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Melius Club

Le Foto piu' belle e significative di tutti i tempi


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analogico_09

@simpson Potrebbe anche darsi che tenendo, lei, già in inquadratura la fotocamera per immortalare qualche fase del trasloco, vistasi riflessa nello specchio abbia scattato al volo. Non possiamo sapere quanto tempo l'operaio possa aver tenuto fermo lo specchio in modo da evitare alla fotografa il mosso: sarebbero bastati pochi secondi per ottenere un'immagine ferma, dovendo tuttavia considerare i vari aspetti legati ai tempi di esposizione, luce, tipo di pellicola, etc.

Sia quel che sia, nella "mitologia" tutto è falso, tutto è vero... La fotografia è fatta anche di "fortuna", e di "sfortuna",  lo sosteneva lo stesso HCB da te citato il quale era inoltre convinto del fatto che anche da un soggetto "costruito" fosse possibile fare "vera" fotografia. Lo credo anch'io, straumilissimamente, ma a certe condizioni. 

Ne abbiamo parlato in questa sezione, in qualche thread forse aperto da @Plot se non ricordo male, della fotografia "costruita" ritirando inevitabilmente fuori anche l'esemplarissimo caso de' "Il Miliziano" di Robert Capa che qualcuno ritiene possa essere un soggetto "preparato"... Sia quel che sia è un grande scatto tra i più "iconici" e celebrati della storia della fotografia. 

 

Quindi, benchè celeberrimo, conosciutissimo ed insieme "conteso", merita senz'altro di (ri)figurare anche in questa galleria dedicata alle foto più belle, espressive e significative di tutti i tempi. 


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2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Ne abbiamo parlato in questa sezione, in qualche thread forse aperto da @Plot se non ricordo male, della fotografia "costruita" ritirando inevitabilmente fuori anche l'esemplarissimo caso de' "Il Miliziano" di Robert Capa che qualcuno ritiene possa essere un soggetto "preparato"... Sia quel che sia è un grande scatto tra i più "iconici" e celebrati della storia della fotografia.

Ne parlammo in questo topic :

-

 

analogico_09

Il generale delle forze sud-vietnamite, Nguyen Ngoc Loan, a capo della polizia nazionale, spara a Nguyen Van Lem, un prigioniero Vietcong a Saigon, il primo febbraio del 1968. Grazie a questa foto Eddie Adams ha vinto il premio Pulitzer nel 1969. (AP Photo/Eddie Adams)

 

 

AP6802010170.jpg

Il 21/11/2025 at 19:23, analogico_09 ha scritto:

@simpson Potrebbe anche darsi che tenendo, lei, già in inquadratura la fotocamera per immortalare qualche fase del trasloco, vistasi riflessa nello specchio abbia scattato al volo. Non possiamo sapere quanto tempo l'operaio possa aver tenuto fermo lo specchio in modo da evitare alla fotografa il mosso: sarebbero bastati pochi secondi per ottenere un'immagine ferma, dovendo tuttavia considerare i vari aspetti legati ai tempi di esposizione, luce, tipo di pellicola, etc.

...mi era sfuggito questo vostro diktat nel senso buono del termine sulla foto riflessa di Vivian Maier

Non mi pronuncero' sul fatto costruita si/no ma di fatto la foto rappresenta un bello scatto/selfie della Maier a cui non e' nuova in merito a questo aspetto.

Diverse sono le fotografie dove immortalava la sua immagine riflessa su vetrine, specchi, persino nelle ombre ed in piccoli particolari come anche i cerchioni tirati a lucido delle automobili.

Una costante nel suo essere fotografa, gli esempi sono moltissimi e documentati, quasi una sua specialita'.

 

 

Non ce la vedo nella costruzione degli scatti come invece era prerogativa dei grandi maestri come e' stato citato ad esempio HCB dove la messa in scena ma anche la complicita' dei soggetti era una caratteristica.

La Maier non era nessuno, non aveva ambizioni di notorieta', lo faceva per lei stessa e non aveva bisogno di farsi conoscere o affermarsi, insomma una pura e semplice fotografa come ce ne sono tanti ma con un senso sviluppato nell' osservare quello che aveva intorno.

Una non fotografa a tutti gli effetti resa visibile dal famoso ritrovamento...

analogico_09
1 ora fa, Plot ha scritto:

mi era sfuggito questo vostro diktat nel senso buono del termine

 

 

Non c'è diktat positivo, esprimevo una semplice opinione dove concludevo che sia quel che sia sia la foto a parlare "preparata" o meno che sia. Scusate il bisticcio dei "sia"...  Insomma un argomentare un po' più articolato che anche tu  riprendi. 

 

1 ora fa, Plot ha scritto:

un bello scatto/selfie della Maier a cui non e' nuova in merito a questo aspetto.

La Maier non era nessuno, non aveva ambizioni di notorieta', lo faceva per lei stessa e non aveva bisogno di farsi conoscere o affermarsi, insomma una pura e semplice fotografa come ce ne sono tanti ma con un senso sviluppato nell' osservare quello che aveva intorno.

