ilmisuratore Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio Mi sembra che la scienza non sia ancora venuta a capo al tipo di correlazione (che non esiste) che scaturisce tra il rapporto del campo riflesso e la sensazione del soggetto Il campo riflesso...un ginepraio con il quale soltanto l'ascolto tramite orecchie può dipanare, sebbene soggettivamente, la sensazione che si prova all'ascolto Tale ginepraio si infittisce anche dal fatto che ognuno di noi possiede una conformazione diversa...ad esempio il padiglione auricolare Impossibile piazzare nmila celle microfoniche in modo integrale su tutte le 6 pareti...cosa peraltro che andrebbe a modificare anche pesantemente l'acustica e lo stesso pattern del campo riflesso Questo per dire che piazzando un oggetto in ambiente in un determinato punto (riflettente...o che crea una determinata diffrazione) si può ottenere una sensazione diversa all'ascolto, magari rilevabile anche alle misure, (come semplice variazione a confronto) ma non in modo da poterne spiegare in toto le relative qualità in quanto nemmeno di qualità si discuterebbe ma soltanto di una variazione soggettivamente percepita come "miglioramento" o "peggioramento" Insomma alla fine si conoscono le basi ottimali affinchè la distribuzione del rapporto suono diretto/riflesso rientri in un range ottimale...ma dentro questo stesso range possono verificarsi delle variazioni tali da spostare gli equilibri in modo anche significativo
gazza71 Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio Potrebbe essere che un ruolo fondamentale sia giocato dai fenomeni di interferenza sia distruttiva sia costruttiva?
ilmisuratore Inviato 20 Febbraio Autore Inviato 20 Febbraio 38 minuti fa, gazza71 ha scritto: Potrebbe essere che un ruolo fondamentale sia giocato dai fenomeni di interferenza sia distruttiva sia costruttiva? Concorrono anche quelle... infatti il termine "ginepraio" non è stato messo a caso
Questo è un messaggio popolare. extermination Inviato 20 Febbraio Questo è un messaggio popolare. Inviato 20 Febbraio 1 ora fa, ilmisuratore ha scritto: ginepraio Provo a buttar giù due righe, ma propio due righe, per dare una forma al cosiddetto ginepraio. Ogni ambiente di ascolto, con la propria forma, con le proprie dimensioni, con i propri rapporti dimensionali, con le proprie caratteristiche strutturali, con i propri materiali inseriti all’interno della struttura ( materiali con le proprie forme e con le proprie caratteristiche acustiche e con il proprio posizionamento all’interno della stanza) risponde in maniera diversa ai meccanismi legati alla propagazione del suono (Riflessione- Assorbimento- Diffusione-Diffrazione). Elementi e meccanismi che introducono variazioni di carattere fisico - differenze di livelli e di ritardi tra suono diretto e riflesso -meccanismi costruttivi e distruttivi per rapporti di fase piuttosto che opposizione di fase- una diversa densità modale ( vedi distribuzione delle risonanze modali nella stanza) che determinano la risposta della stanza ( dominio frequenza-tempo-energia). Attenzionarli, può ad esempio consentire, l’ottenimento di un maggior grado di diffusione del campo acustico, ottenendo una distribuzione dell'energia più omogenea ed uniforme nello spazio e più regolare nel tempo. Chiaramente un ruolo importante lo gioca il posizionamento dei diffusori e del punto di ascolto ( ma questo che ve lo dico a fare) 2 1
ilmisuratore Inviato 20 Febbraio Autore Inviato 20 Febbraio 12 minuti fa, extermination ha scritto: Provo a buttar giù due righe, ma propio due righe, per dare una forma al cosiddetto ginepraio. Ogni ambiente di ascolto, con la propria forma, con le proprie dimensioni, con i propri rapporti dimensionali, con le proprie caratteristiche strutturali, con i propri materiali inseriti all’interno della struttura ( materiali con le proprie forme e con le proprie caratteristiche acustiche e con il proprio posizionamento all’interno della stanza) risponde in maniera diversa ai meccanismi legati alla propagazione del suono (Riflessione- Assorbimento- Diffusione-Diffrazione). Elementi e meccanismi