SimoTocca Inviato 21 Novembre 2023 Autore Inviato 21 Novembre 2023 In attesa che la Sony si occupi di rimasterizzare a regola d’arte i tesori discografici che ha acquisito dalla RCA e dalla CBS (per Bernstein ha già fatto un lavoro encomiabile con quasi tutto il catalogo newyorkese di Lenny rimasterizzato e adesso con un bel suono..), segnalo questo bel cofanetto della piccola casa Alexandre Bak, cofanetto digitale che racchiude i cinque concerti di Beethoven per pianoforte eseguiti nel 1956 da Arthur Rubinstein. Con la fuoriuscita di Toscanini l’orchestra americana NBC, messa su appunto per i concerti e le registrazioni del maestrissimo italiano in esilio dal fascismo, rischiò di scomparire quasi subito, Riuscì invece a salvarsi (almeno per un po’) cambiando nome in Symphony of the Air, orchestra che è diventata protagonista di molte belle registrazioni RCA. La Symphony non è dunque un’orchestrina di mercenari qualsiasi messa su alla bellemeglio..No, no, no… ! Era favolosa orchestra di Toscanini che aveva cambiato nome per sopravvivere…! E sotto le mani di un fior di Kapelmeister come Krips (sempre fra i migliori per la musica per periodo classico, Mozart, Beethoven e Schubert…cercatene le sue registrazioni..) ecco che i concerti beethoveniani rifulgono di una luce solare e dorata (nel senso: pervasa di un dorato ottimismo). Se poi alla tastiera c’è quel mago di Arthur Rubinstein ecco che ogni concerto diventa una perla a se stante da ascoltare con una certa devozione… Dal primo al quinto concerto Rubinstein non “sbaglia un colpo”… e sembra strano che la storia non lo abbia annoverato fra i grandi pianisti beethoveniani… Forse perché si è occupato meno delle sonate (infatti ne ha lasciate poche registrate). Ma amici, wè, in questi concerti è certamente da annoverare fra i maggiori interpreti di Beethoven (lo stesso destino di Zimerman, insomma! Anche lui… poche sonate…ma che interpretazioni dei concerti!!). La rimasterizzazione in 24/96 fa apprezzare sia il bel suono orchestrale, pieno di colori e di dinamica, sia il suono del pianoforte di Rubinstein, un suono da cui escono a manciate oro e avorio… 2
SimoTocca Inviato 21 Novembre 2023 Autore Inviato 21 Novembre 2023 Un catalogo di registrazioni storiche messe in nuova veste audio (rimasterizzate) che sta diventando davvero vasto e interessante, quello di questa piccola casa editrice/discografica, la Alexandre Bak. A sfogliarlo tutto si rimane folgorati dalla qualità degli interpreti … da Fürtwangler a Kubelik, da Klemperer a Fricsay e…compagnia cantando!, con registrazioni storiche rimesse in buona qualità audio. Come queste due super famose della Sony/RCA, e cioè i concerti per violino di Brahms e di Tchaikovsky interpretati da Heifetz sotto la bacchetta di Reiner… 1
stefano_mbp Inviato 21 Novembre 2023 Inviato 21 Novembre 2023 1 minuto fa, SimoTocca ha scritto: questa piccola casa editrice/discografica, la Alexandre Bak. L’ho cercata sul web ma non riesco a trovare nulla … chi è questa Alexandre Bak?
SimoTocca Inviato 21 Novembre 2023 Autore Inviato 21 Novembre 2023 @stefano_mbp Ecco il link per la sua home page https://www.classicalmusicreference.com/online-store
stefano_mbp Inviato 21 Novembre 2023 Inviato 21 Novembre 2023 @SimoTocca … ecco perché non la trovavo ! Nomi differenti … grazie!
