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Melius Club

Dopo 5 anni abbandono lo streaming


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Inviato
1 ora fa, Capa ha scritto:

Il prezzo è (ancora) un'inezia in un hobby come questo, perciò poco influente ai fini della discussione. 

Magari se leggi anche il resto ...
(mi scuso per l'autocitazione).

Inviato
15 ore fa, Capa ha scritto:

In particolare i compensi agli artisti, semplicemente osceni.

Forse dovremmo iniziare a renderci conto che il "sistema" legato alla musica è cambiato, probabilmente da quando la musica è diventata digitale, rivoluzione che ha comportato la sua replicabilità e diffusione all'infinito.

Replicabilità che in verità c'era anche prima, quando registravamo le cassette e che non vedrei come un fatto negativo, perché ha contribuito alla diffusione e alla conoscenza della musica, facendola diventare fenomeno di massa.  

Non so se i compensi agli artisti sono ridicoli, ma penso che occorra spingere l'analisi al sistema musica nella sua interezza, quindi dischi, streaming, concerti, gadget ecc. e sono abbastanza convinto che girino molti più soldi di prima, con il particolare che l'affermazione di piccoli gruppi, l'autoproduzione, l'autoaffermazione, con la smaterializzazione del supporto fisico, è diventata molto più facile e democratica.  

Inviato

Mi ritrovo con quanto scrive @wow: da una parte dobbiamo ammettere che i cantanti non sono più gli “eroi” dei nostri tempi e quindi guadagnano meno, in larga parte giustamente (chi si ricorda del protagonista di About a Boy che poteva permettersi di non lavorare perché erede dell’autore di una singola canzone). Però è anche vero che adesso abbiamo accesso a una valanga di musica in più: grazie a Rumore di questo mese che é uscito con  una guida alla musica africana, ho già ascoltato tre volte il disco di una producer tunisina. Magari, anzi sicuramente, in tasca le arriverà pochissimo (che poi nemmeno ai tempi dei cd gli artisti meno affermati guadagnavano chissà quali cifre) però intanto qualcosa le arriva (e dubito di essere stato l’unico ad acquistare quella rivista e ad avere l’abbonamento a un servizio di streaming). Con tutta probabilità, pur incuriosito dalla recensione, il disco non l’avrei comprato.

Inviato

Se non fai grandi numeri, arriva molto poco... il sistema di ridistribuzione dei proventi delle piattaforme di streaming (almeno di quelle più comuni) è piuttosto ingiusto. Mi spiego: mettiamo che io paghi 10 euro al mese, e ascolto la producer tunisina di cui sopra. Troverei giusto che, dei miei 10 euro, a lei andasse una parte in proporzione agli ascolti che ho fatto io... perché io li ho spesi per ascoltare (anche) lei.

Invece, la pagano in proporzione agli ascolti che ha fatto il mondo.... quindi le arriverà forse un milionesimo dei miei 10 euro, mentre una parte ben più consistente andrà ad esempio a Taylor Swift, che io magari non ho nemmeno ascoltato.

Inviato

 @rebus si, ma prima, quando la nostra sconosciuta artista tunisina doveva magari incidere un vinile per farsi ascoltare da qualcuno?

Inviato
7 minuti fa, wow ha scritto:

 @rebus si, ma prima, quando la nostra sconosciuta artista tunisina doveva magari incidere un vinile per farsi ascoltare da qualcuno?

Magari vendeva pochi vinili, ma almeno il ricavato andava in gran parte a lei. 

Ho alcuni amici musicisti presenti su Spotify e altri servizi di streaming, ma mi dicono che guadagnano di più vendendo i pur pochi CD che riescono a vendere ai concerti.

Discorso diverso se sfondi e riesci ad avere milioni di ascolti.

  • Melius 2
Inviato

Tra le argomentazioni contro lo streaming, quella che, pur rispettandola, non riesco a capire si rifà al mancato possesso di qualcosa di fisico.

