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Meloni dichiara che il 5% per le spese militari non ricadranno sul walfare


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Roberto M
Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

Se Putin schiera un paio di milioni di truppe di leva, tu dove vai con 200mila professionali? Mi chiedo.

Se hai un esercito adeguato li polverizzi dal cielo molto prima che si possano avvicinare, esattamente come ha fatto Israele con l’Iran.

Altrimenti puoi subire anzitutto un attacco missilistico devastante dalla Libia (dove la Russia sta posizionando le basi) senza essere in grado di contenere i missili ipersonici perché non hai il sistema di difesa di Israele e degli USA, a differenza della Germania, ma quello italo francese che fa pena. 
In un attimo potrebbero fare milioni di morti e devastare le nostre città, e poi invadere con le truppe di terra e aviotrasportate.

Che comunque non sarebbero mai “un paio di milioni”. Neanche nell’invasione dell’Ucraina sono così tante.

Roberto M
Inviato
1 ora fa, appecundria ha scritto:

I professionali vanno bene per le missioni di pace o per le richieste ONU ma non per invadere la Russia. 

E chi vuole invadere la Russia ?

Non serve.

Ma non hai visto cosa è successo nel conflitto Israele - Iran ?

Israele è grande come la Lombardia, L’Iran come 5 volte l’Italia, il rapporto di soldati e’ 10 volte superiore.

Eppure Israele li ha annichiliti, privandoli delle capacità offensive, in soli 12 giorni.

Oggi non serve “invadere” un paese per vincere una guerra, a meno che non vuoi conquistarlo (come voleva fare l’Iran con israele, tramite i palestinesi ed hezbollah, e come, nel passato, volevano fare i paesi arabi nelle 7 guerre che hanno perso).

Per vincere basta decapitare tutti i centri di comando, i generali, costretti a starsene rintanati come topi, per vincere basta il dominio assoluto dei cieli.

Ma in questo caso, se ti armi bene, neanche serve, perché i Putin e gli XI di turno non ti attaccheranno mai se sanno in anticipo che non hanno nessuna possibilità.

Ma questo può accadere se ti armi come e meglio di loro.

maurodg65
Inviato
1 ora fa, jedi ha scritto:

@maurodg65

ideologico un par di ciufoli

Ma quando uno è veramente di parte ,non vuol vedere l’evidenza 

voi di destra siete con i paraocchi o in mala fede

Va beh, io quello che dovevo dire l’ho detto con i numeri poi fai un po’ come credi. 

Inviato
2 ore fa, wow ha scritto:

come arruolano queste truppe (programmi per alcolizzati, galere, soldati di ventura ben pagati ).

ma dal loro punto di vista il problema dove sarebbe

se bisogna fare così si fa così.

la guerra è guerra, mica un matrimonio a venezia

a proposito

appecundria
Inviato
1 ora fa, nullo ha scritto:

sufficienza per avere un adeguato deterrente?

Deterrente alla Russia?

Roberto M
Inviato
5 minuti fa, appecundria ha scritto:

Deterrente alla Russia?

Certamente.

Hai visto che con Israele si è girato dall’altra parte ed ha abbandonato il suo alleato storico, l’Iran ?

Non hai notato la fuga precipitosa dei suoi soldati dalla Siria dove l’aiuto che ha dato ad Assad è stato quello di ospitarlo ?

Un esercito europeo forte nella NATO può essere un deterrente formidabile per Putin e potrebbe anche farlo desistere nella guerra criminale che sta facendo all’Ucraina.

Inviato

Nella prima guerra mondiale, l'assalto alle trincee austriache avveniva facendo partire delle cariche di fanteria (i carabinieri da dietro mitragliavano chi si rifiutava) con l'obiettivo di far ammassare più caduti possibile in prossimità dei cavalli di frisia. I mucchi di cadaveri che si creavano formavano delle specie di rampe che consentivano ai soldati che sopraggiungevano di scavalcare il reticolato.

Questo spiega abbastanza il concetto di carne di cannone.

I russi sono bravi ad accumulare con le buone o le cattive, centinaia di migliaia di poveri cristi male addestrati e peggio armati, prelevati dalle zone rurali o in nord Corea (i noncielodicono scherzano con il discorso delle pale ma tant'è), magari con il solo scopo fare consumare proiettili o artiglieria al nemico per abbatterli o farli partire all'assalto delle trincee.

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@Roberto M la guerra tra russia e ucraina dimostra che non bastano aerei e droni, serve anche movimentare le trupe di terra. saddam è stao schiatato dalla aviazione usa ma poi gli americani hnno mandato i marines in iraq. e anche in afganistan,  bombe, aerei intelligenze, ma poi sono arrivate le trupe di terra a cercare di controllare il territorio. se qualcuno ci dovesse assalire, alla guerra aere seguirebbe necssariamente una guerra di terra. israele a gza non manda solo aerei, ma anhe tate truppe di terra. la fanteria resta la rgina delle battaglie, alla fine puoi chintare le difse del emico ma se non ne resci ad occupare il territorio non ha risolto nulla. in somalia, a panama a santo domingo gli usa hanno mandato i marines. e se volesse prndersi la groenlndia trump sempre i marines manderebbe

Inviato

@cactus_atomo farei una distinzione tra chi attacca (o invade) e chi si difende. La guerra ucraina ci insegna che chi attacca ha perdite di molto superiori a quelle di chi deve respingere.