SimoTocca Inviato 21 Novembre 2023 Autore Inviato 21 Novembre 2023 E saltando come uno stambecco da vecchie gloriose registrazioni, in nuova veste audio ma pur sempre “vecchie”, ad album appena usciti, appena registrati e di musica appena composta ecco a voi… i Berliner Philharmoniker nel nuovissimo concerto per pianoforte e orchestra di Unsuk Chin, una compositrice sudcoreana che vive e lavora a Berlino (per l’appunto…). Lo slancio dei Berliner per mettere nel loro repertorio musica nuova e nuovissima è semplicemente ammirevole…e fa parte del lascito di Claudio Abbado e di Simon Rattle a questa grandissima orchestra. Sul podio c’è Sakari Oramo, un direttore che io ho molto apprezzato fin dalla prima volta che lo ascoltai a Londra con la sua orchestra di allora, CBSO, la ex orchestra di Rattle. Un direttore di cui, sono certo, risentiremo parlare presto e bene. Sunwook Kim è un pianista, ovviamente coreano come dice il cognome, che è stato uno dei primi della “marea” asiatica a conquistare concorsi pianistici internazionali (lui quello di Leeds, altri…il concorso Chopin…😉😆). Una registrazione magistrale per ripresa e qualità audio, in 24/96… P.S. Se poi qualcuno rimanesse abbagliato dalla musica della compositrice coreana e volesse ascoltarne una specie di integrale, può trovare, sempre in streaming (ma che magica miniera di pietre preziose è lo streaming…!) un cofanetto digitale dei Berliner Philharmoniker registrato nel corso di diversi anni… e infatti ci sono registrazioni in formato 24/44 e, le ultime, in formato 24/96.. P.S. 2 stamani sto ascoltando meraviglie con la cuffia RAAL SR1a e il subwoofer indossabile Woojer Vest…
SimoTocca Inviato 21 Novembre 2023 Autore Inviato 21 Novembre 2023 E ancora uscita “nuova di zecca” questa della Seattle Symphony dedicata a Messiaen e la sua musica… Il direttore (adesso emerito) dell’ orchestra di Seattle, Federic Morlot, l’ha trasformata, negli anni, come una delle migliori orchestre del mondo nel repertorio della musica di Messiaen. L’orchestra è gigante per numero di musicisti e di percussioni e “strumenti strani” (non, non c’è l’onde martenot, come nella Turangalila, ma vi invito ad ascoltare con attenzione tutta la ricchezza tonale della scrittura di Messiaen…). La registrazione da parte della casa discografica “proprietaria”, è semplicemente favolosa per qualità audio.. (del resto l’orchestra da alcuni anni pare sia sponsorizzata generosamente da Amazon, che ha sede principale proprio a Seattle…). P.S. Le note introduttive su HRA, se qualcuno le lèggesse, sappia che sono sbagliate! Si riferiscono ad un altro album della Seattle, quello dedicato alla musica di Adams, farsi deserto…..
Paolo.68 Inviato 22 Novembre 2023 Inviato 22 Novembre 2023 Il 21/11/2023 at 11:19, SimoTocca ha scritto: In attesa che la Sony si occupi di rimasterizzare a regola d’arte i tesori discografici che ha acquisito dalla RCA e dalla CBS (per Bernstein ha già fatto un lavoro encomiabile con quasi tutto il catalogo newyorkese di Lenny rimasterizzato e adesso con un bel suono..), segnalo questo bel cofanetto della piccola casa Alexandre Bak, cofanetto digitale che racchiude i cinque concerti di Beethoven per pianoforte eseguiti nel 1956 da Arthur Rubinstein. Con la fuoriuscita di Toscanini l’orchestra americana NBC, messa su appunto per i concerti e le registrazioni del maestrissimo italiano in esilio dal fascismo, rischiò di scomparire quasi subito, Riuscì invece a salvarsi (almeno per un po’) cambiando nome in Symphony of the Air, orchestra che è diventata protagonista di molte belle registrazioni RCA. La Symphony non è dunque un’orchestrina di mercenari qualsiasi messa su alla bellemeglio..No, no, no… ! Era favolosa orchestra di Toscanini che aveva cambiato nome per sopravvivere…! E sotto le mani di un fior di Kapelmeister come Krips (sempre fra i migliori per la musica per periodo classico, Mozart, Beethoven e Schubert…cercatene le sue registrazioni..) ecco che i concerti beethoveniani rifulgono di una luce solare e dorata (nel senso: pervasa di un dorato ottimismo). Se poi alla tastiera c’è quel mago di Arthur Rubinstein ecco che ogni concerto diventa una perla a se stante da ascoltare con una certa devozione… Dal primo al quinto concerto Rubinstein non “sbaglia un colpo”… e sembra strano che la storia non lo abbia annoverato fra i grandi pianisti beethoveniani… Forse perché si è occupato meno delle sonate (infatti ne ha lasciate poche registrate). Ma amici, wè, in questi concerti è certamente da annoverare fra i maggiori interpreti di Beethoven (lo stesso destino di Zimerman, insomma! Anche lui… poche sonate…ma che interpretazioni dei concerti!!). La rimasterizzazione in 24/96 fa apprezzare sia il bel suono orchestrale, pieno di colori e di dinamica, sia il suono del pianoforte di Rubinstein, un suono da cui escono a manciate oro e avorio… Questa segnalazione é stratosferica, per qualità artistica e tecnica
