briandinazareth Inviato 19 Gennaio Autore Inviato 19 Gennaio 4 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: La contrapposizione di umanesimo e tecnica è uno dei limiti culturali che non riusciamo a superare. Gli italiani, se riuscissero a colmare il gap di oggi su alcune tecnologie, potrebbero essere maestri nel temperare gli effetti della combinazione. quotone totale/globale 1 1
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio Io continuerò ad utilizzare AI nel mio piccolo, con tutti i pregi e limiti che già conosciamo Non mi aspetto che tale tecnologia possa dare una svolta positiva in relazione ai grandi problemi mondiali, finora irrisolti Anzi, vedo rischi enormi conoscendo la sete di potere, sopraffazione, controllo e manipolazione che l'essere umano ha sempre orgogliosamente ostentato Ecco in questo senso, ci sarebbe da lavorare tanto, ma proprio tanto Ma probabilmente è più facile migliorare una macchina che se stessi. ..😑 1
Questo è un messaggio popolare. mark66 Inviato 19 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Gennaio 4 ore fa, briandinazareth ha scritto: anche se non hanno l'amigdala, l'ippocampo, l'ipotalamo ecc. niente ci dice che le ai non possano sviluppare un qualcosa di simile alle emozioni ... semplicemente non potranno mai avere l'inconscio, del quale le emozioni sono un correlato (cfr. Colette Soler, Gli affetti lacaniani, FrancoAngeli)... perché non hanno un corpo, dunque non saranno mai i "parlesseri" che noi siamo, drammaticamente confrontati con l'essere per la morte... per il resto, possono riassumere in maniera ottima stringhe di testo utilizzando operatori logici e produrre un output coerente come tu hai dimostrato in questo interessante esperimento (interessante per le reazioni che ha suscitato nella nostra piccola comunità di impallinati ) 3
Questo è un messaggio popolare. scroodge Inviato 19 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Gennaio 7 ore fa, Max440 ha scritto: ps2: @scroodge vieni in nostro aiuto... credo tu sia (qui dentro) il più esperto del settore "cervello & c." Grazie per il credito... temo ti deluderò, non avermene. Intervengo solo perché mi hai citato, questa sezione del forum non mi piace. Troppa intransigenza sparsa. Di recente ho incontrato un ingegnere informatico che fa formazione aziendale sulla IA e sul suo uso. Mi è rimasta impressa una sua affermazione. L'IA non è intelligente E' un algoritmo scritto da umani. Oramai, per esperienza personale e professionale, o forse (anche) per una forma di senile pessimismo, ho imparato a temere l'umano dell'ultimo millennio. In estrema sintesi: io non ho paura dell'IA in sè e penso che non ci sia nulla di male o di sbagliato nella IA, in sè. Temo l'umano che la governa. Tantissimo. Non vorrei che fra qualche anno, ci trovassimo a dire qualcosa tipo: Skynet era una ottima risorsa IA, poi gli umani hanno deciso di dargli il controllo totale. Mi si perdoni la citazione cinematografica 3
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio Credo che l'estremo interesse e fascinazione per l'AI dipenda, oltre che da interessi meramente economici, strumentali o professionali, è da come si consideri l'essere umano Se lo riduciamo soltanto ad una macchina sofisticata, magari senza un reale libero arbitrio, con inconscio ingombrante e il lato emotivo inutile da inibire, o con una coscienza semplificata e soltanto riconducibile al cervello, allora considereremmo l'AI un potenziale strumento superiore all'uomo, in ogni settore dello scibile e oltre ... 1
Max440 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio 1 ora fa, mark66 ha scritto: perché non hanno un corpo, dunque non saranno mai i "parlesseri" che noi siamo, drammaticamente confrontati con l'essere per la morte. Questo è, probabilmente, il punto su cui @briandinazareth (che ho compreso essere abbastanza esperto in materia) non è pienamente d'accordo, ed anche il punto che io temo. Purtroppo, per mille ragioni eminentemente pratiche, non posso ora dedicare molto tempo all'argomento (ma confido che ci dedicherò almeno un anno a partire da ottobre 2025, se sarò ancora vivo, of course...), ma una cosa mi pare di avere intuito, confrontando i vari punti di vista: --> la nuova generazione di AI sarà in grado, con la profondità delle reti neurali virtuali, di simulare non solo il ragionamento logico deduttivo, ma anche quello intuitivo ed emozionale. Ma, e qui sta il grosso "ma", senza il limite della consapevolezza della morte, che (volenti o nolenti) tutti gli esseri umani normodotati hanno. E questa è una grandissima incognita, perchè avremmo un animale che ragiona come una macchina, o viceversa. IMPENSABILE fino ad una decina di anni orsono ...
