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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato
10 ore fa, Titian ha scritto:

a Baden-Baden Trifonov è stato semplicemente favoloso. Un grandissimo e furioso tempermento, nessunissima difficoltà tecnica, infinità di colori e grande finezze e sensibilità nel tocco, contemplativo e meditativo, ottimo simbiosi con l'orchestra, ha rivelato le strutture musicali delle composizioni. Semplicemente fenomenale. 

Sono d’accordo con te, nel senso che dal vivo l’ho ascoltato anch’io diverse volte e confermo la tua impressione. Ma in quelle registrazioni DG si perde molto del “Trifonov” dal vivo, e infatti ho scritto che… mi aspettavo di più! Come dicevo può capitare che una registrazione “non renda giustizia” all’artista, per diversi motivi: può essere un “periodo no”, giornate meno felici per il musicista per qualsiasi motivo (personale, affettivo, di salute, di tono dell’umore, ecc) quello in cui viene effettuata la ripresa; può essere che il musicista che dal vivo si sente più “libero”, su disco diventi troppo educato e formale; può anche essere un problema di ripresa del suono…

Fatto sta che l’integrale dei concerti di Rach per la DG di Trifonov non mi ha entusiasmato.

È successo anche con uno dei miei idoli, Zimerman, che ha registrato il secondo concerto con Ozawa… e il risultato finale è stato al di sotto delle mie aspettative.

Non è successo, invece, con la Argerich che sia dal vivo che su disco, con Chailly, esegue il terzo concerto in una maniera che è semplicemente da togliere il fiato.

E poi, ovvi a te, conta molto la soggettività, quella di chi ascolta, e nel mio caso magari mi ritrovo in “minoranza”, rispetto al parere dei critici e degli esperti…

Mi ricollego invece a quanto tu dicevi per Nezèt-Seguin: lui non mi ha deluso, né su disco né dal vivo.

E approfitto di questo post per segnalare, del giovane direttore russo  Emelyanychev di cui si parlava poco sopra, un album con il Concertgebouw.

Per dire: il ragazzo è un bravissimo pianista, è un barocchista notevole e lo ha dimostrato con le opere di Händel, dirige i classici come Mozart, Beethoven e Schubert (una nona per la Linn che è da “leccarsi i baffi”) che si colloca ai massimi livelli da me ascoltati, ma ecco… rende bene anche con la musica modernissima, appena composta, di autori contemporanei.

Insomma… signore e signori, “a Star is born”…😉

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Inviato
3 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Sono d’accordo con te, nel senso che dal vivo l’ho ascoltato anch’io diverse volte e confermo la tua impressione. Ma in quelle registrazioni DG si perde molto del “Trifonov” dal vivo

Che peccato che almeno nella registrazione del quarto concerto non riesci a sentire tutte le emozioni, colorazioni, finezze e il pensiero intellettuale / meditativo di Trifonov che si sentono anche dal vivo. Me la sono ascoltato proprio adesso e il concerto era venerdì scorso, me lo ricordo ancora bene. Mi dispiace moltissimo ma c'è proprio poco da fare.

Inviato
1 ora fa, Titian ha scritto:

Che peccato che almeno nella registrazione del quarto concerto non riesci a sentire tutte le emozioni, colorazioni, finezze e il pensiero intellettuale / meditativo di Trifonov che si sentono anche dal vivo. Me la sono ascoltato proprio adesso e il concerto era venerdì scorso, me lo ricordo ancora bene. Mi dispiace moltissimo ma c'è proprio poco da fare.

Io ho riascoltato il secondo concerto, non il quarto, e del secondo concerto stavo parlando.

E nel secondo concerto non è che sono io che non sento le emozioni o il pensiero intellettuale di Trifonov, li sento  ma… proprio non mi piace l’approccio di Trifonov!

E, a quanto pare, non è solo una idea mia… condivido con il critico del Grammophone proprio le stesse impressioni che riporto più sotto:

”Trifonov and Nézet-Séguin bring to these opening pages an atmosphere of pessimism and sorrow. It’s a view. Mine is that it all gets off to a bad start. Thereafter things go more or less swimmingly, for Trifonov is a gifted pianist, the Philadelphians have the music in their blood and Nézet-Séguin has an eye for detail and careful phrasing (though I was not totally convinced by the tempo relationships in the last movement). Overall, this is another fine, well-recorded addition to the lengthy discography but one which neither astonished nor moved me.”

