Questo è un messaggio popolare. appecundria Inviato 25 Giugno Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Giugno Un video pubblicato da Angelo Jasparro sul suo canale YT mi ha stimolato alcune riflessioni su percezione, misurazioni e derive dogmatiche nel nostro piccolo universo. Parliamone, comincio con il condividere le mie impressioni. Nel mondo dell’alta fedeltà si sta facendo strada una nuova figura retorica: lo stereopiattista. Il termine coniato ironicamente da Angelo, rimanda alla mentalità del terrapiattista, ma applicata all’ambito audiofilo. Si tratta, secondo l’autore, di un soggetto che nega sistematicamente la validità dell’ascolto soggettivo, ritenendolo fallace a priori, e pretende di affidarsi esclusivamente a misurazioni strumentali, ABX test e confronti ciechi come unica fonte di verità. L’equivoco dell’oggettività assoluta. Sebbene l’approccio scientifico e la verifica oggettiva abbiano un ruolo fondamentale nella progettazione audio, ridurre tutta l’esperienza d’ascolto a grafici e misurazioni è un errore epistemologico. La percezione sonora coinvolge un insieme complesso di fattori: acustici, cognitivi, psicoacustici e contestuali. Lo stesso standard ITU-R BS.1116-3 , ampiamente usato nei test di valutazione soggettiva della qualità audio, riconosce che la percezione umana – pur essendo quantificabile in contesti controllati – richiede ambienti e protocolli rigorosi , difficilmente replicabili nei test "fai da te" che circolano online. Inoltre, il noto Toole/Olive preference research condotto da Harman International dimostra come la risposta in frequenza preferita dagli ascoltatori (la cosiddetta Harman curve ) si discosti sensibilmente dalla risposta piatta, smentendo l’idea che “flat sia sempre meglio”. L’importanza dell’esperienza critica. Il video critica giustamente quei contenuti divulgativi che, con piglio pseudo-scientifico, ridicolizzano il giudizio soggettivo e delegittimano decenni di ricerca, progettazione e ascolto critico. In realtà, la pratica dell’ascolto comparativo in ambienti noti, con brani di riferimento, è una metodologia solida e utilizzata anche in ambito professionale. Chi recensisce apparecchiature senza mai aver ascoltato un sistema ben tarato in un ambiente trattato non è in grado di esprimere valutazioni attendibili , indipendentemente dalle misure. Misure, algoritmi e bias: un triangolo pericoloso. In un ecosistema dominato da algoritmi di raccomandazione, i contenuti che semplificano e polarizzano tendono ad avere maggiore visibilità rispetto a quelli che contestualizzano e spiegano. In questo contesto, si rischia di scambiare una curva di THD+N per una valutazione globale della qualità sonora, ignorando la psicoacustica e il peso delle distorsioni temporali come le intermodulazioni spesso più rilevanti del THD. Dove il video colpisce (e dove invece semplifica). Il contributo video si dimostra efficace nell'evidenziare il paradosso di chi ascolta ma non si fida delle proprie percezioni, nel denunciare la disinformazione che scredita l’audiofilia come pratica esperienziale e culturale, nel promuovere la fiducia nelle proprie orecchie, purché formate con metodo. Tuttavia, si possono muovere alcune osservazioni: tende a generalizzare il mondo dei tecnici e ingegneri, alcuni dei quali sono ben consapevoli dei limiti delle misure e lavorano proprio per integrare soggettivo e oggettivo, manca un riferimento più strutturato a standard di test controllati, come l’IEC 60268-13 o il già citato ITU-R BS.1116, che consentono di mettere in relazione percezioni e misure in modo serio e replicabile, semplifica i concetti di “prova cieca” senza distinguere tra ABX mal condotti (comuni online) e quelli professionali (in camere anecoiche, con switching immediato, livelli allineati a ±0.1 dB, ecc.). Conclusione: integrazione, non opposizione. L’hi-fi non è una fede, ma nemmeno una scienza esatta. Richiede rigore metodologico quanto apertura sensoriale. La dialettica tra misurazione e ascolto è fertile solo quando si riconoscono i limiti di entrambi. Gli stereopiattisti , così come gli "ascoltoni" che negano ogni utilità delle misure, rappresentano due estremi speculari. Ma la via maestra dell’alta fedeltà – quella seguita da progettisti, recensori seri e ascoltatori consapevoli – resta quella della integrazione tra dato tecnico e fenomeno percettivo, dove strumenti e orecchie si validano a vicenda. Dite la vostra che ho detto la mia 9 4
