Lolparpit Inviato 5 Gennaio Autore Inviato 5 Gennaio Alla fine, quello che ha più influito nella personale formazione di ascoltatore, è stato ABM, quello dal repertorio più ristretto, e dalla concezione apicale dell'interpretazione pianistica. Ovviamente anche gli altri sono stati protagonisti nella storia dell'interpretazione pianistica del Novecento. 2
maverick Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio tre giganti, ma penso siamo tutti d'accordo che dall'alto verso il basso della presentazione di @Lolparpit si scenda un po' di livello. il primo è sovrumano per lo stile e il controllo di ogni nota, mai sentito più nessuno come lui. il secondo è stato un grandissimo pianista, ma è ( stato) umano. il terzo è uno dei grandi pianisti del XX secolo, .. ma ce ne sono almeno 10 che hanno lasciato una traccia superiore nella storia del pianoforte. Comunque ci vorrebbero più 5 gennaio, ..per rendere migliore la nostra vita. 1
SimoTocca Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Il 05/01/2025 at 23:41, maverick ha scritto: tre giganti, ma penso siamo tutti d'accordo che dall'alto verso il basso della presentazione di @Lolparpit si scenda un po' di livello. No, io non sono d’accordo e ti spiego ovviamente il perché… Quanto a perfezione tecnica straordinaria Pollini non è stato inferiore a Michelangeli e quanto a capacità di “scendere a fondo” nello spartito Pollini è stato superiore, e non di poco… L’ultimo Pollini, quello degli ultimi 15 anni, non può farci dimenticare la meraviglia del Pollini giovane, adulto e di inizio maturità. No, non può. Dico questo confrontando i concerti di Beethoven registrati da Michelangeli e dal giovane Pollini. Sono le mie due versioni preferite da sempre, quelle dei due pianisti “nostrani” dico! Ma quelle di Pollini (certo registrate in Studio, e non live come quelle di Michelangeli) hanno una perfezione inarrivabile. Quanto a Brendel.. ottimo pianista per carità… ma è un po’ come se si prendessero due Tennisti come Federer e Nadal e li si paragonasse al buon Berrettini… bravo per carità… ma i due precedenti, e il Sinner del 2024 come non citarlo, sono di “altro pianeta”… 😉
mozarteum Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio La grandezza di un interprete non puo’ prescindere dall’ampiezza del repertorio. Dunque Pollini, nella triade, vince a man basse, da Mozart a Nono passando per l’integrale di Lvb ( e non una o due sonate), il grandissimo Chopin, lo Schumann di gioventu’, Schubert, i due concerti di Brahms, Debussy, Liszt, Stravinsky, Schoenberg, Stockhausen. Pollini e’ l’Abbado del pianoforte. Abm il Kleiber. Magari lo Schubert di P non sara’ all’altezza delle ultime 5 di Lvb ( e basterebbero queste…) ma la voglia di esplorare con esiti altissimi secondo me lo mette al di sopra della triade. Se ci fate caso, pochissimi pianisti hanno repertorio solistico altrettanto ampio sia come numero di composizioni affrontate che come copertura “storica” dei periodi. 1
OTREBLA Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Non concordo con il giudizio su Brendel, che per mio conto è stato un gigante del pianismo del '900. Ma siccome la mia opinione non conta niente, riporto quella di Piero Rattalino: "Brendel è da annoverare tra i migliori pianisti della sua generazione, assieme ad Ashkenazy e Pollini". Vorrei citare alcuni straordinari pianisti americani, forse non troppo conosciuti, William Kapell (il più importante pianista americano del '900 ed uno dei più importanti in assoluto), Malcom Frager, Julius Katchen, Byron Janis, Earl Wild, Yefim Bronfman (che ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo e non credevo alle mie orecchie) e Rosalyn Turek. Alberto.
mozarteum Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Finalmente si cita Askenazy un grandissimo dal vivo pesantemente penalizzato dalle registrazioni decca come Lupu, e piu’ in basso Schiff. Avessero avuto gli ingegneri del suono di Gilels, Kempff, Cascioli, ed altri…
maverick Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio 33 minuti fa, mozarteum ha scritto: Finalmente si cita Askenazy un grandissimo dal vivo pesantemente penalizzato dalle registrazioni decca come Lupu, e piu’ in basso Schiff. perfettamente d'accordo, non ho mai capito come la Decca, che in altre registrazioni ha fatto meraviglie , con Ashkenazy ha continuato a non prenderci. Incomprensibile. 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Pollini e’ l’Abbado del pianoforte. Abm il Kleiber. Anche qui .. sintesi perfetta. . Io sono sempre stato un ammiratore di Pollini, ovvio che quello degli ultimi anni ha un po' annebbiato il ricordo della meravigliosa macchina da guerra che era stato per cinquant'anni. Ma non discuto minimamente sulla grandezza del pianista milanese. Resto però dell'opinione, personalissima e da semplice appassionato, che le vette raggiunte da ABM non le abbia raggiunte nessuno; purtroppo in un repertorio molto limitato, perlomeno discograficamente. Ma unire il repertorio di Abbado e Pollini con le vette di Kleiber e Michelangeli è chiedere troppo, anche ai grandi.