Sì, nel secondo concerto c’è un’aria di pessimismo e di malinconico “male di vivere”, che forse in realtà non aveva Rachmaninov … anche perché da poco il compositore era uscito da una terapia psicologica e di ipnosi ( come andava di moda allora, agli albori della Psicologia) che lo aveva aiutato a superare la depressione data dai fischi del primo concerto e della prima sinfonia..

Insomma ecco.. no, nel secondo concerto, ascoltato si disco, Trifonov continua a non convincermi … e non sembra un problema solo mio..

Nel Quarto non so … me lo riascolto con calma…ma il “paradigma” per giudicare un pianista in Rach sono il secondo e il terzo concerto..se li esegue..

Benedetti Michelangeli eseguiva solo il quarto e Horowitz solo il terzo, Rubinstein solo il secondo e la Argerich solo il terzo..ma ecco… sono un po’ le eccezioni alla regola …ma che eccezioni! Ad avercene..!! 😉

Comunqie a Trifonov è giovane e ha ancora molto margini di “miglioramento”.

Il “ragazzo” lo aspetto al varco sui concerti di Brahms… lo ascolterò presto dal vivo..😉

Inviato

Confesso che oggi mi sono commosso ascoltando questo album, appena uscito nella sua nuova veste audio per la Decca Universal.

Britten scrisse il suo Requiem di Guerra (o Requiem per la Guerra?), War Requiem, per celebrare la ricostruzione della Cattedrale di Coventry, cittadina inglese distrutta, insieme alla sua chiesa principale, e dove migliaia di civili persero la vita sotto i bombardamenti aerei tedeschi nel 1940.

Mi sono commosso perché a distanza di 60 anni (la registrazione Decca è del 1963) sembra che nessuna lezione sia stata imparata e che di “uomini (e donne) di buona volontà” ce ne siano sempre meno. L’indifferenza e l’egoismo, anzi l’egocentrismo social e sociale (ciascuno è il centro dell’universo, tutto il resto non conta..), creano nuove condizioni favorevoli a guerre e stragi sempre nuove e peggiori, ogni giorno che passa.

Britten volle scrivere un ricordo ma anche un memento, un ammonimento, alle generazioni future, elaborando il testo latino del Requiem e interpolandolo con poemi di Owen.

Britten organizzò musicisti e cantanti in tre distinti gruppi, con frequenti sovrapposizioni fra i tre: la grande orchestra, con  coro e soprano solista per il testo Latino; un’orchestra da camera con solisti tenore e baritono-basso per i versi di  Owen; un coro di di voci bianche maschili sullo sfondo.

Non casuale la scelta dei tre solisti per questa registrazione: il tenore inglese Peter Pears, il baritono tedesco Dietrich Fischer-Dieskau e la soprano russa Galina Vishnevskaya, perché voleva essere una sorta di rappacificazione fra i contendenti della seconda guerra mondiale.

Molte le registrazioni successive del War Requiem, ma nessuna di pari impatto emotivo e bellezza di esecuzione e registrazione di questa prima, diretta magistralmente dal compositore.

 

Galina Vishnevskaya, soprano
Peter Pears, tenor
Dietrich Fischer-Dieskau, baritone
The Bach Choir & London Symphony Chorus
David Willcocks, Chorus master
Highgate School Choir
Edward Chapman, director
Simon Preston, organ
Melos Ensemble
London Symphony Orchestra
Benjamin Britten, conductor 

 

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Ad ascoltarla oggi, ecco…vengono i brividi… come se terrori vecchi, creduti morti e sepolti, riemergessero dalle tenebre…

Eppure l’ascolto di questo Requiem è come una invocazione alla Pace, una specie di esorcismo contro la guerra.

Inviato

le registrazioni di trifonov su rachmaninov mi piacciono assai assai e non mi ritrovo con il tuo giudizio.

anche il disco della wang bello bello. purtroppo pero, nessun ascolto dal vivo su questo programma per entrambi, che poi e cio che conta per un giodizio compiuto

Inviato

@aggelos A certi livelli (alti) le preferenze sono in pratica legate solo ai gusti personali…e quindi non discutendo l’eccellenza di Trifonov come pianista dico semplicemente che la sua interpretazione non mi ha entusiasmato..l

Fra gli album che ho recentemente ascoltato, oltre alla splendida Wang, mi ha molto entusiasmato Kirill Gerstein con i Berliner diretti da Kirill Petrenko, in un album uscito da pochissimo per i 150 anni della nascita di Rachmaninov.

Il secondo dei due Kirill a Berlino è una “creatura” viva e palpitante, perché è un continuo di cambi di tempo al tempo della respirazione… musicale! Oltre al magistero tecnico, e Gerstein è semplicemente un fuoriclasse da questo punto di vista, c’è capacità di scendere alla radice del concerto, anche quelle psicopatologiche dico, non solo musicali.

