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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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@Piero51 Sì, manca il Guglielmo Tell…. 
La registrazione di Londra in realtà fu fatta con “joint-venture” fra DG e CBS … tanto che esiste un album coevo della CBS-Sony che appunto comprendeva anche il Guglielmo Tell.

Poi adesso la DG ha rimasterizzato in HiRes (e fatto uscire in vinile, anche) quelle 

proprietarie in esclusiva… io credo…

@antoarma Altro album semplicemente fantastico, quello registrato con la Chamber, l’orchestra “nuova” e “giovane” di Abbado.

Una ripresa del suono, tuttavia non fantastica, almeno non nei “fortissimi” dopo i “crescendo” rossiniani…

Se solo si potesse ascoltare in HiRes anche questa con la Chamber…😉

Inviato

@SimoTocca In effetti manca un po' di punch nei tromboni e nella grancassa, molto defilata, ma la concertazione ed il virtuosismo di archi e legni sono sublimi. Il suono nel complesso risulta molto vivido e meno datato rispetto a quello "londinese".

Inviato

@aggelos Album molto bello e affatto particolare perché tutto dedicato a musica assai poco conosciuta ed eseguita. La splendida violinista Podger ha ormai dato millanta prove delle sue finissime qualità interpretative di autori del periodo barocco e del periodo classico …

Ma anche il pianista Bezuidenhut non è certo l’ultimo arrivato! Ne ha fatta di strada da quando lo ascoltarli dal vivo, era un ragazzotto paffuto che dimostrava più della sua etá, nelle sonate di Mozart agli Amici della Musica…anche lui specialista del fortepiano e di strumenti originali…

Piu sotto in foto  riporto la discografia di Bezuinhut per chi fosse interessato…

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Inviato

Segnalo i Concerti per pianoforte di Beethoven della Reference Recording. Registrazione 192/24 nativa disponibile su Qobuz. Su Nativedsd anche in Dsd fino a 512. Da quel poco che ho capito dal libretto dovrebbe essere un live, anche se privo degli applausi. Non so perché ma al mio orecchio le registrazioni live hanno una magia che le migliori sessioni studio non hanno. Sarà forse l’emozione dei musicisti e del direttore d’orchestra a generare una energia supplementare, sapendo che deve essere “buona la prima”? Nel corso di decenni di ascolti ho notato che le mie versioni di riferimento sono spesso dei live. Buon ascolto.

 

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  • Thanks 1
  • 3 settimane dopo...
Inviato

Ne parlavo adesso in un’altra discussione… e mi sono accorto di non aver segnalato qui sopra l’ultimo splendido album della pianista “super star” Yuja Wang.

È musica “nuova”, musica appena composta … ed è musica però molto orecchiabile, musica che ha un suo “perché”… non “copia” i grandi autori di colonne sonore (che Rota, Williams, Morricone & Co sono già, onestamente, dei grandi classici!) e non scimmiotta la musica dodecafonica…

Riprende, semmai, il discorso di fusione fra Jazz, Swing e Classica, un discorso non solo “tutto americano” , con Gershwin, ma anche europeo (vedi Ravel e il suo concerto per piano…).

Bello anche il brano per pianoforte solo scritto dal direttore vivente che forse, al momento, ammiro di più, Michael Tilson-Thomas. Ma ecco… il concerto di Abrams mi ha conquistato al primo ascolto!

Ritmo, melodia, allegria… in musica!

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E poi… e poi, ecco, la qualità della registrazione in 24/96 è… semplicemente stellare!

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In occasione del cinquantenario della morte (avvenuta il 6 Luglio 1973) del gigante del podio, Otto Klemperer, la Warner ha rimasterizzato per un nuovo cofanetto celebrativo tutte le registrazioni del catalogo EMI in formato HiRes 24/192.

Da oggi la Warner ha iniziato a pubblicarne alcune sui siti di streaming, e mi corre l’obbligo di segnalarvelo.

