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Della borghesia


Savgal

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Gaetanoalberto
Inviato
38 minuti fa, Savgal ha scritto:

Tornando in tema, 

E. Hobsbawm sul Sessantotto da "Il secolo breve”. A suo tempo ho riletto più volte il capitolo e alcuni passaggi. Era il 1994 quando fu pubblicato, quasi profetico considerando il presente.

Ma a essere colpiti dalla rivoluzione culturale furono proprio questi legami e queste solidarietà di gruppo di carattere non economico, come lo furono i codici morali a essi associati. Tali codici morali erano certo più vecchi della società industriale borghese, ma erano stati adattati a quella società e ne formavano parte integrante. Il vecchio vocabolario morale dei diritti e dei doveri, delle obbligazioni reciproche, del peccato e della virtù, del sacrificio, della coscienza, dei premi e delle pene, non poteva più essere tradotto nel nuovo linguaggio della gratificazione immediata dei desideri. Una volta che le pratiche e le istituzioni tradizionali non furono più accettate come metodi per ordinare la società, per tenere vincolate le persone e per assicurare la cooperazione e la riproduzione sociale, la capacità dei vecchi codici morali di strutturare la vita umana in società svanì quasi del tutto. Essi si ridussero semplicemente a espressioni di preferenze individuali e alla pretesa che la legge dovesse riconoscere la supremazia di queste preferenze. L'incertezza e l'imprevedibilità si fecero incombenti. L'ago della bussola non segnava più il nord e le mappe divennero inutili. Tutto ciò divenne sempre più chiaro nei paesi avanzati dagli anni '60 in poi e trovò espressione ideologica in una varietà di teorie, dal liberismo estremo al "postmodernismo" e simili, che cercarono di accantonare del tutto il problema del giudizio e dei valori, o piuttosto cercarono di ridurli al singolo denominatore della illimitata libertà individuale.

Parole decisamente di peso. Meritano qualche riflessione...post notturna...

Inviato

Io da ignorante totale vedo il presente come una molecola che si è scissa in atomi.

Perché?

Penso per la conservazione della aristocrazia finanziaria.

D'altra parte controllano tutti i canali di informazione 

Anche la politica da almeno 40 anni ha perseguito questa strada.

  • Melius 1
extermination
Inviato

Io da ignorante vedo il presente dominato dal caos dove ognuno, di qualunque ordine e grado, cerca di accaparrarsi l’accaparrabile!!

  • Melius 1
Inviato

@Gaetanoalberto

Ascoltando e leggendo cosa dicono e scrivono certi soggetti, pare di osservare nei comportamenti e di risentire gli slogan del Sessantotto, ma senza l'ingenuità dei giovani di allora.  

"E' vietato vietare": sembra diventata la regola guida che dovrebbe seguire la società e, soprattutto, la politica.

"Solo l’individuo deve esistere": il proprio io il centro del mondo.

"L’immaginazione al potere": ovviamente quella del singolo, un mondo cui non pochi pensano di essere dio.

"Abbasso lo Stato!": lo Stato è il nemico, pone le regole per il vivere civile che limitano la c.d. "libertà" (altro termine di cui si fraintende il significato).

"Prendete i vostri desideri per la realtà": la vanità, il narcisismo, che si esprimono nel perseguimento del proprio desiderio individuale e in una illimitata libertà del singolo, le regole del vivere.

  • Melius 1
Inviato
13 ore fa, extermination ha scritto:

Per fare profitti bisogna fare e saper fare debito; altro che mentalità da operaio

Fare debito per investire può farti ricco, per consumare ti impoverisce quasi sempre.

Inviato
2 ore fa, extermination ha scritto:

Io da ignorante vedo il presente dominato dal caos dove ognuno, di qualunque ordine e grado, cerca di accaparrarsi l’accaparrabile!!

