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Melius Club

Ma Trump che sta facendo?


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Inviato

vedi come si risolvono i problemi, così si fa. inventiva, spirito di iniziativa e si risolve tutto.

ci sono gli inquinanti nell' aria o nell' acqua ? e si alza il limite, così non inquinano più.

taaaaaaac

@Martin ste storie le sa meglio di me, era l' atrazina, ma poi vale lo stesso per gli pfas.

quella volta mi pare fosse stato un democristianone, forse donat cattin, di quelli simpatici

al preside. tzk, sempre tutto bisogna dirvi.

Inviato
17 minuti fa, audio2 ha scritto:

mi pare fosse stato un democristianone, forse donat cattin,

Si, il "metodo DonatCattin" era diventato un modo di dire tra i chimici depuristi.  :classic_biggrin:

P.S. Funziona bene anche il metodo CVM (Cloruo Vinile Monomero - C2H3Cl)  - assoluzione in appello in quanto:  “sembra fondata la tesi difensiva secondo cui, in sostanza, manca una legge di copertura scientifica che sia in grado di stabilire una relazione astratta tra esposizione intensa e di breve durata al CVM e insorgenza di malattie, segnatamente oncologiche”.
 

In italia un'assoluzione si trova sempre. 

Inviato

il donaldo in nuce, in anticipo sui tempi molto prima del donaldo attuale.

qui comunque col berlu ancora in giro e l' autoperdono presidenziale

del soggetto sarebbe stato veramente da schiattarsi dalle risate.

 

Inviato

Per il presidente degli Stati Uniti i «panicani» sono persone deboli e stupide: il neologismo è importante perché esprime l’avversione di Trump per la debolezza e per il timore dinanzi al rischio.

https://www.corriere.it/economia/finanza/25_maggio_08/panican-perche-l-ultima-trovata-di-trump-sara-la-parola-del-2025-grazie-ai-suoi-dazi-e-all-effetto-sulle-borse-9933182d-ce39-4a0a-86bf-76cf57e11xlk.shtml?refresh_ce
 

 

Il neologismo del 7 aprile

Trump ha lanciato il neologismo il 7 aprile, poco prima dell’apertura di Wall Street, per evitare che proseguisse il crollo in Borsa cominciato subito dopo il «Liberation Day» del 2 aprile, in cui aveva scatenato la guerra commerciale planetaria. L’effetto era stato il peggior tonfo dei mercati dai tempi del Covid, con oltre 3 mila miliardi bruciati in poche ore. Da qui il post del presidente sul suo social, Truth: 
«The United States has a chance to do something that should have been done DECADES AGO. Don’t be Weak! Don’t be Stupid! Don’t be a PANICAN (A new party based on Weak and Stupid people!). Be Strong, Courageous, and Patient, and GREATNESS will be the result!». (Gli Stati Uniti hanno la possibilità di fare qualcosa che doveva essere fatta DECENNI FA. Non siate deboli! Non siate stupidi! Non siate PANICANI (un nuovo partito basato su persone deboli e stupide!). Siate forti, coraggiosi e pazienti e il risultato sarà la GRANDEZZA!).
 

Ecco dunque com’è nata quella parola, una delle tante – non la più insultante – inventata da The Donald. Tra le prime a decrittarla in Italia è stata la nostra Alessandra Muglia: il post di Trump, ha scritto nei giorni successivi, «trasuda tutto il suo fastidio per il dissenso interno. Panican, crasi tra "panic" e "republican" (alias cagasotto), sembra un termine destinato a unirsi al pantheon di altri insulti famosi firmati da Trump come Sleepy Joe e Crooked Hillary. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene è stata una delle prime a rilanciarlo diligentemente su Truth: "I panicani sono dei perdenti e dei falliti! Non essere un panicano!"».

Insomma, la parola è importante perché esprime come poche lo spirito trumpiano, che poi è lo spirito dei tempi: l’avversione per la debolezza, per il timore dinanzi al rischio, la chiamata alla sopportazione patriottica di ogni difficoltà e all’adesione fideistica a proclami e promesse del capo. Una disciplina mentale di cui lo zoccolo duro dell’elettorato Maga (Make America Great Again) ha dato ampie prove – letteralmente, c’è ormai almeno un terzo degli americani che seguirebbe Trump qualsiasi cosa faccia, e ben più della metà l’ha votato nonostante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 – ma che il leader reclama al minimo dubbio che vede affiorare tra i repubblicani, partito che ha letteralmente raso al suolo e in cui le schiene dritte non abbondano. Ma che di fronte al rischio di un crollo dell’economia americana, qualche rumor preoccupato l’ha condiviso.