Lo so, lo so, che la “nuova veste” spesso non giustifica l’annuncio “novità”, ma attenti: in questo caso l’annuncio è meritatissimo!

Sì perché la nuova veste fa, finalmente!, ascoltare un suono realistico della splendida orchestra inglese, la Philharmonia, creata da Walter Legge dal nulla proprio per affidarla a Karajan (e per farci le registrazioni per la EMI!).

La Philharmonia era stata diretta spesso anche da Fürtwangler in qui primi anni, ma con la nomina di Karajan a Berlino ecco che si era creato uno spazio vuoto sul podio che Legge decise di “riempire” con Klemperer.

E dici poco! Klemperer era uno straordinario musicista, che a vent’anni diventò amico stretto di Mahler e che dal podio attraversò tutta la tragica storia europea delle due Guerre e poi delle leggi razziali naziste che lo costrinsero ad emigrare in USA nel 1933.

Klemperer ebbe delle vicissitudini sanitarie importanti e gravi (fra cui un tumore al cervello, operato in maniera pionieristica in America proprio negli anni “30!), a cui è sopravvissuto come una “vecchia quercia” fino all’età di quasi novant’anni! Meglio per noi, perché da metà anni ‘50 Klemperer ha avuto così l’occasione di registrare il grande repertorio classico di cui è stato uno dei pochi pilastri dell’interpretazione davvero essenziali: la foto in cui si vede in compagnia di Toscanini, Fürtwangler, Walter e Kleiber senior illustra compiutamente quali questi pilastri erano e di quanta straordinaria grandezza!

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Insomma, dicevo che è stata una fortuna enorme che Klemperer abbia svolto una intensissima attività in studio di registrazione da metà anni ‘50 a inizio anni ‘70, perché in quella manciata di anni è riuscito a mettere “su nastro” moltissime interpretazioni che rimangono ancora non solo attuali, ma anche fondamentali, per “capire davvero” i grandi autori classici.

Sì perché Klemperer è in qualche modo diverso, assai, da Toscanini, perché in genere adotta tempi dilatati, e da Fürtwangler perché della “magnificenza” del suono orchestrale adotta prospettive sonore diversissime, essenziali, quasi filologiche (seppure non ha senso usare questo termine in senso stretto, in senso lato ha senso pieno, perché Klemperer spesso toglie gli “orpelli sonori” romanticissimi come il vibrato degli archi..).

Oggi sono uscite in questa nuova veste HiRes 24/192 le quattro sinfonie di Brahms, divise in due album, con interpretazioni così fondamentali che probabilmente dovremo tornarci su qui sopra e riparlarne a breve.

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Ma sono anche uscite la Seconda sinfonia di Mahler in 24/192, la 40 e la 41 di Mozart, la nona di Beethoven (che esisteva già in 24/96 e si trova ancora come alternativa su Qobuz… ma questa versione nuova è…più bella come suono!).

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Inviato

@stefano_mbp Sì il cofanettone è questo, dedicato alla musica orchestrale (poi fra poco uscirà quello dedicato alla musica sacra e lirica..!).

Come è riportato in nota “All the recordings in OTTO KLEMPERER: THE WARNER CLASSICS EDITION have been remastered in HD 192/24 by Art et Son Studio, Annecy from original tapes (in the case of LPs) or the best available source available (in the case of 78RPM recordings)”.

 

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Inviato

Dicevo che fra le nuove uscite sui servizi di streaming in HiRes, oltre alla nona nella nuova veste 24/192, anche la famosissima interpretazione dell’Eroica, la terza.

Ci tenevo ad ascoltare questo album, perché per ragioni affettive personali sono molto legato alle interpretazioni beethoveniane di Klemperer, in particolare della terza sinfonia.

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La ascolto adesso in questa nuova veste sonora e ne rimango non solo colpito, ma addirittura commosso per la bellezza del suono!

