Roberto M Inviato 14 ore fa Inviato 14 ore fa Il 18/09/2025 at 09:41, briandinazareth ha scritto: Kimmel Kimmel è stato licenziato (dalla Disney, peraltro, cioè dal Network progressista per eccellenza) per quella che negli USA chiamano la “cultura delle conseguenze” (consequence culture), che è un concetto introdotto dai progressisti. Dal Corriere della Sera di oggi. Disney ha sospeso il comico Jimmy Kimmel, il quale aveva suggerito che il killer di Kirk fosse di destra (anziché di sinistra come affermano la procura e la famiglia). …… Il deputato Wesley Hunt, anche lui texano, però gli ha risposto: «Quando i conservatori venivano censurati, banditi, espulsi dalle piattaforme social e perdevano il lavoro per aver osato contraddire la narrazione del governo, la sinistra rideva e la chiamava “cultura delle conseguenze” … Guerra di definizioni Il New York Times fa risalire l’origine di questa espressione al 2021, quando il presentatore di Fox News Lou Dobbs perse il suo programma con l’accusa di diffondere teorie complottiste sulle macchine usate per votare e un esperto di media sulla Cnn commentò: «Non è cancel culture, è consequence culture. Sono le conseguenze di irritare la gente con bugie avventate su questa democrazia celebrata dagli americani». Ora i sostenitori di Kimmel accusano la destra di abbracciare la stessa cancel culture che una volta criticavano, ed è la destra a rispondere: «Non è cancel culture, è cultura delle conseguenze». Ce lo dice davanti al memoriale di Kirk, Alex Bruesewitz, consigliere di Trump che ha lavorato con Turning Point per mobilitare i giovani elettori. «Quando qualcuno dice qualcosa che un sacco di gente trova offensiva e stupida in tempo reale e quella persona viene punita, non è cancel culture, è la conseguenza delle tue azioni», afferma Dave Pornoy, fondatore del sito di giornalismo sportivo Barstool Sports. Davanti al memoriale di Kirk. …. L’articolo completo è qui https://www.corriere.it/esteri/25_settembre_21/funerale-quasi-di-stato-per-kirk-gli-stati-uniti-piangono-ma-sono-spaccati-sulla-liberta-di-parola-313148f8-fbf0-49d0-be8b-d52893506xlk.shtml?refresh_ce
briandinazareth Inviato 13 ore fa Autore Inviato 13 ore fa 45 minuti fa, Roberto M ha scritto: afferma Dave Pornoy Scegli sempre eroi degni di te. La persona più indicata per parlare Un tizio che pubblicamente ha detto, tra le tante cose (riporto le citazioni integrale perché non ci si crede) e nessuno lo censura, anzi si riportano le sue parole come degne di considerazione: Portnoy wrote a blog post about an Australian man who had been acquitted of raping a 24-year-old woman wearing skinny jeans: “[E]ven though I never condone rape if you’re a size 6 and you’re wearing skinny jeans you kind of deserve to be raped right?” Su greta thumberg: “I’ll jump on Greta van Thorsten or whatever that girl’s – she’s sailing there. Like whoever that f–k – and I hope they hit a f–king like a missile on her boat. Knock that boat down. Greta or whatever her name is.” Portnoy ha scritto un post sul blog su un uomo australiano che era stato assolto dall’accusa di stupro di una donna di 24 anni che indossava skinny jeans: “anche se non condono mai lo stupro, se sei una taglia 6 e indossi skinny jeans in qualche modo te lo meriti di essere stuprata, giusto?”» 2. «Su Greta Thunberg: “Mi butto su Greta van Thorsten o come diavolo si chiama quella ragazza — sta navigando lì. Tipo chiunque quella fottuta — e spero che colpiscano tipo un fottuto missile sulla sua barca. Buttate giù quella barca. Greta o qualunque sia il suo nome.”»
Roberto M Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa 3 minuti fa, briandinazareth ha scritto: Scegli sempre eroi degni di te. La persona più indicata per parlare Io scelgo cosa ? O non sai leggere (analfabetismo funzionale) o voi buttare tutti thread in caciara per sostenere le tua bizzarre tesi, sempre antiamericane e anti occidentali. Per cui il riferimento a chi ha rinfacciato ai dem la “consequence culture” e’ completamente irrilevante. Forse non ti è chiaro, poi, che il virgolettato non è mio, ma è tratto dall’ articolo di Viviana Mazza del Corriere che ho linkato. In questo articolo viene confutata la tua tesi (e cioè che gli USA stanno perdendo la democrazia perché licenziano conduttori televisivi che “offendono” con “bugie avventate”) perché questa “consequence culture” l’hanno inventata i progressisti di sinistra. Quindi delle due l’una: o gli americani hanno perso la loro democrazia con i Dem progressisti oppure licenziare una persona perché diffonde una fake new irritante che offende un morto, la sua famiglia, e milioni di persone non significa aver perso la democrazia.