 

Dopo un mese di pausa, la parola panican torna ora in auge per aver suscitato un interessante dibattito sul Financial Times. L’ha usata Andy Haldane – economista inglese considerato tra i migliori del mondo – in un commento che dà lo spunto fin dal titolo – The Rise of Panicans, l’ascesa dei panicani – e anche un’altra utile definizione di base del termine: «Panican: noun. A person or party that panics, overreacting to events in a weak and stupid way. Derogatory». (Panicano: sostantivo. Persona o partito che si fa prendere dal panico, reagendo agli eventi in modo debole e stupido. Dispregiativo).
Haldane si pone un paio di domande che, decontestualizzate, potrebbero far credere che in qualche modo propenda (elegantemente) per l’anti-allarmismo reclamato (molto più brutalmente) da Trump:
«La reazione dei mercati finanziari, dei politici e dei media ai suoi annunci tariffari è stata eccessiva? I catastrofisti 24/7 dei mercati finanziari e dei media, e una classe politica che dichiara abitualmente la fine del mondo, sono stati presi dal panico?».

Rana Foroohar, stimata firma del giornale della City (il suo Homecoming: The Path to Prosperity in a Post-Global World, edito in Italia da Fazi con lo sbrigativo titolo La globalizzazione è finita, è uno dei saggi più citati di questi anni) è stata talmente colpita dall’analisi di Haldane da arrivare a chiedersi anche lei se il pessimismo che circonda l’America non sia eccessivo. E ha girato il dubbio direttamente al suo collega Edward Luce, i cui commenti quel pessimismo lo esprimono in ogni riga. Scrive Foroohar:
«Allora, Ed, la mia domanda è la seguente: pensi che le previsioni di un'estate infausta, in cui l'inflazione salirà alle stelle e l'economia cadrà in recessione, possano rivelarsi del tutto errate? So che tu, come me, sei da tempo critico nei confronti di Trump, ma gli stiamo dando troppo poco credito? Potremmo vederlo tirare fuori un coniglio dal cappello nei prossimi mesi? Oppure questo articolo è solo un tentativo disperato da parte mia di dire qualcosa di contrario?».
Luce ha risposto con una lettura meno selettiva del pezzo di Haldane: «Ciò che ne ho ricavato, è il ruolo positivo dei mercati in preda al panico e dei commentatori incupiti nel convincere Trump a mettere in pausa la sua dichiarazione di guerra economica al mondo. In questo senso, il panico sta svolgendo un ruolo costruttivo».
In effetti, basta leggerlo tutto, Haldane, per capire che, in questa fase turbolenta, i panicani disprezzati dal presidente stanno probabilmente salvando il mondo, visto che sono arrivati a contagiare il loro stesso denigratore. Non a caso, scrive che «c'è un'ironia, una grande ironia, nel fatto che nel giro di una settimana dall'invenzione di quella parola, il suo autore (il presidente degli Stati Uniti) è diventato lui stesso un membro del partito panicano. Sono bastate 24 ore di caos sui mercati obbligazionari perché il “giorno della liberazione” lasciasse il posto al “trimestre della vendetta”, con una pausa tariffaria di 90 giorni». Una pausa che Trump annunciò poche ore dopo aver messo in ridicolo i tanti leader stranieri che, disse, gli «baciavano il cūlus» telefonandogli per supplicarlo di risparmiare il loro Paese dalle tariffe.

 

L’analisi di Haldane tiene dunque a non minimizzare affatto gli effetti delle guerre commerciali, ma è illuminante nel sottolineare l’effetto autocorrettivo che il tanto deprecato panico ha sugli agenti del caos, e a maggior ragione su un principe del caos come Trump. Da una parte, dunque, l’economista ricorda che «negli ultimi 250 anni, gli choc tariffari provenienti dagli Stati Uniti si sono verificati con un ciclo regolare di mezzo secolo: 1789, 1828, 1890, 1930, 1971. Ognuno ha lasciato una cicatrice macroeconomica duratura - nel penultimo caso (le tariffe Smoot-Hawley) aggravando la Grande Depressione, nell'ultimo caso (lo “shock Nixon”) innescando la Grande Inflazione». Sicché, «mezzo secolo dopo, con il commercio mondiale ora più ampio e più intrecciato, le cicatrici di uno choc tariffario del 2025 potrebbero essere ancora più profonde».
Ma qui arrivano i panicani, che con i loro timori, i loro spiriti animali così istintivi eppure codificati nel modo più rapido e professionale che esista al mondo, aggiustano le cose, perché inducono l’agente stesso del caos ad aggiustarle. E grazie alla telematizzazione, ci riescono praticamente subito, perché «fungono da dispositivo di disciplina in tempo reale per i politici che sostengono di poter sopportare il dolore a breve termine. Ciò rende la capitolazione più rapida che in passato. Le tariffe Smoot-Hawley sono durate quattro anni, quelle di Nixon quattro mesi. La peggiore delle tariffe di Trump è durata appena una settimana».

