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Dopo 5 anni abbandono lo streaming


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SimoTocca
Inviato
16 minuti fa, London104 ha scritto:

L'eccesso di offerta ne svaluta inevitabilmente il valore.

Sì secondo il ragionamento consumistico e meramente capitalistico. No se si ragiona dal punto di vista artistico e culturale.

Anzi, vale il contrario, perché è dal confronto che nasce la convinzione di poter ascoltare/vedere/leggere il meglio del meglio!

Inviato

Scusate, ma la disquisizione è diventata una gara tra sostenitori e detrattori dello streaming, ma @Turandot che ha aperto il thread voleva solo discutere di una sua scelta personale di tornare all'ascolto lento lontano dall'eccesso di offerta dello streaming e il piacere di avere musica su supporto fisico.

Non era una disputa tra analogico e vinile, e tra CD e file HD.

Non è un giudizio assoluto, ma una sua scelta, come chi ancora apprezza comprare un quotidiano cartaceo rispetto all'online, non che ci si mette a dire: ma che scocciatura portarselo dietro, è vecchio, puzza di vernice, ecc. chi lo compra apprezza il piacere di sfogliarlo rispetto a tutti gli altri vantaggi che ci sono.

Anche il vinile per molti non è solo il suono, ma anche l'oggetto, la ritualità di posizionare la puntina, per qualcuno questi aspetti sono un piacere per altri una scocciatura, ma sono punti di vista diversi

  • Melius 1
Inviato

@Gall Il buon @Turandotha presentato 10 capi d'accusa nei confronti dello streaming audio. Spetta a chi è favorevole, smontare tutte o qualcuna delle "accuse"...☺️

Inviato
Il 15/01/2025 at 14:51, Turandot ha scritto:

1) Faccio fatica ad organizzare gli ascolti e a trovare ciò che voglio ascoltare: sono abituato a muovermi fisicamente all'interno della mia discografia, e so dove ho archiviato determinati dischi, con lo streaming non mi ci raccapezzo. O ordini per data o per genere e sistematicamente quella "cosa" che voglio ascoltare ci metto tre ore a trovarla.

Eccone un esempio. 

Basta usare Roon o software simili che permettono l'uso di tag, per poter poi ritrovare qualunque cosa si è ascoltata.

Inviato

@Gall grazie l’intento era quello, ma chi vuole può pure sentirsi libero di “smontare” le mie accuse, che accuse non sono @bluenote

Inviato

@Turandot Ho usato il termine "accuse" in modo scherzoso. Per me ognuno è libero di ascoltare nel modo in cui preferisce.

SimoTocca
Inviato

@Gall

3 ore fa, Ggr ha scritto:

Probabilmente ho un problema io, ma faccio fatica a capire chi dice che non si debba controbattere alle affermazioni del post iniziale

Ovviamente concordo con questa affermazione… peraltro lapalissiana! 
Se @Turandot riteneva le sue idee conclusive era del tutto inutile aprire una discussione, mentre nel suo post di apertura dice che “vuole anche un nostro parere”.

Davanti al ragionamento sullo streaming che equivale a quello di chi dice: “io preferisco leggere libri cartacei” rispetto ai libri sulle tavolette, adducendo motivi meramente soggettivi, ancorché illogici e antieconomici, non si possono opporre ragioni logiche: in questo @Gall fa bene a scrivere il suo post, dicendo in pratica che “il cuore ha ragioni che la ragione non conosce”, per sintetizzare il tutto con la celebra frase di Blaise Pascal.

E però, ecco, Turandot scrive 10 punti, 10 “tesi” di luterana memoria, per spiegare quello che invece Pascal sintetizza in quattro parole. 
Tutti e dieci i punti esprimono semplicemente una preferenza soggettiva, che a volte sconfina nell’illogico o anche nell’irrazionale, ma accettabile in quanto preferenza. 
 A me non occorrono dieci punti per dire che invece ritengo lo streaming una vera a propria “benedizione”, una “manna dal cielo”, a me basta dire che, almeno per la classica e il jazz, io trovo una discografia sterminata nella qualità audio più elevata possibile nell’A.D. 2025 al prezzo che è una frazione quasi infinitesima di quanto spenderei per ascoltare le stesse cose se non ci fosse lo streaming. 
Un solo punto, una sola frase, che dalla sua ha mille ragioni logiche ed economiche. Ma sono mille “ragioni” che il cuore (di Turandot e altri) non intende…. 😉😍

