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Melius Club

Il presidente pregiudicato


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Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

Ah, Pensavo che non l’avesse pagata, un caso di insolvenza insomma

L'ha pagata con i fondi elettorali attraverso falsa fatturazione al suo avvocato di fiducia che poi girava il tutto alla signora.

L'avvocato ha confessato, espulso dall'albo e fatto galera.

Trump non ha pagato una prostituta.

Inviato

Come mai i "soliti destri" neanche a @mozarteum raccontano la realtà della vicenda?

Mica si spaventa...

  • Haha 1
Roberto M
Inviato
2 ore fa, audio2 ha scritto:

bel balcone

Rischia di ucciderti una roba del genere.

analogico_09
Inviato
8 ore fa, appecundria ha scritto:
8 ore fa, Roberto M ha scritto:

Poi non dimentichiamoci che i PM e giudici in America sono di carica elettiva, e che molti di loro sono Dem

Comunisti dappertutto. 

 

 

Kubrick... santo subito!

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@Roberto M sono eletti dai cittadini dove sono forti i  dem eleggono i dem dove sono forti i repp eleggono i rep.

Inviato

Usato i fondielettorali per i fondischiena, insomma, tipo quel leghista Cota che si è comprato le mutande verdi, pare per aumentare le Performances..

da verde a arancione il passo è breve alla palta… :classic_biggrin:

  • Haha 1
Inviato
16 ore fa, Muddy the Waters ha scritto:

Eppure l’elezione di Trump in USA è un bene, grazie a lui i rapporti con Putin verranno ristabiliti, si parla già di un incontro.

La guerra in Ucraina finirà ed il prezzo del gas tornerà a scendere.

Certo i politici italiani saranno costretti all’ennesima giravolta riammettendo Putin nella cerchia degli amici, ma così sarà.

Per il Natale 2 volte l'anno a che punto siamo ?

  • Haha 1
mozarteum
Inviato
13 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

sono eletti dai cittadini dove sono forti i  dem eleggono i dem dove sono forti i repp eleggono i rep.

Sopra la panca la capra campa sotto la panca la capra crepa

Roberto M
Inviato

https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/05/04/news/la-critica-al-gender-alla-sbarra-2319712/
 

Quattro donne, femministe e cristiane, hanno perso lavoro e reputazione per le loro idee sul sesso biologico. Rischi del ddl Zan

 

 

“La parola ‘orwelliano’ a volte è usata con troppa disinvoltura, ma qui è d’obbligo. Questo caso ricorda la neolingua del ministero della Verità”. Non capita tutti i giorni di sentire queste parole in un’aula di tribunale. Le ha pronunciate a Londra il team legale di Maya Forstater. Lavorava come ricercatrice al Center for Global Development di Londra e aveva l’abitudine di usare i social.
Non sapeva che sarebbe finita al centro di una tempesta mediatica, con una delle scrittrici più famose al mondo (J. K. Rowling) al suo fianco. “Espandere radicalmente la definizione legale di ‘donne’ in modo che possa includere sia maschi sia femmine lo rende un concetto privo di significato”, aveva scritto sui social. Ha subito ricevuto una mail dalla propria società che la informava che non le avrebbero rinnovato il contratto, “con effetto immediato”. Forstater ha citato in giudizio la società per averla discriminata, ma il giudice James Taylor ha dichiarato che la sua “visione assolutista” giustificava il licenziamento. Adesso c’è l’appello. Una controversia legale vista come un banco di prova decisivo se una visione critica del gender è protetta ai sensi della legge, specie nel paese della Magna Carta. “La convinzione che le donne trans siano uomini è tutelata dalla legge”, ha confermato la commissione inglese per l’Uguaglianza e i diritti umani. Un punto a favore di Forstater, che in aula ha detto che “il sesso biologico è reale, importante, immutabile e non deve essere confuso con l’identità di genere”.