Adesso è possibile apprezzare per intero le intenzioni interpretative di Klemperer: il passo lento non vuol dire “strascicato”, anzi! La lentezza è in questo caso non solo ieraticità di una celebrazione sonora sacra, ma ai tempi dilatati corrisponde una tensione emotiva addirittura aumentata! Come ci sia risuscito Klemperer, in questo doppio gioco, per me è sempre rimasto un mistero. Ma adesso il “gioco di prestigio” di Klemperer appare in tutta la sua magica potenza sonora!

A questo serve l’alta fedeltà: a far percepire per intero le intenzioni dei grandi interpreti. Non è solo un fatto “radical chic”, ma è l’esigenza per l’appassionato di sentire il meglio possibile le interpretazioni registrate dei propri interpreti di riferimento,

Questa la mia visione della realtà ovviamente, ciascuno libero di dissentire… ma prima di dire no ascoltatevi questo magnifico album in questa nuova veste sonora…. E poi mi direte!

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  • 2 settimane dopo...
Inviato

E…ancora più impressionanti per qualità audio…sono le due sinfonie di Mahler, la settima e la nona, appena uscite in formato 24/192..

Klemperer nella interpretazione di Mahler è stato, insieme a Bruno Walter, un riferimento assoluto: a vent’anni era diventato amico nonché protegeè di Mahler, che lo raccomandò personalmente per il suo primo incarico di direttore stabile in un teatro importante! Basterebbe questo a far ascoltare la “versione” di Klemperer con la massima attenzione!

E devo dire che l’ho sempre fatto…ma con la qualità dei primi CD EMI non avevo colto la “grandezza”, l’immensità anzi, della concezione mahleriana dell’universo che si dispiega in tutta la sua forza visionaria per tramite della bacchetta di Klemperer.

I fonici devono aver fatto un qualche tipo di miracolo….con questa nuova rimasteizzazione …perché adesso questi album suonano in maniera qualitativamente straordinaria! Come audio dico..

E questo aiuta le persone “sempliciotte” come sono io, quelle che per “capire” davvero l’arte di un direttore lo devono ascoltare con una qualità audio almeno buona…

Ecco, adesso che la qualità audio è ottima il sempliciotto del sottoscritto si è quasi commosso nell’ ascoltare questo cosmo sonoro “nuovo di zecca”!
Se vi capita… provate anche voi..

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P.S. Sono molto confidente ed entusiasta della tecnologia digitale…. immagino lo si capisca…😉

Ma ecco… quello che è stato fatto per il nuovo album dei Beatles, e cioè recuperare la voce di Lennon da vecchi nastri e farlo cantare per un nuovo album, grazie al “riconoscimento e alla ricostruzione della voce” tramite un supercomputer…anzi una IA… ecco potrebbe essere fatto con le registrazioni di Toscanini! Per dire….

Intanto mi godo questo magnifico “restauro sonoro” fatto negli studi di Parigi…. che davvero fanno il miracolo di rendere queste vecchie registrazioni splendide come mai prima d’ora..

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  • Thanks 2
Inviato

@SimoTocca viene da chiedersi non come abbiano fatto a registrare così bene, piuttosto come e perché nei decenni successivi abbiano registrato tanto male

Inviato
38 minuti fa, Paolo.68 ha scritto:

piuttosto come e perché nei decenni successivi abbiano registrato tanto male

Bisognerebbe andare a guardare l’evoluzione della tecnica di registrazione.

Anch’io sono sempre stupito (per non dire rapito) dalla bellezza delle registrazioni analogiche degli anni ‘50 e ‘60, prima dell’avvento del digitale.

Una spiegazione potrebbe essere data dal numero di microfoni usati, normalmente 2 o 3 e talvolta 4 (i mitici Phase4 Stereo), per non parlare dei 35mm “rubati” al cinema che avevano piste magnetiche introvabili sui registratori a bobina “classici”, parlo di Mercury e Everest.

Questo permetteva di catturare il riverbero della sala di registrazione tanto che ascoltando quelle registrazioni ti pare di entrare in una chiesa oppure in un auditorium.