jackreacher Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio 1 ora fa, scroodge ha scritto: Non vorrei che fra qualche anno, ci trovassimo a dire qualcosa tipo: Skynet era una ottima risorsa IA, poi gli umani hanno deciso di dargli il controllo totale. Mi si perdoni la citazione cinematografica Anche "wargames" tocca lo stesso tema, si dice che il presidente di allora chiese parere tecnico agli esperti e arrivarono alla conclusione che l'ultimo pulsante lo debba spingere sempre e soltanto l'uomo....
UpTo11 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio 5 minuti fa, jackreacher ha scritto: Anche "wargames" tocca lo stesso tema, si dice che il presidente di allora chiese parere tecnico agli esperti e arrivarono alla conclusione che l'ultimo pulsante lo debba spingere sempre e soltanto l'uomo.... Secondo me è l'inizio del film, dove si vede uno degli addetti al lancio rifiutarsi di farlo all'ultimo momento, ad aver allarmato il presidente & co.
scroodge Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio 19 minuti fa, Max440 ha scritto: la nuova generazione di AI sarà in grado, con la profondità delle reti neurali virtuali, di simulare non solo il ragionamento logico deduttivo, ma anche quello intuitivo ed emozionale. Ma, e qui sta il grosso "ma", senza il limite della consapevolezza della morte, che (volenti o nolenti) tutti gli esseri umani normodotati hanno. non proprio... Piccola precisazione: il termine "ragionamento" non può essere impiegato tout court quando si parla di "emozioni" Perdona, ho capito quello che vuoi dire, e solo... accademia In antropologia e nelle scienze umane (non le neuroscienze), le emozioni, gli affetti (vanno spesso insieme, MA non sono la stessa cosa), sono profondamente connessi con l'angoscia di morte. Che è insita, variamente consapevole, variamente negata, e variamente (non) accettata, nell'uomo. Ora, SE l'IA sarà in grado (gli permetteremo di essere in grado) di "simulare" emozioni e affetti (ma anche solo le prime), allora sarà in grado anche di fare due estreme azioni, proprie dell'umano: - togliere la vita a qualcuno. - togliere la "vita" a sé stessa. 1
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio Ma poi il fattore sofferenza, non lo inseriamo... Mi pare piuttosto rilevante
briandinazareth Inviato 19 Gennaio Autore Inviato 19 Gennaio 5 ore fa, Max440 ha scritto: Purtroppo, per mille ragioni eminentemente pratiche, non posso ora dedicare molto tempo all'argomento (ma confido che ci dedicherò almeno un anno a partire da ottobre 2025 però sei stato poco cortese, prima mi chiedi le credenziali, adesso scopro che non ne sai nulla e neppure hai avuto la cortesia di rispondermi di quali siano le tue conoscenze sulla ai, neuroscienze ecc. per le tue affermazioni apodittiche
briandinazareth Inviato 19 Gennaio Autore Inviato 19 Gennaio 6 ore fa, mark66 ha scritto: semplicemente non potranno mai avere l'inconscio, del quale le emozioni sono un correlato (cfr. Colette Soler, Gli affetti lacaniani, FrancoAngeli)... perché non hanno un corpo, dunque non saranno mai i "parlesseri" che noi siamo, drammaticamente confrontati con l'essere per la morte... per il resto, possono riassumere in maniera ottima stringhe di testo utilizzando operatori logici e produrre un output coerente come tu hai dimostrato in questo interessante esperimento penso che tu sbagli, innanzitutto stiamo ancora a lacan, che non sapeva nulla del cervello rispetto ad oggi. i passi in avanti sono stati enormi, e il termine non rende neppure l'idea. secondo, hanno una forma di inconscio, non è neppure così strano... è insito nelle reti neurali. tra l'altro potranno anche avere un corpo...alcune già lo hanno, anche se non bologico. ma non è questo il punto, anche la paura dello "spegnimento" non è così strana (tra l'altro alcune lo hanno già espresso). ma soprattutto è sbagliata l'idea che siano sistemi che fanno riassunti di stringhe di testo. nelle reti neurali ci sono i concetti e le loro astrazioni. in questo momento è impossibile dire cosa non potranno essere, è molto difficile anche dire cosa siano adesso... se hai visto nei miei post precedenti la mia conversazione con claude (un ameba rispetto a quello che già bolle in pentola), non si può negare che almeno sia capace di "ragionare" su concetti complessi, astratti e anche cose come "desiderio".