Come in molti hanno fatto notare, nella dematerializzazione inarrestabile della nostra vita, usciamo dai cinema, da concerti, teatri, musei, mostre, biblioteche, senza nulla "in mano" e non facciamo una piega.

Immaginate la nostra casa piena di pellicole dei nostri film preferiti (il cinema è analogico) ma se siamo stati abbastanza avanti, potremmo averla riempita di videocassette, in seguito riconvertite in DVD, che si vanno ad aggiungere a centinaia di libri cartacei, enciclopeedie, quotidiani, riviste, ai nostri inseparabili lp e cd di quando eravamo ragazzi e quelli che abbiamo comprato in seguito.

Sono un discreto lettore, eppure non avete idea dei problemi che abbiamo avuto per conservare (nella nostra casa al mare) la biblioteca lasciata da mio suocero, alla quale un domani si aggiungerà quella dei miei genitori. Io stesso dopo aver riempito ogni libreria ho saggiamente deciso, apprezzandone enormemente la comodità, di passare agli ebook. Non conservo neanche i libri in formato elettronico sull'e-reader, una volta letti. Alla bisogna li riscarico dalla piattaforma. 

Ancora meno comprendo il rammarico di non lasciare nulla di tangibile ai nostri posteri.

È il rammarico (un po' supponente) di non poter perpetuare, tra chi viene dopo di noi, le nostre malsane :) passioni: ma davvero pensiamo che ai nostri figli o ai nostri nipoti (a parte eccezioni e mode passeggere) possa interessare di ascoltare musica dai cd o dai vinili?

Con l'incedere dell'età sto iniziando a pormi dei problemi per la quantità di carabattole (modellini, dischi, cd, auto d'epoca, francobolli, fotocamere, obiettivi, hifi con contorno di accessori, cavi, valvole, appunto cd e lp) che lascerò ai miei figli. Sono consapevolissimo che dovranno, in buona parte, disfarsene per ragioni oggettive. Spero solo lo facciano senza svenderle o peggio ancora abbandonarle in polverose soffitte o ripostigli. 

Inviato
19 minuti fa, rebus ha scritto:

Magari vendeva pochi vinili, ma almeno il ricavato andava in gran parte a lei. 

Ho alcuni amici musicisti presenti su Spotify e altri servizi di streaming, ma mi dicono che guadagnano di più vendendo i pur pochi CD che riescono a vendere ai concerti.

Ma chi impedisce loro di vendere anche i cd ai concerti? 

Non convieni che la possibilità di poter fruire di piattaforme tipo Bandcamp sia una possibilità in più spesso risolutiva?

E cmq se la musica non si fosse ad un certo punto dematerializzata, chi conoscerebbe musicisti di nicchia, magari operanti in zone lontane o estranee ai circuiti? 

federusco
Inviato
Il 23/01/2025 at 08:32, Dufay ha scritto:

Parlando di musica pop che in genere non ascolto senza lo streaming difficilmente avrei saputo dell'uscita di questo disco qua di Whitney Houston. 

Un live del 1994 in Sudafrica  con la Houston nel Massimo fulgore in una registrazione eccellente con grande effetto  live cosa che l'altro unico disco dal vivo di prima non aveva affatto.

Perché l'abbiamo fatto uscire trent'anni dopo è un mistero irrisolvibile.

Screenshot_2025-01-22-17-50-12-533_com.aspiro.tidal.jpg

Spettacolo!!!!! Band e Coro da paura, Lei invece da brividi....semplicemente immensa!!  Purtroppo al momento ho potuto ascoltarlo solo in cuffia, ma appena finito l'orario del silenzio, lo sparo a palla sull'impianto, sono certo che le JBL ringrazieranno....I vicini forse un po' meno. Grazie Dufay per la "dritta".