OTREBLA Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio Io ho due bobine Decca/London 7 1/2 IPS di Ashkenazy (Rachmaninov e Chopin) che mi tengo ben strette, e non hanno niente a che vedere con i vinile. Un altro pianista. Non so cos'abbiano combinato alla Decca con gli LP, ma riguarda il trasferimento non il master, perché ripeto ascoltando le bobine il suono è un'altra cosa. Molto più completo e di spessore. Anni fa ho ascoltato questa ristampa giapponese della King Records: . https://www.ebay.it/itm/335371435608?_skw=super+vinyl+ashkenazy+chopin&itmmeta=01JH1G23J2Q5E0TGQ84CF9A0KR&hash=item4e15b1fe58:g:VK8AAOSwSeFmKusz&itmprp=enc%3AAQAJAAAA4HoV3kP08IDx%2BKZ9MfhVJKnWOfgrpCT9mlC6WE0fwLWdFQv%2FdkECyh5mUtAAq6Dx241TNn4SKN3DRPmg6ZIqP%2BBClnDMVZO7XDPj5ON834K7XmVTkl%2FETnDJKpX9Fqbq3xYngXn6g7tvKyKNfmhQf81TWoUFHvn97ijwh1bZEEd1iNYPrBTIbz%2BRUXXYKk%2BkKp1ltMaKCwzQTI%2FWvV9%2FgNyK9nyqV%2BEopw%2B%2BZ%2BVOLnvc3kLT8fDY8%2FuOg7q0N3lP48AEDo6pd%2FQYA0wsJOp%2Fxryd2a6TJQRllCCE44Y3P3BN|tkp%3ABk9SR5y5iLCIZQ . ed anche in questo caso il suono non aveva nulla a che vedere col suono asciutto ed anemico dei Decca che circolavano in Italia. Alberto.
Felis Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio 10 ore fa, mozarteum ha scritto: La grandezza di un interprete non puo’ prescindere dall’ampiezza del repertorio. Per nulla d'accordo. Giusto per fare nomi di cui non ho ancora letto, Rubinstein a livello espressivo (che sbagliava molte note) dava la biada ad una moltitudine di colleghi.
mozarteum Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio Si ma che c’entra questo con l’ampiezza del repertorio, peraltro in Rubinstein assai vasto. A me piacciono gli interpreti che esplorano mondi musicali diversi senza fossilizzarsi su cose ristrette e “specialistiche”. Poi se ad aver un repertorio ristretto sono abm e kleiber ben vengano ci mancherebbe. Che gran musicista fu Harnoncourt che passo’ da Monteverdi alla Belle Helene, passando per Beethoven, Bruckner, Verdi e Gershwin.
Panurge Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio Brendel è stato uno straordinario musicista, non riesco a metterlo in una categoria inferiore.
Felis Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Si ma che c’entra questo con l’ampiezza del repertorio, peraltro in Rubinstein assai vasto. A me piacciono gli interpreti che esplorano mondi musicali diversi senza fossilizzarsi su cose ristrette e “specialistiche”. Poi se ad aver un repertorio ristretto sono abm e kleiber ben vengano ci mancherebbe. Che gran musicista fu Harnoncourt che passo’ da Monteverdi alla Belle Helene, passando per Beethoven, Bruckner, Verdi e Gershwin. C'entra che ci sono interpreti che pur con digressioni si dedicano quasi completamente ad un singolo compositore (o ristretto periodo) e non sono da meno degli "onnivori". Lo Schwerpunkt di Harnoncourt era la musica antica. Poi lo so, invecchiano e vogliono fare anche Mozart e Beethoven , come Herreweghe. Gustav Leonhard come lo giudichi? Limitato?