Gaetanoalberto Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa Non saprei dire chi ha cominciato prima, e credo interessi poco. Una società che si fonda sull'allarme e sulla lotta frontale contro gli avversari politici dura poco e male.
audio2 Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa magari se non gli sparavano al tipo, questo qua non se la legava al dito medio. che ne dite. cioè sembra che prima fosse il paese del latte e del miele. ma dove.
briandinazareth Inviato 13 ore fa Autore Inviato 13 ore fa 1 minuto fa, Roberto M ha scritto: licenziare una persona perché diffonde una fake new irritante che offende un morto, la sua famiglia, e milioni di persone non significa aver perso la democrazia. Ma non è successo neppure questo, se solo ti fossi informato su cosa ha detto kimmel ;) ma è chiederti troppo, lo sappiamo. È che piace tutto questo, si vuole che siamo licenziati chiunque non n sia sottomesso all'imperatore. Tutte le stupidaggini dette contro il politicamente corretto erano false, come è evidente, è la censura sovietica che piace. Del resto trump lo dice molto chiaramente. non pensavo che dietro ci fosse questo palese fascismo, in fondo pensavo che dietro le parole ci fosse qualcosa di vero.
senek65 Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa 6 minuti fa, Roberto M ha scritto: Io scelgo cosa ? O non sai leggere (analfabetismo funzionale) o voi buttare tutti thread in caciara per sostenere le tua bizzarre tesi, sempre antiamericane e anti occidentali. Per cui il riferimento a chi ha rinfacciato ai dem la “consequence culture” e’ completamente irrilevante. Forse non ti è chiaro, poi, che il virgolettato non è mio, ma è tratto dall’ articolo di Viviana Mazza del Corriere che ho linkato. In questo articolo viene confutata la tua tesi (e cioè che gli USA stanno perdendo la democrazia perché licenziano conduttori televisivi che “offendono” con “bugie avventate”) perché questa “consequence culture” l’hanno inventata i progressisti di sinistra. Quindi delle due l’una: o gli americani hanno perso la loro democrazia con i Dem progressisti oppure licenziare una persona perché diffonde una fake new irritante che offende un morto, la sua famiglia, e milioni di persone non significa aver perso la democrazia. Sei un seminatore di odio 1
Roberto M Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 20 minuti fa, briandinazareth ha scritto: solo ti fossi informato su cosa ha detto kimmel Lo ha riferito Viviana Mazza sul Corriere della Sera. Te lo riscrivo, di nuovo: “Disney ha sospeso il comico Jimmy Kimmel, il quale aveva suggerito che il killer di Kirk fosse di destra (anziché di sinistra come affermano la procura e la famiglia)” Aver diffuso una fake news stravolgendo la matrice politica dell’omicidio secondo la dottrina inventata dai dem della “consequence culture” ha offeso non solo la famiglia, ma milioni di conservatori che si sono visti falsamente accollare la responsabilità politica di un omicidio. Possiamo essere d’accordo o meno, ma questa “consequence culture” l’hanno inventata I Dem, e’ una cosa “di sinistra”, per cui, ripeto, ho gli USA hanno perso la democrazia con Obama e Biden, oppure licenziare un calunniatore che offende il sentimento di milioni di persone non significa perdere la democrazia. 1
appecundria Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 1 ora fa, Roberto M ha scritto: non è cancel culture, è la conseguenza delle tue azioni», Non sarai troppo liberale?
iBan69 Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 18 minuti fa, Roberto M ha scritto: Disney ha sospeso il comico Jimmy Kimmel, il quale aveva suggerito che il killer di Kirk fosse di destra (anziché di sinistra come affermano la procura e la famiglia)” Vedi che manipoli le notizie. La notizia completa dice che: “Dopo che Brendan Carr, capo della Federal communication commission, ha minacciato «conseguenze», Disney ha sospeso il comico Jimmy Kimmel, …” Come suona, così?