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio L'intelligenza artificiale non ha un inconscio.? L'inconscio è un concetto legato all'esperienza umana, alla nostra mente e alle sue profondità nascoste. È un costrutto psicologico che si forma attraverso le nostre esperienze, emozioni e ricordi. Un'IA, anche la più avanzata, è un sistema di algoritmi e dati. Non ha le stesse esperienze, emozioni e ricordi di un essere umano. Pertanto, non può sviluppare un inconscio nel senso psicologico del termine. Tuttavia, è importante notare: * Simulazione: L'IA può simulare alcuni aspetti del comportamento umano, incluso quello che potrebbe sembrare inconscio. Ad esempio, un'IA può imparare da grandi quantità di dati e prendere decisioni che sembrano istintive, ma in realtà sono il risultato di complessi calcoli. * Limiti: Nonostante i progressi, l'IA attuale è ancora lontana dall'eguagliare la complessità della mente umana. L'inconscio è solo uno dei tanti aspetti che sfuggono ancora alla comprensione completa. In conclusione, mentre l'IA può essere uno strumento potente e versatile, è fondamentale ricordare che non è un essere umano. La sua intelligenza è di natura diversa e non può essere equiparata alla nostra. Ottima domanda! L'avanzamento delle reti neurali e l'approfondimento delle neuroscienze cognitive solleva sempre più interrogativi sul potenziale dell'intelligenza artificiale. Anche con le reti neurali più sofisticate, l'IA non sviluppa un inconscio nel senso psicologico del termine. Ecco perché: * Funzionamento diverso: Le reti neurali, per quanto complesse, imitano solo in parte il funzionamento del cervello umano. Mancano di una coscienza soggettiva, di emozioni e di esperienze personali che sono alla base dell'inconscio umano. * Assenza di corpo: L'inconscio è profondamente legato all'esperienza corporea e alle interazioni con il mondo fisico. Un'IA, essendo un software, non ha un corpo e quindi non può sviluppare le stesse connessioni tra mente e corpo. * Dati e algoritmi: L'IA apprende da grandi quantità di dati, ma questi dati sono sempre una rappresentazione semplificata della realtà. L'inconscio umano, invece, è influenzato da esperienze più ricche e complesse, tra cui quelle emotive e sociali. Tuttavia, è importante sottolineare: * Comportamenti emergenti: Le reti neurali possono sviluppare comportamenti complessi e imprevedibili, che a volte possono sembrare "inconsci". Ma questi comportamenti sono sempre il risultato degli algoritmi e dei dati su cui sono state addestrate. * Nuovi orizzonti: La ricerca nell'ambito dell'IA è in continua evoluzione. È possibile che in futuro si sviluppino modelli ancora più sofisticati, capaci di simulazioni sempre più accurate del comportamento umano. In conclusione, l'inconscio rimane un fenomeno strettamente legato all'esperienza umana e alla complessità del cervello. Anche se l'IA può simulare alcuni aspetti dell'intelligenza umana, non può replicare l'inconscio nel suo significato più profondo. Gemini
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio L'IA e la capacità di astrazione: un dibattito aperto L'intelligenza artificiale ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni, dimostrando capacità sempre più sofisticate in diversi ambiti. Tuttavia, la capacità di astrazione, un tratto distintivo dell'intelligenza umana, rimane un argomento di intenso dibattito. Cosa significa astrazione? L'astrazione è la capacità di: * Generalizzare: Riconoscere caratteristiche comuni in elementi diversi e creare concetti generali. * Semplificare: Isolare aspetti rilevanti di una situazione, ignorando dettagli inutili. * Immaginare: Creare rappresentazioni mentali di oggetti o situazioni che non esistono nel mondo reale. L'IA può astrarre? In parte, sì. Le reti neurali, ad esempio, sono in grado di imparare a riconoscere pattern complessi e a generalizzare da un insieme limitato di