che introducono variazioni di carattere fisico - differenze di livelli e di ritardi tra suono diretto e riflesso -meccanismi costruttivi e distruttivi per rapporti di fase piuttosto che opposizione di fase- una diversa densità modale ( vedi distribuzione delle risonanze modali nella stanza) che determinano la risposta della stanza ( dominio frequenza-tempo-energia). Attenzionarli, può ad esempio consentire, l’ottenimento di un maggior grado di diffusione del campo acustico, ottenendo una distribuzione dell'energia più omogenea ed uniforme nello spazio e più regolare nel tempo. Chiaramente un ruolo importante lo gioca il posizionamento dei diffusori e del punto di ascolto ( ma questo che ve lo dico a fare) Su questo non v'è alcun dubbio L'ottenimento percettivo ottimale sul singolo soggetto relativo ad un campo riflesso prestabilito alle misure però non è prevedibile se non ascoltando il responso che proviene da un ottimizzazione che verte a fare rientrare dentro un determinato range i rapporti stabiliti in letteratura tra suono diretto, suono riflesso e tempi di smorzamento
extermination Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio @ilmisuratore Tra le altre cose anche il genere di programma musicale riprodotto ( tralasciando le peculiarità acustiche delle registrazioni) può, ad esempio, giovarsi o meno di un ambiente con tempi di decadimento un poco più lunghi e dunque con un minor fattore di smorzamento 46 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: tempi di smorzamento
ilmisuratore Inviato 20 Febbraio Autore Inviato 20 Febbraio 2 minuti fa, extermination ha scritto: @ilmisuratore Tra le altre cose anche il genere di programma musicale riprodotto ( tralasciando le peculiarità acustiche delle registrazioni) può, ad esempio, giovarsi o meno di un ambiente con tempi di decadimento un poco più lunghi e dunque con un minor fattore di smorzamento Tipo la musica classica non disdegnerebbe di qualche punticino in piu di riverbero... Per esperienza diretta e, strettamente soggettiva, non faccio molto il tifo per i locali molto assorbenti Percepisco un senso di "occlusione" acustica Di contro mi trovo meglio con locali acusticamente piu "ariosi"...che non vuol dire riverberanti (eco) Per dare un idea posto la RT60 dell'intero spettro 450ms/500ms in gamma media fanno intendere un suono piuttosto "vivo" e non riverberante Insomma mi piace rispettare la stessa sensazione che avverto "dentro la stanza" e non dentro un locale dedicato "occluso" L'omogeneità sul mediobasso, basso e bassissime ne completano il "ventaglio" senza bruschi effetti a gradino
extermination Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio 6 ore fa, ilmisuratore ha scritto: Tipo la musica classica non disdegnerebbe di qualche punticino in piu di riverbero.. Come ben sai, solitamente, in un ambiente home, non è una questione di riverbero dato che nella sostanza non esiste un “vero” campo riverberato ma fondamentalmente una questione di gestione delle riflessioni ( eco flutter compreso) e delle risonanze modali. Dopodiché, al di là di ogni altra cosa ( simmetria acustica compresa) ritengo fondamentale avere un paio di metri dietro al punto di ascolto proprio per percepire al meglio quel senso di ariosità di cui parlavi.
ilmisuratore Inviato 20 Febbraio Autore Inviato 20 Febbraio 8 minuti fa, extermination ha scritto: ritengo fondamentale avere un paio di metri dietro al punto di ascolto. Bravo, infatti mi sono ritagliato circa 3 metri dietro il punto di ascolto con una bella tenda a supporto...la cosiddetta "area di ambienza" Avere una parete a ridosso dietro il punto di ascolto (peggio ancora se poi è riflettente) acuisce le riflessioni, alcune "pericolose" in termini di intelligibilità e finezza di grana sulle alte frequenze 1
extermination Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio 7 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: ritagliato circa 3 metri dietro il punto di ascolto Meglio ancora.
gimmetto Inviato 20 Febbraio Inviato 20 Febbraio ma come...non si parla di cavi??! Scherzo, ovviamente il tema è molto interessante!
