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La Cina è inarrestabile


Muddy the Waters

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22 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Queste tre superpotenze militari piu’ i satelliti rappresentano pero’ poco piu’ di un quarto del Pil mondiale dove Usa ed Europa fanno ancora la parte del Leone.

Bisognerebbe sfruttare questo vantaggio che non e’ eterno, anche se le dittature sono un tappo forte allo sviluppo della ricchezza e dunque della domanda

 

Però Trump, iperterrito, con le politiche sui dazi e le prese di posizione sulla NATO,  sta facendo di tutto (e se ne vanta) per creare fratture dove non ce n'erano e mandare segnali di una alleanza e di un "occidente" frammentato e percorso da forti tensioni 

 

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Sonnyblues
14 ore fa, Mighty Quinn ha scritto:

La preoccupazione di Trump è la Cina

la Cina se l'è belle che mangiato e digerito a colazione il trombetta, patetico che solo con l'Europa può fare il il galletto.

Mi vien da dire per fortuna e se non siamo rimbambiti del tutto facciamoceli amici sti cinesini dai con tutti i ristoranti cinesi che gli abbiamo fatto aprire ce lo meritiamo

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30 minuti fa, wow ha scritto:

stendendo una coperta pietosa sul grottesco quanto innaturale (considerata la formazione dell'elefantino) fulminazione sulla via di Arcore,

 

31 minuti fa, wow ha scritto:

siamo su un altro pianeta e che spesso un bel leggere (Ferrara ha una bella penna).

Prima di tutto vorrei dire che gli anni passano per tutti e l' elasticità mentale e la chiarezza visiva si affievolisce.

Detta questa banalità (scusate) Il Foglio negli anni 00/ metà 10 era un giornale gustoso e istruttivo

alla massima potenza.

Ferrara è sempre stato una bellissima penna , come dici;  ha sostenuto anche

cause tragicamente sbagliate, vedi l'abolizione dell'aborto (inspiegabilmente) ma è stato una luce in un periodo

particolarmente omologato nella stampa,  ( anche per reazione alla formazione giovanile).

Forse l'unico erede di Montanelli.

 

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Ferrara e’ gran penna, stilisticamente un po’ involuta, ricorda sui temi politici  un po’ il compiaciuto arzigogolo che fu di Arbasino quando discettava di letteratura e musica.

Quindi un po’ all’opposto dello stile cartesiano di Montanelli. In compenso i suoi articoli mi paiono meno benpensanti di quelli che ricordo

dell’Indro.

p.s. E’ un gran nuotatore, e anche molto simpatico nel privato

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1 ora fa, dariob ha scritto:

Ferrara è sempre stato una bellissima penna , come dici;  ha sostenuto anche

cause tragicamente sbagliate, vedi l'abolizione dell'aborto (inspiegabilmente) ma è stato una luce in un periodo

particolarmente omologato nella stampa,  ( anche per reazione alla formazione giovanile).

Forse l'unico erede di Montanelli.

sono abbastanza d'accordo, ma mi lascia un po' interdetto il concetto di "reazione" alla sua formazione giovanile poiché posso capire che si possano rifiutare i metodi (della formazione che G.F. avrà subito) ma nei meriti delle idee per le quali ci si è abbondantemente spesi? Possono provocare vistose inversioni ad U?

Occhio che non parlo di Grandi Domande sui Massimi Sistemi (come comunismo si o no) le cui risposte spesso ci sono state suggerite dalla Storia, ma su bagattelle quotidiane che coinvolgono anche i vecchi ideali (ad (ottimo) esempio l'aborto e tutto ciò che ne consegue) o l'abbaglio berlusconiano. 

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analogico_09
17 minuti fa, mozarteum ha scritto:

p.s. E’ un gran nuotatore, e anche molto simpatico nel privato

 

 

Nel pubblico.., una simpatia che levati! Sul fatto che nuoti bene e dunque si tenga bene a galla mi esimerò dal fare paragoni. Una buona penna - il mondo ne è pieno - non fa necessariamente il buon giornalista non idiosincratico e dotato di una minima base di coerenza, categoria sempre più da centellinare. 

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La Cina ha senza dubbio fatto enormi progressi a livello di "posizionamento" internazionale (al punto che a livello di superpotenze Onu  - decise in base a due blocchi formati dai rispettivi paesi-guida coi loro satelliti - ha scambiato di posto con la russia)

Detto questo, a livello interno permane una grossa % di popolazione il cui lavoro è dedicato totalmente alla mera sussistenza personale. E' la stessa fascia di popolazione che ha dato luogo ad un poderoso movimento di urbanizzazione proprio nel tentativo di sottrarsi a quel destino, e parliamo di centinaia di milioni di persone. 

