Max440 Inviato 28 Gennaio Inviato 28 Gennaio Il 26/01/2025 at 20:37, Oscar ha scritto: essendo nato e cresciuto con un pianoforte(ed altri strumenti) in casa e facendo il fonico di professione da trent'anni, forse si, so come suona un pianoforte dal vivo. Anch'io posso dire la mia: essendo che suono il pianoforte da 45 anni, ho in casa una Yamaha C3, suono saltuariamente a casa di amici su pianoforti Steinway e Kawai, faccio test su pianoforti digitali per conto di un negoziante, oltre ovviamente ad ascoltare concerti dal vivo (indimenticabili alcuni di Sokolov, Pletnev, Beatrice Rana, Schiff...), direi che so abbastanza bene come suona un pianoforte dal vivo...
Mighty Quinn Inviato 28 Gennaio Inviato 28 Gennaio @Max440 @Oscar capirai, rispetto a me siete dei pivellini pensate che il vecchio Bosendorfer mi telefonava di continuo, diceva: "Hey Mighty! Come cacchio faccio a far suonare decentemente st'accrocco?" " Soprattutto la riproduzione delle note acute, numme convince, numme convince affatto!" No, dico... 1
Max440 Inviato 28 Gennaio Inviato 28 Gennaio 2 ore fa, Turandot ha scritto: siamo in tre dai Beh, dai, 3 su 300 non è male
Questo è un messaggio popolare. marcellocroce Inviato 28 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Gennaio Il 20/01/2025 at 13:30, Titian ha scritto: Si ma come dovrebbe suonare una registrazione? chi so sa veramente? Nessuno! Il fonico che fa la registrazione al massimo, ma anche lui ascolta tramite un sistema, anche se "professionale", avente certe caratteristiche sonore di riproduzione. Già sentendo la registrazione in un altro ambiente "professionale" (studio) suona leggermente differente e poi a casa degli audiofili le differenze sono estreme. Gli audiofili hanno sempre l'impressione di sapere come bisognerebbe suonare, che sia uno strumento o registrazione, qual è il giusto, il migliore e peggiore, anche come il suono nella realtà . Da dove arriva questa sicurezza e convinzione non lo so veramente. Titian, mi permetta, le voglo spiegare come funzionano le cose veramente, quando si fa, o si cerca di fare, da tecnici, il miglior lavoro possibile. Sia che si tratti di una registrazione, sia che si tratti di una amplificazione dello strumento. Cerco di sintetizzare al massimo, ma tenga presente che ci sono libri interi sull' argomento e ci sono decine e decine di distinguo da fare, che implicano il contesto, il tipo di strumento, l' acustica del palco, l' acustica della sala, il genere musicale, il repertorio, etc etc. Voglio però partire dal secondo suo capoverso, quello che concerne gli audiofili, perché il resto sarà più facile da capire. Gli audiofili non possono partecipare alle registrazioni e non conoscono né il suono dello strumento ripreso o registrato, o "microfonato", né l' operato del tecnico. Possono solo, con ogni diritto, dire se il suono che ascoltano in casa loro, da una pubblicazione, gli piace o non gli piace, con tutte le sottigliezze del caso. Ma nel fare questo, non possono però distinguere quanto di quello che ascoltano (e quanto di quello che gli piace o non gli piace), è dovuto alla registrazione e come è stata effettivamente realizzata, e quanto è invece condizionato dal proprio sistema di ascolto. L' unica cosa che possono fare per tentare di separare, in parte, le due componenti, è alternare l' ascolto delle casse nell' ambiente con una cuffia di alta (molto alta) qualità, e rinunciando a commentare alcunché sulla "immagine sonora", perché le riprese microfoniche consuetamente impiegate, non sono compatibili con l' ascolto in cuffia. Questo possono fare gli audiofili, per accertarsi che le loro casse nel loro ambiente non caratterizzino (modifichino) deliberatamente il suono dello strumento ripreso. Qualunque differenza più o meno grande rilevata fra l' ascolto dalla cuffia rispetto all' ascolto dalle casse, consentirà di farsi un idea di quanta artificiosità è immessa dal sistema di ascolto nel proprio ambiente. Invece, il lavoro del tecnico è questo. Quando