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Piccoli atti di fascismo quotidiano


Muddy the Waters

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Inviato

Il 25 aprile Lorenza Roiati, titolare del panificio «Assalto ai forni» di Ascoli Piceno, srotola sulla facciata della sua casa uno striscione con la scritta: «25 Aprile: buono come il pane, bello come l'antifascismo». Da quel momento, è stata identificata (due volte), minacciata (con striscioni di gruppi di estrema destra) e finita al centro di una polemica politica. E la storia non è finita. 
https://www.corriere.it/politica/25_maggio_02/storia-striscione-25-aprile-ascoli-piceno-130585dd-9353-4f30-bfb4-79c407522xlk.shtml
A quattro giorni dal caso della fornaia identificata ad Ascoli Piceno per aver esposto un manifesto antifascista il giorno della Festa della Liberazione («25 aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo») rimangono ancora molti interrogativi sulla vicenda, esplosa grazie ai video postati sui social dalla fornaia Lorenza Roiati. E che il sindaco della città Marco Fioravanti, di Fratelli d’Italia, ha cercato di derubricare a normale amministrazione, anche se normale non è. Ieri le opposizioni (Pd, M5S, Avs e Iv) in Parlamento hanno chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di chiarire chi ha disposto i controlli e perché.

Chi ha realmente impartito le direttive per questi "articolati servizi"? Con quale obiettivo? È accettabile che vengano impiegate risorse pubbliche per sorvegliare messaggi che celebrano l'antifascismo?» chiede uno degli autori delle interrogazioni, il deputato 5 Stelle Giorgio Fede, che parla di «una strumentalizzazione politica delle forze dell'ordine» e dice che la spiegazione del sindaco (l’identificazione è avvenuta in seguito a «una segnalazione») è stata «smentita» dai «vertici delle forze dell'ordine». Ma in realtà la segnalazione smentita «ufficialmente» riguarda uno solo dei controlli, che sono stati due, fatti da diverse forze dell’ordine. Ecco cosa sappiamo finora.

Il primo controllo della Polizia di Stato

Come mostra il video della fornaia Roiati, un primo controllo sullo striscione è stato fatto nella mattina del 25 aprile da agenti della Polizia di Stato (che dipendono dal ministero dell’Interno). Secondo la ricostruzione della Questura, si trattava di agenti in servizio su una volante, che - visto per caso il manifesto - si sono avvicinati per controllare. A quel punto Roiati si è identificata spontaneamente e ha chiesto se ci fossero problemi. I poliziotti hanno chiamato la Questura per comunicare il contenuto dello striscione e chiedere cosa fare. E la Questura - come dovrebbe essere ovvio - ha comunicato che non c’era nessun bisogno di intervenire perché lo striscione non violava alcunché. Gli agenti a quel punto non hanno né registrato ufficialmente il nome di Roiati, né fatto verbale sull’accaduto.

 

Il contesto dei controlli 

La «solerzia» degli agenti però non si è manifestata in un momento casuale. Come è noto, il governo Meloni aveva proclamato cinque giorni di lutto nazionale per la morte di papa Francesco (invece dei tre previsti per Giovanni Paolo II), "coprendo" così anche l’80esimo anniversario della Liberazione dal regime nazifascista. E il ministro della Protezione civile Nello Musumeci aveva chiesto «sobrietà» nelle celebrazioni. Scelte che sono state viste dalle opposizioni come un modo per mettere la sordina a una festa poco amata dal partito post-fascista della premier. E che hanno indirettamente dato luogo a una serie di divieti e sanzioni inaccettabili (li ha raccontati Fabrizio Caccia). La politica funziona spesso così: non servono misure formali, perché bastano i suoi messaggi, che trovano sempre solerti interpreti. In questo contesto Roiati, nonostante le smentite delle autorità, ha percepito il controllo della polizia come un gesto di dissuasione "politico" e anche per questo ha diffuso il video dell’accaduto sui social, che è diventato virale.
 