Lo vedi, e non da ignorante, perché è ben presente sui social e sui media, quando tempo fa non avevi i social e  sui media vedevi esporre pensieri più organizzati e spesso indirizzati al sistema, ai gruppi sociali e non al singolo.

non è però che sotto non covasse il fuoco della soddifazione delle ambizioni personali, vista la crescita economica tumutuosa, che ha generato sempre nuovi obiettivi. 

aggiungi inoltre che l'organizzazione dello stato, come quella della Ue, non corrisponde più le aspettative di molti, che sono cresciute nei decenni sotto la spinta della crescita della ambizione personale verso qualcosa di più funzionale, sommate a quelle ingenerate da movimenti vari che colgono e cullano bisogni latenti. 

ps

comunque, a parte la velocità e la possibilità di manifestare pubblicamente senza particolare fatica rispetto a prima, nulla di nuovo.

il lamento del singolo veniva veicolato in quello di "classe" e lasciate ai portavoce le relative recriminazioni, semplicemente perché non vi era alternativa per manifestarlo.

  • Thanks 1
Gaetanoalberto
Inviato

C'é sempre la difficoltà dei contemporanei, nel guado del cambiamento, all'interpretazione del tutto e della sua direzione, che spesso travalica o disorienta le previsioni.

Tornando ai contributi dell'amico @Savgal ad esempio, il '68 ha rappresentato uno dei momenti chiave del cambiamento, ma non l'unico.

Ha aperto alcune porte e demolito alcuni tabù (o assetti tradizionali che dir si voglia), ma dovremmo ragionare se sia stato causa od effetto di una trasformazione sociale in corso, ed a sua volta se sia stata la causa dell'individualismo sfrenato al quale si attribuisce una certa caduta di valori.

Sotto certi profili, si pensi al cambiamento del ruolo sociale della donna o del rispetto di alcune libertà fondamentali, come pure per l'allargamento del concetto di tolleranza, potrebbe essere stato un motore importante in senso positivo.

Inviato
4 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

, ma dovremmo ragionare se sia stato causa od effetto di una trasformazione sociale in corso, ed a sua volta se sia stata la causa dell'individualismo sfrenato al quale si attribuisce una certa caduta di valori

risposta aperta e politicamente furba 😉

 

 

Inviato

@Gaetanoalberto

Il Sessantotto ha funto da catalizzatore di un processo già in atto, processo avviato dalla stessa borghesia. L'individualismo è il carattere distintivo della borghesia, esemplificato in Cartesio quando scrive: “Ma, subito dopo, mi resi conto che, nel momento in cui volevo pensare che tutto era falso, bisognava necessariamente che io, che lo stavo pensando, fossi qualcosa. E notando che questa verità: penso, dunque sono, è così ferma e salda che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di farla vacillare, giudicai di poterla accogliere, senza scrupoli, come primo principio della filosofia che cercavo”. Il “Discorso sul metodo” può essere inteso come la rappresentazione, fatta nella forma di dialogo dell’autore con se stesso, dell’individualismo borghese.

Ritengo che il principio egoistico implicito nell'individualismo sia stato contenuto dalla cultura e dalla razionalità borghese, in assenza di cultura e razionalità degenera in vanità, in narcisismo.

Hegel suddivideva la vita dell'uomo in tre età; la prima è l’infanzia (la tesi), in cui vi è armonia fra l'individuo ed il proprio mondo; la seconda è la giovinezza (l’antitesi), in cui vi è il contrasto fra gli ideali, le speranze e i desideri individuali ed il proprio ambiente sociale; la terza è la maturità (la sintesi), in cui vi è la riconciliazione dell’individuo con la società e riconoscimento della sua oggettiva necessità e razionalità. E' necessario che vi siano uomini adulti, "maturi" (non eterni adolescenti), e in questo l'istruzione può avere un ruolo fondamentale, ma anche che la società sia razionale, ossia "giusta". Con Rawls sono convinto che una società giusta sia quella in cui le differenze di cui soffrono i soggetti svantaggiati debbano essere riequilibrate da vantaggi in loro favore e che queste debbano essere le sole differenze consentite.

