Roberto M Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 1 ora fa, appecundria ha scritto: Se Putin schiera un paio di milioni di truppe di leva, tu dove vai con 200mila professionali? Mi chiedo. Se hai un esercito adeguato li polverizzi dal cielo molto prima che si possano avvicinare, esattamente come ha fatto Israele con l’Iran. Altrimenti puoi subire anzitutto un attacco missilistico devastante dalla Libia (dove la Russia sta posizionando le basi) senza essere in grado di contenere i missili ipersonici perché non hai il sistema di difesa di Israele e degli USA, a differenza della Germania, ma quello italo francese che fa pena. In un attimo potrebbero fare milioni di morti e devastare le nostre città, e poi invadere con le truppe di terra e aviotrasportate. Che comunque non sarebbero mai “un paio di milioni”. Neanche nell’invasione dell’Ucraina sono così tante.
Roberto M Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 1 ora fa, appecundria ha scritto: I professionali vanno bene per le missioni di pace o per le richieste ONU ma non per invadere la Russia. E chi vuole invadere la Russia ? Non serve. Ma non hai visto cosa è successo nel conflitto Israele - Iran ? Israele è grande come la Lombardia, L’Iran come 5 volte l’Italia, il rapporto di soldati e’ 10 volte superiore. Eppure Israele li ha annichiliti, privandoli delle capacità offensive, in soli 12 giorni. Oggi non serve “invadere” un paese per vincere una guerra, a meno che non vuoi conquistarlo (come voleva fare l’Iran con israele, tramite i palestinesi ed hezbollah, e come, nel passato, volevano fare i paesi arabi nelle 7 guerre che hanno perso). Per vincere basta decapitare tutti i centri di comando, i generali, costretti a starsene rintanati come topi, per vincere basta il dominio assoluto dei cieli. Ma in questo caso, se ti armi bene, neanche serve, perché i Putin e gli XI di turno non ti attaccheranno mai se sanno in anticipo che non hanno nessuna possibilità. Ma questo può accadere se ti armi come e meglio di loro.
maurodg65 Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 1 ora fa, jedi ha scritto: @maurodg65 ideologico un par di ciufoli Ma quando uno è veramente di parte ,non vuol vedere l’evidenza voi di destra siete con i paraocchi o in mala fede Va beh, io quello che dovevo dire l’ho detto con i numeri poi fai un po’ come credi.
audio2 Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 2 ore fa, wow ha scritto: come arruolano queste truppe (programmi per alcolizzati, galere, soldati di ventura ben pagati ). ma dal loro punto di vista il problema dove sarebbe se bisogna fare così si fa così. la guerra è guerra, mica un matrimonio a venezia a proposito
appecundria Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 1 ora fa, nullo ha scritto: sufficienza per avere un adeguato deterrente? Deterrente alla Russia?
Roberto M Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 5 minuti fa, appecundria ha scritto: Deterrente alla Russia? Certamente. Hai visto che con Israele si è girato dall’altra parte ed ha abbandonato il suo alleato storico, l’Iran ? Non hai notato la fuga precipitosa dei suoi soldati dalla Siria dove l’aiuto che ha dato ad Assad è stato quello di ospitarlo ? Un esercito europeo forte nella NATO può essere un deterrente formidabile per Putin e potrebbe anche farlo desistere nella guerra criminale che sta facendo all’Ucraina.
wow Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno Nella prima guerra mondiale, l'assalto alle trincee austriache avveniva facendo partire delle cariche di fanteria (i carabinieri da dietro mitragliavano chi si rifiutava) con l'obiettivo di far ammassare più caduti possibile in prossimità dei cavalli di frisia. I mucchi di cadaveri che si creavano formavano delle specie di rampe che consentivano ai soldati che sopraggiungevano di scavalcare il reticolato. Questo spiega abbastanza il concetto di carne di cannone. I russi sono bravi ad accumulare con le buone o le cattive, centinaia di migliaia di poveri cristi male addestrati e peggio armati, prelevati dalle zone rurali o in nord Corea (i noncielodicono scherzano con il discorso delle pale ma tant'è), magari con il solo scopo fare consumare proiettili o artiglieria al nemico per abbatterli o farli partire all'assalto delle trincee.
