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Xi Jinping


Antoniotrevi

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ferdydurke

Ozymandias

 

I met a traveller from an antique land

Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,

The lone and level sands stretch far away.

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penteante

Xi Jinping ha certamente ragione: tutti gli imperi sono destinati prima o poi a crollare o a decadere.

Ma nel caso dell'impero americano questa decadenza si può avvalere di un potente booster di accelerazione, Donald Trump (il "Bellimbooster").

Xi Jinping, che non deve affrontare lo stress test di nessuna elezione di midterm, può tranquillamente aspettare che passi, seduto sulla riva del fiume, spiluccando da un ampio sacchetto di pop-corn.

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mozarteum

Mah. Non per ora, forse fra qualche decennio quando non ci saranno piu’ ne’ Trump, ne’ Xi ne’ Putin.

I confronti col passato sono improponibili perche’ i rapporti sono piu’ intrecciati e multilaterali.

per ora la tecnologia e la forza militare dell’occidente sono ancora prevalenti cosi’ come i Pil e l’ammontare dei capitali in circolo

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briandinazareth
48 minuti fa, mozarteum ha scritto:

per ora la tecnologia e la forza militare dell’occidente sono ancora prevalenti

 

Sul militare molto difficile da dire,  sulla tecnologia continuiamo purec ad illuderci e ad  immaginare la Cina di 20 anni fa, il risveglio sarà molto brusco. Questo è uno dei motivi per cui consiglio a tutti di visitarla oggi. 

 

Il presidente cinese ha ragione: se gli usa perdono prestigio e affidabilità, come  Trump sta riuscendo a fare in pochissimo tempo, dopo poco anche l'esorbitante privilegio rischia di  annullarsi.

E quella degli USA è un'economia che si basa su quei due principi.

 

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Giu_seppe

Negazionisti climatici e insofferenti verso le energie rinnovabili passate oltre, grazie.

 

 

"Secondo i nuovi dati di Irena, l'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, la crescita dell'energia pulita nel 2024 è stata del 15 per cento. Il punto, da tempo, non è più il ritmo di questa crescita energetica, ma la sua geografia: il mondo ha aggiunto 582 GW di nuova elettricità da fonti rinnovabili nel 2024, il problema è che il 71 per cento di questa crescita è avvenuto in Asia, il 12,3 per cento in Europa, il 7,8 negli Stati Uniti, mentre le briciole (2,8 per cento) sono divise tra Africa, Caraibi, America Centrale.


Come sottolineato dal presidente di Irena, Francesco La Camera, questo non è solo un problema di energia, transizione e clima, ma anche di sviluppo, e quindi di costruzione di futuro: chi parteciperà e chi sarà escluso dalla rivoluzione industriale dell'energia pulita. Un altro dato, forse ancora più impressionante: la Cina sta attualmente costruendo il 74 per cento degli impianti utility scale, secondo un rapporto di Global Energy Monitor. 

Quello che era un divario ora sta diventando una voragine: la sfida della prossima Cop30 in Brasile sarà probabilmente anche questa, dimostrare che la transizione si può ancora governare politicamente in modo multilaterale, o se deve essere lasciata alle mire, ai conflitti, agli appetiti e agli umori dei singoli paesi o blocchi di nazioni.

In un recente incontro col suo gabinetto di governo, Trump ha detto che «i paesi furbi non usano l'energia eolica», era lo stesso incontro in cui veniva deciso il phase-out dei sussidi alle rinnovabili, parte del grande disegno di smantellamento della transizione iniziata con l'Inflation Reduction Act.

..........forse la domanda che dobbiamo farci è qual è l'istituzione che oggi sta controllando la transizione, e in questo momento la risposta più accurata è: il Partito comunista cinese, con i suoi piani quinquennali, la sua capacità di spesa e controllo di quella spesa. 

Dopo aver deciso il target di azzeramento emissioni al 2060 e il picco al 2030, dopo aver creato fin dagli anni Novanta e Duemila un piano di emancipazione dalle fonti fossili che non possedeva (petrolio e gas), dopo aver visto gli USA lasciare il campo e perdere ogni reputazione climatica, ora il prossimo boccone cinese è proprio la Cop." 

In questi anni le rinnovabili stanno raggiungendo i combustibili fossili per capacità installata, 46,2 per cento contro 47,3 per cento. La Cina ha di recente fissato il nuovo obiettivo: decarbonizzare i settori più difficili, in particolare la produzione di acciaio e cemento, che dovranno avere almeno un quarto di energia pulita per funzionare già nel 2026. Se la Cina riuscirà davvero a cambiare anche i settori hard to abate, avrà sfondato per prima un'altra frontiera."

 

Fonte:  Areale

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