Poi, con l’avvento della tecnica digitale, si è cominciato a usare molti microfoni, anche uno per strumento o per gruppi omogenei di strumenti e se ciò ha portato una precisione maggiore ha però tolto la quella quasi magica sensazione di ambiente.

A mio parere il “periodo buio” di registrazioni non all’altezza è durato fino agli anni ‘80 inoltrati quando forse i vari ingegneri del suono riuscirono finalmente a coniugare meglio la tecnologia digitale con la qualità della registrazione.

Talvolta il troppo … stroppia

  • Melius 1
Inviato

@Paolo.68 Certamente d’accordo con te e la tua domanda, così come con la spiegazione di Stefano @stefano_mbp.

Con l’avvento della Stereofonia ci sono state registrazioni degli anni ‘50 e poi degli anni ‘60 che suonano ancora oggi semplicemente fantastiche.

Certamente dipende da quanto detto e cioè maggiore attenzione ai microfoni come posizione e come numero: il successo delle registrazioni Mercury molto si deve alla capacità di Wilma Cozart Fine di “catturare la sala” con tre microfoni di numero….

Poi c’è il cambio della tecnologia, dalle valvole degli anni ‘60 e ‘60, all’avvento dei Transistor, sia per i Mixer che per tutti gli apparecchi elettronici della catena necessaria a creare il Master Tape: altro netto peggioramento del suono, che viene fuori spesso “asciutto e secco”, quasi un “digItale ante litteram” in molti casi.

E poi c’è l’uso smodato di quella tecnologia a transistor , in particolare degli apparecchi di compressione espansione, di cui Dolby e DBX erano i marchi più famosi, con l’idea di creare un vinile di classica, magari roba per grande orchestra come appunto Mahler, che suonasse bene sia sulle fonovoaligie e compattoni che sugli impianti HiFi (già di notevole qualità audio, anche allora, e con esigenze diverse di gamma dinamica per essere fedeli all’evento registrato…).

Insomma, in generale il decennio che va dai primi anni ‘70 fino all’avvento del digitale vede molte registrazioni “bruttine” è mediamente con qualità audio assai peggiore del decennio pretendente.

Poi arriva il digitale e le cose un po’ migliorano… ma il digitale di quegli anni, pur superiore all’analogico degli anni ‘70 (per dire, le sinfonie di Schumann o di Mozart dirette da Karajan per la DG), rimaneva inferiore al buon analogico degli anni ‘60.

Ci sono voluti altri 10 anni, da metà anni ‘90 in poi, per avere eccellenti registrazioni digitali che eguagliano, e poi anche superano, quelle dei mitici anni ‘50/‘60…

Un di sorso lungo e interessante … che ci porterebbe un po’ tanto fuori tema qui sopra… ma ecco in buona sintesi questo è ciò che penso…

 

  • Melius 2
Inviato

Fra le nuove uscite di questa settimana sono riuscito ad ascoltare questo album e ve lo segnalo perché l’ho trovato davvero notevole per affinità con i miei gusti musicali.

Airat Ichmouratov è un compositore (e direttore, l’ho ascoltato dal vivo in questa veste..) russo di nascita, ma naturalizzato canadese da anni.

Non sapevo bene cosa aspettarmi al primo ascolto: in genere gli autori contemporanei possono riservare qualsiasi tipo di sorpresa…. come il concerto di Abrams, l’album della DG che ho presentato pochi posts sopra e che ha per protagonista la straordinaria Yuja Wang al piano, che mi ha conquistato al primo ascolto…come fosse una progressione contemporanea della strada intrapresa da Ravel…

Ecco questo concerto di Ichmouratov mi ha altrettanto affascinato, ma con una impostazione musicale, un impianto di melodia e armonia completamente diverso. Se dovessi dire, in maniera semplice (e semplicista da quel sempliciotto che sono, in fondo) definirei la musica di Ichmouratov come la progressione contemporanea di Rachmaninov!  Anche per l’impegno virtuosistico richiesto al solista (Silvestre, a cui è dedicato il concerto).