Oscar56 Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio 19 ore fa, extermination ha scritto: ottenendo una distribuzione dell'energia più omogenea ed uniforme nello spazio e più regolare nel tempo. 2 righe neh proprio 2 righe ... adesso siamo passati alla fantascienza?
mozarteum Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio 18 ore fa, ilmisuratore ha scritto: Tipo la musica classica non disdegnerebbe di qualche punticino in piu di riverbero... Le migliori sale per la sinfonica non hanno mai acustica asciutta. Suonano anch’esse. Il risultato e’ un suono “sonante” sempre solido e “sostenuto” dalla sala. Chiaro ma non percepibile nella direzione di provenienza se non a spanne. Solo le voci singole sono sempre perfettamente localizzabili e a fuoco nel punto di emissione. Per la musica da camera idem anche se la provenienza e’ piu’ chiara in virtu’ della piu’ raccomandabile posizione ravvicinata d’ascolto (non buona nel sinfonico perche’ fa percepire l’officina dei suoni, come guardare una tela complessa col naso vicino). Io ho maturato questa estetica che ho cercato di riprodurre per quanto possibile e coi limiti del riprodotto a casa. Non mi piace ne’ il suono secco, ne’ la focalizzazione esagerata e innaturale salvo che per le voci o gli strumenti solisti. E non me ne importa niente di far suonare l’impianto come si pretende che sia la registrazione 2
Enrico VIII Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio 13 minuti fa, mozarteum ha scritto: Io ho maturato questa estetica che ho cercato di riprodurre per quanto possibile e coi limiti del riprodotto a casa 13 minuti fa, mozarteum ha scritto: E non me ne importa niente di far suonare l’impianto come si pretende che sia la registrazione Nel mio piccolo (piccolissimo), cerco la stessa cosa. Le sempre più rare volte che impiego il mio tempo per migliorare l'ascolto, lo faccio con le orecchie e non con gli strumenti, che non possono sapere cosa cerco io. 1
extermination Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio 23 minuti fa, mozarteum ha scritto: Le migliori sale per la sinfonica non hanno mai acustica asciutta. Suonano anch’esse Sabine 1922 - La qualità del suono nei teatri- auditorium. Sabine, definì i requisiti fondamentali per ottenere una buona acustica. “ È necessario: - che il suono sia sufficientemente forte; - che le componenti contemporanee di un suono complesso mantengano un rapporto appropriato tra le loro intensità; - che suoni successivi nella loro rapida articolazione, sia che si tratti di parlato, sia che si tratti di musica, siano chiari e distinti, liberi da sovrapposizione mutua e da rumori estranei”
Moderatori paolosances Inviato 21 Febbraio Moderatori Inviato 21 Febbraio 1 ora fa, Enrico VIII ha scritto: lo faccio con le orecchie e non con gli strumenti, che non possono sapere cosa cerco io. Quanto detto rimette in gioco tutto ciò che riguarda l'approccio meramente scientifico,e non sempre a torto.
extermination Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio 9 minuti fa, Enrico VIII ha scritto: faccio con le orecchie e non con gli strumenti, che non possono sapere cosa cerco io. Del tutto legittimo ma con un però! peró chi conosce tecniche di misurazione, parametri oggettivi e le correlazioni ( più o meno marcate) tra parametri oggettivi e attributi percettivi ha la possibilità di ottenere con una certa rapidità e precisione un quadro oggettivo che, con successivi adeguati interventi, consente ( o può consentire) con una certa facilità o difficoltà caso X caso, di raggiungere, in parte o totalmente, gli obiettivi di suono prefissati. 1
alexis Inviato 21 Febbraio Inviato 21 Febbraio L’ acustica ambientale è un cavallo rissoso, assai difficile da cavalcare, e qui cito gli acustici ( tra i più rinomati al mondo) con cui mi sono confrontato recentemente. Solo gli abitanti del giardino dei semplici pensano sia semplice, ma lasciamoli nella loro credenza a gingillar giocattoli e formulette.. in realtà è un mondo assai complesso da domare anche per gli specialisti veri, con il loro complicatissimo bagaglio tecnico, figuriamoci per i dilettanti.
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