C’è fin dall’inizio una atmosfera quasi da “resurrezione”, un’atmosfera di commossa felicità, invece della malinconica tristezza che ravviso in Trifonov.

E poi i Berliner …ah..i Berliner di Petrenko in Rachmaninov sono semplicemente perfetti.

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Inviato

L’altro (abbastanza) recente album che mi ha entusiasmato vede, guarda caso, ancora Kirill Petrenko sul podio, quello della London Philharmonic, e un giovane e molto  talentoso pianista Dejan Laziç.

Che sembra iniziare “in sordina” la serie di accordi (quindi non in maniera trionfalistica né drammatica, ma quasi sottotono…) e poi via via porta in trionfo glorioso il concerto fino ad una specie di apoteosi finale, che è anche la liberazione della psiche di Rachmaninov della preoccupazione della depressione che si portava dentro.

Una splendida registrazione Channel Classics…anche bella come suono audiofilo…

Ecco queste le mie preferenze del secondo concerto di Rachmaninov fra gli album recentemente usciti…

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Inviato

Insomma…se provate ad ascoltare questi album potrete capire il mio punto di vista e il perché Trifonov non mi ha entusiasmato…anche se, ribadisco, è questione soggettiva e di gusti…

Inviato

I concerti giovanili di Mozart per due e per tre pianoforti e orchestra seguivano una moda, iniziata con Vivaldi e poi proseguita con J.S. Bach e figli, di scrivere concerti con più di un solista.

Se per il clavicembalo e per il violino, alla fin fine, l’equilibrio con l’orchestra (generalmente piccola, spesso di soli archi..)  non subisce stravolgimenti mettendoci più di un solista, per il pianoforte, quando sono due o, peggio mi sento, tre il discorso cambia radicalmente.

Tre grancoda Steinway possono coprire anche una grande orchestra mahleriana… figuriamoci una piccola orchestra mozartiana! E….quindi, forse, per questo non avevo mai apprezzato un granché questi concerti mozartiani, anche quando i solisti coinvolti insieme erano nomi del calibro Barenboim + Ashkenazy + Schiff, oppure Lenny Bernstein al pianoforte con duo pianistici famosi..ecc, ecc…

Dopo,aver ascoltato questo album, ho compreso, finalmente, la bellezza del “gioco” di Mozart con due o tre pianoforti e orchestra. Perché essendo qui gli strumenti dei fortepiano originali, con un volume sonoro poco diverso da quello dei clavicembali, l’equilibrio sonoro rimane “indenne”, e consente di apprezzare i appunto i sottili e geniali giochi di contrappunto sonoro (pur con scrittura

pianistica tecnicamente accessibile, come probabilmente da commissione del nobile di turno.. o per far suonare insieme a lui la sorella Nannerl…chissà..).

Insomma, ecco… ascoltate questo album e poi mi dite! Registrazione stratosferica in HiRes 24/192.. 
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Inviato

Una curiosità … il concerto K242 è per tre pianoforti, almeno così è descritto nel catalogo delle opere di Mozart, e qui ce ne sono solo due … e anche nel booklet la descrizione è cambiata da tre a due pianoforti … è quindi un adattamento o cos’altro?

.

Questa una bellissima esecuzione della famiglia Casadesus (tre pianoforti) con Ormandy alla direzione

 

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Inviato

@stefano_mbp Nel catalogo di Mozart il concerto KV 242 fu scritto per la contessa Londron e le due due figlie, quindi per tre “cembali” (fortepiano?) e orchestra.

La scrittura pianistica è abbastanza semplice, specialmente per il terzo pianoforte… 

Fu Mozart medesimo, in seguito, ad adattare il concerto per soli due pianoforti, invece che tre, includendo la terza parte nello sparito dei primi due pianoforti.

La bella registrazione che hai segnalato ha, tuttavia, il difetto di avere tre pianoforti moderni..che coprono l’orchestra (che peraltro è più “grande del previsto”, quella di Ormandy, forse per bilanciare i tre piano, e si perde non poco in trasparenza...

Inviato

Bella questa nuova uscita della BR KLASSIK… dedicata alla musica orchestrale di Puccini..

 

Il giovanile  "Preludio sinfonico" racchiude in se “il germe delle possibilità”, le strade musicali che Puccini poteva prendere e che poi invece non ha preso. Nel senso che gsi avverte la predisposizione per la melodia bella e coinvolgente, ma qui c’è più la suggestione di Wagner che di Verdi.