Un ascolto davvero piacevole di questa musica che davvero è stata composta così di recente da poter dire che quasi quasi lo spartito cola ancora inchiostro fresco…!

Ascolto che la qualità audio della registrazione Chandos rende ancora più piacevole…

 

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Inviato

Stavo cercando stamani, su Qobuz e HRA, se la DG, in occasione dell’emissione del cofanetto integrale in CD della discografia del grande violinista austriaco Wolfgang Schneiderhan, se fossero stati rilasciati album rimasterizzati in formato HiRes (aspetto con una certa “ansia” i concerti di Mozart con i Berliner Philharmoniker….anche perché fu il mio primo vinile di classica acquistato da bambinello…sì, insieme ai grandi successi di Barry White, degli Abba e di Gloria Gaynor…lo ammetto..e non lo rinnego!).

E… no, ancora niente di nuovo: per adesso in HiRes si trovano le sonate integrali di Beethoven per violino e questo album assai famoso che… mi sono riascoltato stamani… e quindi vi “risegnalo” come fosse nuovo…e non lo è…😉

Il Triplo Concerto di Beethoven è una composizione abbastanza atipica nel panorama beethoveniano… un po’ perché nasce come “concessione” alla moda allora di scrivere concerti doppi (per due o tre strumenti diversi, o per due uguali…violìni o pianoforti o clavicembali..ecc).

E però.. sebbene lo stile “eroico” di Beethoven non si smentisca, basta ascoltare l’incipit per capirlo, purtuttavia c’è un che di “salottiero”, di leggero più leggero del solito… che ai “beethoveniani di ferro” non convince appieno..

A me, invece, il triplo concerto mi è sempre piaciuto moltissimo …anche per la scrittura relativamente semplice per il pianoforte e il violino… più complessa tecnicamente per il violoncello che diventa lo strumento solista “principe” (inizia sempre il violoncello le nuove melodie di ogni movimento), il prima Inter pares certo, ma ecco si ha come la suggestione che Beethoven abbia scritto il suo unico concerto per violoncello solista “con accompagnamento obbligato” di violino e pianoforte…

Di questo concerto mi “accattai” il vinile della EMI, quello con Karajan sul podio dei Berliner e il “Trio da Dream Team” con Oistrakh al violino, Richter al piano e Rostropovich al violoncello.

Ed è starò per lungo tempo il “mio” Triplo di riferimento…

Poi da grandicello ho ascoltato questo album e me ne sono innamorato…

Un pò perché alla fin fine anche qui c’è un Dream Team di solisti che non teme confronti (Schneiderhan al violino, Anda al piano e Fournier al violoncello), ma sopratutto perché si sente bene la mano gentile e musicalissima del mio direttore più amato, di quelli degli anni ‘50 e ‘60, penalizzato prima dalla Guerra e poi dalla Leucemia fulminante che cel lo ha “portato via” troppo presto. E con lui, Ferenc Fricsay dico, si è perso davvero molto.

E questo Triplo concerto ne è la dimostrazione suprema: c’è la massima libertà per i solisti, è vero, ma si avverte bene che l’orchestra sotto la sua bacchetta non svolge un semplice “accompagnamento” ma diventa il pilastro di un concerto “a quattro”, in maniera gentile ma decisa.

La registrazione DG in vinile suona e bene, ma non benissimo… e vado a mente perché quel vinile lo prestai senza “ritorno”… come capitava fra ragazzi ancora giovani, amici del conservatorio magari che poi con le vacanze estive poi a settembre non si faceva più vedere… 

Però adesso questo file in 24/96 suona davvero molto bene, non solo per essere una delle prime registrazioni Stereo, ma proprio in assoluto…

Il piacere di ascolto è starò così grande che…ecco, ve lo ripropongo qui sopra…

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