Il secondo controllo su «segnalazione»

Più tardi, quando il video di Roiati aveva iniziato ad attirare l’attenzione anche a livello nazionale, la fornaia ha ricevuto una seconda visita, questa volta dalla Polizia locale, che dipende dal Comune. La Polizia di Stato ha detto in seguito che non era stata informata del secondo controllo e che non c’entra niente. «Rivendica la paternità dello striscione?», chiede uno dei vigili in borghese che hanno identificato formalmente Roiati, come mostra il secondo video della fornaia antifascista. Gli agenti della locale non hanno spiegato il perché dell’identificazione (un «normale controllo che è stato disposto») e poco dopo se ne sono andati. Ma hanno registrato le generalità della fornaia.

Gli striscioni di minaccia a Roiati 

Nella notte tra il 26 e il 27 aprile davanti al forno di Roiati sono apparsi due striscioni di minaccia: «Ai forni» e un altro che offende la proprietaria del panificio e il questore di Ascoli Piceno. Gli striscioni sono anonimi, ma hanno una sorta di firma: il carattere usato a partire dalla fine degli anni 70 da gruppi politici e associazioni di estrema destra.

La spiegazione del Comune

Solo dopo l’affissione degli striscioni di minaccia, il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti è intervenuto con un video sui suoi social, prendendone le distanze. Masenza mai esprimere solidarietà a Roiati. Fioravanti ha detto invece che in tutta la vicenda le «vittime» sono gli agenti della polizia locale, perché sono stati attaccati sui social per aver fatto il loro lavoro dopo aver ricevuto una «segnalazione». L’agente locale aveva parlato di «controlli disposti», ma al Corriere l’ufficio stampa del Comune ha ribadito che il secondo controllo è avvenuto dopo una «segnalazione via telefono» (spiegando di non poter dire da chi era stata fatta), che sono stati mandati vigili in borghese perché tutte le altre pattuglie erano impegnate per la vigilanza sulle celebrazioni del 25 aprile e che gli agenti sono intervenuti perché si sospettava che si trattasse di una «pubblicità abusiva». In altre parole, secondo il Comune, in un giorno in cui la Polizia locale era impegnata al completo, si è trovato il tempo per mandare tre agenti a verificare se un manifesto antifascista fosse una possibile pubblicità.

L’Ufficio stampa del Comune ha anche detto che invece non sono stati identificati gli autori dei manifesti di minaccia contro Roiati, ma che si stanno esaminando le telecamere di privati nella zona per cercare di trovarli.

La polemica sulla cena per Mussolini 

Ascoli Piceno e il suo sindaco non sono nuovi alle polemiche su fascismo e antifascismo. Marco Fioravanti nel 2019 era stato duramente criticato per aver partecipato a una cena di commemorazione per la marcia su Roma, il 28 ottobre. «Sui menù della serata erano state stampate effigi del Duce e fasci littori. Nella sala campeggiavano bandiere di Fratelli d’Italia. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, il vice sindaco Silvestri, l’onorevole Acquaroli, il consigliere comunale di San Benedetto Assenti» scriveva all’epoca il Resto del Carlino. Fioravanti si era poi scusatodicendo di essere passato di lì per poco tempo e di non aver visto i menù.

Le reazioni

La vicenda di Ascoli Piceno è diventata un caso grazie alla mobilitazione sui social, che ha attirato l’attenzione dei media nazionali e della politica. Nei giorni scorsi molte persone hanno visitato il panificio in sostegno a Lorenza Roiati ed è stata indetta una manifestazione di solidarietà il 3 maggio. Tra coloro che hanno chiamato alla mobilitazione c’è anche Arianna Ciccone, fondatrice del Festival internazionale del Giornalismo di Perugia e del sito Valigia Blu, che ha scritto a Polizia e Comune per avere spiegazioni sull’accaduto (e l’ha raccontato in un post). «Quello che è successo mi ha colpito come cittadina. Sembra una cosa piccola, ma se cominciamo ad accettare tante piccole cose, poi ci troviamo con un problema mostruoso» dice. «Ho scritto alle autorità perché la mobilitazione online, per quanto importante, non poteva bastare. Come cittadini possiamo far vedere che siamo sempre pronti a difendere il diritto di espressione di tutti».