Dunque la previsione di Haldane tende all’ottimismo: certo che una de-globalizzazione traumatica può mettere in ginocchio l’economia, e Trump potrebbe avvitarsi nella sua pervicacia, ma «più probabilmente, l'arco della storia tornerà a piegarsi verso la luce, con gli eventi recenti come note a pie’ di pagina e non titoli. Quello a cui abbiamo assistito è un attacco di panico piuttosto che un infarto per l'economia mondiale - anzi, un'auto-stabilizzazione. In un'epoca troppo ansiosa e senza timone, l'ascesa dei panicani può salvarci da noi stessi».
Naturalmente, quando succederà, i sanewasher del trumpismo, i bonificatori della sua nequizia, scriveranno che l’aggiustamento sarà merito del presidente, e i più spudorati che era esattamente quello a cui puntava con l’apparente caos. Invece bisognerà ringraziare i praticanti del panico, che quando non paralizza ma induce all’azione aggiustatrice è l’elemento più razionale possibile da opporre al caos.
«Sui dazi siamo flessibili. Forse abbiamo sbagliato un pochino». Lo ha detto lui, Trump, ieri.

 

 

 

appecundria
Inviato

Trump: "I pazienti americani hanno sovvenzionato i sistemi sanitari socialisti in Germania e in tutte le parti dell'Unione Europea. Sono stati cattivi. L'Unione Europea è in molti modi più cattiva della Cina. Ok? Abbiamo appena iniziato con loro. Cederà molto, vedrete. Dovranno pagare di più per la sanità mentre noi dobbiamo pagare di meno".

appecundria
Inviato

Ammazza come rosicano per la nostra sanità... 

Inviato
15 minuti fa, appecundria ha scritto:

Sono stati cattivi.

Questo salsiccione ha un modo di esprimersi davvero basic.

I suoi discorsi sono infarciti di termini e categorie come cattivo, buono, fantastico, brav'uomo , ha lavorato duro (l'ha detto al Papa), ottimo lavoro, il migliore, il peggiore, disastro, orribile, non hai carte, è una bufala, una caccia alle streghe ...

Inviato

Non che il lessico americano medio sia molto più ricco, peraltro...

Inviato

Gli studi ci dicono che l'italiano medio oggi si esprime con un lessico che raramente supera i 500 vocaboli perciò possiamo pensare che il downsizing sia generalizzato. 

Inviato
1 ora fa, Velvet ha scritto:

che raramente supera i 500 vocaboli

È parecchio. Per raggiungere una buona e tranquilla sopravvivenza linguistica in un paese straniero occorrono 300 vocaboli nella lingua locale.

Ma soprattutto la lingua parlata e/o scritta non rappresenta più l’unica forma di comunicazione come era fino a 20 anni fa.

 

Inviato
1 ora fa, Velvet ha scritto:

l'italiano medio oggi si esprime con un lessico che raramente supera i 500 vocaboli perciò possiamo pensare che il downsizing sia generalizzato.

... so it goes... (cit.) 

Inviato

 

Gli unici rifugiati che Trump vuole accogliere? I sudafricani, ma solo quelli bianchi!

Trump ha fermato quasi tutti gli ingressi di rifugiati negli Stati Uniti. Ha deciso però di accelerare quelli dal Sudafrica, ma solo per gli afrikaner, i bianchi discendenti dai coloni europei. Chi l'ha influenzato, a partire da Musk.


https://www.corriere.it/esteri/25_maggio_14/gli-unici-rifugiati-che-trump-vuole-accogliere-i-sudafricani-ma-solo-quelli-bianchi-ecco-perche-e-cosa-c-e-dietro-35f72ffc-ecd2-409d-8728-5618a19e6xlk.shtml

ascoltoebasta
Inviato
Il 12/05/2025 at 21:47, wow ha scritto:

I suoi discorsi sono infarciti di termini e categorie come cattivo, buono, fantastico, brav'uomo ,

In realtà l'inglese è lingua ricca di vocaboli ma in politica è fondamentale sapere o farsi consigliare quali sono i più efficaci relativamente alla porzione dell'elettorato in cui si vuol far breccia. Io ho vissuto sei mesi in USA,con un amico giornalista freelance,non gli USA che si conoscono facendo turismo,ma gli Usa agresti,rurali,e quella parte necessita di un certo tipo di comunicazione basica.

Inviato

Si, anche questo è vero, ma ho l'impressione che sia basic anche Trump. Non penso che sia solo una strategia comunicativa. 

  • Melius 1
Inviato

più che la forma, a me sembra allucinante il contenuto:

"I pazienti americani hanno sovvenzionato i sistemi sanitari socialisti in Germania e in tutte le parti dell'Unione Europea"

Ma in che senso?


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