Max440 Inviato 23 Novembre 2023 Inviato 23 Novembre 2023 Il 18/11/2023 at 10:47, SimoTocca ha scritto: P.S. Un plauso particolare va all’ingegnere del suono di questo album, che è riuscito a catturare l’intera orchestra in maniera così mirabile che questa diventa una delle più belle registrazioni da me ascoltate Confermo! Bellissima registrazione questo disco orchestrale di Puccini
SimoTocca Inviato 24 Novembre 2023 Autore Inviato 24 Novembre 2023 Il Deutsches Requiem di Brahms è composizione affatto particolare, non solo nel panorama della produzione brahmsiana, ma proprio nel panorama classico in genere. Ricordo bene come,la prima volta che la ascoltai, proprio non la capii, la trovai noiosa, sdolcinata.. Era colpa mai, certo, e forse anche della mia tenera età adolescenziale di allora… ma era probabilmente anche colpa del modesto direttore da cui ascoltai per la prima volta questo Requiem. Raramente ho poi trovato, nella mia lunga “carriera” di ascoltatore, opere musicali che richiedano tanta comprensione, tanta cura per svelare i segreti della partitura celati dall’autore…. E nel corso dei decenni ho ascoltato solo poche registrazioni in grado di “rendere giustizia” al Requiem di Brahms: Karajan, Abbado, Giulini (ascoltato anche dal vivo..!) ma, sopratutto, lui…l’enigmatico, ombroso, grande vecchio, o anche “vecchia quercia” …Otto Klemperer. La registrazione di Klemperer è rimasta per me, e non solo per me, mitica per la capacità di rimanere in equilibrio sorprendente fra dolcezza della melodia, senza cadere nel mellifluo, e vigore improvviso, come se sotto la rassegnazione alla morte ci fosse anche in Brahms (così come più evidente in Verdi) un moto di rabbia, di ribellione alla “fine della vita per sempre”. Mi riferisco al terzo movimento, il “Herr, lehre doch mich”, cantato da un irraggiungibile Fisher-Diskau. La trasparenza della grande orchestra è ottenuta in maniera esemplare da Klemperer, forse come da nessun altro. E anche la perte femminile è, in questa edizione, sostenuta dalla voce della Schwartzkopf, forse appena un po’ meno flessibile di pochi anni prima, ma pur sempre ai vertici assoluti e perfettamente inserita nella logica e visione musicale di Klemperer. La registrazione EMI è stata perfettamente rimasterizzata e restaurata in versione HiRes 24/192 dallo studio parigino a cui si appoggia la Warner per la riedizione della Klemperer edition di questi mesi, celebrativa dell’anniversario Klempereriano del 2023. Da ascoltare con silenziosa devozione, anche perché questa musica sembra l’antidoto assoluto ai protagonismi dell’Io come misura di tutte le cose, agli eccessi mediatici dei social, alla vita frenetica tutta passata nella ricerca di felicità e perfezioni che sono solo “miraggi digitali e virtuali”, miraggi che fanno perdere il meglio, cioè la vita reale… Questa musica sembra suggerire tutto questo…. P.S. Che belle queste copertine originali, restaurate in alta definizione dei colori, un po’ come il suono…
Max440 Inviato 28 Novembre 2023 Inviato 28 Novembre 2023 Anche se lo stile musicale non è il mio preferito, consiglio di ascoltare questa registrazione: io la trovo incredibilmente realistica!! Ditemi anche voi cosa ne pensate ... Thanks, Max .-.-.-.-.-. 1