Inviato
31 minuti fa, federusco ha scritto:

Spettacolo!!!!! Band e Coro da paura, Lei invece da brividi....semplicemente immensa!!  Purtroppo al momento ho potuto ascoltarlo solo in cuffia, ma appena finito l'orario del silenzio, lo sparo a palla sull'impianto, sono certo che le JBL ringrazieranno....I vicini forse un po' meno. Grazie Dufay peor la "dritta".

Pazzesco eh? È il bello dello streaming...

 

  • Thanks 1
magicaroma
Inviato
18 ore fa, Capa ha scritto:

In particolare i compensi agli artisti, semplicemente osceni.

Io che a 63 anni ancora mi alzo alle 6 di mattina (speriamo ancora per molto) dovrei preoccuparmi che gli artisti non possono più viaggiare con l'eareo privato come facevano i led zep cinquant'anni fa?

È una mezza battuta ma nemmeno troppo 

Inviato
59 minuti fa, wow ha scritto:

Ma chi impedisce loro di vendere anche i cd ai concerti? 

Non convieni che la possibilità di poter fruire di piattaforme tipo Bandcamp sia una possibilità in più spesso risolutiva?

E cmq se la musica non si fosse ad un certo punto dematerializzata, chi conoscerebbe musicisti di nicchia, magari operanti in zone lontane o estranee ai circuiti? 

Senza dubbio dal punto di vista dell'ascoltatore adesso è una pacchia, abbiamo a disposizione tutto e a un costo irrisorio.

Ma dal punto di vista del piccolo musicista non saprei proprio: in teoria, sei più visibile; in realtà, vista la quantità di offerta che c'è (moltiplicata esponenzialmente rispetto a qualche anno fa), è molto facile perdersi fra i milioni di altri artisti.

Inoltre, come detto, il metodo di ripartizione dei proventi è molto criticato dagli stessi musicisti.

Questa evoluzione ha portato alcuni benefici ma anche tante criticità, non la demonizzo (anche perché ne godo io stesso tutti i vantaggi) ma ho comunque qualche dubbio che alla fine, così com'è organizzata oggi, faccia così bene alla musica.

  • Melius 1
piergiorgio
Inviato
6 minuti fa, magicaroma ha scritto:

Io che a 63 anni ancora mi alzo alle 6 di mattina (speriamo ancora per molto) dovrei preoccuparmi che gli artisti non possono più viaggiare con l'eareo privato come facevano i led zep cinquant'anni fa?

È una mezza battuta ma nemmeno troppo 

Oggi gli 'artisti' italiani viaggiano in Ferrari e Lamborghini, tanto devono spostarsi di un centinaio di km al massimo perché al di fuori dell' italia non li conosce nessuno.

Ah, chiamarli artisti è un insulto all' arte qualsiasi essa sia

  • Melius 2
Inviato
7 minuti fa, rebus ha scritto:

Senza dubbio dal punto di vista dell'ascoltatore adesso è una pacchia, abbiamo a disposizione tutto e a un costo irrisorio.

Ma dal punto di vista del piccolo musicista non saprei proprio: in teoria, sei più visibile; in realtà, vista la quantità di offerta che c'è (moltiplicata esponenzialmente rispetto a qualche anno fa), è molto facile perdersi fra i milioni di altri artisti.

Inoltre, come detto, il metodo di ripartizione dei proventi è molto criticato dagli stessi musicisti.

Questa evoluzione ha portato alcuni benefici ma anche tante criticità, non la demonizzo (anche perché ne godo io stesso tutti i vantaggi) ma ho comunque qualche dubbio che alla fine, così com'è organizzata oggi, faccia così bene alla musica.

Beh il piccolo musicista ora ha più possibilità di farsi conoscere.

 

Inviato

Altro aspetto che non riesco a comprendere è l'assolutismo che sembra trasparire tra le argomentazioni "contrarie" come se un supporto o modalità dovesse escluderne un altra. Io sono un entusiasta utilizzatore di qobuz e di roon, ma, per esempio, negli ultimi giorni ho ascoltato prevalentemente vinile, grazie anche ad alcuni upgrade apportati ai miei giradischi (e anche Rai classica con la scusa di voler fare sgranchire i sintonizzatori) ripromettendomi di acquistare qualche nuovo lp se ne vale la pena.