 

 

 

 

Inviato
23 minuti fa, appecundria ha scritto:

Oggi il povero Ramelli non è altro che uno strumento di propaganda dei nazifascisti per farsi passare per vittime.

Perché nazi? Solo Fascisti.

Inviato
1 ora fa, LeoCleo ha scritto:

Perché nazi? Solo Fascisti.

Ti dispiace?

Gaetanoalberto
Inviato

Sulla questione del difendere anche le "piccole cose" sono piuttosto d'accordo.

il tema di striscioni, manifesti, opuscoli, cartelloni, interviste etc é molto importante.

Altrettanto importanti sono le conseguenze deleterie che, peggiorando il clima (vedasi Trump) possono colpire le idee.

  • Melius 1
Inviato
37 minuti fa, appecundria ha scritto:

Sui manifesti per Ramelli c'era la runa usata dalla Hitlerjugend e dalle Waffen SS.

Non lo sapevo. Vada allora per nazifascisti. 

Inviato
3 ore fa, appecundria ha scritto:

Aveva di speciale che era una persona normale. Si occupava da poco di politica, piuttosto timidamente, di fatto non era un obiettivo significativo né militare né politico.

D'accordissimo con quanto dici e per l'onestà intellettuale che ci fanno onore a sinistra. Tra l'altro questo povero ragazzo ha dovuto subire settimane e settimane di violenze orribili che si sono concluse con la sua uccisione.

Come dice @iBan69 ciò che e' inconcepibile e' la commemorazione di un atto di fascismo (rosso) da parte di fascisti (bacati a vedere queste inquietanti cerimonie evocative di certi rituali nazisti) ignari di cosa sia significato per le vittime quel braccio teso da vigliacchi.

Inviato

Tutti questi nazifascisti che si vestono e si comportano militarmente sono fondamentalmente dei guerrafondai per questo sono pericolosi. Questo incremento di ignoranza e disinformazione non fa certo sperare in un mondo migliore

Inviato

Cantano 'Bella ciao' il 25 aprile festeggiando la liberazione dal nazifascismo e vengono identificati da un maresciallo dei carabinieri. E' accaduto a Mottola, in provincia di Taranto, a dieci cittadini che ora rischiano una denuncia per inosservanza dei divieti delle autorità. Ovvero per non aver rispettato la sobrietà alla quale il governo aveva invitato tutti per il lutto nazionale dopo la morte di Papa Francesco.
 

 

https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/cantano-bella-ciao-il-25-aprile-nel-tarantino-identificati/ar-AA1E74mr?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=202e4107ded74f4f9ff46904d2d09b99&ei=10

  • Haha 1
Inviato

Propongo di rettificare in “ridicoli atti di stupidità quotidiana”.

Inviato

Maresciallo, indentificami questo!

 

IMG_3998.jpeg

Discopersempre2
Inviato
11 ore fa, LeoCleo ha scritto:

Maresciallo, indentificami questo!

IMG_3998.jpeg

L' antenato di Rocco:classic_biggrin:.

Inviato

 

Sempre alla voce "spudorato e ripugnante revisionismo storico":

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Venerdì 9 maggio - ore 11

Cerimonia di commemorazione del “Giorno della memoria”, dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi

Venerdì 9 maggio, alle ore 11, nell'Aula di Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si svolge la Cerimonia di commemorazione del "Giorno della memoria", dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. Intervengono il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. L'appuntamento viene trasmesso in diretta su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, sul canale satellitare e sulla webtv della Camera.

