).

La Mutter la lasciamo stare perchè è sulla breccia da quarant'anni, .. ma fa parte anche lei del "top donna con l'archetto".

Tutte tecnicamente formidabili, magari non sempre centratissime a livello interpretativo su ogni esibizione, .. ma avercene !! credo sia uno dei migliori decenni mai visti come numero e qualità degli esecutori/trici

  • Melius 1
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La Kopatchinskaja, come altre donne violiniste (e quante donne brave al violino. Confermo!) condivide con Isabelle Faust e Viktoria Mullova la capacità di passare tranquillamente dal violino montato in maniera "moderna" allo strumento originale con corde di budello. Molto curiosa e stimolante è la sua interpretazione del concerto per violino di Beethoven con strumenti originali: soluzioni interpretative insolite quasi ad ogni passaggio, spesso addirittura spiazzante, ma comunque un gran bell'ascolto, che alla cadenza del primo movimento rischierà di farvi letteralmente saltare dalla poltrona. Ma la cosa davvero curiosa è il fatto di avere ottenuto un tale risultato con uno dei direttori meno fantasiosi del panorama "filologico", ossia Philippe Herreweghe... forse sarà perché gli opposti si attraggono.

Se invece - sempre con corde di budello - si desidera per il concerto di Beethoven un risultato più "lirico" e per certi versi tradizionale, ma comunque di una limpidezza esemplare, c'è l'eccellente Viktoria Mullova che lo ha registrato con Gardiner, accoppiandolo ad un altro dei più grandi concerti per violino di sempre: quello di Mendelssohn. Se proprio devo trovare un difetto a quest'ultima realizzazione, è lo scarso rilievo dato all'orchestra rispetto al violino... ma credo che sia più una scelta dei tecnici del suono che una scelta interpretativa.

 

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Quanto ad un'altra grande donna del violino, da parte mia che sostengo le interpretazioni con strumenti d'epoca merita una citazione particolare Isabelle Faust, innanzitutto per la sua registrazione dei concerti per violino di Bach (qui, da quel che vedo, non citati), la più entusiasmante degli ultimi anni.

Ma vorrei ricordare la sua interpretazione originale, vigorosa e secondo me indispensabile del Concerto per violino di Mendelssohn, con la Freiburger Barockorchester diretta da Pablo Heras-Casado. Qui Isabelle Faust, contrariamente agli interpreti di scuola tradizionale-romantica, ci ricorda che Mendelssohn non è Schumann, ma è piuttosto un compositore che adotta un linguaggio classico in un contesto romantico, e ce lo presenta ricco di contrasti, spesso "muscoloso", per nulla svenevole, e sempre con gli straordinari legati di cui Isabelle Faust è capace. Anche qui un gran bell'ascolto.

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Andrea Parenti

Segnalo, tra le innumerevoli degne di menzione, tre incisioni di concerti per violino che mi vengono subito in mente, tutte al femminile.

Il Concerto di Beethoven con Isabelle Faust venne inciso all'auditorium Manzoni di Bologna, dove un paio di settimane fa ho ascoltato la stessa Faust nell'integrale delle Sonate e Partite di J.S.Bach. Concerto assolutamente strepitoso! L'abbinamento Tchaikovsky/Batiashvili me lo ricordo invece al Parco della Musica a Roma, con Pappano sul podio. Rimasi davvero colpito anche in quell'occasione.

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