Posto che, a livello audiophile, l'ascolto è ampiamente soddisfacente con qualsiasi supporto, quantomeno ho il meglio che posso permettermi e che quindi ho superato la fase dell'ascolto dell'impianto invece della musica, sono convinto che difficilmente riuscirei a rinunciare alla possibilità di viaggiare tra epoche, generi, versioni, informazioni che Qobuz abbinato a Roon con le immense capacità di aggregazione, di navigazione e di gestione del database, offrono. 

Qualche mese fa, per esempio, ho fatto un interessante percorso musicale sul trip hop, durato qualche settimana. Mi piacciono Debussy, Ravel ed altri: ho tutta la loro produzione, pure le cose più sconosciute, memorizzate tra i preferiti.

Con la classica sto imparando anche a fare confronti tra le varie direzioni ed orchestre. Mai avrei comprato un disco di opera lirica, ma grazie allo streaming, ogni tanto ne scappa qualcuna :) Mi piacciono i lied, me li sono andati a cercare tutti o quasi. Mi piace uno standard di jazz, vado a cercare le varie esecuzioni. 

Sicuramente, tutto ciò non avrei potuto farlo con i metodi tradizionali.  

I miei orizzonti musicali, grazie a questa modalità di fruizione, sono uscite dalla confort zone costituita da quel centinaio di album che ascoltavo più spesso tra le varie centinaia, forse un migliaio, costituenti la mia discoteca.  

Capisco invece le perplessità e lo sgomento provati difronte alla immensa e dispersiva offerta di questi servizi di streaming.

Qui però mi sono imposto una ferrea disciplina: a meno che non sia qualcosa di inascoltabile, non ho l'abitudine di fare zapping. Tutto ciò che inizio ad ascoltare, lo finisco, magari in più riprese, fino all'ultima traccia. Se non devo ascoltare qualcosa di specifico, mi sono imposto di ascoltare i miei "preferiti" (tra i quali c'è musica shazammata alla radio, di cui ho solo letto una recensione e tutti i miei cd liquidizzati) partendo (Roon lo consente) dagli album meno o per nulla ascoltati. 

Poi quando voglio farmi coccolare metto in atto la liturgia vinilica... :)

 

 

 

 

  • Melius 2
Inviato
5 minuti fa, Dufay ha scritto:

Beh il piccolo musicista ora ha più possibilità di farsi conoscere.

Mah…

solo se riesce a spuntare un contratto con un’etichetta decente che provvederà (non è assolutamente garantito) ad effettuare una adeguata campagna promozionale.

Altrimenti sarà affogato nelle millemila produzioni ed autoproduzioni attuali con poche/pochissime possibilità di farsi notare, come diceva giustamente @rebus

  • Melius 1
magicaroma
Inviato

@Ornito_1 purtroppo è stato sempre così: Jaco Pastorius ( mica l' amico mio che suona la tastiera ai compleanni eh) per vivere dava lezioni di chitarra e Thelonious Monk aveva il pianoforte in cucina perché non poteva permettersi una casa più grande @piergiorgio vabbè, ma allora l' aereo privato nemmeno gli serve, che si lamentano!

Inviato
14 minuti fa, Ornito_1 ha scritto:

Altrimenti sarà affogato nelle millemila produzioni ed autoproduzioni attuali con poche/pochissime possibilità di farsi notare, come diceva giustamente

Beh, dal mondo delle professioni e dei mestieri a quello dello sport, dello spettacolo e dell'arte, è così. Sono dinamiche un po' darwiniste. Il mondo del calcio è popolato da decine di migliaia di onesti pedatori (cit.) e da poche decine di campioni e fuoriclasse. Una volta il campioncino restava più probabilmente confinato nell'oratorio, adesso, con i nuovi media, ha indubbiamente più visibilità. 

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