devo fare una registrazione o amplificare un pianoforte, mi documento sull' artista e su cosa suonerà, ed in che contesto acustico ci troveremo. Di norma conosco il noleggiatore del pianoforte e mi informo su che pianoforte specifico verrà impiegato, come e dove verrà posizonato sul palco. Quando l' accordatore del pianoforte, che è anche un pianista, di formazione classica nella maggior parte dei casi, mette a punto l' accordatura dello strumento, io mi piazzo dietro alle sue spalle ed ascolto che cosa tira fuori a livello di suono. Ci parliamo e ci confrontiamo tenendo presente il repertorio che verrà suonato. Naturalmente giro intorno al pianoforte, sul palco, e mi sposto in varie posizioni nella sala per farmi un idea di cosa succede, dipende da dove ci troviamo, e sento bene che suono viene fuori da quello strumento. Ho di solito già pronte un paio di aste con sopra montati due microfoni adatti allo scopo (ognuno usa quello che preferisce, e qui si diventa un po' come gli audiofili). Ci sono prodotti standard che tutti i tecnici capaci sanno usare in modo opportuno, inutile adesso nominarli. Quindi mi preparo, dal mixer, un ritorno (si chiamerebbe mandata monitor aux) in cuffia rigorosamente chiusa, di solito una Sennheiser HD25, e sposto i miei microfoni sulle mie aste nelle posizioni dove il suono è più bello, e confacente a quanto verrà suonato. A questo punto devo ancora andare in sala, dal mixer, aprire i canali e sentire (se sono dal vivo), che risultato viene fuori di quel pianoforte dal mio sistema PA. Questo deve essere ultra preciso, e totalmente neutro, ed i mie sistemi, le assicuro che lo sono. Di suo non deve mettere niente, deve letteralmente scomparire. Poi arriva il Performer. Lo faccio accomodare al pianoforte e gli porgo la cuffia, così lui può sentire cosa mi arriva esattamente nel banco e farsi un' idea del mio lavoro. Ovviamente ci confrontiamo e se ci sono variazioni da fare, le facciamo. Mentre che suona qualcosa e si ascolta in cuffia, io lo registro attraverso il mio banco, su un registratore portatile Zoom H5 o altro. Ed aggiusto di Eq quello che mi serve. Impiego anche un po' di riverbero artificiale, che naturalmente mi sono programmato e memorizzato appositamente in magazzino. Se non ha ulteriori correzioni da far fare all' accordatore, e niente da eccepire sul suono dello strumento che sente in cuffia (ma se la toglie anche), quando viene in sala io gli faccio sentire la registrazione "campione" e come questa esce dalle casse in sala. Tutte queste operazioni vengono di solito svolte in circa un paio d' ore, ma bisogna procedere spediti e sapere bene cosa si sta facendo. Anche perché ci potrebbero essere altri 4 o 5 strumenti e strumentisti da sistemare, incluso fornirgli i missaggi per il monitoraggio con le spie sul palco. Tutte le cose devono essere bilanciate alla perfezione. Quando poi inizia lo spettacolo od inizia la registrazione, io faccio l' altra parte del mio lavoro, che è quello di confezionare, con il missaggio, il miglior "vestito" possibile a quello che stanno suonando. E' un concetto di Estetica Sonora, che applico a mio gusto, naturalmente confrontandomi con il Produttore o il Manager. Si tratta di miscelare gli strumenti per abbellire il più possibile, ma con rigore e rispetto, quello che si sente in sala. Deve venire fuori il meglio possibile, e sa qual è la cosa curiosa? Ci si riesce. Qualunque tecnico di alto livello conosce questo processo ed eventualmente altre cose ancora, e ognuno le applica a proprio gusto, ma il lavoro è sostanzialmente questo e vien svolto in questo modo nella maggior parte dei casi. Non abbandonatevi a facili considerazioni, sul suono di un disco ascoltato a casa, senza essere al corrente di come questo lavoro viene svolto. C'è enorme disinformazione in giro sulla materia e molto pressapochismo, purtroppo anche sul fronte dei tecnici, ma di solito questi ultimi durano poco Non limitatevi a criticare questo mestiere perché avete sentito concerti scadenti alla Sagra della Salsiccia. Un saluto MC 5 6