Moderatori BEST-GROOVE Inviato 8 Gennaio Moderatori Inviato 8 Gennaio Almeno il 5 gennaio .....non sparate sul pianista! 1 1
mozarteum Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio 31 minuti fa, Felis ha scritto: giudichi? Limitato? No, ma a parita’ di valore e Harno non e’ certo inferiore a Leonhardt nel repertorio barocco, avere anche ampiezza di repertorio per me e’ un valore aggiunto. mica dobbiamo essere d’accordo per forza eh. A proposito di Harnoncourt, non mi sarei mai aspettato che un filologo come lui interrompesse per un intervallo di venti minuti la Messa di Requiem di Verdi al Musikverein peraltro splendida. ah dimenticavo: uno dei suoi concerti piu’ travolgenti e divertenti fu un programma intero della famiglia Strauss sempre al Musikverein questa volta col concentus (formidabile zero spernacchiamenti). Non terminava mai per i bis e dovetti uscire a un certo punto per non perdere il tavolo al ristorante 1
Carlo Inviato 8 Gennaio Inviato 8 Gennaio Il suono di Ashkenazy, registrato, è brutto anche nei dischi RCA (sonate di Prokofiev, con Perlman) e pure EMI (trii con Harrell e Perlman), ed è brutto nello stesso modo dei dischi DECCA. Sembra sempre vetro che va in frantumi. Era lui che voleva quel suono, era lui che lo sentiva, evidentemente, così e così voleva che lo sentissimo noi. Mettiamoci dei punti di domanda, ma il fatto quello è. Anche a me dal vivo è piaciuto più che in disco, ma continuo a ritenerlo un pianista che in tante cose è ed è stato sopravvalutato, e che, soprattutto, col tempo è peggiorato (ultime registrazioni di Bach e Schubert, ciclo Schumann digitale), cosa anche più grave, perché ai fuoriclasse di solito non dovrebbe succedere. Ciao C
SimoTocca Inviato 10 Gennaio Inviato 10 Gennaio Il 07/01/2025 at 22:39, mozarteum ha scritto: Pollini e’ l’Abbado del pianoforte. Abm il Kleiber Paragone sintetico semplicemente mirabile, perché esattamente così stanno le cose! E concordo anche sul fatto che l’ampiezza del repertorio consenta all’interprete una specie di “Panoramica” della storia della musica, stabilendo connessioni e richiami fra compositori vissuti in epoche diverse che influiscono direttamente e marcatamente sull’interpretazione. @Panurge e @OTREBLA non ho detto che Brendel non sia un grandissimo musicista nonché un grande interprete. Ed è certamente uno dei migliori pianisti della sua generazione. Ho ascoltato dal vivo Brendel non meno di una trentina di volte e ne ho riconosciuto sempre una grande statura di interprete in autori come Mozart e Schubert e anche in Beethoven e Brahms. Chopin tuttavia rimane assai negletto nel suo repertorio, che era assai ampio. Il punto però è che, sia dal vivo che su disco, non riesco a farmi venire in mente un solo brano in cui trovi Brendel il mio “preferito” in assoluto. E qui entrano in gioco anche preferenze personali. Il pianismo di Brendel è per molti versi simile a quello di Claudio Arrau, che rimane un po’ “schiacciato” fra i due giganti di poco più vecchi, Horowitz e Rubinstein. E anche Arrau non è mica “roba da poco”, eh? Ma qui si parlava di “Giganti fra i Giganti”. E fra i Giganti Giganti nelle mie preferenze non trovano posto Brendel né Arrau, ma mentre quest’ultimo rimane fuori per “poco”, Brendel rimane fuori preceduto da una lunga fila di altri grandi interpreti Giganti. 1
SimoTocca Inviato 10 Gennaio Inviato 10 Gennaio Il 08/01/2025 at 19:24, Carlo ha scritto: Il suono di Ashkenazy, registrato, è brutto anche nei dischi RCA (sonate di Prokofiev, con Perlman) e pure EMI (trii con Harrell e Perlman), ed è brutto nello stesso modo dei dischi DECCA. Sembra sempre vetro che va in frantumi. Vero, il suono di Ashkenazy ha una specie di “marchio di fabbrica”, probabilmente “voluto” da Ashkenazy medesimo. Ashkenazy, a proposito, per me è un Gigante Gigante e rientra nella ristretta cerchia dei grandissimi (al posto di Brendel…😉😆). Il suono di Ashkenazy, dal vivo, era molto appropriato a Beethoven e Prokofiev, piuttosto che a Mozart o Schubert. Ma in Beethoven e Chopin Ashkenazy è stato straordinario, e basterebbe questo per farlo entrare nell’Olimpo. Trovo però che il suono “analogico” di Ashkenazy non sia brutto (ho diversi vinili, fra cui i concerti di Beethoven a Chicago con Solti), mentre quello “digitale”, nativo o rimasterizzato, sia bruttino e ricordi il famoso “vetro in frantumi” di cui sopra. Le rimasterizzazioni DECCA più recenti (ma non recentissime) avvicinano parecchio il suono del pianoforte a quello dei primi vinili di Ashkenazy, e pur rimanendo un suono “particolare” si avvicina di più al suono di Ashkenazy dal vivo… si può far meglio ma la Decca adesso è sulla buona strada.. 1
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