Questo è un messaggio popolare. Luke04 Inviato 25 Giugno Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Giugno Riporto nuovamente una frase di Giussani, che anche se merita di essere letta nella totalità della sua argomentazione, alla fine riporta: 'Per ottenere una valutazione sicura si devono utilizzare sia l’ascolto che le misure'. Si conferma che l'approccio integralista non porta lontano 3 1
imaginator Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 1 ora fa, appecundria ha scritto: Conclusione: integrazione, non opposizione. L’hi-fi non è una fede, ma nemmeno una scienza esatta. Richiede rigore metodologico quanto apertura sensoriale. La dialettica tra misurazione e ascolto è fertile solo quando si riconoscono i limiti di entrambi. Gli stereopiattisti , così come gli "ascoltoni" che negano ogni utilità delle misure, rappresentano due estremi speculari. Ma la via maestra dell’alta fedeltà – quella seguita da progettisti, recensori seri e ascoltatori consapevoli – resta quella della integrazione tra dato tecnico e fenomeno percettivo, dove strumenti e orecchie si validano a vicenda. Dite la vostra che ho detto la mia Conclusione in cui mi ci ritrovo al 100 % 👏
Questo è un messaggio popolare. grisulea Inviato 25 Giugno Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Giugno 1 ora fa, appecundria ha scritto: Ma la via maestra dell’alta fedeltà – quella seguita da progettisti, recensori seri e ascoltatori consapevoli – resta quella della integrazione tra dato tecnico e fenomeno percettivo, dove strumenti e orecchie si validano a vicenda. Bastava questa frase. Purtroppo le condizioni ideali per confronti solo ad orecchio non esistono quasi mai, l'orecchio, di bocca buona, è fallace, si abitua, le misure aiutano a correggere quello che all'ascolto nemmeno si immagina. Per il resto non vedo cosa c'entri il mercato e le sue leggi con le semplici prestazioni sia elettriche che all'ascolto. Per non parlare dell'esempio, completamente errato, più adatto a dimostare il contrario. E' chi guarda che giudica la terra piatta non certo chi usa strumenti. Siamo all'assurdo. 11
ilmisuratore Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 2 minuti fa, Luke04 ha scritto: Per ottenere una valutazione sicura si devono utilizzare sia l’ascolto che le misure' Esattamente, e l'ascolto va fatto con tutte le dovute attenzioni affinchè non si prendano grossi granchi 2
one4seven Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno Non credo ci sia altro da aggiungere rispetto al post iniziale, nelle sue conclusioni.
mozarteum Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno L’ascolto e’ imprescindibile. Basta una piccola caratterizzazione acidula che un cello va a farsi benedire. Chi misura bada prevalentemente alla quantita’ di cio’ che ascolta. Ammazza quanti dettagli, nessun mascheramento! Poi vai a sape’ come suona, in realta’. E’ altrettanto ovvio che misure sballate portano ad ascolti sballati. Una buona cuffia aiuta a capire cosa e come si dovrebbe sentire. 1
mozarteum Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno La risposta all’ascolto varia anche in funzione dei generi. Un giro di basso rock e’ danneggiato dall’ambienza in linea di massima. Al contrario un cello o un corno soffrono di suono “secco”. Chi ascolta valuta questo. Le variabili sono tante: la registrazione (che non e’ un totem, a me non convince l’affermazione tautologica: aho’ restituisce il disco tale e quale! E’ un grande impianto!!! Le registrazioni suonano meglio o peggio a seconda degli impianti anche se una grande registrazione suona bene ovunque); l’ambiente, la potenza e velocita’ degli ampli, i diffusori, l’armonia complessiva. Aggiungo anche il bell’ambiente di ascolto 1
appecundria Inviato 25 Giugno Autore Inviato 25 Giugno 17 minuti fa, grisulea ha scritto: E' chi guarda che giudica la terra piatta non certo chi usa strumenti In effetti è ambiguo, è vero.
