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Melius Club

Ma Trump che sta facendo?


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appecundria
Inviato

Ma tutta quella mercanzia dorata c'è sempre stata?

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Inviato
16 ore fa, Roberto M ha scritto:

 

Con anche l’effetto secondario di potare (come si fa con le piante infestanti) 

Una precisazione per uomini di legge. Le piante infestanti non si potano ma si estirpano. Si potano le piante da frutto

Inviato
7 ore fa, appecundria ha scritto:

Ma tutta quella mercanzia dorata c'è sempre stata?

In effetti pare essersi ingarellato con Putin quanto a buon gusto.

extermination
Inviato

Anche i casamonica non scherzavano!

  • Haha 1
marsattacks
Inviato

E sapere come stanno le cose?

Dal Corriere della Sera

 

Così Draghi ha smontato i falsi alibi europei sul protezionismo

di Federico Rampini| 17 febbraio 2025

 

"Ci voleva l’autorevolezza di Mario Draghi per smontare la buona coscienza degli europei sul protezionismo. Nel suo editoriale di sabato sul Financial Times, l’ex presidente del Consiglio e della Banca centrale europea ha tolto tutti gli alibi al Vecchio continente. 

In modo garbato, senza toni polemici, ma con dati implacabili, Draghi ha spazzato via l’idea che i dazi siano una malefica invenzione dell’orrido Donald Trump. L’Europa – ha spiegato – è malata di protezionismo da molto tempo, lo pratica perfino contro se stessa, con una montagna di barriere interne che vanificano i vantaggi del suo mercato unico.

 

Nei confronti degli Stati Uniti, quindi, le grida europee che denunciano i dazi di Trump sono ingiustificate. L’opinione pubblica europea spesso non lo sa, e quindi in buona fede pensa che il mondo stia scivolando verso un’assurda guerra commerciale per colpa del nuovo presidente americano. La maggioranza dei cittadini europei ignora, per esempio, che l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) funziona come un gigantesco sussidio all’esportazione, quindi va ad aggiungersi ai dazi come strumento protezionista che distorce la concorrenza tra nazioni. Non a caso Trump prende di mira anche l’Iva europea, tra quelle misure che vuole contrastare e compensare con i suoi dazi. (Per adesso Trump ha incaricato il suo dicastero del Commercio di completare un’indagine conoscitiva, ad aprile deciderà il da farsi, cioè se varare dazi «di reciprocità» contro l’Europa).

L’Iva rientra nella categoria delle imposte indirette, perché non colpisce i redditi bensì si applica ai prodotti, e solo indirettamente viene pagata dai consumatori. L’Iva viene prelevata dal fisco ad ogni stadio di produzione/ trasformazione di un bene o di un servizio. Le aliquote variano da un Paese all’altro e a seconda delle categorie di prodotti. L’incidenza media è stata calcolata al 20% nell’Unione europea. Ma – come sa chiunque abbia visto le code dei turisti americani o cinesi negli aeroporti europei per farsi rimborsare l’Iva sulle borse di Hermès e Gucci – l’Iva viene restituita se un bene è destinato a uscire dalle frontiere dell’Unione europea. Il rimborso che i turisti extra-comunitari incassano quando lasciano il territorio UE per tornare nei rispettivi paesi, è solo una minuscola frazione di un fenomeno molto più vasto: le imprese europee che esportano fuori dall’Unione hanno il diritto di ricevere dal fisco la restituzione dall’Iva. Questo equivale a uno sconto sulle loro merci esportate, che può raggiungere il valore del 20%. Un aiuto all’export.

In America non abbiamo l’Iva. Esiste una «sales tax», tassa finale sulle vendite al consumo, che varia da Stato a Stato (potete verificare l’aliquota negli scontrini dei negozi, quando fate la spesa qui). Anche questa non colpisce le esportazioni. Però la «sales tax» americana è molto più bassa dell’Iva europea, in media l’aliquota è del 6,6%. Questo è un altro caso in cui Trump viene accusato di protezionismo… da chi lo pratica da sempre, in proporzioni maggiori. L’America in passato s’interrogò sull’opportunità di adottare un’Iva, ma perfino un presidente democratico come Bill Clinton fu contrario, per non aumentare la pressione fiscale. La Cina invece ha adottato l’Iva seguendo il modello europeo.

L’effetto dell’Iva come sussidio all’export va ad aggiungersi alla questione dei dazi: anche su questi, che sono tasse doganali, l’America è uno dei paesi meno protezionisti al mondo. L’ultima stima dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) valuta i dazi medi americani al 2,2% pur dopo gli aumenti di Trump nel 2018 e di Biden nel 2021; sono la metà di quelli europei e un quarto di quelli cinesi. Un esempio specifico, nel settore dell’auto, indica un divario ancora maggiore: l’Europa punisce le importazioni di vetture Usa con un dazio del 10% mentre il reciproco, cioè il dazio Usa sulle auto europee importate, è del 2,5%.