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Gaetanoalberto
3 ore fa, wow ha scritto:

Non condivido quasi nessuna delle sue opinioni, ma ogni tanto ci azzecca 

Le tragiche disfatte di Trump

Un occidente diviso e impotente, un asse potente tra Russia, Cina, India, Turchia, Corea del nord e Iran, un’america teatro di conflitti fratricidi. Trump e le sciagure dell’america first (e no, all’italia non basta essere il paese ponte)

Il Foglio Quotidiano

2 Sep 2025

DI GIULIANO FERRARA

Il trionfo di Trump geopolitico è presto detto. Ora c’è un occidente diviso e impotente, ma c’è un asse tra Russia Cina India Turchia Corea del nord Iran Kazakistan e vari altri unito nelle premesse e potente come un’ombra d’acciaio. Temevamo una nuova Yalta, c’è Shanghai, coi fiori e tutto. Si attendono Budapest e Bratislava. Speravamo nella pace in Ucraina o in un più modesto cessate il fuoco, c’è una pioggia di missili e droni, e la capa di Bruxelles deve fare un atterraggio di emergenza. Al demente di Washington restano l’amicizia con Bolsonaro e poco altro, a parte il gangster che accoglie i suoi “rimpatriati”. Un capolavoro. America first è America di secondo rango. Ormai un’agenzia immobiliare impegnata sull’implausibile futuro di Gaza-montecarlo e ostile ai visti per i palestinesi superstiti della Cisgiordania. Bel colpo, Anchorage. Narcisismo e autoritarismo si rivelano traditori, tradiscono un progetto che parla di Golden Age e mette ali di piombo al paese inutilmente più potente del mondo che fu, del mondo di ieri. Materia di riflessione per gli amici dissimulati del trumpismo in tutto il mondo, Italia compresa. Da certi abbracci bisogna sapersi sciogliere in tempo. Il gauleiter americano è forse pronto a abbandonare del tutto la politica estera e di sicurezza, ora che ha rovinato il proprio sistema di alleanze e ne ha costruito un altro fatto su misura per contrastarlo, trasformando nel frattempo il suo paese nel teatro di un conflitto fratricida in cui la resistenza di media e giudici è ancora l’unica flebile garanzia di sopravvivenza della democrazia e dello stato di diritto. Il grande ripiegamento è nei fatti. Non sembra allo stato avere molte alternative. Tutti quelli con la testa sulle spalle lo denunciano come una prospettiva realistica, senza altre vere opzioni. Urgente metterci una pezza, e che non sia la classica pezza a colori, almeno nel sistema Europa o in quel che ne resta. Noi siamo sempre stati specialisti nello stare né di qua né di là. La politica famosa del piede di casa ci ha portato, fino al momento delle scelte, una relativa tranquillità.

Poi catastrofi notorie. Non è più così, non dovrebbe essere, anche solo per pragmatismo di governo. Il Cremlino ci tratta come un territorio politico potenzialmente colonizzabile, e noi gli mandiamo un ambasciatore per carità rispettabile ma nell’immagine utile solo alla loro propaganda. Litighiamo con un premier francese uscente, essendo diventati un paese che attrae ricchezza e promette stabilità, e ne gode al 110 per cento, ma in un quadro fragile e autolesionista di ideologia autoinflitta della decrescita pseudoegalitaria, da Milano in giù via procure e giornalate. Afferrarsi per i capelli è necessario a tirarsi fuori dalla pozzanghera trumpiana, perché l’unità dell’occidente non è più una politica, se alle condizioni dettate dall’erraticità di Trump, ma un flatus vocis inudibile. Nessuno ha bisogno di eroismi, a parte gli ucraini che ne abbondano, o della platealità impraticabile delle rotture vocalizzanti, e tutti abbiamo bisogno degli Stati Uniti. In questo il piede di casa aiuta a camminare. Ma occorre dimostrare ciò che non appare, che l’europa è un affare serio per tutti, risoluta a non farsi prendere in giro nemmeno in nome dell’atlantismo e della Nato, e che l’italia agirà da paese serio, non solo da pontiere che scavalca a parole un tragico abisso.

Giuliano Ferrara

Manco se l'avessi scritto io. Perfetto!

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Il limite delle dittature e il

tappo della triade cina/urss e corea e’ l’assenza di economia capitalistica.

Possono diventare potenze militari ma per diventare potenze economiche che si contrappongano all’occidente occorre che abbiamo poderosa domanda interna e campa cavallo e attrattivita’

di investimenti mondiali in mercati contendibili ed aperti. Campa cavallo bis. Una scuderia

Quindi per ora e’ solo un mostrar muscoli. Piuttosto ho visto sfilare in grande ordine militare bellissime e altissime soldatesse cinesi alla parata.

Pensavate che solo le donne italiane menassero?

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