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 11 ore fa Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 ore fa Un lucidissimo articolo di di Ezio Mauro . LA DEMOCRAZIA NON BASTA A SE STESSA - Dagli incubi di un’Europa sonnambula, con i Mig che attraversano i suoi cieli, riemerge il concetto di pre-guerra: e non ci stupisce più. Da tre anni stiamo scivolando progressivamente da un’incognita a una minaccia, a una riduzione della nostra sicurezza, al restringimento del nostro orizzonte di libertà. Dalle retrovie ci spostiamo sempre più verso la zona del fronte, ci scopriamo direttamente esposti, mentre saltano gli interdetti dietro cui credevamo di proteggerci: e ad ogni passo sullo scalino che scende verso il buio siamo costretti — anche senza accorgercene — a riprendere le misure del mondo, per trovare uno spazio sempre più scomodo nell’incertezza che cresce. Stiamo smarrendo i punti di riferimento, che sbiadiscono. Far parte del Primo Mondo, creatore e consumatore del progresso, della ricchezza e dell’innovazione non ci garantisce più, il doppio caos ci paralizza, perché alla crisi esterna delle guerre si somma la crisi interna al nostro mondo, che chiamavamo Occidente e che oggi vediamo svuotato e disarticolato, con tutto il suo sistema di valori disattivato e inerte. Prendiamo atto, ogni volta, accettando il ridimensionamento progressivo del futuro. La nostra capacità di adattamento fa parte dell’istinto di sopravvivenza, ma anche del senso di impotenza che ci circonda: e oltre una certa soglia rischia di diventare rinuncia, colpevole. Quei valori sono stati spesso esercitati come supremazia, talvolta come egemonia, ma hanno comunque testimoniato una civiltà del diritto e dei diritti, una cultura delle istituzioni, della regola e della convivenza e in questo senso hanno offerto un canone di libertà a tutti, addirittura nella pretesa all’universale. Possibile che oggi non abbiano più niente da dire a un mondo in fiamme e debbano essere ripiegati nel baule del Novecento, come la bandiera ammainata di un Paese sconfitto, o come fossero scaduti? Questo stato d’animo rischia di trasformarsi in sentimento politico, diffondendo la convinzione che il mondo sia ormai fuori controllo e la politica non riesca più a governarlo: figuriamoci la democrazia, a cui si chiede oggi di pagare per intero e da sola il disavanzo tra le promesse seminate in un secolo di progresso e le delusioni accumulate nelle emergenze degli ultimi anni. È una pretesa ingiusta, un calcolo miope, un saldo impossibile. Ma schiaccia comunque la democrazia sotto il peso di tutte le delusioni, le disuguaglianze, le frustrazioni e le ingiustizie, come la cultura sconfitta al cui posto emerge un culto, quello della forza semplificatrice, vendicatrice e comunque protettrice: idonea per dominare una fase in cui siamo ormai pronti a negoziare porzioni di libertà in cambio di quote di sicurezza. Non ci rendiamo conto che in realtà stiamo svendendo pezzi di una democrazia costruita negli anni, istituti creati per garantirci, regole di salvaguardia collettiva, norme introiettate come coscienza comune e diventate consuetudini, addirittura stile di vita collettivo, cifra di una civiltà. E non ci accorgiamo che c’è chi è pronto a comprare sul mercato del consenso quegli spazi di libertà che noi dismettiamo come vecchi, sopravvissuti e superflui: sono gli autocrati, i leader neo-autoritari che proprio in questa fase hanno lanciato la battaglia decisiva per conquistare il potere totale, superando la democrazia liberale e archiviandola. L’evidenza di questa sfida è sotto gli occhi di tutti, anche per il gigantismo del palcoscenico su cui si muove il regista del caos, Donald Trump, e per l’evidenza di quella che potremmo chiamare l’eccezione democratica in corso. L’attacco al pensiero critico, comunque alla libertà d’opinione, è il punto di svolta, con i personaggi televisivi sgraditi denunciati per nome e cognome, gli editori minacciati e spinti pubblicamente a licenziarli. Ciò significa, in una formula, che il sistema dell’informazione è sotto ricatto. Non ci sono più reticenze, il potere delle nuove destre estreme non si accontenta di cambiare il governo ma vuole cambiare il regime e manifesta esplicitamente l’intenzione di fuoruscire dal sistema forzandolo, per fondare