Però, ho la sensazione che ragioniamo troppo in termini di guerre novecentesche.

Dal basso delle mie esperienze di modesto giocatore di Risiko, scartate eventuali scaramucce ai confini per testare capacità di reazione del dispositivo Nato, ritengo molto improbabile una invasione russa con fanteria e connessi se contrapponiamo una valida forza di deterrenza, anche i famosi 200 mila ben armati e ben organizzati con l'aviazione e scudi antimissile.

Invasione per andare dove dal momento che questi non riescono a controllare gli oblast che hanno improvvidamente annesso sulla carta? 

Secondo me dobbiamo ragionare in termini di difese antimissile, controllo dei mari, cyber sicurezza, droni di tutti i tipi.

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, Roberto M ha scritto:

come quelli provocati da Conte e la SX con il superbonus, 126 miliardi di buco certificati dalla corte dei conti.

ancora co sta cassata stai? 😆

  • Haha 2
Inviato
2 ore fa, Roberto M ha scritto:

E chi vuole invadere la Russia ?

Non serve.

ma chi li vuole… sciò, aria, pussavìa.

La genòria più tamarra del globo terraqueo. 

Avete mai avuto a che fare con i turisti russi? andavamo spesso in costa turchese tra Antalya e Bodrum quando avevamo i figli ragazzi.

Quando hanno cominciato ad arrivare i russi mollato il posto istantaneamente… caproni inverecondi (unica cosa buona è che la più cessa delle ragazze era un figone 😲)

appecundria
Inviato
3 ore fa, Roberto M ha scritto:

Vedi che la critica di ideologismo e doppiopesimo ci sta tutta, perché tu non critichi mai le decisioni

 

Adesso sono impegnato, critico dopo...

 

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  • Haha 2
Inviato

L’errore del 5%

il riarmo giusto

è quello comune

di TITO BOERI

.

Chissà per quanti anni saremo 

destinati ad avere guerre alle 

nostre porte. Quella in Medio 

Oriente continua da decenni e non 

sarà un bombardamento dei siti 

nucleari iraniani (forse spostati 

altrove) a interromperla. Quella 

in Ucraina, che Trump avrebbe 

dovuto chiudere in 24 ore, sembra 

una guerra di trincea con piccoli 

avanzamenti e ritirate. L’evoluzione delle tecnologie militari, a partire dai

droni, oggi favorisce chi si difende rispetto a chi

attacca e questo controbilancia la palese

sproporzione di forza militare fra l’invasore (la Russia) e

chi protegge le proprie frontiere (l’Ucraina).

Cosa vuol dire per un’economia essere in guerra? E per

noi coesistere con conflitti alle nostre frontiere? Si pensa

spesso che i costi economici delle guerre siano legati alla

distruzione di infrastrutture che i bombardamenti

comportano. Strade e ferrovie distrutte, intere città rase al

suolo da ricostruire. In realtà l’esperienza storica ci

suggerisce che i costi maggiori, quelli più duraturi, sono

legati alla perdita di capitale umano e di intere generazioni

di imprese che non riescono più a nascere o sono costrette

a chiudere i battenti anche se non hanno subito

bombardamenti. In Ucraina il fronte è nelle aree del

Donbass e in Crimea ed è qui che si concentra la

distruzione di capitale fisico. Eppure i maggiori costi

economici della guerra si fanno sentire a centinaia di

chilometri di distanza: imprese che hanno perso fornitori

localizzati al fronte, che lamentano carenze a tutti i livelli

di personale, chiamato alle armi o fuggito all’estero per

evitare tale sorte. Le imprese private non riescono a

riempire i posti vacanti. I datori di lavoro dichiarano che

questo è il problema numero uno, molto più delle

interruzioni di attività causate dagli allarmi antiaerei.

Nonostante le carenze di manodopera, i salari nel settore

privato che genera servizi e beni per le famiglie perdono

potere d’acquisto. Aumentano invece nell’esercito (che

oggi paga 4 volte il reddito medio) e nella pubblica

amministrazione (che ha visto incrementi del 40% in

termini reali dall’inizio del conflitto). Cambia anche la

specializzazione produttiva con risorse umane e capitale

che si dirigono verso l’industria militare anziché verso

produzioni e servizi a uso civile. Sarà molto difficile

invertire il processo una volta terminata la guerra. I Paesi

in guerra riescono a fatica a tenere in piedi il proprio

sistema scolastico, dato l’esodo di insegnanti, prima

ancora che la distruzione fisica delle scuole. Generazioni

di giovani non ricevono un’istruzione adeguata e chi in

partenza era maggiormente istruito ha già lasciato il Paese.