 

extermination
Inviato
3 minuti fa, Savgal ha scritto:

E' necessario che vi siano uomini adulti, "maturi" (non eterni adolescenti), e in questo l'istruzione può avere un ruolo fondamentale, ma anche che la società sia razionale, ossia "giusta"

Sarebbe cosa buona e giusta che ad ogni uomo non mancasse: la libertà, la pace, un lavoro dignitoso. Invece a milioni e milioni di persone nel mondo manca addirittura il cibo, manca la libertà e si trovano a dover subire una guerra!

  • Melius 2
Gaetanoalberto
Inviato
5 minuti fa, Savgal ha scritto:

@Gaetanoalberto

Il Sessantotto ha funto da catalizzatore di un processo già in atto, processo avviato dalla stessa borghesia. L'individualismo è il carattere distintivo della borghesia, esemplificato in Cartesio quando scrive: “Ma, subito dopo, mi resi conto che, nel momento in cui volevo pensare che tutto era falso, bisognava necessariamente che io, che lo stavo pensando, fossi qualcosa. E notando che questa verità: penso, dunque sono, è così ferma e salda che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di farla vacillare, giudicai di poterla accogliere, senza scrupoli, come primo principio della filosofia che cercavo”. Il “Discorso sul metodo” può essere inteso come la rappresentazione, fatta nella forma di dialogo dell’autore con se stesso, dell’individualismo borghese.

Ritengo che il principio egoistico implicito nell'individualismo sia stato contenuto dalla cultura e dalla razionalità borghese, in assenza di cultura e razionalità degenera in vanità, in narcisismo.

Hegel suddivideva la vita dell'uomo in tre età; la prima è l’infanzia (la tesi), in cui vi è armonia fra l'individuo ed il proprio mondo; la seconda è la giovinezza (l’antitesi), in cui vi è il contrasto fra gli ideali, le speranze e i desideri individuali ed il proprio ambiente sociale; la terza è la maturità (la sintesi), in cui vi è la riconciliazione dell’individuo con la società e riconoscimento della sua oggettiva necessità e razionalità. E' necessario che vi siano uomini adulti, "maturi" (non eterni adolescenti), e in questo l'istruzione può avere un ruolo fondamentale, ma anche che la società sia razionale, ossia "giusta". Con Rawls sono convinto che una società giusta sia quella in cui le differenze di cui soffrono i soggetti svantaggiati debbano essere riequilibrate da vantaggi in loro favore e che queste debbano essere le sole differenze consentite.

Molto giusto ma è sulla misura dell'equità e dell'equilbrio la permanenza del dissidio ed anche dell'adolescenza che sembriamo voler protrarre fino al saluto eterno😊

E poi, come al solito, resta la frizione tra libertà e suoi limiti.

Forse, come dici, si è indebolito il legame tea borghesia, merito e sacrificio, ma é una constatazione che trova parecchie giustificazioni nella società (come sempre forse)

Inviato

Per quanto concerne l'ordine sociale, le convinzioni borghesi trovano espressione nel pensiero di E. Durkheim, il quale ne "Il socialismo" sosteneva; "Ciò che è necessario perché l'ordine sociale regni è che maggior parte degli uomini si accontenti della propria sorte; ma ciò che è necessario perché se ne accontentino non è che posseggano più o meno, ma che siano convinti di non aver diritto ad avere di più."  E' un "amor fati", che era in parte interiorizzato nell'habitus popolare, che si è del tutto dissolto, anzi in molti casi si è rovesciato nel contrario. La società continua ad essere gerarchizzata, ma la legittimazione della gerarchia è sempre più debole.

 

  • Melius 1
Inviato

Quello che si è verificato, e anche il '68 ne è una conseguenza, è un ENORME aumento del benessere e della

disponibilità diffusa, se confrontato con l'anteguerra.

-

Cercare di analizzare i problemi usando categorie che non esistono più, non ha senso.

Come è privo ormai di senso cercare cose che non ci sono, come la 'solidarietà di classe'il proletariato

a cui dovrebbero appartenere i bidelli(?), 'il popolo' che dovrebbe stare al suo posto: cioè non pretendere

cose 'non giuste per lui'.