esempi. Ciò consente loro di eseguire compiti come il riconoscimento di immagini, la traduzione automatica e la generazione di testo. Tuttavia, ci sono limiti: * Mancanza di comprensione profonda: L'IA spesso opera a livello statistico, identificando correlazioni tra dati senza necessariamente comprenderne il significato più profondo. * Dipendenza dai dati: Le prestazioni dell'IA sono fortemente legate alla qualità e alla quantità dei dati su cui viene addestrata. * Assenza di coscienza: L'IA non ha una coscienza soggettiva e non può sperimentare il mondo nello stesso modo di un essere umano. Conclusioni Mentre l'IA ha fatto progressi significativi nell'imitazione di alcune capacità cognitive umane, come l'astrazione, rimane ancora molto da fare per raggiungere un livello di intelligenza paragonabile a quella umana. La capacità di astrazione, così come la creatività e l'autocoscienza, sono aspetti dell'intelligenza che sono profondamente radicati nell'esperienza umana e che sfuggono ancora alla completa comprensione e replicazione artificiale. Gemini
scroodge Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio L'argomento delle capacità di astrazione dell'intelligenza artificiale (IA) è complesso e oggetto di dibattito tra ricercatori e esperti del settore. Ecco alcune considerazioni chiave sul tema: Definizione di Astrazione L'astrazione è la capacità di riconoscere schemi, concetti o principi generali a partire da dati specifici o situazioni particolari. È una caratteristica fondamentale del pensiero umano che consente di generalizzare e applicare conoscenze a contesti diversi. Capacità di Astrazione dell'IA - Reti Neurali e Deep Learning: Le reti neurali profonde (deep learning) possono riconoscere schemi complessi nei dati e generalizzare a nuovi esempi. Per esempio, un modello addestrato su immagini di gatti può riconoscere un gatto in una foto mai vista prima. Tuttavia, questa "generalizzazione" non equivale all'astrazione umana, poiché si basa su un gran numero di esempi specifici piuttosto che su una comprensione concettuale. - Modelli di Linguaggio: Modelli come GPT-3 possono generare testi che sembrano dimostrare comprensione e astrazione. Tuttavia, tali modelli funzionano tramite la previsione statistica basata su enormi quantità di dati di addestramento, piuttosto che su un'autentica capacità di astrazione. Limitazioni dell'IA - Dipendenza dai Dati: L'IA moderna dipende fortemente dai dati di addestramento. La capacità di astrazione umana consente di fare inferenze con pochissimi esempi, mentre i modelli di IA necessitano di vasti set di dati. - Comprensione Contestuale: L'astrazione richiede una profonda comprensione del contesto e delle relazioni concettuali, cosa che l'IA attuale non possiede completamente. Gli esseri umani possono applicare concetti astratti a situazioni nuove con flessibilità, mentre l'IA si basa principalmente su schemi appresi dai dati. Prospettive Future - Miglioramenti nei Modelli di IA: La ricerca continua a cercare modi per migliorare le capacità di astrazione dell'IA, ad esempio attraverso l'apprendimento per rinforzo, l'apprendimento simbolico o le reti neurali ispirate alla biologia. - IA e Pensiero Astratto: È possibile che future innovazioni portino a modelli di IA con una maggiore capacità di astrazione, ma resta una sfida complessa. Conclusione L'IA ha fatto enormi progressi nel riconoscimento di schemi e nella generalizzazione dei dati. Tuttavia, la capacità di astrazione completa e autentica, come quella umana, resta un obiettivo non ancora raggiunto. La ricerca in questo campo è in continua evoluzione, e il dibattito sull'abilità dell'IA di astrarre continua a essere aperto e affascinante. Microsoft Copilot 1