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Giorno Memoria terrorismo, i familiari delle vittime: "Noi esclusi"

Alla Camera la cerimonia ufficiale con il presidente Mattarella. I familiari delle vittime criticano il programma e la scelta di Bruno Vespa come conduttore: “Non rappresenta tutte le storie”

Il prossimo 9 maggio si celebrerà il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. Ma i parenti delle vittime del 2 Agosto a piazza Fontana, da Ustica a piazza della Loggia fanno sapere che pur partecipando alla cerimonia non possono "permettere - scrivono in una lettera - che ci si appropri di una celebrazione che è soprattutto dei familiari e quindi non possiamo tacere la nostra profonda insoddisfazione".

Dall'istituzione del Giorno della Memoria del 9 maggio "si è sempre condivisa l'organizzazione della cerimonia con le associazioni dei familiari equilibrando gli interventi, descrivendo il contesto storico di riferimento e dando conto delle nuove acquisizioni processuali. La definizione del programma - sottolineano ancora le associazioni - è stata sempre costruita insieme concordando nel rappresentare sempre il quadro complessivo delle matrici di quella violenza. Così non è stato quest'anno. Lo svolgimento della cerimonia, infatti, tralasciando la collocazione degli eventi nel quadro storico in cui sono avvenuti, elude quell'auspicato bisogno di comprensione, posto in questi giorni da più parti e che, per essere tale, reclama che ognuno faccia i conti anche con la propria Storia".

Inoltre, "l'Istituzione che ospiterà la cerimonia - spiegano ancora i familiari delle vittime - ha scelto addirittura come conduttore Bruno Vespa, un giornalista da più parti contestato per alcune note e improvvide dichiarazioni in occasione delle più sanguinose stragi degli anni Settanta".

Nonostante quindi saranno alla cerimonia, soprattutto "per rispetto delle Istituzioni", le associazioni non nascondono la loro insoddisfazione "sia per rispetto alle vittime, sia per l'impegno profuso in questi decenni dai familiari e dalle loro associazioni per il raggiungimento della verità e della giustizia e per evitare l'uso politico dei morti di diversa matrice che insieme, anche grazie al 9 maggio, abbiamo imparato a ricordare".

Paolo Bolognesi: “Andremo perché c’è Mattarella, ma non siamo d’accordo”

Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, ha confermato la partecipazione alla cerimonia, sottolineando però il dissenso sul modo in cui è stata organizzata.

Ci si deve andare perché c’è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e perché rappresentiamo i nostri morti”, ha detto Bolognesi. “Ma vogliamo far sapere prima del 9 maggio che non condividiamo l’impostazione dell’evento, che tratterà solo episodi di matrice di sinistra, dimenticando che i Nar sono esistiti e hanno avuto un ruolo nelle stragi”.

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https://www.bolognatoday.it/cronaca/giorno-memoria-terrorismo-9-maggio-2025-polemiche.html

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Le solite mezze è già stato detto? Nel caso repetita...
 

 

Inviato

 

Gli alpini cantano «Faccetta nera» all'Adunata nazionale di Biella. Scoppia la polemica politica: «Un insulto alla memoria»
In via Gramsci il canto «Faccetta nera» e il saluto fascista da parte di un gruppo di alpini.

https://torino.corriere.it/notizie/piemonte/25_maggio_10/gli-alpini-cantano-faccetta-nera-all-adunata-nazionale-di-biella-scoppia-la-polemica-politica-un-insulto-alla-memoria-3e05dc13-df36-4404-aeca-1457c4462xlk.shtml

 

Inviato
1 ora fa, iBan69 ha scritto:

Gli alpini cantano «Faccetta nera» all'Adunata nazionale di Biella. Scoppia la polemica politica: «Un insulto alla memoria»
In via Gramsci il canto «Faccetta nera» e il saluto fascista da parte di un gruppo di alpini.

https://torino.corriere.it/notizie/piemonte/25_maggio_10/gli-alpini-cantano-faccetta-nera-all-adunata-nazionale-di-biella-scoppia-la-polemica-politica-un-insulto-alla-memoria-3e05dc13-df36-4404-aeca-1457c4462xlk.shtml

@Panurge non avevi oliato preventivamente lo schioppo? Ahi, ahi, ahi.

Inviato

Basta con questi raduni di camerati.


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