 

Nel topic sui grandi fotografci avevo già condiviso qualche scatto della Maier la quale amava autoscattarsi riflessa negli specchi,  vetri, vetrine, etc. In pagina due di questo 3D ho lasciato paio di scatti del genere. Ricordavo inoltre come la Maier fotografasse di nascosto, in incognita mentre lavorava come bambinai senza sviluppare e stampare i suoi scatti che metteva da parte di cui nessuno sapeva nulla, ritrovati foprtuitamente nel 2007. Lo dico qui linkando anche la pagina wiki d'approfondimento. 

https://melius.club/topic/18417-i-grandi-maestri-della-fotografia-del-passato-e-non/#findComment-1095239

 

Sembrerebbe ovvio che la grande riservatezza della Maier, persona certamente particolare, la spingesse a fotografare di nascosto; improbabile che potesse chiedere la collaborazione di un "estraneo" come nel caso della foto con lei riflessa nello specchio manovrato dal traslocatore. Credo che lei fosse essenzialmente attratta dalla ricerca di un soggetto che la stimolasse, come in  una ricerca emotiva, psicologica esistenziale condotta dentro e fuori di se', provando l'eccitazione che da' il momento magico dello scatto durante il quale si concretizza la metafica del sogno e l'urgenza del reale, l'atto creativo, lasciando che le immaggini si impressionassero nella sua mente, nella sua psiche piuttosto che immortalarle per gli atri, per dopo la sua dipartita attraverso la stampa a cui non era evidentemente interessata.

Soggetti, semplici, "gesti" particolari apparentemente insignificanti spontaneamente fotogenici, pieni di "verità" e di umanità qundi di alta significazione estetica, di costume, di poesia.  

Considerata antesignana della "street" 

 

Vivian-Maier.jpg

 

 

10_Untilted-copia-ridotta.jpg



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6_.jpg

20 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Sembrerebbe ovvio che la grande riservatezza della Maier, persona certamente particolare, la spingesse a fotografare di nascosto; improbabile che potesse chiedere la collaborazione di un "estraneo" come nel caso della foto con lei riflessa nello specchio manovrato dal traslocatore.

Anche io sarei d' accordo con l' idea che la Maier, nel suo profilo di fotografa, si sia avvalsa della riservatezza del suo essere nello scattare.

IMHO e' stata una Fotografa dal profilo "basso" nel senso che  traspare  quello che si vede. Di sicuro non e' stata una Fotografa d'assalto, non ho percepito l 'impressione di una che si e' buttata nella "mischia" nel catturare un momento saliente; caratteristica che si puo' notare in molti dei suoi scatti.

 

Ho maturato il mio pensiero e di conseguenza provato a tracciare una sorta di profilo pseudo/psicologico basandomi sugli innumerevoli Contact Sheet ( provini a contatto) che sono disponibili in rete ed anche sul suo sito.

I contact sheet sono la cartina tornasole, la verita' provata.

Gli intervalli tra uno scatto e l'altro sono molto comprensibili, c'e' un prima ed un dopo e non c'e' alcun interesse a falsarli, ci sono i dati.

Ne posto un paio per rafforzare quello che intendo dire e credo che nella sua lettura sia abbastanza facile da comprendere cio' che ne ho dedotto.

Il prima ed il dopo di questi provini provano una sorta di fotografia discontinua, non un progetto preciso, un obiettivo da perseguire ma che poi raccogliendo tutti i pezzi del puzzle lo diventa a pieno titolo.

 

 

VM19XXW04205.jpg

VM19XXW03095.jpg

VM1970W01636.jpg

analogico_09

@PlotAnche dai "provini a contatto" delle foto molte delle quali si trovano nel formato stampa singola nel web si evince in tutta evidenza che la Maier non seguisse dei precisi progetti foto-tematici. Non era una reporter, né ritrattista, astrattista, realistica, et;  era oltre i "generi" ed  insieme riassumeva in se più "generi": coglieva l'attimo "esistenziale" seguendo l'ispirazione del momento con i soggetti dai quali si sentiva attratta. 
Seguiva insomma il "richiamo" della "strada" teatro di svariati "modi" e "situazioni", luogo dello spirito, della sua stessa immagine - ragione di tanti autoscatti diversamente realizzati come se intendesse fondersi "visivamente", "matericamente" con la strada della quale si sentiva parte. Come dicevo nell'altro post la Maier ricercava  la sua stessa immagine, il suo "io" e il suo "es", riflessi nella strada imprevedibile e mutovole, e la strada riflessa in "sè".  Questa la sua "psicologia" semplice e profonda, il suo stile privo di tecniche "vanitose" - di quelle che si fanno stravedere: eccomi, guardatemi! WOW!  -  che rendevano perciò più poetica e "sincera" l'espressione, il contenuto, la forma e i linguaggi  delle sue straordinarie fotografie troppo realistiche per non trasmettere l'impressione di una trasfigurare "onirica". 
 

p.s. - fosse stata una professionista, magari col fotoscioppe.., non sarebbe stata la Vivian Dorothy Maier che fu. 