Questi dati dovrebbero spingere a ridurre il baccano che incolpa Trump di trascinare il mondo verso un’Apocalisse economica scatenata dalle guerre commerciali. I Paesi che sono presi di mira, e l’UE nel suo insieme, hanno un potente strumento per contrastare i nuovi dazi di Trump: mettere sul tavolo del negoziato transatlantico delle concrete proposte per ridurre le loro barriere. I margini ci sono, per offrire contropartite sostanziose a Trump, visto il livello di protezionismo da cui parte l’Europa.

A questo si aggiunge un tema ancora più generale sollevato da Draghi – nel suo Rapporto, prima ancora che nell’editoriale sul Financial Times. L’Europa soffre di una crescita debole e asfittica da decenni. L’America è diventata da molto tempo la sua locomotiva trainante, con un mercato aperto che assorbe i prodotti del made in Germany e del made in Italy. Se l’UE vuol essere meno dipendente dagli Stati Uniti, deve affrontare le ragioni strutturali della sua stagnazione. E molto spesso le terapie necessarie consistono nel rendere l’Europa un po’ più simile all’America. In questo contesto la demonizzazione di Trump rischia di diventare un ulteriore diversivo, che distoglie l’attenzione dai problemi veri, inventa un capro espiatorio, e fornisce all’Europa nuovi alibi perché tutto rimanga come prima."

Pensate che  abbiamo ancora bisogno di andare dietro alla Germania che per anni ha praticato protezionismo selvaggio, dumping economico e sociale contro l’Europa?

 

 

ferdydurke
Inviato

@marsattacks

12 minuti fa, marsattacks ha scritto:

le imprese europee che esportano fuori dall’Unione hanno il diritto di ricevere dal fisco la restituzione dall’Iva. Questo equivale a uno sconto sulle loro merci esportate, che può raggiungere il valore del 20%. Un aiuto all’export.

Rampini ha le idee confuse. Prendiamo un auto che viene esportata negli USA, l'IVA viene restituita per cui l'auto viene venduta negli USA senza IVA (che in America non c’è) al pari di un auto americana , poi entrambe saranno sottoposte alla sales tax che è diversa da stato a stato.

  • Melius 2
briandinazareth
Inviato
1 minuto fa, Panurge ha scritto:

Questo è il testo dell'articolo di Draghi, di Iva o vat per dirla all'inglese manco l'ombra mi pare, Rampini si è allargato parecchio, infatti certe castronerie da Draghi mi sembravano assai strane

 

A ma stupisce questa rincorsa a dare ragione ad uno che dice che la ue nasce per fottere gli usa e che ci rappresenta come nemici

Inviato

Questo è interessante però

 

"From 2009 to 2024, measured in 2024 euros, the US government injected over five times more funds into the economy via primary deficits — €14tn versus €2.5tn in the eurozone."

 

Ed è uno dei motivi per cui, principalmente sotto i dem, l'economia americana è sempre cresciuta, un bel po' di buoni vecchi  di aiuti di stato, magari di rimbalzo, altro che iperliberalismo. Crescita ma incremento dell'inflazione, da libro di testo di economia II.

  • Melius 2
appecundria
Inviato
57 minuti fa, marsattacks ha scritto:

di Federico Rampini| 17 febbraio 2025

Rampini dovrebbe rendersi conto che non può parlare di tutto ogni giorno. 

appecundria
Inviato
19 minuti fa, Panurge ha scritto:

infatti certe castronerie da Draghi mi sembravano assai strane

Grazie, si capiva già al terzo rigo ma una conferma è sempre buona.

Inviato

Rampini è affetto da Pansite Compulsiva Acuta.

La simdrome porta a scrivere su tutto ciò che si muove, non importa cosa, dopo essersi allineati al vento portante. 

"L'età lo rende molto indulgente verso la destra, io resto più ancorato agli ideali di gioventù...". (cit.)

 

D'altra parte l'appartamento al Central Park costa. 

sirjoe61
Inviato
3 ore fa, appecundria ha scritto:

Rampini dovrebbe rendersi conto che non può parlare di tutto ogni giorno

...Rampini è di fatto americano...quando parla dell'Italia dice "Voi"...

Inviato
4 minuti fa, sirjoe61 ha scritto:

Rampini è di fatto americano...

Esatto … ma, ha poco da vantarsene, ora … 

maurodg65
Inviato
4 ore fa, wow ha scritto:

"L'età lo rende molto indulgente verso la destra, io resto più ancorato agli ideali di gioventù...". (cit.)

Non è indulgente verso la destra, ha votato la Harris, ma ha chiaro quali siano stati gli errori fatti dalla precedente amministrazione esattamente come ha la consapevolezza del perché su alcuni temi di politica estera, vedi Gaza, la posizione del Governo USA sia stato un boomerang per la Harris, paradossalmente visto che con Trump il problema dal punto di vista di quella parte dell’elettorato è persino peggiorato.

appecundria
Inviato
17 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Non è indulgente verso la destra, ha votato la Harris,

le due cose non si escludono

maurodg65
Inviato
3 minuti fa, appecundria ha scritto:

le due cose non si escludono

No, ma non ama Trump, semplicemente si interroga e si dà delle risposte sul perché la destra abbia vinto e, se preferisci, sul perché la sinistra abbia perso, riflessione che mi pare essere un tabù per molti. 


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