Forstater si appella all’Equality Act del 2010, che protegge le convinzioni filosofiche. Un libro di interviste è stato soppresso dalla Oxford University Press, “solo perché stavo per essere inclusa nel libro”, ha detto la filosofa inglese Kathleen Stock, anche lei femminista critica del gender. E quando le è stato chiesto di parlare al Royal Institute of Philosophy, cinquemila persone hanno firmato una petizione dicendo che non avrebbe dovuto essere invitata. Päivi Räsänen, medico e già ministro dell’Interno finlandese, andrà a processo per “crimini d’odio”, ovvero per la sua opposizione al matrimonio gay. Aveva criticato la partecipazione della chiesa luterana  (di cui è membro) ai festival lgbt e aveva citato la Bibbia (“maschio e femmina li creò”) sui social. “Non mi considero colpevole di minacciare, calunniare o insultare alcun gruppo di persone. Più tacete su temi controversi, più si restringerà lo spazio per la libertà di parola”, ha detto Räsänen. Inghilterra, Finlandia e Stati Uniti. “Il movimento dell’identità di genere sta cancellando la libertà di parola e accademica di chiunque non sia in linea”, ha appena sostenuto Donna Hughes,  docente di Studi di genere all’Università del Rhode Island. Ora la sua cattedra è in bilico.  


E’ la paura dietro a queste legislazioni che si prefiggono di combattere la “transfobia”, ma che rischiano di ostracizzare chiunque rivendichi il diritto naturale e una visione femminista classica. E’ in gioco la libertà di parola di chi non canta in coro.

 

Roberto M
Inviato

https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/05/04/news/la-critica-al-gender-alla-sbarra-2319712/
 

Quattro donne, femministe e cristiane, hanno perso lavoro e reputazione per le loro idee sul sesso biologico. Rischi del ddl Zan

 

 

“La parola ‘orwelliano’ a volte è usata con troppa disinvoltura, ma qui è d’obbligo. Questo caso ricorda la neolingua del ministero della Verità”. Non capita tutti i giorni di sentire queste parole in un’aula di tribunale. Le ha pronunciate a Londra il team legale di Maya Forstater. Lavorava come ricercatrice al Center for Global Development di Londra e aveva l’abitudine di usare i social.
Non sapeva che sarebbe finita al centro di una tempesta mediatica, con una delle scrittrici più famose al mondo (J. K. Rowling) al suo fianco. “Espandere radicalmente la definizione legale di ‘donne’ in modo che possa includere sia maschi sia femmine lo rende un concetto privo di significato”, aveva scritto sui social. Ha subito ricevuto una mail dalla propria società che la informava che non le avrebbero rinnovato il contratto, “con effetto immediato”. Forstater ha citato in giudizio la società per averla discriminata, ma il giudice James Taylor ha dichiarato che la sua “visione assolutista” giustificava il licenziamento. Adesso c’è l’appello. Una controversia legale vista come un banco di prova decisivo se una visione critica del gender è protetta ai sensi della legge, specie nel paese della Magna Carta. “La convinzione che le donne trans siano uomini è tutelata dalla legge”, ha confermato la commissione inglese per l’Uguaglianza e i diritti umani. Un punto a favore di Forstater, che in aula ha detto che “il sesso biologico è reale, importante, immutabile e non deve essere confuso con l’identità di genere”.


Forstater si appella all’Equality Act del 2010, che protegge le convinzioni filosofiche. Un libro di interviste è stato soppresso dalla Oxford University Press, “solo perché stavo per essere inclusa nel libro”, ha detto la filosofa inglese Kathleen Stock, anche lei femminista critica del gender. E quando le è stato chiesto di parlare al Royal Institute of Philosophy, cinquemila persone hanno firmato una petizione dicendo che non avrebbe dovuto essere invitata. Päivi Räsänen, medico e già ministro dell’Interno finlandese, andrà a processo per “crimini d’odio”, ovvero per la sua opposizione al matrimonio gay. Aveva criticato la partecipazione della chiesa luterana  (di cui è membro) ai festival lgbt e aveva citato la Bibbia (“maschio e femmina li creò”) sui social. “Non mi considero colpevole di minacciare, calunniare o insultare alcun gruppo di persone. Più tacete su temi controversi, più si restringerà lo spazio per la libertà di parola”, ha detto Räsänen. Inghilterra, Finlandia e Stati Uniti. “Il movimento dell’identità di genere sta cancellando la libertà di parola e accademica di chiunque non sia in linea”, ha appena sostenuto Donna Hughes,  docente di Studi di genere all’Università del Rhode Island. Ora la sua cattedra è in bilico.  


E’ la paura dietro a queste legislazioni che si prefiggono di combattere la “transfobia”, ma che rischiano di ostracizzare chiunque rivendichi il diritto naturale e una visione femminista classica. E’ in gioco la libertà di parola di chi non canta in coro.

 


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