 

 

  • Melius 2
Inviato
13 ore fa, powerpeppe ha scritto:

Ma voi quante ore ascoltate di media a settimana? Curiosità..


almeno trentacinque. E tutto via internet: cerco di ascoltare ogni giorno battiti, la trasmissione di radio 3 dedicata alle nuove musiche che va in onda in piena notte. Dato che di notte dormo, recupero col podcast. Poi almeno tre dischi (completi, dalla prima all’ultima traccia) in streaming. Poi le web radio in diretta (nove volte su dieci sempre radio 3, autentico gioiello nazionale, che però non trasmette solo musica: vado matto per la serale radio 3 suite e per tutti i suoi conduttori). E poi, ma questo fa conto a parte, la musica di sottofondo (o la radio) che ascolto con mezzo orecchio (facendo altro). 

powerpeppe
Inviato
4 minuti fa, campaz ha scritto:


almeno trentacinque. E tutto via internet: cerco di ascoltare ogni giorno battiti, la trasmissione di radio 3 dedicata alle nuove musiche che va in onda in piena notte. Dato che di notte dormo, recupero col podcast. Poi almeno tre dischi (completi, dalla prima all’ultima traccia) in streaming. Poi le web radio in diretta (nove volte su dieci sempre radio 3, autentico gioiello nazionale, che però non trasmette solo musica: vado matto per la serale radio 3 suite e per tutti i suoi conduttori). E poi, ma questo fa conto a parte, la musica di sottofondo (o la radio) che ascolto con mezzo orecchio (facendo altro). 

Se ascoltavi vinile dovevi cambiare una testina ogni 6 mesi 😅😅😅

Ti conviene lo streaming 😎

  • Haha 1
Inviato
5 ore fa, London104 ha scritto:

L'eccesso di offerta ne svaluta inevitabilmente il valore. È una legge universale.


quando ero bimbo e ragazzo, essendo nato in una famiglia molto modesta, potevo comunque leggere tantissimo (gratis) ricorrendo alla biblioteca comunale. Proprio quelle letture mi hanno formato come persona (non sta a me giudicare se valida o meno). Capisco il tuo punto di vista, quando avevo solo il registratore consumavo lo stesso nastro riproducendolo in continuazione e così ne interiorizzavo completamente i contenuti, ma tutto andrebbe contestualizzato. Esistono casistiche e opportunità, un qualcosa non è necessariamente prezioso perché raro, ma per il valore intrinseco che lo contraddistingue. Altrimenti si potrebbe cadere in un altro eccesso, lo snobismo. m2c

 

Inviato

@SimoTocca @campaz

In primo luogo, vorrei chiarire che le osservazioni che ho condiviso sono frutto esclusivamente del mio punto di vista personale. Chiunque si ritrovi in ciò che ho espresso potrà comprenderne il senso e, a quanto pare, non sono l’unico a pensarla in questo modo.

Come ho già accennato in precedenza, rispetto a voi non ho una formazione musicale scolastica, e credo che questa differenza sia un fattore determinante che influisce in modo significativo sulle mie scelte e sul mio approccio alla musica. Proprio per questo motivo mi ritrovo a dover selezionare con grande attenzione ciò che decido di ascoltare. Questo processo di scelta è per me essenziale, perché mi consente di prepararmi adeguatamente e di avvicinarmi all’ascolto vero e proprio in maniera più consapevole. E l’ascolto, a mio avviso, rappresenta un punto cardine per la mia crescita personale, non solo come appassionato di musica ma anche come individuo in continua evoluzione.

Inoltre, credo che ognuno di noi abbia le proprie peculiarità, abitudini e modi di affrontare le esperienze. Per riprendere il paragone fatto da @campaz con i libri, posso portare un esempio personale. Qualche anno fa, mia moglie mi regalò un Kindle, e per un lungo periodo l’ho utilizzato con entusiasmo. Leggevo moltissimo, ovunque mi trovassi, approfittando della praticità del dispositivo. Tuttavia, col tempo mi sono reso conto che, pur leggendo tanto, la mia comprensione e il mio coinvolgimento non erano paragonabili a quando leggevo un libro cartaceo. Era come se leggessi per il semplice bisogno di accumulare pagine, senza riuscire davvero a interiorizzare o ricordare a lungo ciò che avevo letto. Alcuni titoli, purtroppo, oggi non li ricordo affatto.