Amministratori cactus_atomo Inviato 28 Giugno Amministratori Inviato 28 Giugno @Roberto M la guerra tra russia e ucraina dimostra che non bastano aerei e droni, serve anche movimentare le trupe di terra. saddam è stao schiatato dalla aviazione usa ma poi gli americani hnno mandato i marines in iraq. e anche in afganistan, bombe, aerei intelligenze, ma poi sono arrivate le trupe di terra a cercare di controllare il territorio. se qualcuno ci dovesse assalire, alla guerra aere seguirebbe necssariamente una guerra di terra. israele a gza non manda solo aerei, ma anhe tate truppe di terra. la fanteria resta la rgina delle battaglie, alla fine puoi chintare le difse del emico ma se non ne resci ad occupare il territorio non ha risolto nulla. in somalia, a panama a santo domingo gli usa hanno mandato i marines. e se volesse prndersi la groenlndia trump sempre i marines manderebbe
wow Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno @cactus_atomo farei una distinzione tra chi attacca (o invade) e chi si difende. La guerra ucraina ci insegna che chi attacca ha perdite di molto superiori a quelle di chi deve respingere. Però, ho la sensazione che ragioniamo troppo in termini di guerre novecentesche. Dal basso delle mie esperienze di modesto giocatore di Risiko, scartate eventuali scaramucce ai confini per testare capacità di reazione del dispositivo Nato, ritengo molto improbabile una invasione russa con fanteria e connessi se contrapponiamo una valida forza di deterrenza, anche i famosi 200 mila ben armati e ben organizzati con l'aviazione e scudi antimissile. Invasione per andare dove dal momento che questi non riescono a controllare gli oblast che hanno improvvidamente annesso sulla carta? Secondo me dobbiamo ragionare in termini di difese antimissile, controllo dei mari, cyber sicurezza, droni di tutti i tipi. 1
Jack Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 2 ore fa, Roberto M ha scritto: come quelli provocati da Conte e la SX con il superbonus, 126 miliardi di buco certificati dalla corte dei conti. ancora co sta cassata stai? 😆 2
Jack Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 2 ore fa, Roberto M ha scritto: E chi vuole invadere la Russia ? Non serve. ma chi li vuole… sciò, aria, pussavìa. La genòria più tamarra del globo terraqueo. Avete mai avuto a che fare con i turisti russi? andavamo spesso in costa turchese tra Antalya e Bodrum quando avevamo i figli ragazzi. Quando hanno cominciato ad arrivare i russi mollato il posto istantaneamente… caproni inverecondi (unica cosa buona è che la più cessa delle ragazze era un figone 😲)
appecundria Inviato 28 Giugno Inviato 28 Giugno 3 ore fa, Roberto M ha scritto: Vedi che la critica di ideologismo e doppiopesimo ci sta tutta, perché tu non critichi mai le decisioni Adesso sono impegnato, critico dopo... 2
wow Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno L’errore del 5% il riarmo giusto è quello comune di TITO BOERI . Chissà per quanti anni saremo destinati ad avere guerre alle nostre porte. Quella in Medio Oriente continua da decenni e non sarà un bombardamento dei siti nucleari iraniani (forse spostati altrove) a interromperla. Quella in Ucraina, che Trump avrebbe dovuto chiudere in 24 ore, sembra una guerra di trincea con piccoli avanzamenti e ritirate. L’evoluzione delle tecnologie militari, a partire dai droni, oggi favorisce chi si difende rispetto a chi attacca e questo controbilancia la palese sproporzione di forza militare fra l’invasore (la Russia) e chi protegge le proprie frontiere (l’Ucraina). Cosa vuol dire per un’economia essere in guerra? E per noi coesistere con conflitti alle nostre frontiere? Si pensa spesso che i costi economici delle guerre siano legati alla distruzione di infrastrutture che i bombardamenti comportano. Strade e ferrovie distrutte, intere città rase al suolo da ricostruire. In realtà l’esperienza storica ci suggerisce che i costi maggiori, quelli più duraturi, sono legati alla perdita di capitale umano e di intere generazioni di imprese che non riescono più a nascere o sono costrette a chiudere i battenti anche se non hanno subito bombardamenti. In Ucraina il fronte è nelle aree del Donbass e in Crimea ed è qui che si concentra la distruzione di capitale fisico. Eppure i maggiori costi economici della guerra si fanno sentire a centinaia di chilometri di distanza: imprese che hanno perso fornitori localizzati al fronte, che lamentano carenze a tutti i livelli di personale, chiamato alle armi o fuggito all’estero per evitare tale sorte. Le imprese private non riescono a riempire i posti vacanti. I datori di lavoro dichiarano che questo è il problema numero uno, molto più delle interruzioni di attività causate dagli allarmi antiaerei. Nonostante le carenze di manodopera, i salari nel settore privato che genera servizi e beni per le famiglie perdono potere d’acquisto. Aumentano invece nell’esercito (che oggi paga 4 volte il reddito medio) e nella pubblica amministrazione (che ha visto incrementi del 40% in termini reali dall’inizio del conflitto). Cambia anche la specializzazione produttiva