SimoTocca Inviato 8 Dicembre 2023 Autore Inviato 8 Dicembre 2023 È uscito, finalmente, l’album della grande integrale discografica EMI (ora Warner) dedicata a Otto Klemperer, l’album che forse aspettavo di più: la Missa Solemnis di Beethoven. Come ho scritto altre volte, qui sopra e in altre discussioni, l’aspettavo perché questa di Klemperer è, a mio,avviso, la più bella registrazione della Missa. Più bella, da punto di vista artistico: Klemperer ha un piglio leonino nell’affrontare la partitura, una maniera inesorabile di manifestare la grandiosità concepita da Beethoven, con la “grande fuga” finale, che osa sfidare (e la vince, la sfida dico) il creatore delle fughe, Bach …. Ci sono altre belle registrazioni, certo, ad iniziare dalla coeva di Karajan, che peraltro conta su un cast vocale assai più prestigioso. Ma la “ divina follia” di Klemperer ha la meglio sulla bellezza patinata evocata da Karajan (sia nelle prima registrazione EMI che nella seconda DG a Berlino..). La rivista Grammophone indicava Gardiner e la sua registrazione Archiv anni ‘80 come la vincitrice: il direttore inglese ha certamente dalla sua il centrare con la sua interpretazione la “spiritualità pura” che permea il capolavoro sacro dell’’estremo Beethoven. Ma Gardiner manca della visionaria follia di Klemperer, del suo “fuoco sacro”. L’unico ad avvicinarsi a Klemperer è, sempre a mio avviso ovviamente, non il primo ma l’ultimissimo Harnoncourt, che offre una lettura filologica ma libera dai d’ogni e vincoli della filologia più classica, una lettura visionaria al pari di quella di Klemperer…ma..ma Klemperer ha una specie di “fuoco”, di urgenza interpretativa, che incalza l’ascoltatore in maniera inesorabile, un fuoco sacro. La nuova veste audio in 24/192 rende l’ascolto di questo album una grande esperienza, anche dal punto di vista audiofilo… Un’opera geniale, la Missa di Beethoven, interpretata alla perfezione da un genio del podio….spesso considerato una “vecchia quercia”, vecchia quindi “lento” come i vecchi… Se ascoltate questa Missa capirete quanto fosse sbagliata questa etichetta… “vecchia”… intesa come spenta, senza energia… C’è una specie, lo ripeto, di fuoco giovanile, distruttivo tanto è potente, nella lettura di Klemperer, che che fa capire come la Missa possa essere il testamento diverso, alternativo alla nona sinfonia, ma non meno suggestivo e forse anche più rivoluzionario (e non solo sul piano puramente musicale dico…) del vecchio Beethoven… un altro vecchio che sembra avere più energia distruttiva di un adolescente… altro che….quel “dona nobis Pacem ..Pacem! ha qualcosa di più rivoluzionario e dirompente dei cortei pacifisti contro la guerra del Vietnam… Ascoltare per credere.. P.S. Ma che meraviglia, queste copertine originali, delle prime uscite… 1
SimoTocca Inviato 11 Dicembre 2023 Autore Inviato 11 Dicembre 2023 Ripropongo questo album, che avevo citato anche in un’altra discussione, perché in queste settimane è stato pluripremiato. Un album uscito alcuni mesi fa e che vede protagonista la mia violinista “tradizionale” preferita, Isabelle Faust (quella non “tradizionale”, nel senso stretto del termine intendendosi come “trasgressiva” per interpretazioni e impaginazioni dei programmi da concerto e da disco, è notoriamente la Patricia Kopatchinskaja..). Questa volta però la Faust rovescia il paradigma e diventa “meno tradizionale” della Kopat! Per interpretare il concerto dì Stravinsky infatti la Faust si fa affiancare da Roth sul podio della sua orchestra con strumenti originali (originali di fine ‘800 -inizio ‘900) Les Siecles. Ne viene fuori una interpretazione del concerto per violino di Stravinsky piena di nuove trasparenze, nel senso si capisce bene di che tessuto musicale è fatto il dialogo fra solista e orchestra. Per capire quello che sto dicendo basta asxoltare i primi due minuti del IV movimento, Capriccio, e confrontarlo con le intepretazioni più classiche: i legni e i fiati, in particolare oboe e fagotto in lingua musicale che finora era rimasta un filo in ombra, meno evidente che in questa edizione. Un bellissimo album da ascoltare per avvicinarsi ad un centro per violino meno “bazzicato” dei soliti romantici, ma davvero molto suggestivo in questo nuovo taglio. Registrazione strepitosa in formato HiRes 24/96 della Harmonia Mundi…
Max440 Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 Il 8/12/2023 at 19:16, SimoTocca ha scritto: che osa sfidare (e la vince, la sfida dico) il creatore delle fughe, Bach …. Occhio a quello che dici che vengo a prenderti di notte ... Oppure ti costringo a studiare fino a quando non ti viene alla perfezione le 8 facciate dell'edizione Peters dalla fuga in Mi minore BWV 548, qui eseguita splendidamente da Karl Richter ... : 2
