Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 12 Dicembre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Dicembre 2021 Una delle sorprese più apprezzate di quest’anno che volge al termine, è stato questo album di debutto omonimo dei The Umbrellas, giovane quartetto di San Francisco, California. Dal look alla musica, tutto in questa band profuma, piacevolmente, di quel decennio che fluiva tra i medi anni 80 e la metà dei 90, segnato da un’estetica indie-slacker tipica delle band jangle/dream/noise pop, Paisley Underground californiano, indie rock britannico, alternative rock statunitense e la scena punk minimalista di Olympia, e infatti il sound degli Umbrellas può essere proprio descritto come un ibrido tra tutte queste influenze. Non appena parte la musica ci si trova catapultati in sonorità che riportano ad un’altra epoca, che per molti di noi rappresenta la nostra adolescenza con tutti i suoi problemi ma anche con tutte le sue speranze, sogni e desideri. Nota di colore, l’ho ascoltato mentre montavo dei mobili Ikea e la serenità e spensieratezza espressa dalla loro musica mi ha aiutato a non imprecare... troppo ! 🤣 Ciao Stefano R. 3 1
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 12 Dicembre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Dicembre 2021 Lo si può descrivere come un “viaggio per tornare alle origini” (cit.) il nuovo lavoro, nono della serie, per il producer George Evelyn meglio conosciuto sotto la sigla Nightmares On Wax. Le sonorità non si discostano dai paesaggi sonori che da trent’anni caratterizzano la carriera del musicista britannico: un mix in slow motion di elettronica, jazz e hip-hop. Il tutto prodotto con la partecipazione di molti giovani collaboratori, alcuni dai nomi già noti come il sassofonista Shabaka Hutchings o Greentea Peng, mentre altro sicuramente lo diventeranno, soprattutto con tale maestro. Ciao Stefano R. 3
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 12 Dicembre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Dicembre 2021 Il duo napoletano dei The Devils è ritornato qualche mese fa con un nuovo disco, terzo della loro produzione, che riassume con la consueta selvaggia ma lucida attitudine il loro mondo musicale, che sprizza fuoco, sesso e Rock’n’Roll a cominciare dall’immagine di copertina caratterizzata da un “infernale” rosso e nero. Questo è infatti un lavoro ad alta temperatura, il suono è torrido e intenso e si rifà a band come i Cramps, con incursioni nel blues, nel garage non tralasciando la melodia. Il brano “Devils Whistle Don’t Sing” è un ossessivo heavy blues nel quale si staglia la voce oscura e graffiante di Mark Lanegan, tanto per capire con chi abbiamo a che fare. Questo è il rock italiano, nuovo o vecchio che si voglia definire, non certo quello che ci vogliono far credere certi ambienti negli ultimi tempi... Ciao Stefano R. 4
gyrosme Inviato 12 Dicembre 2021 Inviato 12 Dicembre 2021 Questa sera pezzo da 90...😏 Niente di speciale come esecuzione ma la grancassa nell'ultimo movimento... beh, scatena lo spirto audiofilo ch'entro mi rugge...😁 1
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