Questo è un messaggio popolare. grisulea Inviato 25 Giugno Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Giugno 1 ora fa, appecundria ha scritto: si discosti sensibilmente dalla risposta piatta, a parte che dipende da come la guardi, dove come e riferita a cosa, non si discosta comunque sensibilmente. Entro +o- 3 db è in pratica contenuta quasi tutta la parte che conta. La cosa importante è comunque l'andamento diritto, costante, più che piatto inteso come livello costante. Qualsiasi risposta casual si discosta dalla flat molto ma molto di più, anche il triplo. Poi l'abbiamo detto 1000 volte, se mai si parla di flat si parla senza smoothing. Ma dipende da molti fattori. 4 minuti fa, mozarteum ha scritto: Chi misura bada prevalentemente alla quantita’ di cio’ che ascolta. Che cavolo dici Willis 3
grisulea Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 2 minuti fa, appecundria ha scritto: In effetti è ambiguo Direi che è proprio sbagliato non ambiguo. 2
Questo è un messaggio popolare. Fabio Cottatellucci Inviato 25 Giugno Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Giugno 25 minuti fa, grisulea ha scritto: Per non parlare dell'esempio, completamente errato, più adatto a dimostare il contrario. E' chi guarda che giudica la terra piatta non certo chi usa strumenti. Siamo all'assurdo. Infatti il discorso è sghembo, sembra dare del terrapiattista a chi ricorre alle misure. Ottime invece le conclusioni, alla fine sempre orecchie + misure. 3
Gaetanoalberto Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno Fantastico questo thread. Lo Squalo 10: l'apocalisse.... 1 1
peng Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno Jasparro ha preso male le misure e l'ha fatta fuori dal vaso - la balistica è importante 1
grisulea Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 3 minuti fa, Fabio Cottatellucci ha scritto: Ottime invece le conclusioni, alla fine sempre orecchie + misure. L'impianto serve all'ascolto, di lapalissiana ovvietà servano le orecchie. Vorrei precisare l'ordine delle cose. Prima si misura, si sistema, si rimisura ecc..... arrivati ad un risultato tecnicamente decente o comuque il migliore possibile si passa all'ascolto. Si evita di mettersi a fare confronti o ascolti in condizioni ancora poco ottimizzate. La probabiltà successiva di migliorare col solo ascolto è tanto più scarsa quanto più il risultato precedente approssima una condizione mediamente buona. Si tratterà di affinamenti riferiti al gusto che dopo qualche misura si imparano anche a riconoscere.
grisulea Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 25 minuti fa, mozarteum ha scritto: Le variabili sono tante: la registrazione Però converrai che uno che vuole ascoltare un pò di tutto debba necessariamente trovare il miglior compromesso. Questo compromnesso non può che essere una media. La media non può che essere una certa regolarità. Se uno vuole ascoltare le incisioni DG degli anni 60-70 fa bene a scegliersi un sistema che tenga conto della loro carattestica ma direi che è un discorso specifico e dedicato. In pratica non lo fa nessuno. Nella media si sentiranno comunque non male.
dec Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 31 minuti fa, grisulea ha scritto: Direi che è proprio sbagliato non ambiguo. Si, la definizione é carina ma gli é riuscita al contrario. 1
indifd Inviato 25 Giugno Inviato 25 Giugno 32 minuti fa, Fabio Cottatellucci ha scritto: sembra dare del terrapiattista a chi ricorre alle misure. 1) Non a chi ricorre alle misure, ma solo alle misure, la differenza sembra poca, ma non lo è 2) Le misure informano, più informazioni ci sono meglio è, la valutazione complessiva è del singolo e integra le misure, se le misure sono parziali non comandano anzi 1 1
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