Si ascolta poi in questo breve album anche  il "Capriccio sinfonico" che in pratica una specie di “medley”, dove  riconoscerete diverse molte arie famose di opere pucciniane, in particolare dalla Bohème.

Chiude l’album il brano “Crisantemi", composto inizialmente per quartetto d’archi (e io così lo conoscevo, non per orchestra..) dove nella musica funeraria, quasi un breve Requiem scritto per la morte del Duca d’Aosta nel 1890, è pervasa di reminiscenze da Manon Lescaut… forse perché la composizione è stata pressoché contemporanea.. 

L’ Orchestra della Radio di Monaco ha un suono bellissimo, e sono rimasto incantato dal sentire come addirittura il suono fosse tipicamente “italiano”, più che tedesco.. poi ho visto il nome del direttore, Ivan Repušić, e ho capito che una larga parte di merito va proprio a lui, un direttore che ha fatto gavetta proprio con le opere di Verdi e di Puccini ed è attualmente uno dei nomi più importanti del podio proprio per la lirica italiana…

Un direttore da seguire con attenzione , di cui sentiremo sicuramente parlare ancora in futuro..
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P.S. Un plauso particolare va all’ingegnere del suono di questo album, che è riuscito a catturare l’intera orchestra in maniera così mirabile che questa diventa una delle più belle registrazioni da me ascoltate …fra l’altro finalmente anche la BR Klassik in 24/96 anziché il solito 24/48…

  • Melius 1
Inviato

E visto che si parlava di Puccini, di opere insomma, come non segnalare una delle registrazioni di assoluto riferimento del Fidelio di Beethoven?

Parlo di quella di Klemperer, che aveva un cast vocale stellare, ad iniziare da Christa Ludwig nel ruolo protagonista..

Una registrazione questa EMI che, a mio avviso, è la più “classica” fra le classiche, e che riesce a superare anche quella, quasi coeva, di Karajan sempre per la EMI, non solo per il cast vocale più prestigioso, ma anche e sopratutto per la concezione di come dirigere quest’opera.

in questa nuova veste, HiRes 24/192, il suono EMI ha acquistato poi una bellezza, uno “spessore spaziale”, una profondità di palcoscenico, che mai avevo udito (non su vinile e men che meno su CD, e lo dico per averli in casa e averli ascoltati moltissime volte in questi decenni..).

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Inviato

e allora? la recensione sull'album di Bernstein?

non posso credere che tu non lo abbia ancora sentito..

e non c'è nemmeno bisogno di scrivere a chi mi riferisco:-)

 

Inviato

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Mi stizziscono i continui riferimenti ad una citta che è stata una delle capitali della musica per due secoli.

Mi stizziscono perchè il napoletano medio non ne è consapevole, mentre "gli altri"..SI!

ennesimo album di una lunga teoria di esperti del barocco fra i piu percorsi.

L'album è molto bello, ed anche i non amanti del barocco potranno apprezzarlo.

Lei è bravissima interprete. registrazione di grande pulizia tonale.

Inviato

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Oplà, visto che l'ho ascoltato prima di te, ti preannuncio che non mi è piaciuto moltissimo.

 

piccolo ot: sono tornato ora da una prima di Malher diretta da Susanna Malkki. Che bisogno c'è di inserire una doppia k in questo cognome..

Concerto bellissimo!

Inviato

@aggelos Ah, ho capito! No, non l’ho ascoltato questo album perché è …una colonna sonora! La colonna sonora del prossimo film in uscita, sulla vita di Bernstein…

Ne “assaggio” adesso i pochi minuti iniziali… e…si comincia male! Il livello audio della registrazione è molto alto, come tipicamente accade nelle colonne sonore destinate ad uso “sale cinematografiche”…

E poi, no… è tutto un po’ uno “spezzatino”, un “medley”… Sarà probabilmente piacevole da ascoltare insieme alle immagini del film che scorrono via… ma a casa mia..no, ecco..non ci siamo!

Per la Susanna: ha un curriculum personale da fare invidia! Dirige le orchestra più famose, compresi i Berliner… è spesso inviata al Metropolitan di New York ed è diventata l’erede di Boulez a Parigi per l’Ensemble Intercontemporain.

E…nella musica classica del novecento  questa sua mano felice si sente subito..in particolare in Bartòk, di cui consiglio l’ascolto questo bellissimo album 

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Susanna dirige così bene che…per quanto mi riguarda di K nel suo cognome… ce ne potrebbero stare anche 3 o 4, anziché 2 … 😉

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