06-OCo-Vivian-Maier.jpg


Vivian-Maier-Chicago-1957.jpg

analogico_09
Il 27/11/2025 at 18:32, Plot ha scritto:

Dennis Stock, Miles Davis USA 1958

 

Bella inquadratura.

 

 

Un primissimo piano di Miles Davis 28 anni dopo in concert, Roma 1986.
Una foto considerata significativa non saprei dire se dell'intera storia della fotografia né da chi.., inoltre non potrò rivelare il nome dell'autore che intende mantenere l'anonimato... 😆


The Hawk


004MilesDavisTiff.thumb.jpg.4cc8fe28ebdc3595e427672bc5fdeef8.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Melius 1
58 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Una foto considerata significativa non saprei dire se dell'intera storia della fotografia né da chi.., inoltre non potrò rivelare il nome dell'autore che intende mantenere l'anonimato... 😆

...e allora che anonimato sia, sara' uno dei suoi tanti segreti che si portera' nella tomba :classic_ohmy::classic_ohmy::classic_biggrin:

 

 

 

Dennis Stock (New York 1928)  su invito di Robert Capa -pizza e fichi-  entra a far parte di Magnum Photos - altra pizza e fichi-.

Lavora a lungo a Hollywood ritraendo attori e set cinematografici , dal 1957 al 1960 compone foto e ritratti dei protagonisti del Jazz, raccolti poi nel volume: Jazz Street (1960)

-

Dennis Stock, il musicista Bill Crow (New York 1958)

 

 

a60c3a1f68bbb8cb5c42c2fe27621dd9.jpg

-

Dennis Stock, Ella Fitzgerald doppia esposizione (Usa)

-

images?q=tbn:ANd9GcRGmge5buxhEtdLk1jYG0E

 

 

A latere, il libro Jazz Street di Dennis Stock dovrebbe piacerti.

Non costa poi molto, su Ebay l' ho visto a circa 200 Euros (esclusa spedizione).

Come regalo... vista la prossimita' delle feste natalizie sarebbe un bel regalone da avere.

Se non ti crea disturbo prendine 2 copie, l 'altra saprai debitamente a chi regalarla ed il ricevente ti ringraziera' :classic_rolleyes:

Il 28/11/2025 at 22:30, Plot ha scritto:

...e allora che anonimato sia, sara' uno dei suoi tanti segreti che si portera' nella t(R)omba :classic_ohmy::classic_ohmy::classic_biggrin:

 
grat grat... 🌶️ 🤘😆

 

ma, ancora in tema di tromba, una rara immagine da annali della fotostoria del jazz che se la batte con la "magnum", le quali ritraggono Dizzy Gillespie ad Umbria Jazz nel Luglio 1976 sempre di fotoamatore anomino (non veneziano... :classic_cool::classic_rolleyes:

 

 

49097704912_f3bd86e770_b.jpg

 


 

Il 28/11/2025 at 22:30, Plot ha scritto:

A latere, il libro Jazz Street di Dennis Stock dovrebbe piacerti.

Non costa poi molto, su Ebay l' ho visto a circa 200 Euros (esclusa spedizione).

Come regalo... vista la prossimita' delle feste natalizie sarebbe un bel regalone da avere.

Se non ti crea disturbo prendine 2 copie, l 'altra saprai debitamente a chi regalarla ed il ricevente ti ringraziera' :classic_rolleyes:

 

Ho visto alcune foto di Dennis Stovk e mi piacciono, non conosco il suo libro. La prima foto che hai postato, bellissima, del bassista che si aggira solitario tra i palazzi della giungla metropolitana, ricordo di averla condivisa nel forum non ricordo dove, quando... Mi piacerebbe un sui book ma è troppo caro, idem i libri della Magnum, tra il top nel settore, anch'essi molto costosi. Qualche anno fa regalai a mia nipote un libro Magnum, nuovo, lo pagai sotto le 100 euro, forse 60.., ma aldilà di queste prosaicità ho avuto modo di ammirare dal vivo nelle varie mostre nel corso degli anni le fotografie di alcuni dei più grandi "magnumisti". Altre si trovano nel web e si fa di necessità virtù. Per quanto riguarda il jazz ho una certa familiarità con l'iconografia argentico/digitale di questo straordinario gewnere musicale; avendo letto e collezionato tutti i numeri della rivista Musica Jazz dal 1971 fino a tutto il 1977, più gli acquisti sciolti fatti in seguito, ho avuto medo di imbattermi mese dopo mese nelle foto di più grandi e meno grandi musicisti ritratti da vari fotografi nei modi più diversi.., a mia voòlta mi dilettavo a forografare nei concerti cui assisteva ispirato dalle foto che andavo avidamente vedendo. Posseggo inoltre una bellissima "Fotostoria del jazz" curata da Joachim-Ernst Berendt, un celebrato conoscitore di cose del jazz che mi regalarono nel 1982.


IMG_20251129_223540.thumb.jpg.8ee4d70408ed407b32a4daaf47c80151.jpg

 

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