Max440 Inviato 13 Dicembre 2023 Inviato 13 Dicembre 2023 E qui, forse ancora meglio, da Ton Koopman ... : 1
SimoTocca Inviato 13 Dicembre 2023 Autore Inviato 13 Dicembre 2023 @Max440 Hehe … non devi “prendere me”… ma Stravinsky! Sia Mozart che Beethoven erano consapevoli dell’immensa arte musicale, arte della fuga di nome e di fatto, di JS Bach e hanno molto studiato per cercare di carpire i segreti del maestro. Beethoven, di cui si stava parlando, sul finire della sua vita riesce a raggiungere e superare il maestro Bach in due composizioni: la Missa Solemnis e l’op. 133 in Si bemolle maggiore per quartetto d’archi, chiamata appunto La grande fuga. Ai tempi di Beethoven, a dire il vero, la Fuga non andava più di moda tanto che l’op 133 era stata composta e pensata inizialmente come movimento finale del quartetto op.130 … ma l’editore insistette con Beethoven perché cambiasse il quarto movimento con uno più “semplice” sia da eseguire che ascoltare… E Beethoven allora pubblicò il movimento finale “fugato” come opera a se stante con numero 133. Fu poi Stravinsky a dire che la Große Fuge di Beethoven è l’opera più geniale forse…di sempre! 😉
marcogir Inviato 14 Dicembre 2023 Inviato 14 Dicembre 2023 21 ore fa, SimoTocca ha scritto: Ai tempi di Beethoven, a dire il vero, la Fuga non andava più di moda tanto che l’op 133 era stata composta e pensata inizialmente come movimento finale del quartetto op.130 … ma l’editore insistette con Beethoven perché cambiasse il quarto movimento con uno più “semplice” sia da eseguire che ascoltare… E Beethoven allora pubblicò il movimento finale “fugato” come opera a se stante con numero 133. Fu poi Stravinsky a dire che la Große Fuge di Beethoven è l’opera più geniale forse…di sempre! 😉 Hai una versione dell op133 che ritieni superiore da consigliarmi in HD su Qobuz? Grazie Marco
SimoTocca Inviato 14 Dicembre 2023 Autore Inviato 14 Dicembre 2023 @marcogir Marco, la mia “passione” per la Grande Fuga di Beethoven nasce molto tempo fa… Ero ad assistere, come facevo sempre alla prova eliminatorie del Concorso Vittorio Gui, per la musica da camera e al tempo, in giuria, c’erano sempre nomi prestigiosi … pianisti come Maria Tipo e membri dei quartetti più famosi del mondo e compositori contemporanei. E ricordo che Fabio Vacchi, compositore in giuria, parlava proprio della Größe Fuge con Hatto Bayerle dell’Alban Berg Quartet… e tutti e due convenivano che la vetta assoluta l’aveva toccata il Quartetto Italiano. Il giorno dopo ero andato a comprarmi il cofanetto in CD delle registrazioni Philips del Quartetto Italiano e… beh, sì, rimasi a bocca aperta per la perfezione, anche intellettuale non solo artistica e virtuosistica, raggiunta dal Quartetto Italiano nella Grande Fuga (così come anche nel resto dell’integrale quartettistica beethoveniana, ma in particolare proprio l’op. 133 è il vertice mai raggiunto da altri). Quindi per me il Quartetto Italiano è la registrazione di riferimento. Non (ancora) in HiRes… ma spero che a breve… vedrai..! Di certo anche il 16/44 la registrazione ADD è molto bella e si fa ascoltare con piacere… Anche la mia seconda scelta, ahimè, non esiste in HiRes, ed è per l’appunto la registrazione per la EMI del quartetto Alban Berg. Anche le terza e quarta e quinta posizione (Emerson String Quartet, Hagen Quartet, Quartetto di Tokyo) sono tutte in versione 16/44. Fra le versioni disponibili in HiRes, come da te richiesto te ne segnalo due che sono molto diverse tra loro. La,versione dello Smetana Quartet è piena di poesia, di melanconico abbandono al contrappunto . Archi vellutati … È una versione “vecchia maniera slava”… da parte di un famoso quartetto … All’opposto si trova una versione modernissima, tagliente, a tratti quasi eccessiva: eccessiva nell’accentuare proprio il contrappunto, addirittura sottolineando le fuga con alcune dissonanze.. È la visione del Belcea Quartet, splendidamente catturata in HiRes 24/96 dalla Alpha… P.S. Sono due intepretazioni che a me piacciono molto, fra le numerose altre disponibili … Ma… pur interessanti e belle… sono lontane parecchio dalla versione “definitiva” del Quartetto Italiano… Dai Philips/Decca/Universal, spicciatevi a rimasterizzare questa registrazione in HiRes!
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