 L'individualismo sfrenato non si attenua cercando di ripristinare la solidarietà di classe per il semplice

motivo che non esiste una coscienza di classe.

-

Purtroppo (o per fortuna) ci siamo immersi in una cultura economica, diciamo, all'americana, senza 

avere la forza di sopportarla, attenuandola con dosi di 'stato sociale' e welfare.

Anche la scomparsa della religione (che in USA è invece ancora molto influente)

ha avuto un enorme ruolo nella scomparsa dei valori.

-

A mio parere l'unica speranza è l'educazione, in senso civico, da parte della scuola,

e soprattutto della famiglia: e qui sono i dolori veri: genitori incapaci di esserlo,

i cosiddetti "bambulti": cioè adolescenti-adulti, termine che ho sentito e che identifica bene

il problema.

 

  • Melius 2
Inviato
3 ore fa, Savgal ha scritto:

Ciò che è necessario perché l'ordine sociale regni è che maggior parte degli uomini si accontenti della propria sorte; ma ciò che è necessario perché se ne accontentino non è che posseggano più o meno, ma che siano convinti di non aver diritto ad avere di più."  

facile, lo dicevo da ragazzo prendendo in giro il nonno (comunista) di quella che sarebbe diventata mia moglie.

il comunismo ha acceso la speranza nei diseredati di ambire ad avere tutto quello che gli altri avevano, a prescindere dal loro ruolo e capacità...

poi, una volta raggiunto un certo livello di potere, i notabili ex comunisti, hanno cominciato a dire che ciò non fosse più opportuno, e che i "diseredati" dovessero di nuovo limitare le loro ambizioni, creando enorme frustrazione in quelli che gli avevano creduto in precedenza.

dura oggi porvi rimedio, mentre prima era normale accettare la propria sorte, e inoltre ora si è messo di nuovo in moto un ulteriore meccanismo perverso, cioè altri stuzzicano appetiti incongrui e alimentano sogni impossibili

per trovare una comoda sedia per loro stessi.

Inviato
3 ore fa, nullo ha scritto:

facile, lo dicevo da ragazzo prendendo in giro il nonno (comunista) di quella che sarebbe diventata mia moglie.

il comunismo ha acceso la speranza nei diseredati di ambire ad avere tutto quello che gli altri avevano, a prescindere dal loro ruolo e capacità...

poi, una volta raggiunto un certo livello di potere, i notabili ex comunisti, hanno cominciato a dire che ciò non fosse più opportuno, e che i "diseredati" dovessero di nuovo limitare le loro ambizioni, creando enorme frustrazione in quelli che gli avevano creduto in precedenza.

dura oggi porvi rimedio, mentre prima era normale accettare la propria sorte, e inoltre ora si è messo di nuovo in moto un ulteriore meccanismo perverso, cioè altri stuzzicano appetiti incongrui e alimentano sogni impossibili

per trovare una comoda sedia per loro stessi.

Ma che cavolo stai dicendo, il prete da giovane ti ha confuso le idee, sei il classico democristiano, facevi meglio a fare due chiacchiere col nonno di tua moglie avresti capito qualcosa di piu' 

Inviato
1 ora fa, permar ha scritto:

Ma che cavolo stai dicendo

guarda che io sottolineavo le ragioni di Savgal e della sua citazione con un aneddoto, al limite prenditela con lui.

che poi sia davvero successo quello che ho scritto nella parte finale, è altro ancora.

ps

il nonno era un curioso personaggio, nato povero e trattato alla stregua di un orfano, trovò riscatto lavorando duramente assieme alla moglie.

Non comprò mai casa, ligio alle sue idee e visse sempre in affitto, la moglie, meno ligia, amministrava i guadagni e con una parte comprò due appartementi per le due figlie...

che sposarono due antagonisti dal punto di vista politico e pure stesse loro lo diventarono.

divertentissimi i pranzi della domenica che ne seguirono per anni, a cui ebbi la fortuna di partecipare più volte.

gente e cose di altri tempi.

  • Melius 1
extermination
Inviato

Che i borghesi lavorano operosamente é stato già detto!?


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