Adesso, quando decido di dedicarmi alla lettura, scelgo sempre la carta. Mi piace sottolineare, fare orecchie alle pagine, piegarle, annotare riflessioni ai margini. È un approccio fisico, concreto, che mi permette di stabilire una connessione più profonda con ciò che leggo. E, quando capita di riprendere in mano un libro già letto, è tutta un’altra esperienza: le sottolineature, i segni e le pieghe sulle pagine mi riportano immediatamente al mio percorso di lettura, alle emozioni e alle riflessioni vissute in quel momento.

Penso che anche con la musica il discorso non sia molto diverso: ognuno ha i propri tempi, le proprie modalità e i propri strumenti per immergersi e comprendere. Ed è proprio questa diversità di approccio che arricchisce il confronto tra noi.

 

  • Melius 2
Inviato

@Turandot Io ti capisco e avevo gli stessi dubbi quando qualche anno fa mi sono abbonato a Qobuz. Capisco che è abbastanza destabilizzante trovarsi di fronte al tutto o quasi. Più che altro bisogna darsi delle regole. Ad esempio io mi sono obbligato a non fare zapping quindi a meno che un disco faccia proprio cagare lo ascolto sempre dall'inizio alla fine. Mi dirai che il problema, che è anche il punto di forza dello streaming, è che spesso non ti trovi ad ascoltare la tua lista di preferiti (la tua discografia per capirci) ma a scoprire nuova musica. Io comunque non ho smesso di comprare dischi. Ne compro pochi ma ancora li compro, soprattutto piccole etichette (Velut, Abeat, Fone) quando ci sono cose che meritano.

Saluti

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@Turandot io “capisco” il tuo approccio e non mi sembra per nulla “sbagliato”. Ognuno di noi, per sensibilità o per praticità, si relaziona alla fruizione musicale secondo i suoi tempi e i suoi modi. E infatti da questo (per fortuna) pacato confronto sono emerse modalità diverse, nessuna migliore o peggiore, ognuna valida. Ti dirò di più: sui libri ho condiviso la tua stessa esperienza, dopo un entusiasmo iniziale sono tornato alla carta. Unica vera eccezione, il Conte di Montecristo: una mole tale che non avevo il coraggio di iniziarlo (i Miserabili l’ho letto in un’edizione divisa in quattro volumi) e quindi sono andato di e-reader. È come quando si sceglie lo stereo, ognuno decide come o cosa inserire nel proprio impianto secondo le sue aspettative. Quando qualcuno ci racconta una esperienza diversa dalla nostra abbiamo solo da imparare e riflettere!

  • Melius 2
Inviato
17 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Sì secondo il ragionamento consumistico e meramente capitalistico. No se si ragiona dal punto di vista artistico e culturale.

Anzi, vale il contrario, perché è dal confronto che nasce la convinzione di poter ascoltare/vedere/leggere il meglio del meglio!

È come un buffet enorme con robaccia e piatti sopraffini tutto insieme.

Ci vorrebbe l'aiuto di uno scieffo musicale a meno che uno non sia già scieffo di suo

  • Haha 1
one4seven
Inviato

@Dufay dato che la musica in streaming è usata praticamente da chiunque, io prenderei spunto appunto dai normali fruitori: lo usano normalmente ascoltando quello che piace loro, senza tante pippe.

Legittime eh... Le pippe sullo streaming. 

Ma ce le facciamo solo qua, tra 4 gatti....

  • Melius 1
Inviato
41 minuti fa, one4seven ha scritto:

dato che la musica in streaming è usata praticamente da chiunque, io prenderei spunto appunto dai normali fruitori: lo usano normalmente ascoltando quello che piace loro, senza tante pippe.

Legittime eh... Le pippe sullo streaming. 

Ma ce le facciamo solo qua, tra 4 gatti....

ma non saprei, non vorrei fare il complottista da 4 soldi, ma sinceramente io penso che i "normali fruitori" siano nelle mani di ciò che il mercato gli vuole propinare, non di certo alla ricerca di ciò che piace

Inviato
14 ore fa, campaz ha scritto:

cerco di ascoltare ogni giorno battiti

Fantastica ! Per impegni non sempre riesco ma cerco di starle dietro anche io 

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