con risorse umane e capitale che si dirigono verso l’industria militare anziché verso produzioni e servizi a uso civile. Sarà molto difficile invertire il processo una volta terminata la guerra. I Paesi in guerra riescono a fatica a tenere in piedi il proprio sistema scolastico, dato l’esodo di insegnanti, prima ancora che la distruzione fisica delle scuole. Generazioni di giovani non ricevono un’istruzione adeguata e chi in partenza era maggiormente istruito ha già lasciato il Paese. Veniamo ai costi per noi delle guerre alle nostre porte. I mercati finanziari non sembrano risentirne perché sono concentrati sugli effetti a breve termine. Ma l’aumento delle spese militari che il rischio geopolitico ci impone ha costi elevati. “Ogni pistola prodotta è una rapina” perché toglie soldi alle scuole, all’assistenza sociale, alla tutela della salute. Questo vale soprattutto in Europa che storicamente ha la sua forza nei sistemi di protezione sociale e che non è certo nota per la sua tecnologia militare, se non forse in alcuni prodotti di nicchia. Acquisti più consistenti di materiale militare da parte dello Stato ed espansione dell’arruolamento sono sicuramente un incremento della spesa pubblica con effetti espansivi, ancorché limitati dal fatto che molti beni verranno importati dagli Stati Uniti. Ma vi sono miriadi di possibili altri modi di spendere risorse pubbliche con effetti maggiormente espansivi e più desiderabili, pensiamo all’acquisto di materiale ospedaliero, alla manutenzione delle strade, all’aumento degli stipendi degli insegnanti o degli assegni alle famiglie indigenti. Per questo motivo è assurdo imporre livelli minimi di spesa militare (la regola del 5%) ai Paesi Nato anziché minimizzare i costi richiesti per garantirsi una difesa adeguata. Questo significa avere un comando unico, che eviti duplicazioni di spese e funzioni. Impensabile essere efficienti nel respingere eventuali aggressioni con 27 Stati al comando. Chi oggi si oppone al coordinamento della difesa a livello europeo in nome dell’opposizione al riarmo, ci condanna a sottrarre ancora più risorse allo stato sociale. Essere più efficienti significa anche capitalizzare sull’esperienza di chi in questi anni ha speso di più in campo militare. L’Ucraina, per ovvi motivi, ha fatto più di tutti, sviluppando un’industria degli armamenti relativamente efficiente. Perché allora non aiutare Kiev a rendere ancora più efficiente la propria industria militare? Questo ci permetterebbe di raggiungere un duplice risultato: sostenere il popolo ucraino nella resistenza all’invasione russa e permettere un approvvigionamento militare dell’Europa a costi nettamente più bassi e senza ricorrere a forniture da Paesi potenzialmente ostili. 1
Ivo Antonio Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno On 6/28/2025 at 9:34 AM, jedi said: Saper 6 lingue non vuol dire essere acculturato,ma le bestialità che dice ,lo catalogano già ne settore dei dissennati Facciamo finta che scrive scenette per attori comici o da avanspettacolo.
maurodg65 Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno 6 ore fa, wow ha scritto: Per questo motivo è assurdo imporre livelli minimi di spesa militare (la regola del 5%) ai Paesi Nato anziché minimizzare i costi richiesti per garantirsi una difesa adeguata. Questo significa avere un comando unico, che eviti duplicazioni di spese e funzioni. Impensabile essere efficienti nel respingere eventuali aggressioni con 27 Stati al comando. Chi oggi si oppone al coordinamento della difesa a livello europeo in nome dell’opposizione al riarmo, Ha senso, ma la NATO non ha 27 stati al comando e, soprattutto, serve stabilire a priori l’entità degli investimenti per i singoli stati, non vi è un altro modo di farlo, poi è giusto integrare le forze e le spese ottimizzandole, ma purtroppo la UE oggi non è uno Stato unico ma un’unione di paesi sovrani con un loro esercito nazionale, quindi nell’immediato altre opzioni non ci possono essere.
CarloCa Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno Il 28/06/2025 at 12:26, Roberto M ha scritto: Se hai un esercito adeguato li polverizzi dal cielo molto prima che si possano avvicinare, esattamente come ha fatto Israele con l’Iran. Nonno cambiati il pannolone e vai a giocare a scopa sotto l'ombrellone. ...Vecchi che c'hsnno un piede nella tomba parlano di uccidere ma vergognatevi...
CarloCa Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno Il 28/06/2025 at 09:34, jedi ha scritto: vacci tu a morire al fronte e tutti gli scemoidi come te. Quello non ha mai sparato un colpo è sempre stato imboscato nelle retrovie. Ha combattuto alla mensa ufficiali. La sua arma preferita è la nota spese.
extermination Inviato 29 Giugno Inviato 29 Giugno Che poi, sti 3,5%+ 1,5 lasciati in capo ai futuri Governi, senza sanzioni, in caso di inapplicabilità. Chi può sapere cosa succederà? Chi può sapere che quota parte sarà recuperata dal PIL, che quota da tagli di servizi-welfare, che quota dalla eliminazione di sprechi, che quota da un ulteriore recupero di evasione fiscale!!!
Messaggi raccomandati