un nuovo ordine proprio sulla rendita politica di questa deformazione. Ormai anche chi non aveva avvistato l’onda che si formava spingendo il secondo mandato trumpiano verso l’estremismo fatto governo, figlio dell’eredità eversiva all’assalto al Campidoglio, si trova davanti un’anomalia democratica che opera apertamente per svellere i cardini della civiltà occidentale, a partire dalla libertà d’espressione, di parola e di stampa, tutelate come fondamentali dal primo emendamento. L’assalto è infine giunto fin qui, al cuore della libertà costituzionale repubblicana. E da qui nasce una domanda: perché la democrazia non trova difensori naturali e spontanei che la proteggano, perché non si forma un blocco sociale di sostegno, perché i soggetti che hanno usufruito dei maggiori benefici dalla lunga stagione democratica non respingono la regressione in corso? Guardiamo la realtà: le classi popolari sembrano non avvertire l’allarme, come se il destino del sistema non le riguardasse più, e fosse un problema delle élite. Gli intellettuali non partecipano alla competizione, distratti. Il capitalismo non sente il dovere di difendere la democrazia (anche se è il contesto in cui ha potuto prosperare nella libertà), anzi sembra voler accompagnare la forzatura trumpiana del sistema per vedere cosa c’è dall’altra parte, e colonizzarlo come una terra rara in più. I liberali non scendono in campo a fianco della liberal-democrazia, come se fosse orfana. I populisti che denunciano nella democrazia il grande inganno e l’eterno complotto lucrano sulla sua crisi, pronti a giocarsi ai dadi le sue spoglie. La sinistra vede la crepa che divide l’Occidente ma anziché lavorare per superarla difendendo quei valori sotto attacco e facendoli definitivamente propri, inciampa nella faglia sospinta nelle sue frange da vecchie tentazioni anti-americane e addirittura filorusse, incapace di leggere i nuovi imperialismi: finendo nell’irrilevanza della terra di nessuno invece di compiere finalmente il suo destino liberandosi dei suoi demoni. La Chiesa, infine, è paradossalmente sfidata dall’estremismo cristianista che sostituisce la democrazia con la religione nell’universo Maga. Ecco perché la democrazia è sola, con la sua fragilità esposta, difesa solo dalla testimonianza quotidiana dei suoi valori. Ed ecco soprattutto perché precipitiamo nell’angoscia di questo clima di pre-guerra senza una cultura che ci difenda e ci definisca dandoci coscienza di ciò che siamo e di ciò che vogliamo, proprio mentre scopriamo che la democrazia ha bisogno di noi: perché non basta a se stessa e non può vivere senza il concorso dei cittadini, con ogni passione spenta, mentre la destra cammina già nel mondo post-democratico, “con Dio come testimone”. 1 2
briandinazareth Inviato 9 ore fa Autore Inviato 9 ore fa Intanto trump non sparge odio, e sul tumore di biden: Biden è un tizio meschino e stupido. Non è mai stato intelligente, ma è sempre stato un meschino figlio di p*ttana”, “Come sta andando? Non troppo bene per lui adesso. Quando iniziate a provare pena per lui, ricordate che era un cattivo ragazzo”
audio2 Inviato 9 ore fa Inviato 9 ore fa biden è stato il male infatti lo avevano messo come vice di baracco, nel caso questo non fosse stato abbastanza ubbidiente
Roberto M Inviato 8 ore fa Inviato 8 ore fa 3 ore fa, wow ha scritto: L’attacco al pensiero critico, comunque alla libertà d’opinione, è il punto di svolta, con i personaggi televisivi sgraditi denunciati per nome e cognome, gli editori minacciati e spinti pubblicamente a licenziarli. Ciò significa, in una formula, che il sistema dell’informazione è sotto ricatto Dove stava Ezio Mauro quando un giorno si è l’altro pure la gente perdeva il lavoro ed era intimidita solo perché sosteneva Trump, oppure perché “osava” dichiarare che il sesso è un fatto biologico e non una scelta ? Trump stesso e’ stato bannato da tutti i social e gli hanno boicottato, negandogli i server, pure quello suo. Gli hanno fatto anche due attentati. Ed ora la democrazia sarebbe a rischio perché chi fomenta il terrorismo e l’odio viene accompagnato alla porta ?
P.Bateman Inviato 8 ore fa Inviato 8 ore fa 1 ora fa, Savgal ha scritto: La mia convinzione è che fondamentalmente perculi. Sei troppo buono.
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