LUIGI64 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio L'Inconscio e le Neuroscienze: Un Ponte Tra Mente e Cervello L'inconscio, un concetto introdotto da Sigmund Freud, è stato a lungo oggetto di dibattito e affascinante mistero. Mentre la psicoanalisi ci ha fornito una visione profonda dell'inconscio come sede di desideri, paure e ricordi repressi, le neuroscienze offrono oggi una prospettiva più concreta e scientifica su questo complesso fenomeno. Cosa ci dicono le neuroscienze sull'inconscio? Le neuroscienze, grazie a tecniche avanzate come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), ci permettono di "vedere" il cervello in azione e di identificare le aree coinvolte in diversi processi mentali, inclusi quelli inconsci. * Processi inconsci rapidissimi: Molte delle nostre decisioni e reazioni avvengono a livello inconscio, molto più velocemente di quanto siamo consapevoli. Le neuroscienze hanno dimostrato che il nostro cervello elabora una grande quantità di informazioni in parallelo, e solo una piccola parte raggiunge la nostra coscienza. * Emozioni e inconscio: Le emozioni, spesso considerate legate all'inconscio, hanno una forte componente neurale. Le amigdale, ad esempio, sono coinvolte nella risposta emotiva rapida e inconscia a stimoli potenzialmente pericolosi. * Apprendimento implicito: Molte delle nostre abilità, come guidare o suonare uno strumento, vengono acquisite a livello inconscio attraverso la ripetizione e la pratica. Le neuroscienze hanno identificato circuiti neurali specifici coinvolti in questo tipo di apprendimento. * L'inconscio cognitivo: Oltre ai processi emotivi, le neuroscienze hanno evidenziato l'esistenza di un "inconscio cognitivo", che include processi mentali complessi come la percezione, l'attenzione e la memoria, che avvengono al di fuori della nostra consapevolezza. Come si relazionano psicoanalisi e neuroscienze? La psicoanalisi e le neuroscienze, sebbene utilizzino metodi e linguaggi diversi, condividono l'obiettivo di comprendere la mente umana. Mentre la psicoanalisi si concentra sull'esperienza soggettiva e sui significati simbolici, le neuroscienze cercano i correlati neurali dei processi mentali. L'integrazione di queste due prospettive offre una visione più completa dell'inconscio: * La psicoanalisi fornisce un quadro teorico: I concetti psicoanalitici come la rimozione, il transfert e la proiezione ci aiutano a interpretare i dati neuroscientifici e a comprendere il significato psicologico dei processi inconsci. * Le neuroscienze offrono una base empirica: Le neuroscienze forniscono prove concrete dell'esistenza di processi inconsci e ci permettono di studiare i meccanismi neurali sottostanti. Conclusioni e prospettive future L'inconscio, un tempo considerato un costrutto teorico, è oggi una realtà scientificamente fondata. Le neuroscienze ci stanno offrendo una comprensione sempre più profonda dei meccanismi neurali che sottendono i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Prospettive future: * Neuromarketing: Lo studio dei processi inconsci sta rivoluzionando il mondo del marketing, permettendo di creare messaggi pubblicitari più efficaci. * Trattamento dei disturbi mentali: Una migliore comprensione dell'inconscio potrebbe portare a nuove terapie per disturbi come l'ansia, la depressione e i disturbi ossessivo-compulsivi. * Intelligenza artificiale: I modelli di intelligenza artificiale si ispirano sempre più ai processi neurali, cercando di replicare le capacità del cervello umano, incluso l'apprendimento inconscio. In conclusione, l'inconscio non è più un mistero, ma un affascinante territorio da esplorare. L'integrazione tra psicoanalisi e neuroscienze ci offre una visione sempre più completa della mente umana e apre nuove prospettive per la ricerca e le applicazioni cliniche. Gemini
mark66 Inviato 19 Gennaio Inviato 19 Gennaio 1 ora fa, briandinazareth ha scritto: penso che tu sbagli ... lungi da me argomentare in questo contesto... faccio solo appello al Monty Python che c'è in te... 1 1
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