Veniamo ai costi per noi delle guerre alle nostre porte. I

mercati finanziari non sembrano risentirne perché sono

concentrati sugli effetti a breve termine. Ma l’aumento

delle spese militari che il rischio geopolitico ci impone ha

costi elevati. “Ogni pistola prodotta è una rapina” perché

toglie soldi alle scuole, all’assistenza sociale, alla tutela

della salute. Questo vale soprattutto in Europa che

storicamente ha la sua forza nei sistemi di protezione

sociale e che non è certo nota per la sua tecnologia

militare, se non forse in alcuni prodotti di nicchia. Acquisti

più consistenti di materiale militare da parte dello Stato ed

espansione dell’arruolamento sono sicuramente un

incremento della spesa pubblica con effetti espansivi,

ancorché limitati dal fatto che molti beni verranno

importati dagli Stati Uniti. Ma vi sono miriadi di possibili

altri modi di spendere risorse pubbliche con effetti

maggiormente espansivi e più desiderabili, pensiamo

all’acquisto di materiale ospedaliero, alla manutenzione

delle strade, all’aumento degli stipendi degli insegnanti o

degli assegni alle famiglie indigenti.

Per questo motivo è assurdo imporre livelli minimi di

spesa militare (la regola del 5%) ai Paesi Nato anziché

minimizzare i costi richiesti per garantirsi una difesa

adeguata. Questo significa avere un comando unico, che

eviti duplicazioni di spese e funzioni. Impensabile essere

efficienti nel respingere eventuali aggressioni con 27 Stati

al comando. Chi oggi si oppone al coordinamento della

difesa a livello europeo in nome dell’opposizione al riarmo,

ci condanna a sottrarre ancora più risorse allo stato

sociale. Essere più efficienti significa anche capitalizzare

sull’esperienza di chi in questi anni ha speso di più in

campo militare. L’Ucraina, per ovvi motivi, ha fatto più di

tutti, sviluppando un’industria degli armamenti

relativamente efficiente. Perché allora non aiutare Kiev a

rendere ancora più efficiente la propria industria militare?

Questo ci permetterebbe di raggiungere un duplice

risultato: sostenere il popolo ucraino nella resistenza

all’invasione russa e permettere un approvvigionamento

militare dell’Europa a costi nettamente più bassi e senza

ricorrere a forniture da Paesi potenzialmente ostili.

  • Thanks 1
Ivo Antonio
Inviato
On 6/28/2025 at 9:34 AM, jedi said:

Saper 6 lingue non vuol dire essere acculturato,ma le  bestialità che dice ,lo catalogano già ne settore dei dissennati

Facciamo finta che scrive  scenette per attori comici o da avanspettacolo.  

maurodg65
Inviato
6 ore fa, wow ha scritto:

Per questo motivo è assurdo imporre livelli minimi di

spesa militare (la regola del 5%) ai Paesi Nato anziché

minimizzare i costi richiesti per garantirsi una difesa

adeguata. Questo significa avere un comando unico, che

eviti duplicazioni di spese e funzioni. Impensabile essere

efficienti nel respingere eventuali aggressioni con 27 Stati

al comando. Chi oggi si oppone al coordinamento della

difesa a livello europeo in nome dell’opposizione al riarmo,

Ha senso, ma la NATO non ha 27 stati al comando e, soprattutto, serve stabilire a priori l’entità degli investimenti per i singoli stati, non vi è un altro modo di farlo, poi è giusto integrare le forze e le spese ottimizzandole, ma purtroppo la UE oggi non è uno Stato unico ma un’unione di paesi sovrani con un loro esercito nazionale, quindi nell’immediato altre opzioni non ci possono essere.

Inviato
Il 28/06/2025 at 12:26, Roberto M ha scritto:

Se hai un esercito adeguato li polverizzi dal cielo molto prima che si possano avvicinare, esattamente come ha fatto Israele con l’Iran.

Nonno cambiati il pannolone e vai a giocare a scopa sotto l'ombrellone.

...Vecchi che c'hsnno un piede nella tomba parlano di uccidere ma vergognatevi...

Inviato
Il 28/06/2025 at 09:34, jedi ha scritto:

vacci tu a morire al fronte e tutti gli scemoidi come te.

Quello non ha mai sparato un colpo è sempre stato imboscato nelle retrovie. Ha combattuto alla mensa ufficiali. La sua arma preferita è la nota spese.

extermination
Inviato

Che poi, sti 3,5%+ 1,5  lasciati in capo ai futuri Governi, senza sanzioni, in caso di inapplicabilità. Chi può sapere cosa succederà? Chi può sapere che quota parte sarà recuperata dal PIL, che quota da tagli di servizi-welfare, che quota dalla eliminazione di sprechi, che quota da un ulteriore recupero di evasione fiscale!!!


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