Titian Inviato 28 Gennaio Inviato 28 Gennaio 2 ore fa, marcellocroce ha scritto: Non abbandonatevi a facili considerazioni, sul suono di un disco ascoltato a casa, senza essere al corrente di come questo lavoro viene svolto. Mai fatto, mai criticato una registrazione e non ho mai scritto o affermato che una riproduzione da un impianto sembra dal vivo, specialmente un pianoforte. Grazie per le tue spiegazioni, io ho avuto esperienze in come registrano le opere sinfoniche (per esempio il ciclo Mahler alla Tonhalle a Zurigo e i concerti dal vivo delle Sommer Festival di Lucerna), essendo lì ogni tanto e parlando con diversi fonici. Per quanto riguarda il pianoforte ho solo sentito diversi fonici come mi spiegavano la loro relazione col solista, e che a volte con certi solisti si stava li a ripetere per un paio di ore uno o l'altro passaggio fin quando andava benissimo tecnicamente e sonoramente per il pianista. E certo io di certo non so esattamente come lo voleva. 1
Titian Inviato 28 Gennaio Inviato 28 Gennaio 21 ore fa, rpezzane ha scritto: allora siamo in due a non aver sentito questa magia. Ho l'impressione che mi avete capito male (o naturalmente mi sono espresso male). Non sto criticando i maggies, non sto assumendo che c'è gente completamente fantasioso nel giudizio del suono (effetti placebo). Sto solo affermando che non ho ancora avuto quell'esperienza senza sapere per quali motivi, e che mi dispiace perché fa sempre piacere avere delle belle esperienze. Aprono nuovi orizzonti.
marcellocroce Inviato 29 Gennaio Inviato 29 Gennaio @Titian Grazie della sua risposta, spero di aver dato un contributo per una migliore chiarezza delle questioni in ballo, che penso riguardano tutti coloro che si dilettano, con spirito giustamente critico, nell' ascolto della musica, in prevalenza classica o jazz e simili. Naturalmente, con altri generi le questioni saranno e sono differenti. Un saluto MC
Grancolauro Inviato 7 Marzo Inviato 7 Marzo Sto ascoltando Solitude tratto da Opus, album-testamento di Sakamoto. Gran bella registrazione, davvero. Una meraviglia per equilibrio timbrico, direi.
ilmisuratore Inviato 8 Marzo Inviato 8 Marzo 9 ore fa, Grancolauro ha scritto: Sto ascoltando Solitude tratto da Opus, album-testamento di Sakamoto. Gran bella registrazione, davvero. Una meraviglia per equilibrio timbrico, direi. Concordo, piano ben ripreso...armonico...corposo...bella registrazione
ilmisuratore Inviato 10 Marzo Inviato 10 Marzo Domani mi sento questo...mi sembra un pianoforte ben ripreso 1
AudioLover Inviato 10 Marzo Inviato 10 Marzo @marcellocroce Salve a seguito della sua esperienza, quali sono i diffusori da lei provati che più l'hanno soddisfatta?
marcellocroce Inviato 12 Marzo Inviato 12 Marzo Il 11/03/2025 at 00:47, AudioLover ha scritto: @marcellocroce Salve a seguito della sua esperienza, quali sono i diffusori da lei provati che più l'hanno soddisfatta? Buonasera, guardi, la sua domanda mi mette in difficoltà, è mi è difficile risponderle. Il fatto è che ci sono oggi (e c' erano anche ieri) tanti prodotti che funzionano molto bene e producono buoni risultati. Poi consideri che non sono molto aggiornato nel mondo hifi attuale, io opero nel settore professionale da molti anni, non penso sia questo il suo interesse. Se vuole farsi un' idea dei miei trascorsi, li può sentire raccontati da me medesimo nell' intervista che mi ha fatto Marco Lincetto di Velut Luna, dove però l'hi fi è ben poco sfiorata, se non nella sua dimensione vintage degli anni settanta e parte degli ottanta. Io sono certo che un serio rivenditore, o anche un appassionato aggiornato potrà darle risposte più appropriate delle mie. Un saluto MC https://www.youtube.com/watch?v=xT4J2qHiA9k
AudioLover Inviato 12 Marzo Inviato 12 Marzo @marcellocroce Mi interessava la sua opinione proprio perchè lavora nel professionale, dove il suono deve essere più reale possibile.
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