LUIGI64 Inviato 14 Novembre Autore Inviato 14 Novembre Cosa succede nel cervello quando pratichi mindfulness Gli studi di neuroimaging mostrano che la meditazione mindfulness modifica la struttura e l’attività di alcune aree cerebrali chiave: Corteccia prefrontale: migliora il controllo dell’attenzione e la regolazione emotiva. Amigdala: riduce la reattività allo stress. Ippocampo: aumenta la densità neuronale, favorendo memoria e apprendimento. Una recente meta-analisi del 2025 pubblicata su Frontiers in Psychology ha confermato che otto settimane di mindfulness training sono sufficienti per ridurre i marker cerebrali dello stress e potenziare la connettività tra aree legate all’autoconsapevolezza. https://www.salute.it/mindfulness-le-evidenze-scientifiche/
LUIGI64 Inviato 15 Novembre Autore Inviato 15 Novembre Commento di alcuni insegnamenti del Buddha Tra pragmatismo, etica e saggezza https://www.raiplaysound.it/audio/2025/11/Uomini-e-Profeti-del-09112025-e845fa85-a937-4270-ac84-4bea01b778a6.html
LUIGI64 Inviato 17 Novembre Autore Inviato 17 Novembre “Esiste, o monaci, un non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato. Se non ci fosse questo non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato, non si potrebbe scorgere via di scampo dal nato, evoluto, fatto, condizionato. Ma poiché, invece, c’è un non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato, si scorge una via di scampo dal nato, diventato, fatto, condizionato”. (Buddha)
LUIGI64 Inviato Martedì alle 18:35 Autore Inviato Martedì alle 18:35 https://www.srmedia.info/2025/11/18/neuroteologia-e-stati-mistici-cosa-ha-scoperto-la-ricerca-dal-2015-al-2025/#:~:text=Gli stati mistici appaiono come,irriducibile a un algoritmo biologico.
LUIGI64 Inviato Giovedì alle 21:24 Autore Inviato Giovedì alle 21:24 I benefici del silenzio secondo la scienza Sebbene Pitagora non disponesse di risonanze magnetiche né di studi clinici, la sua intuizione sul potere del silenzio ha trovato sostegno nella neuroscienza contemporanea. Uno studio del 2013 (con roditori) pubblicato sulla rivista Brain Structure and Function ha rivelato che due ore al giorno di silenzio favorivano la crescita di nuove cellule nell'ippocampo, un'area chiave per la memoria e l'apprendimento. Inoltre, il silenzio migliora la concentrazione, riduce lo stress e ci permette di regolare le nostre emozioni. Tacere per ascoltare Il silenzio pitagorico era la via verso la ricerca della saggezza come obiettivo primario della filosofia. Da qui, imparare a tacere prima di parlare permette alle nostre parole di acquisire peso. L'affermazione «uno stolto si riconosce da ciò che dice; un saggio, dal suo silenzio», attribuita anche a Pitagora, si traduce ai nostri giorni in una forma di comunicazione più consapevole. Ascoltare senza interrompere; non reagire impulsivamente; non parlare per il gusto di parlare e permettere a noi stessi di comprendere senza invadere l'altro. Per Pitagora, il silenzio era anche un ponte verso il divino. Nella sua cosmologia, l'universo era governato da proporzioni matematiche, da una «musica delle sfere» che poteva essere percepita solo dall'introspezione interiore. L'anima, secondo questo saggio greco, è immortale e può migrare da un corpo all'altro, ma per farlo deve prima purificarsi. E per riuscirci, la prima cosa da fare è accettare il silenzio. Non sempre è necessario dire di più per sapere di più; a volte basta tacere e ascoltare Pitagora, filosofo greco, sul potere del silenzio: «Ascolta, sarai saggio» https://share.google/xDHNFAl6ySS9IPtBF
LUIGI64 Inviato ieri alle 09:12 Autore Inviato ieri alle 09:12 A proposito di silenzio e meditazione... -- – Caro Paolo (Trianni), cosa intendi per “meditazione” nell’ambito teologico comparato delle religioni? È sicuramente possibile fare comparazioni tra le religioni per quanto attiene la pratica spirituale, anche perché la meditazione rinvia alla dimensione del silenzio e al puro atteggiamento di ricezione che sono presenti trasversalmente in tutte le religioni. Diversa, però, è l’interpretazione teologica che viene data ai suoi fini ultimi: risulta essere perciò tale la tensione di fondo che porta con sé la meditazione, che è ovunque simile (nella sua dimensione fenomenologica) e ovunque diversa (nella sua comprensione teologica). – Quali tipologie di meditazione distingui? Di tecniche meditative ce ne sono innumerevoli. Ogni tradizione religiosa ha le sue, con numerose varianti interne. Si potrebbe dire che ogni maestro spirituale ha dato le proprie raccomandazioni o indicazioni. In genere, viene consigliata l’osservazione del respiro, l’ascolto di un suono o l’utilizzo di un mantra o di immagini. Mi preme sottolineare, però, una dimensione di fondo su cui molto insiste lo yoga: l’obiettivo della meditazione coincide sempre con il fermare i movimenti della mente, perché l’esperienza mistica vera e propria comincia – secondo questi orizzonti spirituali – proprio dopo il raggiungimento di quello stato acquietato di coscienza. Tuttavia, per fermare la mente non bastano tecniche di respirazione o visualizzazioni, occorre una qualificazione morale, altrimenti la mente continua ad agitarsi e ad autoalimentarsi di pensieri e di desideri. ... Posso ricordare la Vipassana buddhista, che è molto antica, lo yoga di Patanjali, lo zazen o la meditazione “camminata”. Oggi va molto di moda la mindfulness (= consapevolezza di sé e della realtà nel momento presente, ndr). Per quanto riguarda il mondo cristiano, potrei ricordare la preghiera pura di un Evagrio Pontico o di Giovanni Cassiano, l’esicasmo o la mistica di Eckhart, e quella della “Nube della non conoscenza”. Alcuni movimenti di meditazione cristiana contemporanei coincidono appunto con un recupero di queste antiche tradizioni. Perché la teologia contemporanea e la pastorale della Chiesa non possono non confrontarsi col «fenomeno mondiale» della meditazione, come tu lo definisci? Un certo confronto comincia ad esserci. Molti cristiani si sono allontanati dalla spiritualità cristiana perché sentono il bisogno di essere aiutati da “tecniche”, oppure perché la percepiscono troppo povera spiritualmente e troppo verbosa. La vera lacuna pastorale consiste nel fatto che quasi nessuno insegna la profondità e la varietà della spiritualità cristiana. Anzi, più in generale, si parla troppo poco anche di mistica. Nelle parrocchie chi parla dei padri del deserto, della mistica renano-fiamminga o anche dei grandi maestri esicasti del Monte Athos? Molti battezzati che si sono allontanati dalla Chiesa, si sono riavvicinati al cristianesimo dopo aver letto i libri dei missionari cristiani che hanno lavorato in India a contatto con l’induismo – come Henri Le Saux – o in Giappone a contatto con lo zen, come Hugo Enomya Lassale. Oggi si stanno diffondendo la Centering prayer e la Comunità mondiale per la meditazione cristiana. Queste iniziative, però, non rappresentano una vera novità, sono, molto più semplicemente, una riscoperta delle antiche radici spirituali cristiane. https://www.settimananews.it/spiritualita/meditazione-camminare-silenzio/
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